di Federica Marengo venerdì 13 ottobre 2023
-Mentre a Gaza è in corso l’operazione di evacuazione dei civili dal Nord verso il Sud, prima che Israele sferri l’offensiva di terra e , i bombardamenti israeliani si estendono dalla Striscia al Libano, dopo una sospetta infiltrazione di terroristi, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, è atterrato in Israele per una visita nel sud del Paese, sui luoghi del raid di Hamas dello scorso fine settimana, cui seguirà una seconda tappa in Giordania.
Nella giornata di ieri, lo stesso Vicepremier e ministro Tajani aveva annunciato via X le il suo viaggio in Israele: “Domani (oggi), sarò in Israele per ribadire la nostra vicinanza ad un popolo ferito dalla violenza del terrorismo di Hamas. Poi, andrò in Giordania”.
Al centro dell’azione del titolare della Farnesina, che ha anche avuto un colloquio telefonico con l’omologo saudita (in quanto l’Arabia Saudita gioca un ruolo cruciale in Medio Oriente), la necessità del rilascio degli ostaggi, la de-escalation e l’argine all’allargamento del conflitto.
Stamane, invece, arrivato in Israele, a margine della visita a Netivot, vicino alla Striscia di Gaza, Tajani ha dichiarato: “Hamas è come l’Isis, come le SS, come la Gestapo, fanno le stesse cose , sono terroristi, degli assassini e stanno utilizzando come scudo il popolo palestinese, cosa che non è giusta; bisogna evitare che ci siano altri morti innocenti. Stiamo lavorando alla liberazione degli ostaggi, anche per gli italiani che sono qui. Siamo qui per dare la nostra solidarietà a Israele, sperando che si possa avere la pace. Israele ha il diritto di difendersi, ma sono sicuro che la reazione sarà proporzionata, farà di tutto per colpire solo Hamas e non i civili”.
Poi, all’ambasciata italiana di Tel Aviv, dove ha incontrato i parenti dei tre cittadini italo-israeliani scomparsi, presumibilmente presi in ostaggio da Hamas, ha dichiarato: “Siamo preoccupati per gli italiani. Sono quasi tutti rientrati, ma ce ne sono una decina che sono nella Striscia di Gaza e che ci risulta stiano andando verso sua. Abbiamo ricevuto l’appello da parte di tanti cristiani che sono nelle chiese della Striscia di Gaza e ho parlato di questo con il cardinale Pizzaballa”.
Quindi, il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, ha incontrato il presidente Herzog e l’omologo israeliano Eli Cohen, che ha affermato: “L’Italia è uno stretto e importante alleato dello stato di Israele. La visita qui ne è un’ulteriore prova. Ringrazio il mio buon amico, il ministro degli esteri Tajani per il vostro sostegno e la vostra solidarietà e per essere venuto al sud per mostrare al popolo di Israele, all’Italia e al mondo che l’Italia è con il popolo di Israele e sostiene il nostro diritto, senza riserve, di difendere i nostri cittadini contro l’organizzazione terroristica assassina Hamas”.
Infine, Tajani è giunto a Tel Aviv, dove ha dichiarato: “Ci auguriamo che non ci siano iniziative da parte di Hezbollah. In Libano ci sono i soldati italiani della missione delle Nazioni Unite Unifil, il nostro appello è quello di non avviare una nuova stagione che possa incendiare il Medio Oriente. Stiamo parlando con tutti i Paesi arabi che hanno un dialogo con Israele perché possano intercedere per la liberazione degli ostaggi. Dobbiamo lavorare per la pace”.
Atterrate in Israele , per portare la solidarietà della UE, anche la Presidente della Commissione europea, Von der Leyen, la Presidente del Parlamento europeo, Metsola e le ministre degli Esteri canadese, Joly e tedesca Baerbook.
La Presidente del Consiglio Meloni, invece, ieri sera, nell’ambito dei “contatti con i principali capi di Stato e di Governo delle Nazioni alleate e con i leader dei Paesi più coinvolti dalla profonda crisi in corso nella regione mediorientale”, ha avuto una conversazione telefonica con il Re di Giordania, Abdullah II Ibn Al Hussein, in cui, come riportato da una nota di Palazzo Chigi: la Premier Meloni “ ha riaffermato la volontà dell’Italia di contribuire alla sicurezza e alla stabilità in questa difficile fase della regione. Sono stati affrontati gli ultimi sviluppi della crisi in corso a seguito dell’aggressione di Hamas nei confronti di Israele. Il Presidente del Consiglio ha auspicato un rapido decremento del conflitto che non si deve allargare al resto della regione e il ruolo cruciale che ha in questo contesto la Giordania. I due leader hanno sottolineato l’importanza di continuare a coordinarsi sull’evolversi della crisi nei prossimi giorni”.
