di Federica Marengo giovedì 18 luglio 2024
-Al centro dell’agenda della Premier Meloni, in queste ore, uno dei dossier fondamentali del Governo: la migrazione. Per questo, la Presidente del Consiglio è volata ieri in Libia, per partecipare a Tripoli, al Trans-Mediterranean Migration Forum, nel cui ambito ha tenuto un intervento nel quale ha sottolineato: “Ci sono almeno due motivi per cui ho accettato questo invito. Il primo è che, come credo sia sotto gli occhi di tutti, per questo Governo italiano il Mediterraneo è una priorità, e non può esistere un Mediterraneo senza l’Italia e la Libia insieme. Questo è anche il motivo per cui, in questi due anni, abbiamo migliorato molto la nostra cooperazione su più fronti. La seconda è che viviamo sfide che non possiamo affrontare da soli. La migrazione è una di queste. Per affrontare seriamente questo tema, io credo che sia necessario un approccio a 360 gradi. L’Italia ha lavorato molto su questo, soprattutto a livello multilaterale, e questo approccio ha principalmente tre o quattro linee”.
Quindi, la Premier Meloni ha illustrato le direttrici del Governo in materia di politiche migratorie: “La prima è la lotta alla tratta di esseri umani, perché quello che le Nazioni Unite ci dicono è che il traffico di esseri umani è oggi uno dei più potenti traffici criminali del mondo. Ci sono persone che fanno tantissimi soldi sfruttando la disperazione delle persone fragili, e non lo possiamo permettere, perché queste organizzazioni stanno diventando molto potenti, disinteressandosi dei diritti umani e delle persone coinvolte. È una cosa che in Italia vediamo accadere tutti i giorni, così come a Malta, ed è per questo che vogliamo combattere i trafficanti di esseri umani. Anche perché la migrazione illegale è nemica di quella legale. Guardate cosa è successo in Italia negli ultimi anni: non potevamo permettere a molte persone di entrare legalmente, perché avevamo troppi migranti clandestini. Non possiamo permettere che siano le organizzazioni criminali a decidere chi ha il diritto o meno di vivere nei nostri Paesi. E questa è la seconda parte del lavoro che dobbiamo fare: il percorso dei flussi migratori legali. Il mio Governo ha varato un decreto che per tre anni amplia le quote, anche e soprattutto per i Paesi che ci supportano nella lotta alla migrazione illegale. Ma il punto più importante è che non si può risolvere il problema della migrazione se non si agisce all’origine, cioè se non ci si pone il problema che dobbiamo rispettare soprattutto il diritto di non essere costretti a emigrare. E questo significa che la cosa più importante che dobbiamo fare è creare una nuova cooperazione, penso soprattutto tra l’Europa e l’Africa. E come ho detto molte volte, sì, collaboriamo, facciamo molte cose insieme, ma a volte non sono completamente d’accordo con l’approccio che abbiamo avuto. Quello che intendo dire è che non credo che l’approccio caritatevole sia quello giusto, cioè “ok, cercherò di salvarti in qualche modo. L’approccio predatorio è certamente sbagliato. Il modo giusto di cooperare è tra pari, una cooperazione strategica. Voglio dire che si tratta di portare investimenti per risolvere i problemi di entrambi. Farò un esempio per semplificare: l’energia. Stiamo affrontando molte crisi, ma ogni crisi nasconde anche un’opportunità. Ora abbiamo un problema di fonti energetiche in Europa; il Nord Africa, ma tutta l’Africa è potenzialmente un enorme produttore di energia, per se stessa principalmente, ma che potrebbe anche esportare. L’Italia è interessata perché è la ‘porta’. Quindi, si tratta di concentrare i nostri sforzi su una strategia che lega i nostri destini per il futuro; non è una cosa che facciamo per sei mesi o per tre mesi, è qualcosa su cui vogliamo crescere insieme. Così l’Italia ha deciso di dare il buon esempio con il suo Piano Mattei per l’Africa. Abbiamo scelto alcuni temi – energia, infrastrutture, agricoltura, acqua, istruzione, salute – iniziando con alcune Nazioni e poi allargando le best practice, coinvolgendo anche il settore privato – quindi, risorse pubbliche e private. Abbiamo stanziato alcuni miliardi di euro della nostra cooperazione, e credo che vada abbinato anche ad altre iniziative, ad esempio a livello europeo con il Global Gateway, e a livello del G7 con il PGII, e stiamo cercando di farlo. Ovviamente la Libia è una delle nostre priorità. Lavoriamo insieme sull’energia, sulle infrastrutture, sulla formazione, stiamo lavorando su molti temi che sono molto strategici per entrambi, anche perché, sì, abbiamo una cooperazione così storica che, ad esempio, anche la formazione delle persone nel mercato del lavoro può fare la differenza tra noi. Con il Primo Ministro Dabaiba continuiamo a parlare di questo – nei prossimi mesi si terrà un business forum che riunirà le nostre migliori aziende. Tornerò qui e ,quindi ,faremo un’altra iniziativa. Anche a livello migratorio è molto importante. Penso ad esempio all’iniziativa che stiamo portando avanti del Processo di Roma, mettendo insieme molti Paesi del Mediterraneo allargato. Il prossimo appuntamento sarà in Tunisia , sono felice che il Primo Ministro tunisino sia qui , e iniziative come queste ci aiutano, concentrandoci in modo più concreto per risolvere insieme il problema migratorio, mentre lavoriamo a livello bilaterale per rafforzare la cooperazione, che è necessaria anche per fare il resto del lavoro”.
