di Federica Marengo lunedì 16 ottobre 2023
-Mentre in Medio-Oriente si va verso l’assedio totale di Gaza da parte di Israele, in conseguenza del raid di Hamas del 7 ottobre scorso, il Governo italiano continua a lavorare per la de-escalation del conflitto, affinché non vi sia un ulteriore allargamento, e per la liberazione degli ostaggi nella Striscia.
A tal proposito, stamane, la Presidente del Consiglio Meloni e il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani hanno incontrato a Palazzo Chigi il Re di Giordania, Abdullah II Ibn Al Hussein e il Vicepresidente e Ministro degli Esteri giordano Ayman Al-Safad.
Riguardo tale incontro, si legge in una nota della Presidenza del Consiglio: “Nel corso del colloquio sono stati affrontati gli ultimi sviluppi in Medio Oriente, approfondendo in particolare le possibili iniziative per evitare l’allargamento della crisi in corso. L’Italia e la Giordania sono in prima linea per favorire la soluzione dei problemi umanitari più urgenti e per la liberazione degli ostaggi. Il colloquio ha rappresentato anche un’occasione per uno scambio di vedute sulla necessità di rilanciare un orizzonte politico con le legittime Autorità palestinesi per il processo di pace israelo-palestinese. È stato rilevato che la tradizionale, forte amicizia tra Italia e Giordania potrà contribuire ad affrontare le complesse sfide in corso nella regione”.
Intanto, sul fronte della sicurezza interna, alla vigilia dell’informativa alla Camera sull’immigrazione, con particolare riferimento alla situazione sull’isola di Lampedusa, il titolare del Viminale , Piantedosi, riguardo ai rischi di infiltrazioni di terroristi tra i migranti e di azioni sul territorio italiano da parte di lupi solitari, a margine del suo intervento al convegno organizzato da Coisp e Inmp, “Migrazioni: affrontare le sfide e accogliere le opportunità”, ha dichiarato: “Non abbiamo elementi di segnalazione di una minaccia concreta. È doveroso da parte mia rassicurare. Abbiamo una situazione internazionale difficile che, come la storia ci insegna, può avere ripercussioni. E quindi dobbiamo mantenere alta l’attenzione. C’è un margine di minaccia che è difficile prevenire, come i lupi solitari e le emulazioni, non abbiamo motivo di preoccuparci nell’immediatezza ma dobbiamo tenere alta la guardia. In manovra ci saranno stanziamenti significativi per il rinnovo del contratto delle forze di polizia. Oggi, nel Cdm, c’è stata una chiara indicazione della Premier, in cima alla lista c’è il comparto sicurezza e difesa. È un giusto e doveroso riconoscimento a chi fa questo lavoro, con la crisi migratoria e quella internazionale in atto. E al Cdm c’è stata totale unanimità”.
Una crisi, quella in Medio Oriente, esplosa pochi giorni prima dell’Ottantesimo anniversario del rastrellamento degli Ebrei di Roma (16 ottobre 1943), ricordato oggi dalla Presidente Meloni, che, a margine dell’incontro a Palazzo Chigi con il Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, ha rilasciato tale dichiarazione, riportata dalla Presidenza del Consiglio: “Il 16 ottobre 1943 si è compiuto uno dei crimini più efferati che la storia italiana abbia mai conosciuto. Alle prime ore del mattino i nazisti, con la complicità fascista, fecero scattare nella Capitale una spietata caccia all’uomo. 1259 innocenti vennero portati via dalle loro case per essere deportati nei campi di sterminio. Tra di loro anche oltre duecento bambini, strappati alla loro innocenza per essere condannati a morte. Solo in sedici fecero ritorno dall’abisso di Auschwitz. Un’atrocità che ha segnato per sempre la storia del popolo italiano e che deve essere da monito affinché niente di simile possa ancora accadere, anche sotto altre vesti. In questa giornata rinnoviamo il nostro impegno per mantenere viva la memoria di quei fatti terribili e per combattere, in ogni sua forma, nuova e antica, il virus dell’antisemitismo. Il Governo esprime la sua vicinanza alla Comunità Ebraica di Roma, ai famigliari e ai discendenti dei deportati. Oggi più che mai, a seguito del terribile attacco di Hamas, ribadiamo la nostra solidarietà all’intero popolo d’Israele, ferito nuovamente dall’odio antisemita”.
