di Federica Marengo sabato 14 ottobre 2023
-Mentre , si avvicina il momento dell’assedio totale e proseguono i raid di Israele su Gaza, in cui, secondo l’esercito israeliano, sarebbe stato ucciso Ali Qadi, uno dei capi di Hamas, che avrebbe condotto l’attacco di sabato scorso e, mentre Al Qaeda ha lanciato un nuovo appello alla Jihad, stamane, in Italia, a Roma, presso il Viminale, il ministro degli Interni, Piantedosi, ha presieduto la riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza.
Al centro della riunione, cui hanno preso parte anche i vertici delle forze di Polizia e dell’intelligence, la “ricognizione sugli obiettivi sensibili in Italia”, alla luce dell’assassinio di un professore ,di un altro tentativo di attentato sventato e di ripetuti allarmi bomba verificatisi nelle ultime ore in Francia, e il “conseguente rafforzamento delle misure di sicurezza”.
Al termine del vertice, il ministro Piantedosi, intervenuto alla festa del quotidiano Il Foglio, nel corso di un’intervista , ha dichiarato: “Sicuramente ci aspettano mesi difficili e complicati per i quali è opportuno tenere alta l’attenzione. Al momento, non ci sono evidenze concrete ed immediate sul rischio di terrorismo interno, ma ce n’è quanto basta per mantenere altissimo il livello dell’attenzione. L’episodio francese è quello che ci preoccupa di più. In Italia, il sistema di intelligence e di prevenzione delle forze di polizia nazionali consentono di confidare su un sistema di prevenzione molto affidabile. Abbiamo quasi sempre intercettato questi fenomeni. Su questo mi sento di dare un’indicazione di fiducia. Il problema è che, come dimostra l’episodio di ieri in Francia, questa minaccia si presenta in maniera impalpabile, indefinita, fluida”.
Poi, in merito alla possibilità di un incremento dei flussi migratori in Italia per effetto della guerra in Israele, il ministro ha detto: “È uno dei rischi. Abbiamo già segnalazione di arrivi dalla Palestina, anche se questo accadeva già prima. È importante intercettare all’arrivo chi in qualche modo possa dare indicazione di una maggiore attenzione. La possibilità di infiltrazioni di terroristi tra i migranti è un tema complesso e complicato. Non c’è l’evidenza di un’organizzazione in questo senso, ma è evidente che la difficoltà di controllo delle frontiere è un fattore di debolezza. Noi siamo molto ben organizzati. Nei mesi scorsi, senza farne troppo clamore, abbiamo intercettato qualche personaggio già noto agli atti che manifestava elementi di preoccupazione”.
Il ministro della Difesa, Crosetto, invece, da Cefalonia, dove si è recato per commemorare l’Ottantesimo anniversario dell’eccidio, riguardo alla crisi in Medio-Oriente, nel suo intervento , presso il Monumento ai caduti, ha evidenziato: “Anche in guerra, ci sono dei valori e la storia sta lì a ricordarci che sempre si deve esercitare la capacità di giudizio per rispettarli. Anche nella situazione del conflitto più drammatico, bisogna cercare di preservare i valori umani. Non serve a nulla ricordare, se non ci consente di imparare: significa capire dalla storia come comportarci su quello che accade oggi. La storia ci insegna ,che anche nella guerra si possono rispettare o no le regole umane, che quando il nemico si arrende lo si rispetta e non lo si uccide, che le donne, i bambini, gli ospedali e la comunità civile vanno tenuti fuori. Italia e Grecia hanno una lunghissima storia che ci ha fatto crescere. Penso che il mondo adesso, in questa fase difficile, anche con questa nuova ferita ,che si è aperta in Israele, abbia bisogno anche della nostra storia, della nostra capacità di giudizio per chiudere le ferite, per cercare anche nella guerra di preservare i valori umani. Si rende veramente onore ai Caduti quando si impara dal loro esempio. Oggi ,da questo luogo di dolore, la storia ci insegna che ci sono ferite che possono essere rimarginate, fratture che possono essere ricomposte”.