Quest’oggi, invece, la Presidente del Consiglio Meloni è volata nel Regno Unito, per prendere parte, a Woodstock, al Vertice della Comunità Politica Europea ( CPE) , presso il Blenheim Palace. Nel dettaglio, nella sessione coordinata da Italia e Albania, si è discusso della questione dei rimpatri assistiti.
A margine del Vertice, la Premier ha incontrato il Primo Ministro britannico Keir Starmer, incontro in merito al quale, in una nota di Palazzo Chigi, si legge: “ll colloquio ha consentito di approfondire il confronto avviato in occasione del Vertice NATO di Washington sulla collaborazione nelle principali aree di crisi e in ambito migratorio, con specifico riferimento alla lotta ai trafficanti di esseri umani. I due leader hanno infine concordato di proseguire lo stretto coordinamento avviato su tutti i più importanti temi dell’agenda internazionale e sulle sfide globali in occasione di una prossima visita a Roma del Primo Ministro Starmer”.
La partecipazione al Vertice della Comunità Politica Europea ( CPE) è stata così commentata , via social, dalla Presidente del Consiglio Meloni: “È la prima volta che la sfida del governo dei flussi migratori entra nell’agenda dei lavori della Comunità Politica Europea (CPE) e che ad essa viene dedicata una specifica tavola rotonda, che sono molto felice di aver co-presieduto insieme al collega albanese Edi Rama al Summit di oggi a Blenheim Palace nel Regno Unito. Si tratta di un fenomeno che interessa tutti e che dobbiamo affrontare insieme, intensificando la lotta a quella moderna forma di schiavitù che è il traffico di esseri umani, affrontando le cause profonde della migrazione e garantendo il primo diritto di tutti: quello a non dover migrare. È fondamentale che non si perda mai di vista la centralità che dobbiamo dare alla dimensione esterna, così come non bisogna aver timore nell’esplorare soluzioni innovative, come quella che abbiamo avviato con il protocollo Italia-Albania. È una strada nuova, coraggiosa, inedita, ma che rispecchia perfettamente lo spirito della CPE e che ha tutte le carte in regola per essere percorsa anche con altre Nazioni extra-Ue”.
Un tema, quello della migrazione, presente anche nel discorso programmatico che la Presidente della Commissione Ue uscente, von der Leyen , ha pronunciato questa mattina a Strasburgo, prima del dibattito e del voto in Aula per la riconferma del suo mandato. Nel suo discorso agli eurodeputati e alle eurodeputate, infatti, ha lanciato un nuovo patto per il Mediterraneo e la migrazione e la nomina di un commissario ad hoc.
Nelle altre parti del suo intervento, poi, la Presidente von der Leyen, chiedendo un nuovo mandato, ha tratteggiato un’Europa “forte” e “coraggiosa”, prospettando un nuovo piano per l’industria pulita entro cento giorni, sottolineando: “Questo preparerà la strada verso l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% per il 2040, che proporremo di inserire nella nostra legge europea sul clima”, che comprenderà un’accelerazione della decarbonizzazione industriale.
Quindi, ha aggiunto von der Leyen: “Guardando al futuro, il Clean Industrial Deal deve consentirci di investire di più insieme nelle tecnologie pulite e strategiche e nelle industrie ad alta intensità energetica” e “per questo proporrò un nuovo Fondo europeo per la competitività nel quadro della nostra proposta per un bilancio nuovo e rafforzato”.
Altro cardine del nuovo piano green, lo sviluppo dell’energia rinnovabile per liberarsi definitivamente dalla dipendenza dalla Russia.
Per quanto riguarda i finanziamenti e gli investimenti pubblici , la Presidente von der Leyen ha dichiarato che “La prima priorità sarà garantire l’utilizzo delle risorse disponibili tramite Next Generation EU e il bilancio attuale. Questa sarà una Commissione europea degli investimenti. Avanzeremo proposte per semplificare, consolidare e codificare la legislazione per eliminare eventuali sovrapposizioni e contraddizioni, mantenendo al contempo standard elevati. Affronteremo anche il mosaico di normative nazionali che rende più complicato fare affari in diversi Paesi dell’Ue. Proporrò un nuovo status giuridico a livello europeo per aiutare le imprese innovative. Si tratterà di un cosiddetto ventottesimo regime ,per consentire alle imprese di beneficiare di una serie di norme più semplici e armonizzate in alcuni settori”.