Non solo politica estera , però, nella giornata della Premier Meloni e del Governo, ma anche dossier economici ,come la Legge di Bilancio. Stamane, infatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato il dl sulla Manovra, insieme con il Documento Programmatico di Bilancio, inviato poi a Bruxelles e tre decreti collegati alla stessa Legge di Bilancio, illustrata in conferenza stampa dalla stessa Presidente del Consiglio, dai Vicepremier e ministri Tajani e Salvini, dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti e dal Viceministro all’Economia Leo.
La Manovra di Bilancio 2024 ,con le relative misure, quindi, è stata presentata dalla stessa Presidente del Consiglio, che , dettasi soddisfatta, ha sottolineato: “Abbiamo varato la Manovra di bilancio per il 2024, il Consiglio dei Ministri lo ha fatto a tempo di record, perché era convocato alle 9.30, è cominciato poco dopo, e quindi la Legge di bilancio è stata approvata in poco più di un’ora, a dimostrazione dell’unità di vedute del Consiglio dei Ministri e della maggioranza che sostiene il Governo”, per poi spiegare nel dettaglio i capitoli del dl e le risorse stanziate: “È una Manovra per complessivi 24 miliardi, poco meno di 24 miliardi, che sono il frutto di quasi 16 miliardi di extragettito e per il resto di tagli di spese. È una Manovra che io considero molto seria, molto realistica, che non disperde risorse, ma le concentra su alcune grandi priorità, continuando a seguire una visione che questo Governo ha messo in campo dall’inizio del suo mandato, nonostante un quadro che è abbastanza complesso: nel 2024 avremo circa 13 miliardi di euro di maggiori interessi sul debito da pagare, in forza delle decisioni assunte dalla Banca Centrale europea, e circa 20 miliardi di euro di superbonus. L’aumento dei tassi di interesse e il superbonus fanno complessivamente più della Manovra di bilancio. Ciò nonostante, riusciamo a confermare i provvedimenti che avevamo varato lo scorso anno e andiamo avanti lavorando sostanzialmente sulle stesse priorità”.
Da qui, ha illustrato le misure prioritarie contenute già nella precedente Manovra e confermate anche per il 2024: “La prima è difendere il potere d’acquisto delle famiglie, ovvero più soldi in busta paga per i cittadini con redditi medio-bassi. Lo facciamo confermando per l’intero 2024 il taglio del cuneo contributivo che avevamo disposto lo scorso maggio, che vi ricordo essere di 6 punti percentuali per chi ha redditi fino a 35 mila euro, di 7 punti percentuali per chi ha redditi fino a 25 mila euro. È un aumento in busta paga che mediamente corrisponde a circa 100 euro al mese e coinvolge una platea di circa 14 milioni di cittadini. È il provvedimento più corposo perché cuba circa 10 miliardi per l’intero anno”, cui si aggiungono delle novità, quali: “l’anticipo della riforma dell’IRPEF che avevamo previsto nella Delega fiscale, cominciando anche qui dagli scaglioni più bassi. Di fatto, eliminiamo il secondo scaglione e quindi estendiamo il primo, quello che prevede una tassazione al 23% e che oggi è previsto per i redditi fino a 15 mila euro fino a tutto il secondo scaglione. Quindi si paga il 23% fino a 28mila euro di reddito. È una misura che chiaramente serve a rafforzare il taglio del cuneo, che vale ulteriori 4 miliardi e prevede ovviamente un ulteriore beneficio. Con una precisazione: il beneficio entra in vigore per tutti, cioè è, come dicevo, un anticipo di una riforma fiscale che complessivamente intendiamo portare avanti, ma per ora noi lo sterilizziamo per i redditi più alti, cioè per i redditi che rientrano nella quarta aliquota al di sopra dei 50mila euro; noi sterilizziamo il beneficio con una franchigia sulle detrazioni fiscali. Quindi è una misura che vedranno in busta paga solamente i redditi medio-bassi, a conferma del fatto che le poche risorse delle quali disponiamo le vogliamo concentrare su chi ha maggiormente bisogno. Ovviamente la misura si applica anche ai pensionati, ci consente di continuare il nostro lavoro di sostegno alle pensioni più basse; si aggiunge a questa misura, sulle pensioni particolarmente, la rivalutazione delle pensioni in rapporto all’inflazione, altra misura che cuba complessivamente circa 14 miliardi di euro. Sulla rivalutazione delle pensioni, in rapporto al dato inflazionistico, abbiamo lavorato più o meno come avevamo fatto lo scorso anno. Rivalutiamo al 100% le pensioni fino a 4 volte il minimo, al 90% quelle da 4 a 5 volte il minimo e poi a scendere man mano che, ovviamente, aumenta l’importo della pensione. Viene confermata la super-rivalutazione delle pensioni minime per gli over-75”.