In tarda serata, poi, la Presidente del Consiglio è volata in Africa, con una delegazione dell’Eni, guidata dall’Ad. Descalzi, per la visita ufficiale, ridotta nei tempi per via della necessità di essere a Roma per seguire la crisi in Medio Oriente, nella Repubblica del Mozambico e nella Repubblica del Congo.
Al centro della missione, l’approvvigionamento energetico, la cooperazione economica e lo sviluppo dell’Africa, temi che, insieme all’illustrazione del Piano Mattei, saranno affrontati anche nella Conferenza Italia-Africa, inizialmente prevista per il 5 e il 6 novembre a Roma e poi spostata agli inizi di gennaio per via dell’attacco di Hamas a Israele, e nel G7 del 2024 a presidenza italiana.
Al termine del bilaterale con il Presidente della Repubblica del Mozambico, Filipe Nyusi, avvenuto nel Palazzo presidenziale di Maputo, entrambi hanno rilasciato delle dichiarazioni alla stampa.
La Premier ha quindi evidenziato: “Sono molto contenta di essere qui, tenevo a esserci e, anche nella delicata situazione internazionale, ho voluto garantire questa visita. Abbiamo dovuto restringere un po’ i tempi ma essere presenti è un’ulteriore testimonianza dei rapporti solidi che Italia e Mozambico intrattengono da molti anni, testimoniati anche dalla visita del presidente della Repubblica Mattarella e del ministro degli Esteri Tajani. Siamo due nazioni amiche che hanno imparato a lavorare insieme, si sono accompagnate nei momenti difficili, come accaduto qui durante la guerra di indipendenza, nella lotta al terrorismo, e come accade anche nel tentativo di rafforzare ulteriormente il nostro partenariato strategico che credo sia di estrema importanza. Ed è di estrema importanza, particolarmente in questa stagione storica. Credo si veda che questo governo italiano è particolarmente attento al ruolo che i Paesi e il continente africano giocano nell’attuale contesto. E credo si veda che la nostra idea è costruire da parte dell’Europa un approccio nuovo con l’Africa che non sia predatorio e paternalistico, che non sia un’idea di un’Africa che va aiutata con la carità ma sostenuta con le ricchezze che ha e possa vivere di sviluppo e benessere grazie a quelle ricchezze, con l’aiuto di nazioni che investono e costruiscono rapporti di lungo periodo. E’ esattamente quello che accade qui in Mozambico, particolarmente all’interno di progetti legati all’energia. Il governo italiano considera l’energia un fattore decisivo, soprattutto nel partneriato tra Europa e Africa. Ma può accadere anche in molti altri ambiti come l’agricoltura e le infrastrutture. Sono ancora molti gli ambiti che possiamo sperimentare nella nostra collaborazione, in vista anche del progetto strategico che presenteremo nella conferenza Italia-Africa che abbiamo dovuto rimandare. Abbiamo scelto di rinviare la conferenza Italia-Africa ai primi giorni di gennaio per cercare di capire meglio il quadro della situazione internazionale che intanto sta evolvendo. Il presidente Nyusi ha garantito non solo la cooperazione e la collaborazione del Mozambico nella stesura di quel Piano Mattei che noi vogliamo presentare alla conferenza Italia-Africa, ma anche la sua presenza. Dico la cooperazione nella stesura del piano perché non ci sarebbe niente di nuovo se noi pretendessimo di scrivere un piano da presentare all’Africa. Una cosa nuova può essere scriverlo insieme, e quindi capire dove vanno stabilite le priorità e come portare avanti insieme una strategia”.
A seguire, in un punto stampa, al termine dell’incontro con il Presidente della Repubblica del Mozambico, la Presidente Meloni , parlando della crisi in Medio-Oriente e dell’attacco di Hamas ad Israele, ha evidenziato: “Confesso di essere abbastanza preoccupata dallo scenario, bisogna evitare che il conflitto possa avere una escalation. E’ una fase molto delicata in cui bisogna mantenere il più alto livello possibile di interlocuzioni con gli alleati e gli attori che possono essere coinvolti. Deve far riflettere sui fatti di questi giorni che qualcuno possa emulare tale terrore. Sono stata estremamente colpita dal fatto che i miliziani di Hamas volessero riprendere scene così atroci. Sulla situazione a Gaza, quello umanitario è un tema su cui ci siamo mossi nei giorni scorsi, è una delle questioni poste ai nostri interlocutori per il ruolo di Giordania, Egitto, che può essere importante. C’è anche il tema degli ostaggi, la situazione è delicata; quello che si può fare è continuare a dialogare. Non è facile la posizione di Israele dopo le immagini che si sono viste, bisogna muoversi con cautela”.
