di Federica Marengo venerdì 26 gennaio 2024
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-La Corte internazionale di Giustizia dell’Aia, nella sua pronuncia, avvenuta nel primo pomeriggio di oggi, ha respinto la richiesta di Israele di archiviare le accuse di genocidio mosse dal Sudafrica, in quanto nei documenti, vi sono alcuni atti che sembrano in grado di rientrare nella convenzione sul genocidio”.
Quindi, la giudice USA ,Joan Donoghue, ha ritenuto che vi fosse sufficiente urgenza per ordinare misure provvisorie contro Israele, chiedendo al governo di Tel Aviv di “prendere tutte le misure per prevenire qualunque atto di genocidio a Gaza e per garantire con effetto immediato” che le sue forze non commettano nessuno degli atti previsti dalla convenzione.
Inoltre, la Corte dell’Aia ha chiesto a Gerusalemme “di prendere misure per punire coloro che incitano al genocidio dei palestinesi e garantire la conservazione delle prove del presunto genocidio; il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi israeliani che sono ancora nelle mani di Hamas a Gaza e di riferire entro un mese e di adottate misure per migliorare la situazione umanitaria nella Striscia.
Il Premier israeliano Netanhyau, commentando tale sentenza ha dichiarato: “La stessa affermazione che Israele compia un genocidio del popolo palestinese è non solo menzognera ma anche oltraggiosa. La disponibilità della Corte di prenderla in esame è un marchio di vergogna che non sarà cancellato per generazioni. Israele combatte una guerra giusta contro i mostri di Hamas e la Corte ha respinto giustamente la richiesta di privarci del diritto all’autodifesa. Israele continua a difendersi contro Hamas, un’organizzazione terroristica genocida. Il 7 ottobre Hamas si è macchiato delle peggiori atrocità contro il popolo ebraico dall’Olocausto e minaccia di ripetere altre atrocità una volta dopo l’altra. La nostra guerra va contro i terroristi di Hamas, e non contro il popolo palestinese”.
ll ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir, secondo la Radio di Israele, non osservando l’ ordine del premier Netanyahu di non commentare le decisioni “in attesa di una posizione ufficiale di Israele”, avrebbe affermato che “la Corte dell’Aja è antisemita”, sostenendo che “le sue decisioni dimostrano ciò che era noto da tempo: il tribunale non cerca la giustizia ma solo di perseguitare il popolo ebraico”.
Un esponente di Hamas, citato dai media internazionali e israeliani, ha detto: “Quello dell’Aja è un passo importante che contribuisce a isolare Israele ed esporre i suoi crimini a Gaza. L’occupazione applichi le decisioni della Corte internazionale di giustizia”.
Soddisfatto, il Sudafrica, che ha definito la sentenza una “vittoria decisiva” per lo stato di diritto internazionale.
Per l’Alto rappresentante e della Commissione europea: “Le ordinanze della Corte internazionale di giustizia sono vincolanti per le parti e queste devono rispettarle: l’Unione europea si aspetta la loro piena, immediata ed effettiva attuazione”.
Amaro, il commento della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane, Noemi Di Segni, che ha dichiarato: “Fa male, alla vigilia del giorno della Memoria, constatare che la Corte Internazionale di Giustizia abbia statuito la propria giurisdizione per decidere su quanto promosso dal Sudafrica. Azione totalmente aberrante che distorce il significato di quel ‘mai più’ pronunciato così convintamente all’indomani della guerra, proprio nell’istituzione del tribunale che ha accertato il genocidio del popolo ebraico”.
Intanto, le autorità israeliane hanno fornito all’Unrwa informazioni sul presunto coinvolgimento di diversi dipendenti negli attacchi del 7 ottobre.
ll commissario generale di Unrwa, Philippe Lazzarini, ribadendo la condanna degli attacchi di Hamas e parlando di “accuse scioccanti“, ha dichiarato: “Per proteggere la capacità dell’agenzia di fornire assistenza umanitaria, ho preso la decisione di rescindere immediatamente i contratti di questi membri e di avviare un’indagine per stabilire senza indugio la verità. Qualsiasi dipendente coinvolto in atti di terrorismo sarà ritenuto responsabile, anche attraverso procedimenti penali”.
Il segretario generale Onu, Antonio Guterres, per cui la sentenza della Corte dell’Aia su Israele “è vincolante“, informato dal commissario generale di Unrwa, Philippe Lazzarini, di tali accuse , in una nota si è detto : “Inorridito dalla notizia” e ha chiesto a Lazzarini di “indagare rapidamente sulla questione per garantire che qualsiasi dipendente Unrwa che abbia partecipato o favorito gli attacchi venga immediatamente licenziato e deferito per un potenziale procedimento penale”.
Il portavoce del Dipartimento di Stato USA, Matthew Miller, ha fatto sapere che : “Gli Stati Uniti sono preoccupati dalle accuse secondo cui 12 dipendenti dell’Unrwa potrebbero essere stati coinvolti nell’attacco di Hamas il 7 ottobre contro Israele e hanno temporaneamente sospeso i finanziamenti, mentre esamina queste accuse e le misure che le Nazioni Unite stanno adottando per affrontarle”.
Quanto alla questione degli ostaggi israeliani, di cui Hamas ha mostrato un altro video, secondo il sito Haaretz, che cita una fonte vicina ai negoziati, Israele e Hamas avrebbero raggiunto un’intesa di base sulla maggior parte dei termini dell’accordo che riguarda il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, mentre sul campo l’esercito israeliano ha continuato a cingere d’assedio la città di Khan Yunis nel suo versante occidentale, di cui ha chiesto l’evacuazione della popolazione, in quanto “Hamas sta operando dall’interno e intorno agli ospedali Nasser e Al Amal” .
L’emittente araba Al Jazeera, invece, ha reso noto che almeno 11 persone sono morte in un attacco aereo israeliano che ieri sera ha colpito una casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza.
Nel Mar Rosso ,nel frattempo, secondo quanto riportato su X dal comando americano per il Medio Oriente Centcom, “I miliziani Houthi- (in queste ore a Mosca per colloqui sulla situazione in Medio Oriente) –sostenuti dall’Iran hanno lanciato un missile balistico antinave dalle aree dello Yemen verso il cacciatorpediniere americano classe Arleigh-Burke nel Golfo di Aden. Il missile è stato abbattuto con successo e non sono stati segnalati feriti o danni”.
Più tardi, la società britannica di sicurezza marittima Ambrey, ha fatto sapere che: “Una nave mercantile in transito nel Golfo di Aden è stata colpita da un “missile”, L’impatto ha provocato un incendio ma l’equipaggio è stato tratto in salvo, in quello che con ogni probabilità rappresenta l’ultimo incidente legato agli Houthi yemeniti, che hanno attaccato le navi internazionali nel Mar Rosso e nelle aree circostanti”.
In merito alla missione navale Italia, Francia, Germania, che dovrebbe partire a breve proprio nelle acque del Mar Rosso a difesa delle navi mercantili e militari dagli attacchi degli Houthi, in un’intervista a Il Corriere della Sera, il ministro della Difesa Crosetto ha detto: “L’Italia “è pronta al comando della missione europea per proteggere le navi mercantili che attraversano il Mar Rosso. Se ci chiederanno di averlo lo prenderemo, ne abbiamo la capacità. Se lo vogliono i francesi va benissimo, il problema è avere presto una missione efficace per tutelare la sicurezza delle navi commerciali e le nostre economie, oltre al diritto internazionale”.
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