Proprio riguardo alle pensioni, la Premier ha evidenziato: “Sempre sulle pensioni interveniamo su alcune situazioni di squilibrio e vogliamo dare un segnale, abbiamo cominciato a dare un segnale sulle pensioni delle quali, diciamo così, non si è mai occupato nessuno. Cioè: avendo sempre i governi dato la priorità, ovviamente, a chi era in pensione, si è continuato a lavorare soprattutto su chi era prevalentemente nel sistema retributivo, ritenendo che chi è completamente nel contributivo, cioè le future pensioni, potesse essere un problema da rinviare, del quale poi qualcuno si sarebbe occupato. Il problema è che questo sta creando e crea degli squilibri e delle disparità che sono obiettivamente dal nostro punto di vista sbagliate; per cui, ad esempio, una misura che abbiamo introdotto è quella di eliminare il vincolo che prevede che chi è nel contributivo possa andare in pensione una volta raggiunta l’età prevista solo se ha raggiunto un importo pensionistico pari a 1,5 volte la pensione sociale. Cioè: se l’importo di una pensione, che è frutto di contributi e che quindi è del pensionato, è inferiore a 1,5 volte la pensione sociale, io non ho diritto più ad andare in pensione quando l’età me lo consente, vado in pensione oltre i 70 anni. Secondo noi questa misura non è una misura corretta e abbiamo rimosso questo vincolo.
Aggiungo, sempre sul tema delle pensioni, che Ape Sociale e Pensione Donna vengono sostituiti da un unico fondo per la flessibilità in uscita che consente di andare in pensione a 63 anni con 36 anni di contributi per i caregiver, per i disoccupati, per i lavori gravosi e per i disabili; e con 35 anni, come prevedeva Opzione Donna, per le donne”.
A seguire, in merito al sostegno ai salari, la Presidente Meloni si è soffermata sul rinnovo dei contratti della Pubblica Amministrazione: “Sempre rimanendo in tema di sostegno ai salari, un’altra misura che cuba una somma significativa di questa Legge di Bilancio riguarda il tema degli aumenti contrattuali del pubblico impiego. Ci sono complessivamente oltre 7 miliardi di euro a disposizione del Ministro Zangrillo, particolarmente per gli aumenti contrattuali. Oltre 2 miliardi di euro riguardano il tema della sanità, 5 miliardi di euro sono per i rimanenti settori, ma io voglio dire con chiarezza e tutto il Governo concorda su questo, che per noi la priorità quest’anno è soprattutto il rinnovo del contratto del comparto sicurezza. Io penso che non si possa più accettare una realtà nella quale un poliziotto prende di straordinario poco più di 6 euro l’ora, che è meno di quanto prende un collaboratore domestico, e penso che su questo bisogna intervenire. Quindi la priorità per noi è il rinnovo del comparto difesa e sicurezza, ma – come dicevo – oltre a questi 5 miliardi ce ne sono 2,3, se non vado errata, sul tema della sanità. Sulla sanità ci sono 3 miliardi in più rispetto a quanto previsto. Questi 3 miliardi sono destinati tutti a un’unica priorità, che per noi è l’abbattimento delle liste d’attesa. Ed è una priorità che intendiamo perseguire con due misure: il rinnovo, anche qui, del contratto del comparto sanitario; e la detassazione, sia degli straordinari che dei premi di risultato legati a obiettivi di abbattimento delle liste d’attesa. Cioè, tutti i 3 miliardi vanno a concentrarsi su un unico grande obiettivo che è l’abbattimento delle liste d’attesa”.
