di Federica Marengo venerdì 6 ottobre 2023
-Si è conclusa oggi, la due giorni del vertice della Comunità UE e del Consiglio informale, svoltasi presso il Palazzo dei Congressi di Granada.
La Presidente del Consiglio Meloni, nella giornata di ieri, al termine di una riunione convocata a sorpresa ,a margine del vertice della Comunità UE, ha incassato dai leader e dai Capi di Stato partecipanti , gli omologhi di Regno Unito, Sunak, dei Paesi Bassi, Mark Rutte, ed Albania, Edi Rama, cui si sono aggiunti la Presidente della Commissione UE von der Leyen e il Presidente francese Macron (non presenti, invece, il Premier spagnolo Sanchez e il cancelliere tedesco Scholz) , il via libera a un patto a 6 Paesi in 8 punti, che prevede: al primo punto , l’impegno ad adottare “azioni vigorose, insieme e in cooperazione con i Paesi partner, per contrastare il traffico di migranti lungo le rotte e alle frontiere esterne, anche attraverso un’azione congiunta per chiudere le catene di approvvigionamento delle bande organizzate attraverso lo scambio di informazioni, la cooperazione operativa e misure per fermare tutti le navi coinvolte nel traffico e in campagne di sensibilizzazione”.
Al secondo, quello di “aggiornare il quadro giuridico per rafforzare la lotta contro i trafficanti di esseri umani, garantendo l’armonizzazione dei reati e lavorando insieme a livello delle Nazioni Unite”.
Al Terzo, di: “Sviluppare partenariati globali con i Paesi chiave per affrontare le cause profonde della migrazione e sostenere lo sviluppo sostenibile attraverso azioni di istruzione, creazione di posti di lavoro e adattamento climatico”.
Al Quarto, di: “Sostenere i Paesi partner nel rafforzare la protezione delle frontiere per prevenire attraversamenti di frontiera non autorizzati, nonché le capacità di ricerca e soccorso, attraverso il dispiegamento di personale, attrezzature e altro materiale”.
Al Quinto punto di impegnarsi a “sostenere i Paesi partner, anche attraverso l’Unhcr e l’Oim, fornendo adeguati livelli di finanziamento per garantire una risposta adeguata ai movimenti misti garantendo protezione e rafforzando il ritorno volontario assistito e la reintegrazione”.
Al Sesto di : “rafforzare la cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione, sostenendosi a vicenda attraverso una rete di ufficiali di collegamento nei Paesi partner, la condivisione di competenze, la sensibilizzazione diplomatica e le operazioni di rimpatrio”.
Al Settimo di : “fornire opportunità di ammissione umanitaria e reinsediamento a coloro che hanno diritto alla protezione e altri percorsi legali”.
All’ Ottavo, di : “Rafforzare la cooperazione sulla politica dei visti e riconoscere l’importanza di regimi di visti efficaci nel controllare la migrazione irregolare e garantire la cooperazione sulle riammissioni”.
