di Federica Marengo venerdì 19 gennaio 2024
-Nella 105° giornata di guerra in Medio Oriente sono proseguiti gli attacchi dell’esercito israeliano sulla Striscia e in particolare su Khan Yunis, dove, secondo quanto riportato da Al Jazeera, in un raid sono rimaste uccise 10 persone, così come 12 civili sono rimasti uccisi in un attacco vicino all’ospedale di Shifa, mentre un ragazzo palestinese, con doppia cittadinanza , anche americana, è stato ucciso in scontri con l’esercito israeliano vicino Ramallah in Cisgiordania.
E il commissario generale dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha lanciato l’allarme: “A Gaza corriamo il rischio di perdere una generazione”, in quanto, secondo gli ultimi dati, almeno il 60% delle case sono state distrutte o danneggiate e 9 scuole su 10 hanno subito danni significativi”.
Intanto, in un incontro con le truppe dislocate a Gaza, il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi ha dichiarato: “Noi comprendiamo che fra i riservisti esiste una tensione insita fra il servizio sul campo di battaglia e il ritorno a casa. Noi stiamo attuando un piano in base al quale una parte delle forze di riserva vengono ora congedate, ben sapendo al tempo stesso che dovremo richiamarle di nuovo”.
Ciò, mentre il Presidente USA, Biden, a distanza di quasi tre settimane dall’ultimo colloquio, ha avuto una conversazione telefonica con il Premier israeliano Netanyahu sugli sviluppi a Gaza e il Consiglio dell’Ue ha istituito un quadro specifico di misure restrittive e di sanzioni che consentiranno all’UE di ritenere responsabile qualsiasi individuo o entità che sostenga, faciliti o consenta azioni violente di Hamas e della Jihad islamica palestinese.
L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, però, in un discorso all’Università di Valladolid, avrebbe dichiarato che “Lo Stato di Israele ha finanziato la creazione del gruppo fondamentalista islamico palestinese Hamas, nel tentativo di indebolire l’Autorità Nazionale Palestinese”.
Immediata , la replica di Netanyhau, tramite il Jerusalem Post, nella quale ha negato “le accuse dei suoi oppositori nello Stato ebraico e di alcuni media mondiali, secondo cui il suo esecutivo ha trascorso anni a sostenere attivamente Hamas a Gaza”.
Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guardian, anche Borrell parteciperà al colloquio che si terrà lunedì tra i ministri degli Esteri dell’Ue e gli omologhi israeliano, Israel Katz, e palestinese, Riyad al-Maliki, nonché con i primi ministri di Egitto, Giordania e Arabia saudita e il segretario generale della Lega Araba.
Per il quotidiano britannico, al centro del colloquio vi sarà la forte contrarietà dei ministri europei alla posizione espressa ieri dal Premier israeliano Netanyahu, contrario a qualsiasi ipotesi di creazione di uno Stato palestinese, ma anche la ricostruzione fisica e politica della Striscia di Gaza una volta terminato il conflitto, l’adozione di sanzioni nei confronti di Hamas da parte dell’Unione Europea e la messa a punto di un accordo con l’Egitto riguardante investimenti, risorse idriche e migranti.
Dal fronte palestinese, però , è arrivato l’avvertimento del Presidente Mahmoud Abbas, che, tramite il suo portavoce, dopo il no del Premier israeliano Netanyhau alla costituzione di uno Stato della Palestina, ha fatto sapere che “Non ci sarà nessuna sicurezza e stabilità nella regione senza l’istituzione di uno Stato palestinese indipendente, con Gerusalemme Est come capitale nei confini del 1967. L’intera regione è sull’orlo di un’eruzione vulcanica a causa delle politiche aggressive perseguite dalle autorità di occupazione israeliane contro il popolo palestinese e i suoi diritti legittimi”.
L’Italia, con il Vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenuto stamane ai microfoni di Radio24, ha dichiarato che: “Gli oltre mille militari italiani in Libano sono là per una missione dell’Onu. Qualora servisse a Gaza, in una fase di transizione, una missione di pace, noi siamo pronti a inviare i nostri militari con l’Onu come portatori di pace. Non c’è nessuna richiesta americana di allargare la missione libanese al riguardo”.
Dalle Opposizioni, invece, la segretaria del Pd, Schlein, in chiusura del seminario dei deputati del Pd, svoltosi a Gubbio, ha dichiarato in merito alla guerra in corso in Medio Oriente: “Dobbiamo porci la questione di evitare di alimentare questi conflitti, di evitare l’invio di armi e l’esportazione di armi verso i conflitti, verso il conflitto in Medio Oriente, in particolare in questo caso ad Israele. Perché non si può rischiare che le armi vengano utilizzate per commettere quelli che si possano configurare come crimini di guerra”.
Dichiarazione, quella della leader dem, a cui ha così risposto ,in un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Tajani: “E’ una affermazione basata su una cosa che non esiste, perché l’Italia ha interrotto dall’inizio della guerra di Gaza l’invio di qualsiasi tipo di armi a Israele. È tutto bloccato. Il periodo in cui sono state inviate più armi ad Israele è stato durante il governo Conte. Ma da quando sono iniziate le ostilità abbiamo sospeso tutti gli invii di sistemi d’arma o materiale militare di qualsiasi tipo. E quindi, Schlein parla di cose che non esistono. È pura propaganda. Al Partito democratico dovrebbero essere meglio informati”.
Nel frattempo, nel Mar Rosso, i ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, che hanno rivendicato l’attacco a una petroliera USA, hanno dato il via libera al passaggio di navi russe e cinesi.
Infine, all’indomani degli attacchi del Pakistan in risposta agli attacchi di Teheran di questa settimana, il ministro degli Esteri del Pakistan , sostenendo di non volere un’escalation con l’Iran, in una telefonata con il suo omologo iraniano ha sollecitato una più stretta cooperazione sulle questioni di sicurezza, esprimendo la disponibilità del suo paese a lavorare con l’Iran su tutte le questioni.
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