di Federica Marengo lunedì 22 gennaio 2024
-Nel 107° giornata di guerra in Medio Oriente, sono proseguiti gli attacchi dell’esercito israeliano nella Striscia, in particolare, nel sud di Gaza, a Khan Yunis, dove ha stretto in assedio l’edificio centrale della Mezzaluna Rossa e l’ospedale Nasser, che sarebbe stato usato da Hamas per scopi militari e nel quale vi sarebbero stati tenuti nascosti decine di ostaggi.
A tal proposito, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, ha ribadito che Israele “ha il diritto di difendersi” ma che “gli ospedali devono essere protetti il più possibile”.
L’esercito israeliano ha però fatto sapere che l’operazione militare a Khan Yunis durerà altri giorni con l’obiettivo di colpire i centri di Hamas.
Intanto, i familiari degli ostaggi rapiti a Gaza il 7 ottobre scorso hanno fatto irruzione e interrotto una riunione della commissione finanziaria presso la Knesset, il Parlamento, di Gerusalemme, di cui avevano già bloccato l’ingresso, per chiedere nuove elezioni e il rilascio degli ostaggi.
Quindi, il Premier israeliano Netanyhau ha incontrato alcuni rappresentanti dei familiari degli ostaggi, facendo sapere che Israele “ha una proposta” e ha spiegato di non poter dire altro, sottolineando come da parte di Hamas, contrariamente a quanto è sostenuto, non ve ne sia alcuna.
In merito, l’alto funzionario di Hamas, Sami Abu Zuhri, come riporta Al Jazeera, ha dichiarato che il rifiuto del primo ministro israeliano Netanyahu di porre fine alle operazioni militari nella Striscia di Gaza “significa che non c’è alcuna possibilità per il ritorno dei prigionieri israeliani”.
Il Premier israeliano Netanyahu , infatti, ha ribadito sia agli USA che all’UE che : “Non vi sarà nessuno Stato palestinese “ e che “la Striscia dovrà essere smilitarizzata e restare sotto il pieno controllo di sicurezza israeliano”.
Tuttavia, i laburisti israeliani hanno presentato una mozione di sfiducia contro il governo di Netanyahu a causa “del suo fallimento nel riportare a casa gli ostaggi trattenuti da Hamas a Gaza, evidenziando che “il governo non sta prendendo le necessarie decisioni per salvarli e portarli indietro” e di attendersi che i partiti di opposizione “sostengano la mozione di sfiducia, anche se le possibilità che questa passi sono scarsissime”.
A Bruxelles, invece, ,l’’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Borrell, arrivando al Consiglio Affari esteri, ha dichiarato: “La situazione umanitaria a Gaza non potrebbe essere peggiore: non c’è cibo, medicine e le persone sono sotto le bombe. Alcuni ministri accettano che ci sono troppe vittime civili ma quando troppo è troppo? Oggi parleremo anche di questo. Non è il modo di condurre un’operazione militare, e lo dico nel rispetto delle vittime del 7 ottobre. Se Israele non è d’accordo con la soluzione su due Stati, dobbiamo discuterne e studiare quale altra soluzione hanno in mente. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha definito “inaccettabile” la posizione di Israele contro una soluzione che è stata approvata dalle Nazioni Unite” e “sostenuta da tutta la comunità internazionale”.
Sempre al Consiglio Affari Esteri a Bruxelles, la ministra degli Esteri belga, Hadja Lahbib, della presidenza di turno del Consiglio Ue, ha detto: “Esiste un chiaro rischio di regionalizzazione del conflitto. Oggi abbiamo nel mirino anche le violenze che si verificano in Cisgiordania. Anche lì ci sono molte vittime. La violenza deve finire. Auspichiamo anche che a Bruxelles si organizzi in un futuro più o meno prossimo una conferenza di pace che possa davvero rilanciare il dialogo politico. Il messaggio che trasmetterò a nome del Belgio, a nome della Presidenza belga del Consiglio dell’Unione europea, è chiaro: chiediamo un cessate il fuoco immediato, il rilascio degli ostaggi, il rispetto del diritto internazionale, il ritorno al processo di pace che dovrebbe portare alla creazione di due Stati che vivano in pace fianco a fianco. Questa è l’unica via d’uscita, è l’unica possibilità per ripristinare permanentemente la pace nella regione”.
