di Federica Marengo giovedì 25 aprile 2024
-Si sono svolte oggi, 25 aprile, le celebrazioni per la Festa della Liberazione, nella quale l’Italia ricorda la fine dell’occupazione nazista e del regime fascista, avvenuta settantanove anni fa e , presupposto per la nascita della Repubblica.
La giornata , dunque, è iniziata con la consueta cerimonia nella quale il Presidente della Repubblica Mattarella ha deposto all’Altare della Patria una corona d’alloro , rendendo omaggio al sacello del milite ignoto, accompagnato dai Presidenti di Senato e Camera, La Russa e Fontana, dalla Presidente del Consiglio Meloni, dal Presidente della Corte Costituzionale, Agusto Barbera , dal ministro della Difesa ,Crosetto e da autorità civili e militari.
A seguire, il Capo dello Stato si è spostato a Civitella in Val di Chiana, teatro, il 29 giugno del 1944, di un eccidio nazista in cui furono uccise 244 civili.
Qui, al suo arrivo, ha osservato un minuto di raccoglimento di fronte all’epigrafe commemorativa di tale eccidio , per poi deporre una corona presso il Monumento ai Caduti in Piazza Don Alcide Lazzeri e visitare la lapide ai Caduti nella Chiesa di Santa Maria Assunta.
Accolto dal ministro della Difesa Crosetto, il Presidente della Repubblica, Mattarella ha dichiarato: “Sono venuto, oggi, qui a Civitella per fare memoria di tutte le vittime dei crimini di guerra, trucidate, in quel 1944, sul territorio nazionale e all’estero. Non c’è parte del suolo italiano, con la sola eccezione della Sardegna, che non abbia patito la violenza nazifascista contro i civili e non abbia pianto sulle spoglie dei propri concittadini brutalmente uccisi. La Regione che ci ospita, la Toscana, è tra quelle che hanno pagato il più alto tributo di sangue innocente, insieme all’Emilia Romagna e al Piemonte. Con queste barbare uccisioni, nella loro strategia di morte, i nazifascisti cercavano di fare terra bruciata attorno ai partigiani per proteggere la ritirata tedesca, di instaurare un regime di terrore nei confronti dei civili perché non si unissero ai partigiani, di operare vendette nei confronti di un popolo, considerato inferiore da alleato e, dopo l’armistizio, traditore. Si trattò di gravissimi crimini di guerra, contrari a qualunque regola internazionale e all’onore militare e, ancor di più, ai principi di umanità. Nessuna ragione, militare o di qualunque altro genere, può infatti essere invocata per giustificare l’uccisione di ostaggi e di prigionieri inermi”.
Poi, proseguendo, il Capo dello Stato, ha detto : “Generazioni di giovani italiani, educati, fin da bambini, al culto infausto della guerra e dell’obbedienza cieca e assoluta, erano stati mandati, in nome di una pretesa superiorità nazionale, ad aggredire con le armi nazioni vicine: le ”patrie degli altri” come le chiamava don Lorenzo Milani. Nella disastrosa ritirata di Russia, sui campi di El Alamein, nelle brutali repressioni compiute in Grecia, nei Balcani, in Etiopia, nelle deportazioni degli ebrei verso i campi di sterminio, nel sostegno ai nazisti nella repressione della popolazione civile, si consumò la rottura tra il popolo italiano e il fascismo. Si verificò – scrisse ancora Salvatorelli – una crisi morale profonda, una disaffezione completa rispetto al regime, un crollo disastroso dell’idolo Mussolini’. Il fascismo aveva in realtà, da tempo, scoperto il suo volto, svelando i suoi veri tratti brutali e disumani”.
Ancora, ricordando la Resistenza civile delle donne, Mattarella ha evidenziato: “Vi fu la Resistenza delle popolazioni, ribellatesi spontaneamente di fronte a episodi di brutalità e alle violenze, scrivendo pagine di splendido eroismo civile. Vi furono le coraggiose lotte operaie, culminate nei grandi scioperi nelle industrie delle città settentrionali. In tutta la Penisola, nelle montagne e nelle zone di mare, si attivò spontaneamente, in quegli anni drammatici, la rete clandestina della solidarietà, del risveglio delle coscienze e dell’umanità ritrovata. A migliaia uomini, donne, religiosi, funzionari dello Stato, operai, borghesi, rischiando la propria vita e quella dei loro familiari, si opposero alla dittatura e alle violenze sistematiche, nascondendo soldati alleati, sostenendo la lotta partigiana, falsificando documenti per salvare gli ebrei dalla deportazione, stampando e diffondendo volantini di propaganda. Fu la Resistenza civile, la Resistenza senza armi, un movimento largo e diffuso, che vide anche la rinascita del protagonismo delle donne, sottratte finalmente al ruolo subalterno cui le destinava l’ideologia fascista. Scrive a questo proposito Claudio Pavone: ‘Essere pietosi verso altri esseri umani era di per sé una manifestazione di antifascismo e di resistenza, quale che ne fosse l’ispirazione, laica o religiosa. Il fascismo aveva insita la ideologia della violenza, la pietà non era prevista””.