Quindi, il ministro Crosetto ,ha lanciato un monito: “Contro il terrorismo si risponde tutti insieme senza riflettere un secondo e lo si fa ricordando che ci sono dei valori anche in guerra, anche contro i nemici. La guerra in Ucraina già aveva peggiorato il clima nel mondo e la ferita che ora si è aperta sul Medioriente non può che aggravare questa situazione. Le conseguenze di guerre che sembrano lontane a noi alla fine arriveranno in tutto il mondo e noi dobbiamo prepararci perché in un momento così non dobbiamo dividerci, perché se non prevarrà la ragione saranno momenti difficili che possono provocare feriti ed allargare l’incendio ben aldilà della Striscia di Gaza. Dunque, prepariamoci ad aiutare la parte più debole del Paese che da questi scossoni rimane più colpita”.
Infine, in merito alla sicurezza interna, ha avvertito: “Ora diventa fondamentale difendere la sicurezza del Paese e sono convinto che questa necessità aumenterà nei prossimi mesi, sia perché una nuova esplosione dell’integralismo è possibile, sia perché fenomeni di questo tipo aumentano il rischio di immigrazione. In questo momento , il rischio è che non sempre ci sia un’immigrazione di povertà, ma anche di soggetti che arrivino per fare del male. Quindi, va aumentato ancora di più il controllo perché non possiamo permetterci adesso di far entrare persone che verrebbero a combatterci”.
Più tardi, intervenuto alla festa de Il Foglio, ha annunciato: “Sto pensando di annullare la festa delle Forze Armate il 4 novembre, alla luce degli eventi in Medio Oriente. Non è giusto aumentare il fattore di rischio. Probabilmente faremo rientrare il contingente dei carabinieri di stanza a Gerico. Stiamo valutando. Ieri sera la situazione era tranquilla, oggi non lo è più. Si tratta di 22 carabinieri”.
Un annuncio, quest’ultimo ,cui è seguita la precisazione dal Ministero della Difesa: “L’intenzione è quella di annullare le cerimonie di contorno, previste al Circo Massimo a Roma.Mentre si svolgeranno regolarmente la cerimonia militare a Cagliari e la deposizione della corona all’Altare della Patria”.
Il ministro Crosetto ha poi continuato così la sua analisi sulla guerra scaturita dall’attacco di Hamas a Israele di sabato scorso: “La soluzione è cercare di evitare che ci sia un’escalation. Gli Usa e Blinken mi pare si stiano attivando il più possibile per cercare di evitare un’escalation nella zona. Non li ho mai visti così fortemente impegnati. L’onda emotiva per la guerra in Medio Oriente è destinata a non calare. Magari a essere alternante. Io auspico di ritrovare un senso di comunità, perché forse non abbiamo capito che questa guerra avrà effetti anche su di noi. Partirei da quello che è successo a Parigi dove il Louvre è stato chiuso. Non pensate che i francesi lo chiudano con facilità. Significa che temono che possano concretizzarsi anche a Parigi atti che, magari non sono di organizzazioni terroristiche; ma di singoli, che ,poi, la situazione generale può in qualche modo portare a fare atti suicidi e atti di terrorismo. Israele ha subito un attacco senza precedenti con una violenza senza precedenti sulla popolazione civile e avrà una reazione senza precedenti. Israele è in guerra. Quello che può succedere nei prossimi giorni può avere un effetto molto forte dal punto di vista dell’influenza sulla comunità occidentale. E immaginiamo quanto può averne sulla comunità araba e islamica, soprattutto in alcune zone limitrofe. La situazione, dunque, è quella di essere sull’orlo di un precipizio in cui alcuni Paesi che non sono intervenuti potrebbero farlo. Uno scenario di grande allerta. I pericoli per la nostra sicurezza sono imprevedibili. Non c’è nulla di pericoloso nelle manifestazioni in sé ; sono le persone che sono pericolose, non le manifestazioni e le riunioni. E gli esempi sono tanti e sotto gli occhi di tutti. Purtroppo abbiamo vissuto in tempi recenti fatti che magari non risalgono a organizzazioni criminali, che hanno studiato per anni un’azione. Ma a un pazzo che esce di casa e prende il coltello. Non c’è bisogno di una manifestazione perché faccia del male a qualcuno. Basta che scenda per strada o entri in una chiesa”.