In tale consesso, Italia, Francia e Germania hanno presentato al Consiglio Affari Esteri un documento nel quale ,tornando sulla missione navale Ue nel Mar Rosso per difendere l’area dagli attacchi dei ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, si legge: “Data la gravità della situazione attuale e i nostri interessi geostrategici, è importante che l’Ue dimostri la sua volontà e le sue capacità di agire come attore di sicurezza globale, anche nel settore marittimo. La missione sarà in linea con la Convenzione Onu sul diritto del mare e sarà difensiva”, si legge nel testo. Si sottolinea inoltre ,”l’importanza di usare le strutture e le capacità già esistenti” della missione Emasoh/Agenor, nello stretto di Hormuz”.
In merito, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, a margine del Consiglio Affari Esteri, ha affermato: “La missione militare europea nel Mar Rosso, che Roma sta promuovendo con Parigi e Berlino, rappresenta un passo considerevoli verso una vera difesa europea. L’Italia è pronta a fare la sua parte. Non escludo che possano essere decise sanzioni contro i coloni israeliani violenti in Cisgiordania, ma prima bisogna colpire duramente Hamas, per stroncare i flussi finanziari che permettono l’acquisto delle armi. Ai coloni dobbiamo dire basta, non è così che si costruisce la pace, ed è di interesse di Israele. Ma la responsabilità di quanto sta accadendo in Medio Oriente è prima di Hamas”.
Il ministro degli Esteri francese, Stephane Sejourne , infatti, ha sottolineato: “Spero che nei prossimi giorni arriveranno le sanzioni per i coloni israeliani violenti in Cisgiordania. Le parole del premier Benjamin Netanyahu sulla soluzione a due Stati sono inquietanti: serve la creazione di uno Stato palestinese con garanzie di sicurezza per tutti”.
Restando a Bruxelles, fonti qualificate hanno fatto sapere che il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, nel suo intervento al Consiglio Ue, avrebbe rilanciato l’idea già resa nota nel 2017, quando era ministro dei Trasporti, di costruire un’isola artificiale davanti a Gaza, dove costruire il porto e altre strutture fondamentali, mostrando anche alcuni video al riguardo. La proposta, sempre secondo tali fonti, sarebbe stata accolta con freddezza dalla quasi totalità dei ministri europei.
Al riguardo, l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell ha sottolineato:” Il ministro degli Esteri israeliano ci ha mostrato video che c’entravano poco o niente con le questioni discusse al Consiglio. Molto interessante, ma credo che avrebbe potuto sfruttare il suo tempo per approfondire il tema della sicurezza del suo Paese e della situazione umanitaria”.
Il ministro degli Esteri dell’Associazione Nazionale Palestinese, Riyad Al-Malki, anch’egli a Bruxelles , a proposito della proposta del ministro Katz, illustrata al Consiglio UE, ha detto: “Non abbiamo bisogno di nessuna isola, né naturale né artificiale. Resteremo nel nostro Paese. La terra di Palestina è nostra, di nostra priorità e vi resteremo. E non permetteremo a nessuno di pensare il contrario. Chi vuole partire per abitare in isole artificiali o naturali ci può andare. Noi, i proprietari di questa terra, ci resteremo e resisteremo per restarci, per i nostri diritti, per avere lo Stato palestinese con capitale Gerusalemme est”.
In seguito, però, il ministero degli Esteri israeliano Katz, ha smentito che nella riunione dei ministri Ue a Bruxelles abbia “sollevato l’idea di ospitare temporaneamente gli abitanti di Gaza su un isola artificiale nel Mediterraneo”.
Quanto all’Italia, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani , al termine del Consiglio ,ha affermato: “Quasi la totalità dei Paesi Ue, 26, ha espresso il suo favore per la soluzione dei due popoli e dei due Stati”.