Quindi, in un passaggio, il riferimento all’omicidio del deputato socialista, Giacomo Matteotti , di cui, quest’anno, ricorre il centenario: “Il fascismo aveva in realtà, da tempo, scoperto il suo volto, svelando i suoi veri tratti brutali e disumani come ci ricorda il prossimo centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti”.
Infine, il Presidente della Repubblica Mattarella ha sottolineato: “Il 25 aprile è per l’Italia una ricorrenza fondante: la festa della pace, della libertà ritrovata, e del ritorno nel novero delle nazioni democratiche. Quella pace e quella libertà, che, trovando radici nella resistenza di un popolo contro la barbarie nazifascista, hanno prodotto la Costituzione repubblicana, in cui tutti possono riconoscersi, e che rappresenta garanzia di democrazia e di giustizia, di saldo diniego di ogni forma o principio di autoritarismo o totalitarismo. A differenza dei loro nemici, imbevuti del culto macabro della morte e della guerra, i patrioti della Resistenza fecero uso delle armi perché un giorno queste tacessero e il mondo fosse finalmente contrassegnato dalla pace, dalla libertà, dalla giustizia. Oggi, in un tempo di grande preoccupazione, segnato, in Europa e ai suoi confini, da aggressioni, guerre e violenze, confidiamo costantemente e convintamente in quella speranza. E per questo va ribadito: Viva la Liberazione, Viva la libertà, viva la Repubblica”.
La Presidente del Consiglio Meloni, invece, in un post social , ha scritto : “Nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari. Quelli di ieri, che hanno oppresso i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, che siamo determinati a contrastare con impegno e coraggio. Continueremo a lavorare per difendere la democrazia e per un’Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà. Viva la libertà!”.
Quanto alla Maggioranza di Governo, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, si è recato stamane alle Fosse Ardeatine per deporre una corona d’alloro, sottolineando via social: “Ai caduti per la libertà. Ai caduti per la Patria. Militari e civili. A tutte le vittime innocenti del nazifascismo. Onoriamo sempre la loro memoria, contro ogni forma di odio e intolleranza. Buon 25 aprile”, mentre il Vicepremier e ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Salvini, si è recato presso il Sacrario in Largo Caduti Milanesi per la Patria, “per commemorare italiane e italiani che hanno combattuto e si sono sacrificati per il loro Paese e per tutti noi”, sottolineando in un post sui social di essere “Contro ogni totalitarismo e ogni forma di sopraffazione, innamorati della LIBERTÀ”.
Poi, a margine della cerimonia, Salvini ha risposto alle domande di alcuni cronisti, dichiarando: “Viva la libertà di pensiero e di parola. Io , il 25 aprile l’ho sempre onorato, senza sbandierarlo”.
Il ministro della Difesa Crosetto, invece, in un messaggio , ha scritto: “Siamo impegnati ‘In difesa della libertà ogni giorno’, rinnovando il nostro impegno per la tutela dei valori su cui la nostra Nazione si fonda. Pace e libertà, una volta raggiunti non sono scontati. Donne e uomini della Difesa, militari e civili, il 25 aprile è la celebrazione dei principi di libertà e di giustizia che ogni giorno ci guidano; è il ricordo della determinazione con cui noi Italiani abbiamo riconquistato la libertà, strappandola dalla grinfie del conflitto più sanguinoso mai vissuto, e che ci ha spinto, negli anni successivi, a lavorare incessantemente per garantire che le tragedie del passato non si ripetessero. Questo impegno è più attuale che mai. Perché pace e Libertà sono valori profondamente radicati nel nostro cuore e nel nostro patrimonio genetico; ma, una volta raggiunti non sono scontati, né garantiti, anzi, vanno protetti. Alla loro tutela occorre lavorare ogni giorno, con il medesimo impegno; richiedono una dedizione costante, perché sono un bene prezioso che va custodito con determinazione, non solo all’interno dei nostri confini ma ovunque esse siano a rischio. Ed è questo che accomuna tutti Noi; è questo il legame che unisce chi ha combattuto valorosamente in passato e le nuove generazioni, che sono il futuro, il fulcro della nostra sicurezza, la nostra speranza, garanti della pace, della libertà e della democrazia”.