Dall’Opposizione, l’intervento della segretaria del Pd, Schlein, che sull’attacco di Hamas a Israele ha dichiarato: “Ci siamo schierati tutti al fianco di Israele, senza ambiguità, nel condannare nettamente l’attacco terroristico di Hamas, di una violenza efferata contro i civili israeliani. Ora è il tempo di fare ogni tentativo per evitare un’escalation del conflitto e nuove vittime innocenti. Chiamiamo tutta la comunità internazionale a ogni sforzo per fare valere le ragioni della convivenza pacifica tra due popoli e due Stati”.
Intanto, il Governo continua a lavorare alla Manovra (previsto per stasera l’ultimo incontro con le parti sociali e le associazioni datoriali , presieduto dal Sottosegretario Mantovano, dal ministro dell’Economia Giorgetti, dal Viceministro dell’Economia Leo e dalla ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Calderone), che lunedì approderà in Consiglio dei Ministri , insieme con il Documento programmatico di Bilancio da inviare a Bruxelles e il decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio, in cui, come confermato dal Viceministro all’Economia, Leo, nel corso di un convegno universitario sul Fisco, conterrà “la global minimum tax, con provvedimenti sulla fiscalità internazionale riguardanti la residenza di persone e imprese e un altro decreto sull’Irpef, che toccherà l’accorpamento delle prime 2 aliquote, e sulla mini-Ires, mantenendo il regime esistente, con agevolazioni in caso di investimenti qualificati e assunzioni”.
Il ministro dell’Economia Giorgetti, invece, ha preso parte all’Assemblea annuale del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale a Marrakech, tenendo degli incontri e delle riunioni con il G7 e il G20, a margine dei quali, rispondendo alle domande dei cronisti, ha dichiarato: “Al Fondo Monetario Internazionale ho illustrato i numeri della Manovra e della Nadef e i nostri punti di forza come Paese. L’Fmi si lamenta da un lato che facciamo deficit, i sindacati che diamo loro troppo poco. Noi crediamo di aver trovato un giusto equilibrio per mettere a disposizione risorse per i ceti deboli e il rigore sui conti. La Bce fa il suo mestiere nella lotta all’inflazione, io sono un politico e devo tenere conto di tutto, dell’economia reale, delle famiglie e delle imprese e credo sia un mestiere più difficile di quello del presidente della banca centrale. C’è una preoccupazione generale sull’evoluzione che può prendere il conflitto in Medio Oriente e gli effetti di instabilità”.
Proprio in merito all’agitazione dei mercati e all’instabilità , riflessesi sullo Spread, che oggi ha chiuso in rialzo a 203 punti base , il governatore uscente della Banca d’Italia Visco, anch’egli all’assemblea annuale del FMI, ai microfoni di Bloomberg Tv, ha assicurato: “I recenti timori sul debito italiano devono essere meglio compresi, ma non ci sono segnali che lo spread italiano abbia raggiunto un livello che porti a un’azione della Bce”.
Inoltre, al riguardo, il direttore per l’Europa del FMI, Kammer, in un’intervista a Il Sole24 Ore Radiocor, ha detto: “L’obiettivo del governo italiano di registrare una crescita del pil dell’1,2% nel 2024 è ambizioso ma è anche fattibile. E’ fattibile perché se i fondi del Next Generation Eu dovessero essere attivati l’anno prossimo, allora potrebbero fornire quello stimolo per raggiungere effettivamente l’obiettivo dell’1,2. Quindi semplicemente tenendo conto di questo fattore è un numero che può essere raggiunto. Per noi, tuttavia, ciò che è più importante per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi Next Generation EU non è l’impatto fiscale a breve termine, ma il fatto che sia le riforme che gli investimenti portano a un aumento della produttività e della capacità produttiva dell’economia di lungo termine. E questo è il punto fondamentale”.