A seguire, la Presidente von der Leyen ha ribadito l’importanza del centro democratico, del rispetto dello Stato di diritto e della difesa della libertà dei media, per poi toccare il tema della guerra in Ucraina: “Il miglior investimento nella sicurezza europea è investire nella sicurezza dell’Ucraina. Il sostegno finanziario, politico e militare dell’Europa deve continuare per tutto il tempo necessario. Utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione, anche attraverso il Fondo europeo per la pace, lavorando su tutto, dalle necessità immediate ai futuri sforzi di ricostruzione attraverso il Fondo per l’Ucraina. La pace in Europa non è mai stata scontata, ma qualsiasi illusione è stata infranta dalla guerra di aggressione di Putin in Ucraina. Gli attacchi nauseanti e spietati contro ospedali pediatrici, infrastrutture energetiche e altri obiettivi civili mostrano fino a che punto la Russia di Putin è disposta a spingersi. L’Ucraina sta combattendo per la libertà, la democrazia e i valori dell’Europa. La nostra determinazione collettiva deve essere tanto forte quanto grande è la sfida”.
Quanto, alla guerra in Medio Oriente, la Presidente von der Leyen ha detto: “Vogliamo una soluzione a due Stati”.
Infine, la Presidente von der Leyen ha parlato di impegno per le nuove generazioni, con provvedimenti contro il cyberbullismo e le piattaforme che creano dipendenza , annunciando un’inchiesta a livello europeo riguardo l’impatto dei social media sulla salute mentale dei giovani.
Al termine del discorso della Presidente von der Leyen, si è quindi proceduto alla votazione (segreta), che ha decretato la sua rielezione con 401 voti (sui 361 necessari, 360, in quanto un euro-parlamentare non ha giurato) a favore, 284 contrari , 15 astenuti e 7 schede vuote.
Soddisfatta per il secondo mandato, la Presidente von der Leyen ,che, nel corso della conferenza stampa post voto, ha dichiarato: “Quattrocentouno voti a favore sono un segnale di grande fiducia. Sono molto grata al gruppo dei Verdi per avermi sostenuto. Ora ,mi concentro sulla costruzione della mia squadra di commissari per i prossimi cinque anni. Nelle prossime settimane chiederò ai leader di proporre i loro candidati. Come ho fatto la scorsa volta, scriverò una lettera e chiederò che vengano proposti un uomo e di una donna come candidati. Unica eccezione, come l’ultima volta, è quando c’è un commissario in carica che rimane. E poi intervisterò i candidati a partire da metà agosto. E voglio selezionare i candidati più preparati che condividano l’impegno europeo. Ancora una volta punterò a garantire una quota paritetica di uomini e donne al tavolo del Collegio. La nuova squadra si preparerà per superare con successo le audizioni del Parlamento, e poi cercherò nuovamente la conferma di quest’Aula”.
A votare a favore, sono stati i Popolari (per l’Italia , il gruppo di Forza Italia), i Socialisti e Democratici (per l’Italia, il gruppo del Pd), i Liberali e i Verdi. Contrari, invece, i Patrioti per l’Europa del Premier Orban (per l’Italia, il gruppo della Lega) , i Conservatori e Riformisti Europei (per l’Italia, il gruppo di Fratelli d’Italia) e il partito di sinistra The Left (per l’Italia, gli eurodeputati/ deputate del M5S).
Il capo delegazione di FdI al Parlamento UE, Carlo Fidanza, ha così spiegato il voto contrario del partito alla guida del Governo: “Le scelte fatte in questi giorni, la piattaforma politica, la ricerca di un consenso a sinistra fino ai Verdi hanno reso impossibile il nostro sostegno a riconferma della Presidente Ursula von der Leyen. Con la rielezione non viene dato seguito al forte messaggio di cambiamento uscito dalle urne del 9 giugno. Questo non pregiudica il nostro rapporto di lavoro istituzionale che, siamo certi , possa portare a alla definizione di un ruolo adeguato in seno alla prossima commissione, che l’Italia merita”.
A spiegare il voto contrario, è stata poi, in un video, pubblicato sui social, la Premier Meloni stessa, Presidente di FdI e di ECR, rispondendo così a distanza alle critiche delle Opposizioni, secondo cui il mancato voto a favore della rielezione della Presidente della Commissione Ue uscente, von der Leyen isolerebbe l’Italia: ” Siamo rimasti coerenti con la posizione espressa nel Consiglio europeo di non condivisione del metodo e del merito. Questo non comprometterà la collaborazione che il governo italiano e la Commissione europea hanno già dimostrato di saper portare avanti su molte materie, come ad esempio la materia della migrazione. Voglio approfittare comunque per fare gli auguri di buon lavoro a von der Leyen. Non ho ragione di ritenere che la nostra scelta possa in alcun modo compromettere il ruolo dell’Italia nella Commissione. L’Italia è un Paese fondatore, la seconda manifattura, la terza economia d’Europa, con uno dei governi più solidi tra le grandi democrazie europee. Ed è sulla base di questo, e solo di questo ,che si definisce il peso italiano”.”
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