di Federica Marengo martedì 15 gennaio 2024
-Nella 101° giornata di guerra in Medio Oriente, in un nuovo filmato pubblicato da Hamas (ma non da Israele), apparirebbero i corpi di due dei tre ostaggi al centro del primo video pubblicato nella serata di ieri. Secondo il racconto del terzo ostaggio, che non è stato possibile verificare, i due “sono stati uccisi in due bombardamenti israeliani separati”.
Immediata la reazione di Israele, con il ministro della Difesa Yoav Gallant , che ha dichiarato: “Hamas esercita una tortura psicologica sulle famiglie degli ostaggi. L’esercito è in contatto costante con le famiglie e inoltra loro informazioni verificate. L’esercito fornirà ulteriori dettagli in seguito. Se dovesse cessare la pressione militare sul terreno, il destino degli ostaggi resterebbe incerto per anni”.
Poi, lo stesso ministro della Difesa israeliano , Gallant, in un intervento televisivo, ha dichiarato che “Saranno i palestinesi a governare a Gaza dopo la guerra. Il potere là deve essere una loro emanazione”.
Proprio riguardo agli ostaggi, il Presidente USA, Biden ha assicurato: “Non smetteremo di lavorare per liberare gli ostaggi”, aggiungendo anche che “E’ il momento giusto per ridimensionare l’offensiva militare di Israele nella Striscia di Gaza”.
Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, poi, ha detto alla rete Usa Cbs che “gli Stati Uniti hanno parlato con Israele di una transizione verso operazioni a bassa intensità” a Gaza, sottolineando: “Crediamo che sia il momento giusto per questa transizione. E stiamo parlando con loro affinché lo facciano”.
Tuttavia , il Premier israeliano Netanyhau ha nuovamente promesso di portare avanti ancora per molto tempo le operazioni contro Hamas. L’esercito di Israele, infatti, continua ad attaccare il sud Khan Yunis, a sud della Striscia, il vicino campo profughi di el-Bureij e la Cisgiordania, dove due palestinesi sono rimasti uccisi oggi durante scontri nel villaggio di Dura, presso Hebron.
Nella città israeliana di Ra’anana, invece, almeno 19 persone sono rimaste ferite in un attacco terroristico (confermato dalla polizia israeliana) in cui un uomo ha accoltellato le persone vicino a un centro commerciale per poi rubare un’auto con la quale avrebbe investito altre persone.
Hamas, esprimendosi in merito su Telegram ha sottolineato che “L’operazione del commando a Raanana è una naturale risposta ai massacri dell’occupazione e alla sua continua aggressione contro il nostro popolo palestinese” e che “gli eroi del popolo da Rafah a Jenin continueranno la difesa del popolo, della terra e dei luoghi santi di fronte al criminale nemico nazista” e alla macchina di guerra sionista in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza”.
Sul fronte del Mar Rosso, il Comando centrale statunitense ha reso noto di aver abbattuto un missile da crociera antinave lanciato dalle aree dei ribelli dello Yemen verso il cacciatorpediniere Uss Laboon, mentre la compagnia britannica Ambrey, specializzata in rischi marittimi, ha fatto sapere che una nave mercantile di proprietà degli Stati Uniti è stata colpita da un missile al largo delle coste dello Yemen.
Fonti dello Yemen, poi, hanno riferito a Sky News Arabia che nuovi bombardamenti hanno colpito un sito dei ribelli Houthi a sud della città di Hodeidah e Al Arabiya ha riferito di esplosioni che sarebbero avvenute vicino all’aeroporto della città portuale dello Yemen.
A tal proposito, Bloomberg ha reso noto che , a fronte degli attacchi aerei guidati dagli Stati Uniti contro obiettivi Houthi nello Yemen ,che hanno determinato rischi nella vitale via d’acqua, il Qatar ha sospeso l’invio di petroliere che trasportano gas naturale liquefatto attraverso lo stretto di Bab el-Mandeb.
I ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, tramite uno dei loro leader , Ali al-Qahoum, che ha rilasciato un’intervista all’agenzia iraniana Irna, ripresa dal Times of Israel, ha avvertito gli USA che: “Lo Yemen si trasformerà in un cimitero per le forze statunitensi. Diciamo agli americani che le vostre azioni contro lo Yemen saranno sconfitte e che vi affronteremo con tutta la nostra forza”.
In Italia, la Presidente del Consiglio Meloni, nel pomeriggio, ha avuto un colloquio telefonico con il Premier del Libano Mikati nel quale è stata ribadita la volontà comune di evitare l’allargamento del conflitto e si è parlato di come rafforzare la mediazione in corso tra Libano e Israele, sottolineando la massima disponibilità dell’Italia a lavorare con tutte le parti in causa.
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