di Federica Marengo venerdì 17 gennaio 2025
-Nella notte, firmato a Doha l’accordo tra i delegati di Israele e Hamas e i mediatori di USA e Qatar, per il cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi. Risolte, dunque, le divergenze emerse nelle ultime ore riguardo la richiesta di Hamas di liberare suoi miliziani condannati all’ergastolo per terrorismo, cui Israele ha opposto il suo diritto di veto presente in una clausola dell’intesa.
Pertanto, l’ufficio del Premier Netanyahu ha comunicato che nella giornata di oggi il Gabinetto di sicurezza israeliano si sarebbe riunito per votare l’ approvazione dell’accordo.
Il Gabinetto di sicurezza, infatti, si è riunito a Gerusalemme, preceduto però da una riunione nella quale si è tenuta una valutazione operativa di sicurezza sull’attuazione dell’accordo con Hamas, presieduta dal Premier Netanyahu con la squadra negoziale tornata da Doha.
Successivamente, si è riunito il Consiglio dei Ministri che ha dato il suo ulteriore via libera all’intesa.
Tuttavia, se il Premier Netanyahu ha incassato l’appoggio dell’opposizione, i ministri del suo governo dei partiti di destra Ben Gvir e Smotrich, contrari all’intesa, hanno votato contro l’accordo, mentre gli altri ministri hanno espresso voto favorevole.
Inoltre, il ministro della Sicurezza Ben Gvir, che aveva annunciato le sue dimissioni qualora l’accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi fosse stato approvato, ha lanciato un appello dell’ultimo minuto agli altri membri del governo affinché votassero contro l’accordo.
Il ministro Smotrich invece, pur esprimendo voto contrario, resterà nel governo.
Tuttavia, secondo quanto riportato da Ynet, il Premier Netanyahu avrebbe riferito durante la riunione di Gabinetto che “Israele ha ricevuto garanzie inequivocabili da entrambi i Presidenti Usa, sia Biden che Trump, che se i negoziati sulla fase due dell’accordo fallissero e Hamas non accettasse le richieste di sicurezza, l’Idf tornerebbe a combattere intensamente a Gaza con il sostegno degli Stati Uniti”.
Secondo i media israeliani, che citano fonti qualificate, l’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas della durata di 42 giorni, “inizierà come previsto domenica e non subirà ritardi dovuti alla concomitanza con le riunioni del governo israeliano”. Il primo rilascio, che sarà di tre donne civili e di 95 detenuti palestinesi, avverrà domenica alle 16, ora locale (le 15:30 in Italia).
Intanto, i mediatori egiziani, qatarioti, americani e israeliani si sono riuniti stamane al Cairo per degli incontri tecnici, volti a definire i “meccanismi” di attuazione dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza.
Il Presidente israeliano Isaac Herzog, ha dichiarato: “Questo è un passo fondamentale nel percorso per sostenere l’impegno fondamentale che una Nazione ha nei confronti dei suoi cittadini”, sottolineando di “non farsi illusioni sul fatto che l’accordo non avrà le sue sfide e momenti dolorosi e strazianti”.
L’ufficio del Presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, confermando che “si assumerà la piena responsabilità nella Striscia”, ha fatto sapere: “Il governo palestinese ha completato tutti i preparativi e le squadre di sicurezza sono pienamente preparate a svolgere qualsiasi compito. I loro compiti sono alleviare le sofferenze del nostro popolo, riportare gli sfollati alle loro case, gestire i valichi di frontiera e ripristinare i servizi di base come acqua ed elettricità”.
Per la Ue, la Vicepresidente della Commissione e Alta rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Ue, Kaja Kallas, al termine dell’incontro con il Premier palestinese Mohammad Mustafa, ha dichiarato ai media internazionali: “Oggi ho incontrato il premier palestinese Mohammad Mustafa poco dopo l’annuncio di un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Questo accordo può rappresentare un passo avanti verso una pace duratura, ma sappiamo tutti che ci attendono molte sfide difficili. Siamo pronti a fornire assistenza con aiuti umanitari, per la ricostruzione e la ripresa. L’Ue ha appena stanziato un nuovo pacchetto di aiuti da 120 milioni di euro per Gaza. Stiamo anche discutendo sulla ridistribuzione della nostra missione di assistenza a Rafah per garantire la stabilità al confine. L’accordo sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi è un importante passo per una pace duratura, un ottimo inizio. L’Ue lavorerà con i partners per portare aiuti a Gaza, è nostro interesse che gli aiuti arrivino a destinazione. L’Ue è impegnata per la soluzione dei due Stati, Bruxelles ha iniziato il lavoro per l’impego della missione a Rafah, per cui serve l’invito di entrambe le parti (Israele e Anp) e l’ok dell’Egitto”.