Poi sul tema del Fondo sanitario ha chiarito: “Mi corre l’obbligo di fare qualche precisazione, perché io nei giorni scorsi ho sentito un po’ di tutto, vedo molte polemiche sul fatto che noi avremmo tagliato i fondi alla sanità. Mi corre l’obbligo di segnalare che, con i quasi 136 miliardi di euro che raggiunge quest’anno il Fondo Sanitario Nazionale, noi raggiungiamo il più alto investimento mai previsto per la sanità; cioè noi quest’anno mettiamo ,come dicevo , quasi 136 miliardi. Per capirci, nel 2019, prima che entrasse in vigore il Covid, il Fondo Sanitario ammontava a 115 miliardi di euro, sono 20 miliardi di euro in meno. Negli anni del Covid, il Fondo Sanitario viaggiava tra i 122 e i 127 miliardi di euro, vaccini compresi e quindi mi sembra un po’ forte sostenere che con 136 miliardi questo Governo taglia la sanità. Poi, certo, si può fare il giochetto ,che è stato fatto ,di dire che scende in rapporto al Prodotto Interno Lordo, perché ci sono stati anni precedenti nei quali il PIL scendeva e adesso fortunatamente sale, e quindi l’incidenza è sicuramente diversa: ma è una buona notizia che il PIL salga e quindi voglio dire che le bugie che ho sentito poi alla fine non corrispondono alla realtà delle cose”.
Quanto al capitolo Famiglia, la Premier Meloni, ha evidenziato: “L’altro grande obiettivo sul quale concentriamo le risorse è, come abbiamo già fatto lo scorso anno, la famiglia, con particolare attenzione all’incentivo alla natalità. Oltre ai provvedimenti dello scorso anno che confermiamo – ricorderete che lo scorso anno noi abbiamo aumentato l’assegno unico e abbiamo introdotto un’ulteriore mensilità di congedo parentale retribuito all’80% – non confermiamo il taglio dell’IVA sui prodotti per la prima infanzia, perché purtroppo è stato nella stragrande maggioranza dei casi assorbito da aumenti di prezzo e quindi non penso che valga la pena di rinnovare questa misura. Aggiungiamo tre ulteriori misure per un importo di un ulteriore miliardo di euro. Quali sono queste misure? La prima è che continuiamo a lavorare sul congedo parentale. Quindi oggi noi abbiamo i cinque mesi di congedo di maternità retribuiti al 100%, lo scorso anno abbiamo aggiunto un mese di congedo parentale utilizzabile dalla madre o dal padre entro i sei anni di vita del bambino retribuito all’80%, con questa Legge di Bilancio aggiungiamo un ulteriore mese utilizzabile fino a sei anni di vita del bambino, utilizzabile dalla madre o dal padre, retribuito al 60%; e poi rimangono gli otto mesi retribuiti al 30% che sono già in vigore per legge. Quindi facciamo un ulteriore passo sul congedo parentale. Aumentiamo in modo significativo il fondo per gli asili nido: il nostro obiettivo è dire che al secondo figlio l’asilo nido è gratis. Questo è come vogliamo spendere le risorse: sono circa 150-180 milioni di euro che rafforzano il fondo sugli asili nido. La misura più significativa, secondo me, di questo miliardo di euro riguarda il tema della decontribuzione delle madri. Cioè, noi prevediamo che le madri con due figli o più non paghino i contributi a carico del lavoratore. Voi sapete che i contributi previdenziali vengono pagati un terzo dal lavoratore e due terzi dal datore di lavoro. La quota del lavoratore per le madri che hanno due o tre figli la paga lo Stato, ovviamente con dei limiti. Il limite è per le madri con due figli fino a quando il secondo figlio, cioè il più piccolo, ha 10 anni; per le madri con tre o più figli, fino a quando il figlio più piccolo ha 18 anni. Il concetto che noi vogliamo stabilire è che una donna che mette al mondo almeno due figli, in una realtà nella quale noi abbiamo disperato bisogno di invertire i dati sulla demografia, ha già offerto un importante contributo alla società. E quindi lo Stato cerca di compensare pagando i contributi previdenziali, facendo una cosa che non solo aiuta anche in termini di riconoscimento pensionistico, ma che aiuta anche a smontare il racconto per il quale favorire la natalità è un disincentivo al lavoro delle donne. Noi vogliamo dire esattamente il contrario, vogliamo dire che le due cose possono stare perfettamente insieme e che vogliamo incentivare, ovviamente per chi mette al mondo dei figli e nel caso in cui voglia lavorare”.
