
di Federica Marengo lunedì 10 febbraio 2025
-Nelle scorse ore, il Presidente USA Trump, nel corso di una conferenza stampa a bordo dell’ Air Force One ,mentre si recava al Super Bowl, tornando sul suo piano per la ricostruzione di Gaza, ha ribadito : “Sono impegnato ad acquistare e possedere Gaza. Per quanto riguarda la ricostruzione, potremmo affidarla ad altri stati del Medioriente affinché costruiscano delle sezioni. Per quanto riguarda la ricostruzione, potremmo affidarla ad altri stati del Medioriente affinché costruiscano delle sezioni. Altri potrebbero farlo sotto la nostra supervisione. Ma siamo determinati a prenderne il controllo, a occuparcene e a garantire che Hamas non possa tornare. Non c’è niente in cui tornare a vivere, il posto è un cantiere di demolizione. Quel che resta verrà demolito. I Paesi Arabi accetteranno di accogliere i palestinesi dopo aver parlato con me. I palestinesi lascerebbero Gaza se ne avessero la possibilità. Non vogliono tornare a Gaza. Se potessimo offrire loro una casa in un’area più sicura. L’unico motivo per cui parlano di tornare a Gaza è che non hanno un’alternativa. Quando avranno un’alternativa, non vorranno tornare a Gaza”
Poi, ai microfoni di Fox News, il Presidente Trump ha detto che, secondo il suo piano, che prevede l’acquisizione del territorio da parte degli Stati Uniti, i palestinesi non avrebbero alcun diritto di tornare a Gaza, in quanto avranno un posto permanente per loro e alloggi migliori.
Dichiarazioni, a cui ha così replicato un esponente dell’ufficio politico di Hamas, che ha detto: “Gaza non è una proprietà da vendere e comprare. È parte integrante della nostra terra palestinese occupata e i palestinesi sventeranno i piani di sfollamento”, riecheggiato da un alto dirigente di Hamas , che , a margine della commemorazione del 46° anniversario della rivoluzione iraniana a Teheran ha dichiarato: “I progetti dell’Occidente ,degli Stati Uniti e del presidente americano Donald Trump per la Striscia di Gaza sono spacciati. Li abbatteremo come abbiamo abbattuto i progetti che li hanno preceduti”.
La contrarietà a tale piano è stata ribadita anche dal Presidente turco Erdogan, che nella conferenza stampa a margine della sua visita in Malesia, riportata da Al Jazeera, ha dichiarato che non ha senso discutere di ciò che il Presidente degli Stati Uniti Trump ha detto su un piano per prendere il controllo della Striscia di Gaza, sottolineando: “Questo piano è completamente inutile. Nessuno ha il potere di allontanare la popolazione di Gaza dalla propria patria. La popolazione di Gaza continuerà a rimanere a Gaza, a vivere a Gaza e a proteggere Gaza. Invece che cercare un posto per gli abitanti di Gaza ,Netanyahu dovrebbe cercare una fonte per coprire i 100 miliardi di dollari di distruzione che ha causato”.
A Mosca, invece, il portavoce del Cremlino, Peskov, ha dichiarato: “Dovremmo aspettare di conoscere alcuni dettagli, per sapere se stiamo parlando di un piano d’azione coerente. Ci sono 1,2 milioni di palestinesi che vivono lì, e questa è la questione principale. Queste sono le persone a cui è stata promessa una soluzione statale al problema del Medio Oriente dalle relative risoluzioni del Cs dell’Onu”.
Intanto, la delegazione negoziale israeliana è tornata da Doha, in Qatar, dove sono cominciate nei giorni scorsi le discussioni sulla seconda fase del cessate il fuoco, che prevederebbero lo stop alle armi definitivo e il ritiro completo di Israele da Gaza. La delegazione di Tel Aviv ha tenuto colloqui su “dettagli tecnici” dell’accordo, mentre per domani è fissata la riunione del Gabinetto di sicurezza israeliano proprio sull’avvio dei negoziati sulla seconda fase dell’intesa.
Tuttavia, nel pomeriggio di oggi, Hamas ha annunciato, tramite comunicato del portavoce delle Brigate Ezzedine al-Qassam, che rinvierà a tempo indeterminato il prossimo scambio di ostaggi-prigionieri previsto per sabato prossimo, 15 febbraio 2025 , accusando Israele di non averne rispettato i termini dell’accordo.
Un annuncio, cui Tel Aviv ha risposto, definendolo una “totale violazione del cessate il fuoco”.
Da qui, il ministro israeliano della Difesa, Katz, ha reso noto di aver “dato disposizioni alle forze israeliane affinché si preparino al livello massimo di allerta per qualsiasi possibile scenario a Gaza e per proteggere le comunità israeliane a ridosso del confine con l’enclave palestinese”, seguito dall ‘ex ministro della sicurezza nazionale Ben Gvir che ha chiesto a Israele di riprendere la campagna contro Hamas a Gaza e di tornare alla guerra.
Dal Presidente israeliano Herzog, invece, è arrivato un appello a portare a termine l’accordo con Hamas per riportare tutti rapiti a casa”, sottolineando: “Le strazianti immagini dei nostri fratelli che tornano dalla prigionia, emaciati e tormentati, evidenziano l’urgente necessità di portare a temine l’accordo per riportare a casa tutti i nostri ostaggi”.
Due ministri del governo israeliano, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar e il ministro per la Diaspora israeliano, Amichai Chikli, e il Premier Netanyahu hanno incontrato il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini , che domani terrà una conferenza stampa.
Intanto, il Presidente dell‘Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas ha abrogato il pagamento di sussidi alle famiglie dei detenuti palestinesi,compresi quelli condannati per attacchi mortali contro Israele, per migliorare le relazioni con la nuova amministrazione del Presidente degli Stati Uniti Trump.
Inoltre, il Primo ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese Mohammad Mustafa, ha firmato con il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite e l’Organizzazione Internazionale Araba per la Ricostruzione in Palestina un memorandum d’intesa del valore di 80 milioni di dollari nella sua prima fase per rimuovere le macerie e creare rifugi a Gaza.
Quanto alla situazione sul campo, secondo quanto reso noto dall’esercito israeliano, un caccia dell’Aeronautica militare israeliana ha condotto un attacco di precisione su un tunnel sotterraneo che attraversa il territorio fra Siria e Libano e che era usato da Hezbollah per contrabbandare armi nell’area di Beqaa, per impedire il ripristino e l’uso di questo tunnel, che , insieme ad altri siti colpiti ,contenenti munizioni e lanciarazzi, rappresentavano una minaccia imminente per il territorio libanese, violando gli accordi di tregua tra Israele e il Libano.
In Siria, invece, il Presidente del governo di transizione, Ahmad Sharaa ,parlando ai media internazionali, dopo che nei giorni scorsi era stato annunciato lo scioglimento delle forze armate e di sicurezza, ha fatto sapere di aver abolito la coscrizione obbligatoria e di aver lasciato che l’adesione alle forze armate sia volontaria e che “Migliaia di siriani si stanno arruolando nel nuovo esercito governativo”.
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