Poi, sulla missione navale Italia-Francia e Germania nel Mar Rosso, ha spiegato: “Noi stiamo proponendo assieme a Francia e Germania una missione che possa garantire la sicurezza del traffico marittimo. Io mi auguro che si possa già approvare
definitivamente la missione nel prossimo Consiglio Affari Esteri dopo un sostanziale via libera nella riunione di oggi. Per l’Italia, la missione nel Mar Rosso “può comprendere anche la missione Emasoh/Agenor, nello stretto di Hormuz. La missione deve avere un sistema di difesa che a mio giudizio deve essere forte, quindi in grado di abbattere droni e missili lanciatoi dagli Houthi. La missione europea non credo che preveda attacchi in territorio yemenita, perché non è mai successo ma ci sarà una protezione militare molto forte, determinata e mi auguro con tutti gli strumenti necessari. Si tratta di un intervento militare a difesa delle navi mercantili italiane, c’è un crollo nel traffico mercantile, noi siamo un Paese esportatore e abbiamo il dovere di difendere le nostre navi. Non facciamo la guerra a nessuno ma difendere le nostre navi è un dovere della Repubblica e del governo. Sarà una difesa rinforzata dei mercantili, senza partecipazione attiva per il momento, in quel caso servirebbe un nuovo voto del Parlamento. Ma l’uso della forza verrà previsto per difendere i mercantili. Non sarà un semplice accompagnamento, come prevede oggi la missione che c’è a Hormuz. La nostra idea è che ci sia una difesa forte dei mercantili, con abbattimenti di qualsiasi arma che vadano colpire le navi che passano da Suez a Hormuz. Sulla missione informeremo il Parlamento, per come sono le cose non è obbligatorio ma naturalmente lo informeremo. Io ho già informato, nei dibattiti che ci sono stati, in più occasioni, quelle che sono le nostre intenzioni, e già dalla prossima mia presenza in Parlamento dirò quello che stiamo facendo. E’ giusto che il Parlamento sia informato ma la missione militare è già stata autorizzata, si tratta di quella dello stretto di Hormuz”.
Su tale missione nelle acque del Mar Rosso è intervenuta in serata anche la Presidente del Consiglio Meloni, che, in un’intervista alla trasmissione di Rete4, “Quarta Repubblica”, ha evidenziato: “La missione navale Ue nel Mar Rosso è prevalentemente di politica di difesa. Da lì transita circa il 15% del commercio mondiale, dover impedire il passaggio dei prodotti commerciali significa un aumento dei prezzi spropositato, quindi non possiamo accettare la minaccia degli Houthi nel Mar Rosso. L’Italia ha sempre sostenuto la difesa della libertà di navigazione, lo facciamo nell’ambito delle nostre normative. Per questa missione europea di difesa non dobbiamo passare in Parlamento, ma quella su iniziativa statunitense avrebbe significato un passaggio parlamentare. Però, l’Italia c’è , è una nazione che si assume le responsabilità con serietà”.
Il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani ha poi avuto un colloquio con l’omologo ungherese (l’Ungheria, non avrebbe preso posizione in merito alla soluzione a due Stati) rendendo noto di aver “chiesto un impegno attento da parte ungherese sulla situazione della nostra connazionale” Ilaria Salis, l’insegnante detenuta dall‘11 febbraio 2023 in Ungheria “per garantire tutti i diritti che hanno i nostri detenuti”, ovvero un “trattamento rispettoso delle regole e della dignità della persona, eventuali soluzioni alternative alla detenzione”.
L ‘alto rappresentante Ue Josep Borrell al termine del Consiglio Ue ha poi annunciato: “Abbiamo concordato in linea di principio l’avvio della missione Ue nel Mar Rosso, ora dobbiamo lavorare per l’unanimità sul quando”.
Nel frattempo, i ribelli Houthi hanno rivendicato un nuovo attacco compiuto nel Golfo si Aden ai danni di un cargo USA.
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