Quindi sul taglio delle stime per l’Italia fatto dallo stesso FMI sia per il 2023 che per il 2024 allo 0,7%, (pari a -0,4% per il 2023 rispetto all’anno in corso), ha spiegato: “La riduzione è stata dovuta alla crescita negativa registrata nel secondo trimestre rispetto al trimestre precedente a causa del calo degli investimenti con la fine del superbonus; La revisione al ribasso è stata principalmente una presa di coscienza di quanto avvenuto nel secondo trimestre, che è stata una manifestazione di ciò che abbiamo visto accadere con il superbonus. Quindi in gran parte è stato un fattore di trascinamento meccanico che farà sentire i suoi effetti anche l’anno prossimo. Ma questo non è un segnale che le cose stanno andando male in Italia”.
Da qui, per Kammer e per il FMI , la necessità per l’Italia di un aggiustamento fiscale più ambizioso e rapido e della crescita della produttività: “La nostra raccomandazione è che l’aggiustamento fiscale dovrebbe essere più ambizioso e una buona parte dell’aggiustamento dovrebbe essere messa in campo in tempi rapidi. La ragione per questo è che ci troviamo in una situazione in cui in Italia deve fronteggiare un alto debito con costi di finanziamento che rimarranno più alti per un periodo più lungo e questo comporterà esigenze di rifinanziamento più elevate. Questo significa che i rischi di questa situazione devono essere mitigati, e possono essere mitigati mostrando più ambizione e anche mettendo in campo tempestivamente le misure necessarie. Questo invia un segnale ai mercati sul riconoscimento della necessità di affrontare il problema di un debito più elevato. Abbiamo bisogno di una crescita più elevata in generale e il Next Generation EU contribuirà in tal senso. Quando guardo al Next Generation EU, ha due elementi molto importanti per noi. Ha una parte di investimenti pubblici che contribuirà ad aumentare la capacità produttiva. E, cosa molto importante, impone la necessità di attuare difficili riforme strutturali. Le riforme strutturali sono difficili per qualsiasi governo perché i costi politici si presentano nel breve termine, mentre i benefici sono nel lungo termine. Quando guardiamo all’Italia e a molti altri paesi europei, si tratta di aumentare la crescita della produttività e, in generale, di favorire una crescita più elevata. Questo avrà anche un enorme effetto positivo sulla situazione fiscale”.
In ultimo, su riforma del Patto di Stabilità e Crescita , il direttore Del dipartimento UE del FMI, Kammer, ha sottolineato: “La Riforma delle regole fiscali la vediamo come un’opportunità, perché le regole fiscali attualmente in vigore non hanno raggiunto alcuni degli obiettivi prefissati. Nei periodi difficili i governi dovrebbero spendere nei periodi favorevoli risparmiare ma questo non è avvenuto e il patto nella versione attuale non ha incentivato questo comportamento. Quando guardiamo alle nuove regole fiscali, ci aspettiamo che soddisfino alcuni di questi e uno di questi obiettivi è avere un debito sostenibile, limitando e riducendo i rischi fiscali. Dovrebbero aiutare anche a proteggere gli investimenti. Ci sono diversi obiettivi che ci aspettiamo dalle nuove regole fiscali, e ci aspettiamo che i paesi ne traggano beneficio perché il patto fornisce un ancoraggio, un quadro, uno strumento di comunicazione, anche per la popolazione, su cosa deve essere fatto e come deve essere fatto. Per i paesi ad alto debito, ciò significa ridurre i deficit. Significa abbattere i livelli di debito elevati che richiederanno alla fine una riprioritizzazione delle spese e della gestione delle entrate. E non bisogna dimenticare di ricordare sempre che un ruolo importante per gestire le situazioni di alto debito e alto deficit è veramente quella di far crescere l’economia, perché ciò fa una differenza enorme. Quindi, questo quadro dovrebbe aiutare i paesi europei, compresi quelli ad alto debito, a ridurre il debito e a spiegare alla popolazione quali obiettivi si pone e come viene attuato. Dovrebbe anche contribuire a creare fiducia tra i membri dell’Unione europea, affinché ognuno faccia la sua parte per preservare l’unione economica”.
Fondamentale è quindi per il Governo l’attivazione e la messa a terra del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Proprio in tal senso, un nota di Palazzo Chigi ha annunciato che “proseguiranno nella prossima settimana le riunioni della Cabina di Regia presiedute dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto. Cinque, saranno i tavoli convocati: da lunedì 16 a mercoledì 18 ottobre, nella Sala Verde di Palazzo Chigi. All’ordine del giorno, la proposta di rimodulazione del Piano, il monitoraggio degli obiettivi della quinta rata e la verifica relativa agli obiettivi della quarta, a seguito della richiesta di pagamento di 16,5 miliardi, inviata lo scorso 22 settembre alla Commissione europea”.
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