Il ministro dell’Interno, Piantedosi, nel corso della cerimonia di conferimento della Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Provincia di Frosinone, ha detto: “Per nessuna ragione è consentito svilire il senso unico della Liberazione o infarcirlo di contenuti estranei a quel prezioso frangente della storia d’Italia, da cui ebbe origine la democrazia. Ogni tentativo di legittimare battaglie ideologiche, decontestualizzando così la ricorrenza del 25 aprile, equivale ad appropriarsi dell’identità di tutti per le ragioni di alcuni. Celebriamo chi ha saputo guardare oltre la guerra, oltre la disgregazione, oltre il proprio dolore, per un obiettivo più grande: un progetto di Italia unita e democratica. Non sto solo parlando di chi la democrazia l’ha teorizzata come progetto politico e difesa con le armi. Sto parlando anche delle persone comuni, di quanti hanno praticato e difeso il sentimento democratico nella propria quotidianità, resistendo alla tentazione di cedere all’odio, pur avendo sperimentato ogni male. Su queste persone, oltre che sui principi, si fonda la nostra Repubblica”.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Valditara, si è recato a Milano, alla cerimonia di commemorazione in largo caduti milanesi per la patria, Sacrario dei caduti di tutte le guerre, scrivendo poi, in un post social: “Il 25 aprile è una data fondamentale nella storia della nostra Repubblica: segna la sconfitta della dittatura fascista, il ritorno alla libertà, alla democrazia e la fine della guerra. Dallo spirito del 25 aprile nascerà la Costituente e la nostra Carta costituzionale. È dunque un giorno di festa che deve essere celebrato nella gioia e nella concordia”.
Quanto ai leader e alle leader delle Opposizioni di centrosinistra, alcuni unitisi ai cortei svoltisi a Roma o a Milano, la segretaria del Pd, Schlein, che ha preso parte con una delegazione dem alla manifestazione di Milano, organizzata dall’Anpi (Associazione Nazionale dei Partigiani italiani), tenutasi nel pomeriggio, ha sottolineato: “Il 25 Aprile è la festa della Liberazione e di tutta la Repubblica, è la festa in cui si ricorda chi ha dato la vita e con tanto sacrificio ha dato le basi per la democrazia di questo Paese, la difesa dei valori della Costituzione, quindi è una giornata in cui va rinnovato l’impegno a difesa della nostra costituzione e per la sua piena attuazione. Per questo dobbiamo ricordare la Resistenza che ci ha liberato dai nazifascisti”.
In piazza a Milano, anche il segretario di Sinistra italiana e co-portavoce di AVS, Fratoianni, che ha detto: “Essere antifascisti oggi, significa non solo celebrare la Liberazione dal nazifascismo , significa batterci tutti i giorni per una democrazia piena e compiuta”, mentre il Presidente del M5S, Conte, in un post social , ha scritto: “Non possiamo permettere che questi valori vengano oggi scalfiti, uno a uno, tra corsa al riarmo, tagli alla sanità e scarso impegno per assicurare dignità, salari giusti e sicurezza alle persone. Buon 25 aprile, Italia. Buona Liberazione. Non abbassiamo la guardia. Storie di coraggio, di solidarietà, di sacrifici e di libertà. Sono le storie delle donne antifasciste, le storie delle donne della Resistenza: anche loro hanno dato un contributo fondamentale alla causa della nostra liberazione dalla dittatura, anche se rispetto all’esempio di tanti ‘uomini in armi’ il loro ricordo rimane spesso sullo sfondo. Ho molto apprezzato le testimonianze di queste tante storie femminili raccolte nella mostra ‘Donne R-Esistenti’, uno dei racconti della ‘Festa della Resistenza’ curato dalle volontarie e dai volontari del Servizio civile, in collaborazione con l’Anpi provinciale di Roma. Anche dal sacrificio di queste donne abbiamo ereditato i diritti e i principi della nostra Costituzione: dai diritti fondamentali a quelli sociali, dal diritto alla salute al ripudio dell’intolleranza, dell’odio e della guerra”.
In piazza a Milano, con la Brigata ebraica, il leader di Azione, Calenda , che sui suoi profili social ha sottolineato: “Una festa che non può essere divisiva. Il 25 aprile è e deve essere di tutti”.
Il leader di Italia Viva, Renzi, invece, sempre via social, ha scritto: “Buona Festa della Liberazione. Viva la Libertà, viva l’Italia!”.
Proprio Italia Viva ha preso parte al presidio promosso a Roma, da Più Europa, in piazza della Rotonda al Pantheon, insieme con il Partito Socialista italiano, i Radicali italiani, Lde- Libdem Europei e L’Italia C’è. In piazza, anche l’Associazione CristianaUcraini in Italia, la comunità Bielorussa in Italia, i “Russicontro la guerra”, e i rappresentanti della comunità iraniana.
A proposito di cortei e manifestazioni svoltisi in tutta Italia, da Trieste a Palermo, stamane, al corteo di Roma a Porta San Paolo , si sono registrati momenti di tensione tra la Brigata ebraica, che ha deposto una corona di fiori presso la lapide in ricordo dei partigiani ebrei e i manifestanti pro-Palestina. A dividere i due presidi, il cordone della Polizia.
Anche a Milano, alla manifestazione promossa dall’Anpi in piazza Duomo, iniziata nel pomeriggio, si sono verificati scontri tra un gruppo di filo-palestinesi e la Brigata ebraica, durante i quali un ragazzo è rimasto ferito in modo non grave. La Polizia è quindi intervenuta, e sono state dieci le persone accompagnate in questura.
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