Il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, invece, di ritorno dalla sua missione in Israele e in Giordania, ha detto: “Abbiamo chiesto agli israeliani che questo attacco sia mirato contro i terroristi. C’è una bella differenza tra Hamas e i palestinesi, che sono vittime di Hamas. Tra loro ci sono tanti cristiani. Siamo per i corridoi umanitari. Sono stato in Egitto e in Giordania. Stiamo lavorando con i Paesi arabi, affinché convincano Hamas a non usare come scudi umani gli ostaggi e la popolazione civile”.
Non solo i dossier di politica estera sul tavolo del Governo, però. La Manovra, infatti, approderà lunedì in Consiglio dei ministri insieme con il Documento programmatico di Bilancio e con il decreto fiscale collegato alla stessa legge di Bilancio e nella serata di ieri, è stata al centro del confronto a Palazzo Chigi tra l’Esecutivo, rappresentato in assenza della Premier ,causa visita ufficiale nelle Repubbliche di Mozambico e Congo, dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti e dalla ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Calderone, dal Viceministro dell’Economia e delle Finanze Leo, dalla Sottosegretaria alle Imprese e Made in Italy , Bergamotto e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano , le parti sociali e le associazioni datoriali e di categoria.
Al termine del confronto, suddiviso in due incontri separati, un primo tavolo con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria, Abi, Ania, Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copragri, Alleanza Cooperative Italiane, Confsal e, un secondo incontro con i rappresentanti di Ance, Confimi Industria, Confapi, Confetra, Confedilizia, Confimprese Italia, Finco, Cisal, Usb, Cida, Ciu, Confedir, Confprofessioni, Confeservizi, Confintesa, Palazzo Chigi ha diramato una nota, in cui il confronto tra le parti è stato definito: “Uno scambio di vedute che si è svolto in un clima proficuo e costruttivo nel corso del quale l’Esecutivo ha illustrato alle associazioni sindacali e datoriali i pilastri del disegno di legge di Bilancio per il 2024.Il Governo ha sottolineato come, nel rispetto della sostenibilità della finanza pubblica, si stia lavorando a una manovra seria, responsabile e realista in continuità con il lavoro portato avanti dal Governo fin dalla precedente legge di Bilancio. In particolare, il Governo ha posto priorità assoluta su redditi e pensioni più bassi per contrastare gli effetti negativi dell’inflazione, sulla riduzione delle tasse attraverso la conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo e l’anticipo della riforma dell’Irpef prevista dalla Delega fiscale, misure per la famiglia con incentivi per la natalità e le donne lavoratrici, risorse significative per il comparto sanitario e i rinnovi dei contratti del pubblico impiego scaduti da tempo”.
Assente il segretario della Cgil, Landini. A farne le veci , il segretario confederale della Cgil ,Christian Ferrari, che ha dichiarato: “Si prospetta una manovra all’insegna del ritorno all’austerità, totalmente inadeguata ad affrontare le emergenze sociali del Paese. Il governo, non affronta adeguatamente la questione salariale, nonostante ci si trovi di fronte a un’inflazione da profitti che sta tagliando il 17% del potere d’acquisto dei salari italiani”.
Diversa, invece, la linea del segretario della Cisl, Sbarra, che , in una nota, ha affermato: “Abbiamo apprezzato la volontà del governo di anticipare alle parti sociali orientamenti e contenuti sulla Legge di Bilancio e di acquisire nostre proposte e rivendicazioni prima che il provvedimento sia posto all’esame del Consiglio dei Ministri”. Quanto al merito, si delinea una Manovra che, nei vincoli delle risorse individuate, è caratterizzata da un respiro sociale, con diversi interventi recepiti dalle proposte della Cisl. Tra questi, pensiamo alla conferma per tutto il 2024 del taglio del cuneo contributivo, che da solo vale 10 miliardi, la continuità della detassazione dei frutti della contrattazione decentrata, che abbiamo chiesto venga avviata anche nei comparti pubblici, a partire dalla sanità. Importante l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef alla soglia del 23% e la proroga della misura sulla perequazione inflazionistica delle pensioni, su cui la Cisl resta ferma nel chiedere la piena indicizzazione per tutti i pensionati. Altrettanto significativa è l’operazione che si fa sui settori pubblici assicurando prime risorse necessarie ai rinnovi contrattuali del triennio 2022/2024 , dove si destinano 5 mld ed ulteriori risorse negli anni a venire. Il governo investe, inoltre, ulteriori 3mld a favore della sanità pubblica anch’essi destinati ad aumentare nei prossimi anni. Si prevede un sostegno alle famiglie ed alla natalità