Infine, al Presidente Meloni, ha illustrato una serie di misure sui salari, sul sostegno al reddito, sul Lavoro e sul Fisco, per lavoratori dipendenti e per gli Autonomi: “Ricorderete che lo scorso anno eravamo intervenuti in maniera significativa sul fringe benefit, anche qui rendiamo la misura strutturale con delle modifiche: rimane il fringe benefit – che come sapete è l’una tantum che il datore di lavoro può dare al lavoratore – è una misura detassata, la portiamo per il 2024 a 2.000 euro per i lavoratori con figli, lo portiamo fino a 1.000 euro – attualmente è circa 258 – per tutti gli altri lavoratori. Viene confermata la carta “Dedicata a te” anche per il 2024, sempre una misura che serve a combattere l’inflazione particolarmente per le famiglie più fragili. Dopo di che un’altra misura a cui io tengo molto è l’introduzione del principio “più assumi meno paghi”. Questa è una delle misure che sono scritte nel nostro programma. In buona sostanza, introduciamo per le imprese una super deduzione del costo del lavoro per chi assume a tempo indeterminato, pari al 120% per tutte le assunzioni a tempo indeterminato; arriva fino al 130% per chi assume mamme, under 30, percettori di reddito di cittadinanza e persone con invalidità. In buona sostanza, anche qui il principio che stiamo cercando di applicare per le aziende è: più è alta l’incidenza di mano d’opera, più alta l’incidenza di dipendenti che si ha in rapporto al fatturato, meno tasse si devono allo Stato. Questa misura sostituisce la decontribuzione che era prevista solo per giovani e donne, ma si somma con la decontribuzione per chi assume nel Mezzogiorno ,che è prevista nel decreto sulla Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno. Nella Manovra di bilancio ci sono 2 miliardi di euro che servono a coprire la Zona Economica Speciale e il Mezzogiorno, che è una norma che consente in tutto il Mezzogiorno di avere importanti crediti d’imposta e anche norme sulla decontribuzione: i contorni lì sono ancora da definire, perché dipende dalla decisione che la Commissione europea porterà avanti sul temporary framework, ma in questo caso nel Mezzogiorno l’impatto sarà ancora più significativo. L’ultima cosa riguarda il tema del lavoro autonomo, perché anche qui abbiamo iniziato un lavoro importante lo scorso anno, particolarmente sulla tassa piatta, sull’aumento dell’importo per la tassa piatta al 15% per i lavoratori autonomi. Viene ovviamente confermata questa misura. Viene prorogata per altri tre anni una norma che io considero molto importante, l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa che di fatto è un equivalente, una sorta di cassa integrazione anche per i lavoratori autonomi e quindi risponde al principio che un lavoratore è un lavoratore e va tutelato indipendentemente dal tipo di contratto o di mansione che svolge, e abbiamo anche ampliato il reddito previsto per poter usufruire di questo ammortizzatore sociale. Altra cosa molto importante che è all’interno delle altre norme che abbiamo approvato insieme alla Manovra è che, per la prima volta, quest’anno i lavoratori autonomi non dovranno pagare l’anticipo dell’IRPEF tutto insieme a novembre ma potranno, se vorranno, rateizzarlo in cinque rate da gennaio fino a giugno. Altra misura che io credo possa essere molto ben considerata dai lavoratori autonomi”.
