di Federica Marengo giovedì 25 gennaio 2024
-Nella 110° giornata di guerra in Medio Oriente, all’indomani dell’attacco su un rifugio per sfollati dell’Unrwa a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, nel quale sono rimaste uccise nove persone, attribuito all’esercito israeliano, che però ha negato le responsabilità in merito, ipotizzando si sia trattato di un razzo di Hamas, e dopo la richiesta degli USA di una maggiore protezione per i siti Onu, il portavoce del ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha denunciato un attacco dell’esercito di Israele contro una folla di persone, mentre queste ultime facevano la coda per ricevere aiuti umanitari a Gaza, che ha causato l’uccisione di 20 di queste e il ferimento di altre 150.
Intanto, il premier israeliano Netanyahu , nel pomeriggio ha tenuto una riunione per prepararsi alla decisione, attesa per le 13 (ora italiana) di domani, della Corte di giustizia dell’Aja sulla denuncia del Sudafrica contro Israele per genocidio a Gaza.
A tal proposito, Hamas ha annunciato che, se la se la Corte internazionale di giustizia ordinerà un cessate il fuoco a Gaza, i miliziani palestinesi si atterranno alla decisione, ma a patto che tale decisione sia rispettata anche da Israele.
Quanto alla liberazione degli ostaggi, secondo il Washington Post, il presidente USA Biden nei prossimi giorni invierà in Europa il direttore della Cia William Burns, che dovrebbe incontrare i capi dell’intelligence israeliana ed egiziana, David Barnea e Abbas Kamel, e il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrhahman bin Jassim Al Thani, per mediare un accordo tra Israele e Hamas che porti alla liberazione di tutti gli ostaggi ancora prigionieri di Hamas e a un lungo cessate il fuoco.
In merito, il sito israeliano Haaretz ha fatto sapere che fonti vicine ai negoziati per la liberazione degli ostaggi israeliani hanno reso noto che Israele e il movimento estremista avrebbero raggiunto un accordo di base sulla maggior parte dei punti dell’intesa.
Il Vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, in visita in Medio Oriente, dopo aver incontrato in mattinata, a Gerusalemme , dapprima il presidente israeliano Isaac Herzog e poi il Premier Netanyhau, riguardo all’ipotesi che la Corte dell’Aja decida domani nella sua sentenza di imporre a Israele un cessate il fuoco, ha dichiarato: “Siamo favorevoli ad un’interruzione del conflitto a Gaza. Ma a patto che non sia una proposta contro Israele e che da Hamas non arrivino più razzi per colpire il Paese”.
Quindi, in merito alla posizione dell’Italia, ha sottolineato: “L’Italia sostiene con forza le azioni del governo israeliano contro le organizzazioni terroristiche e parallelamente vuole affrontare con i nostri amici israeliani la preparazione per un ritorno al confronto politico e diplomatico. Dopo le operazioni militari a Gaza bisognerà individuare immediatamente un percorso politico per evitare che gli attuali scontri” si ripetano e si allarghino nella regione. Bisogna avviare un percorso politico che inevitabilmente dovrà portare” alla formula della Soluzione a due Stati”.
In Italia, Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha inviato ai questori e ai prefetti una circolare firmata dal capo della Polizia Pisani, in cui si chiede di rinviare ad altra data , rispetto a quella prevista del 27 gennaio, Giorno della Memoria della Shoah, le manifestazioni a favore della Palestina, in quanto, “In questo modo viene garantita la libertà di manifestazione che, nel caso in questione, va contemperata con il valore attribuito al Giorno della Memoria”. Inoltre ,si chiede anche di vigilare “i luoghi che ospiteranno le iniziative indette per la ricorrenza, che andranno sottoposti a preventive ispezioni e bonifiche e, quindi, a dedicate ed anticipate misure di vigilanza al fine di prevenire possibili atti illeciti. Una mirata attività informativa dovrà essere indirizzata per cogliere eventuali segnali di contestazioni o di possibili turbative, per consentire la tempestive adozione di idonee misure di prevenzione e contrasto”.
Dunque, per le manifestazioni in programma sabato, Giornata della memoria, “dovranno comunque essere predisposte idonee misure di prevenzione e sicurezza, in considerazione della perdurante minaccia terroristica, prevedendo l’attuazione di dispositivi di ordine pubblico adeguati a fronteggiare eventuali azioni promosse in violazione dei provvedimenti adottati, nonché il potenziamento delle misure di vigilanza degli obiettivi e siti di qualsiasi natura ritenuti potenzialmente esposti a rischio”.
Un plauso per la circolare decisa del ministero degli Interni, è arrivato dal presidente della comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, che ha dichiarato: “Siamo contenti che siano state riconosciute le nostre ragioni. Ringraziamo le istituzioni, a cominciare dal ministro Piantedosi e tutte le articolazioni del ministero dell’Interno, per la sensibilità che hanno dimostrato. È stata una decisione giusta e di buon senso. Abbiamo visto a Vicenza come queste manifestazioni pro-Palestina possano degenerare in violenza . Ma ad aggravare le cose c’è il momento scelto provocatoriamente dagli organizzatori. Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria in ricordo della Shoah. Noi non avevamo chiesto di vietare le manifestazioni in quanto tali, anche se abbiamo assistito a canti e balli in strada che invitavano a uccidere gli ebrei, bandiere israeliane bruciate, applausi ad Hamas per il 7 ottobre. Ma dover assistere a tutto questo nel Giorno in cui in tutto il mondo si ricordano 6 milioni di ebrei sterminati dal nazismo ci è parso davvero troppo. Grazie per avere evitato questo oltraggio alla Memoria, che sarebbe stata una sconfitta per tutti”.
Riguardo alla situazione nel Mar Rosso e agli attacchi degli Houthi alle navi mercantili e militari occidentali, invece, il Dipartimento di Stato USA, ha reso noto che “Gli Stati Uniti e il Regno Unito imporranno nuove sanzioni contro gli Houthi”.
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