attraverso un rafforzamento dell’assegno unico e delle misure in essere. Come richiesto dalla Cisl il Governo si è inoltre impegnato a promuovere un accordo contrattuale in sede Aran finalizzato a definire criteri, modalità e tempi di ripartizione di risorse ulteriori previste per i dipendenti pubblici. Non mancano profili su cui intervenire, dovuti soprattutto alla cubatura limitata delle dotazioni in gioco. Sul piano fiscale e del sostegno al reddito occorre fare un passo in più, con l’alleggerimento a scaglioni del carico di tassazione sulle tredicesime da lavoro e pensione. Vanno poi trovate risorse per rafforzare la chiave espansiva della Legge di Bilancio, con una netta accelerazione della messa a terra del Pnrr e forti investimenti su occupazione, coesione, crescita e sviluppo. Serve una svolta sulla politica dei redditi, contro la povertà, nel rilancio industriale a partire dalla soluzione delle tante crisi aziendali aperte, nelle infrastrutture materiali. Sul versante previdenziale riteniamo fondamentale introdurre strumenti di garanzia per i giovani, istituire leve di flessibilità per l’uscita dal mercato del lavoro, soluzioni specifiche per le donne anche attraverso l’Ape sociale, promozione concreta della colonna sussidiaria della previdenza complementare. Il governo su questi temi si è impegnato ad individuare soluzioni specifiche da collocare all’interno dei collegati alla finanziaria. Su questi nodi, chiediamo sin da ora al Governo e al Parlamento di dare forza al dialogo sociale, assicurando continuità e stabilità a un percorso partecipato che punti al miglioramento delle misure sia in Consiglio dei ministri che nell’iter di approvazione della Manovra. Aspettiamo di conoscere il testo definitivo della Legge di Stabilità per dare un completo giudizio sindacale sul merito della manovra”.
Positivo nel complesso anche il giudizio della UIL, con il segretario confederale, Domenico Proietti, che ha detto: “Bene i 15 miliardi per il taglio del cuneo fiscale, prorogato per tutto il 2024. Anche i 5 miliardi per i rinnovi dei contratti nella Pa sono un passo importante, ma non bastano, così come sono insufficienti i 3 miliardi per la sanità pubblica. Abbiamo apprezzato la decisione sul cuneo, ma è necessario rendere la misura strutturale”.
Per Francesco Paolo Capone, segretario dell’Ugl, “Nonostante la difficile congiuntura economica ci aspettiamo la possibilità di recupero del potere d’acquisto un intervento sulle pensioni, la conferma del taglio del cuneo e anche il mantenimento della perequazione sulle pensioni .Si dice che ci siano 3 miliardi sulla sanità, questo è un buon segnale, ora vogliamo vedere quanto andrà in addebito e quanto andrà in sociale”.
Quanto a Confindustria,il Presidente Bonomi , dal convegno dei Giovani Imprenditori ha dichiarato: “E’ una manovra che ha dimostrato ragionevolezza. Quindi ovviamente questo è un punto di merito. E’ una manovra però che contiene molti interventi congiunturali ancorché interventi che noi auspicavamo, come la riconferma del taglio contributivo del cuneo fiscale ,che però è ancora congiunturale. È ovvio che se vogliamo fare interventi strutturali dobbiamo aggredire la spesa pubblica o diventa difficile trovare risorse per fare interventi strutturali che mirino alla crescita, la via per rassicurare mercati . Gli impatti dell’escalation israelo-palestinese saranno molto pesanti e lo sappiamo benissimo. Non è l’unica guerra in corso. Se guardiamo nel mondo credo che siano 169 i conflitti oggi aperti. Sul tema dell’energia ha già avuto influsso: abbiamo visto cosa è successo al prezzo. Uno dei più grossi giacimenti, Tamar, al largo di Haifa, nella zona di sfruttamento economico di Israele, ha sospeso l’estrazione. Vedremo cosa succederà. Anche nei Paesi che sostengono una parte o l’altra, i comportamenti che avranno. Avrà dei riflessi molto importanti. Parlo solo di quelli economici, ovviamente. Non nel tema umanitario, che è quello più importante. Quello delle Zone economiche speciali, per il Mezzogiorno, è
Poi, soffermatosi sulle misure per il Mezzogiorno, Bonomi, ha sottolineato: “Quello delle Zone economiche speciali, per il Mezzogiorno è sicuramente uno strumento molto valido. Per le otto Zes già operative abbiamo visto i benefici che hanno portato: la sola Campania l’anno scorso ha investito un miliardo e mezzo e mezzo nella Zes. E’ ovvio che è uno strumento di politica industriale e del territorio molto importante. Che tutto il Mezzogiorno venga ricompreso è un fattore positivo, l’importante è che non diventi però un freno: abbiamo già qualcosa che funziona, non blocchiamo quello che funziona, speriamo che sia qualcosa di aggiuntivo, che ci possa aumentare la possibilità di scaricare sul territorio gli effetti positivi”.