In chiusura del suo intervento, la Presidente del Consiglio ha ringraziato i Vicepremier, i ministri e viceministri per il lavoro svolto, dicendosi nuovamente soddisfatta: “Ringrazio tutti e ringrazio il Consiglio dei Ministri perché la gran parte di questo lavoro è stato fatto anche chiedendo sacrifici ai Ministeri. Da Palazzo Chigi in poi tutti abbiamo tagliato qualcosa nelle nostre spese, nel nostro funzionamento, altrimenti non avremmo potuto tirare fuori queste risorse per le famiglie, per i lavoratori, per i pensionati. Credo che sia un grande segnale di serietà ma anche di disponibilità che tutto il Consiglio dei Ministri, che tutta la maggioranza, che i Vice Premier hanno messo insieme. Io sono molto fiera di questo lavoro che abbiamo fatto, sono molto fiera del risultato di questa Manovra, sono molto fiera di dire ancora una volta che c’è un Governo che non spreca risorse in cose inutili, che non spreca risorse in mille rivoli, che concentra le sue risorse su obiettivi chiari che si è dato, che continua a perseguire anno per anno, cercando di fare ogni anno un pezzetto e un altro passo in avanti. A me pare questo il segnale di maggiore serietà che si può dare agli italiani che ci guardano e che hanno bisogno di quella serietà e a tutti gli altri che sono interessati a sapere che cosa facciamo”.
A seguito del varo della Manovra e della sua presentazione, i partiti di Opposizione, (come anche il segretario della Cgil Landini, già in mobilitazione), si sono detti critici sia riguardo al contenuto che al metodo utilizzato per la stesura della legge di Bilancio. In particolare, a non convincere Pd, M5S , ASV e Azione sono i provvedimenti in materia di Sanità e le risorse stanziate, considerate “insufficienti”.
Per la segretaria del Pd, Shlein, infatti, si tratta di una legge di Bilancio: “Assolutamente non all’altezza della situazione difficile che sta vivendo il Paese. Sulla sanità, tema sul quale avevamo chiesto un’attenzione particolare Giorgia Meloni non mette nemmeno i 7 miliardi che servivano a non ridurre i livelli di spesa di quest’anno, questo significa tagli ai servizi. E non si pensi di ridurre le liste d’attesa solo caricando di ulteriore lavoro il personale sanitario che è già al limite, senza sbloccare le assunzioni. Non si prevedono risorse sufficienti per i servizi essenziali come la scuola e i trasporti pubblici. È una manovra senza visione strategica, senza misure in grado di ridare slancio all’economia e agli investimenti, che, alla fine, non migliorerà le vite degli italiani”.
Per il capogruppo dem al Senato, Boccia , c’è anche un problema di metodo, avendo il Governo chiuso alla presentazione da parte della Maggioranza (quindi anche da parte dell’Opposizione) di emendamenti. “Ci sembra che il governo stia cercando di fare una operazione gravissima: umiliare in un colpo il lavoro del Parlamento e la sua stessa maggioranza”.
Per il Presidente del M5S, Conte: “Il Governo, non ha previsto nulla contro il carovita, il caro-mutui e il caro-carburante. Non mette nemmeno un euro in più nelle buste paga dei lavoratori, perché si limita a fare il compitino di confermare un taglio del cuneo fiscale che già esiste”, seguito da Senatori e Deputati pentastellati della Commissione Affari sociali , che in una nota hanno sottolineato: ” Ben vengano i tre miliardi in più per le liste d’attesa, ma il governo non si illuda che siano anche solo lontanamente sufficienti. La spesa sanitaria sale ogni anno, ma lo stesso fanno spese e costo della vita. È dunque inutile tenere conto della spesa lineare, a questo serve il parametro della spesa in rapporto al Pil. Per raggiungere il livello della media europea, garantito dal Movimento 5 Stelle nel 2021, quindi già dopo il rimbalzo del Pil, a questo governo mancano circa 20 miliardi, altro che quindici miliardi in più”.