I leader del G7 hanno definito l’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza “uno sviluppo significativo” e hanno esortato Israele e Hamas a lavorare per la sua “piena attuazione e la fine permanente delle ostilità”, ribadendo il sostegno alla sicurezza di Israele ed esortando “l’Iran e i suoi alleati a cessare ogni ulteriore attacco contro lo Stato ebraico”. I 7 Grandi hanno anche chiesto di risolvere “la catastrofica situazione umanitaria a Gaza, dove le condizioni continuano a deteriorarsi”, esortando tutte le parti a “garantire il passaggio sicuro, rapido e senza ostacoli degli aiuti umanitari e ad assicurare la protezione dei civili, compresi gli operatori umanitari”.
Per l’Italia , il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Tajani, in un’intervista a SkyTg24, ha detto: “Siamo disposti a inviare dei militari per un’eventuale missione di pace internazionale che possa garantire la pace in Medioriente. La missione dovrà essere inevitabilmente a guida araba. Lavoriamo affinché il cessate il fuoco si trasformi in vera pace”.
Il ministro della Difesa Crosetto, invece, ha fatto sapere che è partita dal porto di Monfalcone (GO) una nave diretta a Cipro con a bordo oltre 50 tonnellate di beni di prima necessità raccolti dalla “Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia”. Dopo l’arrivo al porto di Limassol, a Cipro, il materiale verrà successivamente trasferito a Gaza, dichiarando: “L’Italia ,anche in questa occasione, dimostra di essere al fianco di chi soffre e continuerà a fare tutto il possibile per dare speranza a chi, come a Gaza, vive momenti difficilissimi”.
Nel frattempo, il Presidente francese Macron si è recato a Beirut, in Libano, per offrire il suo sostegno al nuovo Presidente Aoun e al Premier designato Nawaf Salam per “consolidare la sovranità del Libano ed assicurarne la prosperità e a mantenerne l’unità”.
Presente da ieri sera a Beirut, dove dal novembre scorso è in vigore la tregua tra Israele ed Hezbollah, anche il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha dichiarato: “L’occupazione del Libano meridionale da parte di Israele e le sue operazioni militari devono cessare. La continua occupazione da parte dell’esercito israeliano nell’area di operazioni dell’UNIFIL e la conduzione di operazioni militari sul territorio libanese sono violazioni della Risoluzione 1701 e devono cessare”. I Caschi Blu hanno scoperto più di 100 nascondigli di armi appartenenti a Hezbollah o ad altri gruppi armati dal 27 novembre, giorno in cui è entrata in vigore la tregua”.
Non si arrestano invece gli attacchi degli Houthi ribelli filo-iraniani contro obiettivi israeliani. Nelle ultime 24 ore, infatti, l’area di Eilat, nel sud di Israele, è stata colpita con quattro missili da crociera; un obiettivo “vitale” nell’area di Ashkelon, nel sud di Israele,è stato colpito con un drone da combattimento e l’area di Tel Aviv-Giaffa, nel centro di Israele, è stata colpita con tre droni da combattimento. Attaccata poi per la settima volta anche la portaerei USS Harry Truman nel Mar Rosso, attacco cui gli Stati Uniti hanno risposto effettuando cinque raid aerei sul distretto di Harf Sufyan nella provincia settentrionale di Amran, nello Yemen occidentale.
Infine, in Siria, il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan ha incontrato il governatore della Siria Ahmed al-Sharaa a Damasco, mentre il ministero della Difesa turco ha annunciato l’uccisione nel nord della Siria di “29 terroristi appartenenti alle forze curde siriane Ypg e al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk)”, formazioni che Ankara ritiene terroriste.
Proprio riguardo la Siria, la Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha annunciato in un post social: “La Siria si trova in un momento critico; un momento di speranza per un futuro migliore. Con un pacchetto di aiuti per la crisi di 235 milioni di euro, forniremo gli aiuti umanitari necessari al popolo siriano. Per aiutarli a far fronte all’attuale crisi e a costruire un futuro più luminoso”.
©Riproduzione riservata