La Presidente del Consiglio, Meloni, poi, rientrata dalla missione in Mozambico e in Congo, stamane, tornando sulla Legge di Bilancio, nel suo intervento al Villaggio Coldiretti, allestito a Roma, ha evidenziato: “E’ una stagione nella quale non ci stiamo facendo mancare niente. Non è stato un anno facile. Siamo stati chiamati a fare scelte difficili che facciamo con il cuore amando la nostra nazione. Noi ci siamo concentrati a difenderle dai tanti attacchi finalizzati all’omologazione. Vogliono vendere a tutti lo stesso prodotto, ma non ci riusciranno, perché per noi è fondamentale la specificità che è la grandezza dell’Italia come è il lavoro che abbiamo difeso quest’anno. Nella legge di bilancio ci concentriamo sulla lotta all’inflazione, sulla necessità di aiutare famiglie e imprese. Non ci sono risorse da sperperare e soldi da buttare in cose senza senso. Ci concentriamo sulle cose importanti, che sono imprese, lavoro, redditi e famiglie”.
Intanto, mentre il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin, alla Festa de Il Foglio, ha annunciato che lunedì, chiederà , nell’ambito dei Consigli Energia e Ambiente, che si terranno in Lussemburgo, che l’accordo sul price cap per il gas ,in scadenza a dicembre, sia rinnovato per un anno, poiché ciò “significa avere una spada di Damocle di sospensione delle quotazioni qualora qualcuno esageri con il profitto e le speculazioni. Ed è un rischio che c’è sempre nel mercato mondiale”, il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Fitto, presente all’Assemblea Nazionale delle Province italiane all’Aquila, riguardo all’attuazione del PNRR e all’erogazione da parte di Bruxelles della quarta rata, ha spiegato: “Siamo fiduciosi e puntiamo ad ottenere il pagamento della quarta rata entro il 31 dicembre.Il pagamento della terza rata ha comportato una percentuale pari al 44% delle risorse complessive incassate, con il pagamento della quarta supereremo il 50%.Questo dà un’idea del livello di avanzamento del piano. Il pagamento della terza rata ha comportato una percentuale pari al 44% delle risorse complessive incassate, con il pagamento della quarta supereremo il 50%.Questo dà un’idea del livello di avanzamento del piano. Spero che dalla quarta rata i giorni e i mesi per la verifica della obiettivi saranno molto rapidi, grazie alla rimodulazione complessiva del piano”.
Tornando sulla proposta emersa alla cabina di regia, per la quale ,in caso di sanzioni, Comuni e altri enti attuatori contribuiranno al pagamento e finanzieranno gli interventi non ammessi al piano, ha detto: “Un articolo di legge che responsabilizza tutti, perché sarebbe singolare insistere perché rimanga un intervento nel Pnrr e tra un anno o due magari trovare giustificazioni e scaricare la responsabilità sul governo. Vi sono ritardi anche sulle scuole innovative, frutto di un approccio che non tiene conto né delle clausole contrattuali e in alcuni casi nemmeno della tempistica del Pnrr. Non mi riferisco alle istituzioni, ma più ai progettisti: penso che su questo bisogna accelerare e individuare anche la soluzione del problema. Non possiamo pensare che l’approccio al Pnrr sia quello dei precedenti programmi, sarebbe un errore molto grave. O noi abbiamo capacità di accelerare sul fronte della spesa e di migliorarne la qualità per favorire e accompagnare la crescita o il nesso con il rientro dal debito diventa assolutamente molto più complesso”.
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