Per il deputato dei Verdi, Bonelli : “La manovra economica appena presentata dalla Presidente Meloni opera tagli su tutti i servizi pubblici, dirottando risorse verso la sanità privata. E mentre il trasporto pubblico, nel nostro Paese, è al collasso, vittima di un disinteresse cronico e di investimenti insufficienti, si decide di dare priorità a progetti come il ponte sullo Stretto di Messina, esaudendo le richieste di Salvini”.
In ultimo, il leader di Azione, Calenda, ha dichiarato: “Ci sono14 miliardi di tagli provvisori di tasse fatti in deficit, cioè a spese degli italiani. Poco o nulla su sanità e istruzione, che sono i due diritti sociali fondamentali”.
Altro dossier su cui è al lavoro l’Esecutivo, l’attuazione del PNRR. Nel pomeriggio, a tal proposito, si sono tenute le prime due sessioni della cabina di regia, che si concluderanno mercoledì 18 ottobre, convocate per oggi presso la Sala Verde di Palazzo Chigi dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Fitto, “utili per la verifica della proposta di rimodulazione del Piano e per il monitoraggio degli obiettivi della quinta rata e degli obiettivi della quarta, pari a 16,5 miliardi di euro, rispetto alla quale è stata avviata dal Governo la procedura di pagamento”.
Come spiegato in una nota di Palazzo Chigi: “All’ordine del giorno del primo incontro l’esame sullo stato di attuazione della misura per la gestione del rischio alluvioni e per la riduzione del rischio idrogeologico (M2C4-Investimento 2.1b). Presenti il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e rappresentanti dell’ANCI. Gli interventi finanziati e ripartiti su base regionale, con un finanziamento complessivo della misura pari 1,2 miliardi, si distinguono in tipo E (interventi di ripristino di strutture e infrastrutture pubbliche danneggiate) e tipo D (interventi di riduzione del rischio residuo, anche al fine di incrementare la resilienza delle comunità locali). L’investimento per i progetti in essere ammonta a 400 milioni di euro; mentre per i nuovi progetti sono stati destinati 800 milioni di euro. La misura prevede la pubblicazione di tutti i bandi di gara entro il 30 novembre 2023.La Cabina di regia, dopo un esame dello stato di attuazione della misura, ha condiviso la necessità, come già accaduto nei giorni precedenti, di avviare un “monitoraggio rafforzato”, con tutte le Regioni, per verificare il rigoroso rispetto del termine previsto.
“Per questo – ha spiegato il Ministro Fitto – a valle della seduta odierna della Cabina di regia, sarà avviata una comunicazione alle Regioni dove si richiederà di fornire un aggiornamento sullo stato di attuazione della misura, sia in termini di caricamento su REGIS, sia in termini procedurali per verificare la coerenza tra i cronoprogrammi e il target della misura”. Costruttivo il confronto, proseguito anche nella la seconda sessione del pomeriggio, dedicato alle misure della trasformazione digitale. Presente il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’innovazione tecnologica, Alessio Butti. Hanno partecipato ai lavori in collegamento da remoto, l’assessore della Regione Umbria Michele Fioroni, coordinatore della Commissione Innovazione Tecnologica e digitalizzazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, l’ANCI e il Presidente dell’UPI Emilia-Romagna Andrea Massari, Nel corso della riunione è stato fatto il punto sugli obiettivi raggiunti della quarta rata, su quelli previsti per la quinta e sulla proposta di rimodulazione del Piano, con particolare riguardo al proficuo confronto in corso, con i servizi della Commissione europea, sulle proposte di modifica delle misure che il Governo intende promuovere per implementare l’obiettivo della transizione digitale. “La partecipazione attiva e responsabile dei comuni e delle regioni al Tavolo istituzionale della Cabina di regia è quanto mai necessaria e strategica, tenuto conto che numerose misure richiedono pareri, permessi e nulla osta da parte degli enti locali”, ha dichiarato il Ministro Fitto. “Da ciò la necessità di un’analisi dettagliata da parte di tutti gli enti coinvolti sui risultati raggiunti e sulle eventuali criticità, che ci consenta di confrontarci proficuamente con la Commissione europea per non incorrere nel mancato raggiungimento degli obiettivi ed essere all’altezza della sfida che come sistema Paese abbiamo di fronte”, ha concluso il Ministro”.
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