Inoltre, la Premier Meloni e il Primo ministro britannico Sunak, hanno scritto una lettera congiunta, pubblicata da Il Corriere della Sera e dal The Times, nella quale si legge: “Ogni settimana, migliaia di migranti attraversano il Mediterraneo per raggiungere l’Italia, entrando illegalmente in Europa. Molti si dirigono verso Nord e attraversano la Manica per raggiungere il Regno Unito. Questo è il motivo per cui, in qualità di capi dei governi di Italia e Regno Unito, stiamo lavorando insieme per fermare le imbarcazioni e chiediamo a tutti di agire con lo stesso senso di urgenza .È una crisi etica, con bande criminali che sfruttano e traggono profitto dalla miseria dei più vulnerabili. È una crisi umanitaria, con naufragi di imbarcazioni non sicure che quest’anno hanno già provocato oltre 2.000 vittime. Ed è una crisi europea: come ha indicato la Presidente von der Leyen durante la sua visita a Lampedusa il mese scorso, sono gli Stati nazionali a decidere chi arriva in Europa, non gli scafisti e i trafficanti. Abbiamo una posizione comune e ora è il momento di agire. Solo fermando il flusso di migranti irregolari possiamo ripristinare la fiducia dei cittadini britannici e italiani, non solo nei nostri confini nazionali, ma anche nella cooperazione europea e internazionale. Solo fermando il flusso di migranti illegali possiamo proteggere il ruolo storico delle nostre due Nazioni come luoghi di asilo e rifugio. Come possiamo prenderci cura di coloro che hanno davvero bisogno del nostro aiuto, quando i nostri sistemi di accoglienza sono così sotto pressione? La nostra determinazione nell’affrontare questo problema sta già dando risultati. Ha portato ad un cambio di passo nel dibattito in tutta Europa. Le Nazioni del nostro continente stanno riconoscendo che l’approccio attuale non funziona. È sempre più ampia la consapevolezza della necessità di una cooperazione più stretta e di misure più severe per reprimere i trafficanti di esseri umani. Per questo motivo, in collaborazione con i partner europei e del nostro vicinato, siamo aperti a discutere nuovi intese volte a bloccare le partenze. Il «Processo di Roma» su sviluppo e migrazione sarà cruciale per promuovere nuovi partenariati in Medio Oriente e Nord Africa. Dobbiamo stroncare le bande di trafficanti e per questo accogliamo con favore il recente piano in 10 punti della Presidente von der Leyen che prevede iniziative in tal senso. E dobbiamo rafforzare la nostra capacità di coordinamento operativo e di condivisione delle informazioni. partenariati del Regno Unito in materia di migrazione con Paesi come l’Albania e la Francia stanno già dando risultati e Londra sta lavorando intensamente a nuove iniziative bilaterali con partner chiave come il Belgio, la Turchia e con l’Agenzia Ue Frontex .Ma dobbiamo andare molto oltre. Anche ieri, a margine del Vertice della Comunità Politica Europea ospitato dalla Spagna, abbiamo discusso con i nostri omologhi di tutta Europa su come combattere al meglio la criminalità organizzata legata all’immigrazione. I gruppi criminali stanno mettendo in campo nuove tattiche per sfuggire alla giustizia e impongono un cambio di passo nella nostra risposta, in particolare per distruggere le loro catene di approvvigionamento. E nel corso di incontro con la Commissione Europea e le Nazioni europee tra le più colpite dal fenomeno, che abbiamo organizzato congiuntamente, è stato concordato di sostenersi l’un l’altro nell’affrontare le sfide poste dalla migrazione illegale Siamo orgogliosi che l’Italia e il Regno Unito stiano lavorando fianco a fianco in questo ambito, perché in questa e in molte altre aree le nostre prospettive e i nostri obiettivi sono gli stessi. Infatti, oggi siamo due tra le Nazioni più vicine in Europa. Insieme abbiamo dato l’esempio per quanto riguarda l’Ucraina, come due dei più convinti sostenitori di Kiev sulla scena mondiale e fornendo un risoluto sostegno a 360°. Il popolo ucraino sta dimostrando un coraggio straordinario nel difendere il Paese che ama contro l’aggressione illegale della Russia e ci vedrà al suo fianco per tutto il tempo necessario. Come membri della Nato, continueremo a lavorare insieme per rafforzare la sicurezza europea contro le minacce e l’instabilità, ovunque esse si presentino. Il Regno Unito e l’Italia, insieme al Giappone, hanno recentemente avviato un partenariato senza precedenti per la costruzione della prossima generazione di caccia da combattimento, per rafforzare la nostra difesa collettiva e creare al contempo posti di lavoro e crescita per le nostre economie. Il nostro ruolo guida congiunto non finisce qui. Nel corso del prossimo autunno, ci incontreremo di nuovo quando il Regno Unito ospiterà il primo Vertice globale sulla sicurezza dell’Intelligenza artificiale. E nel 2024, con la Presidenza italiana del G7 e il Regno Unito che ospiterà il prossimo vertice della Comunità Politica Europea, metteremo tematiche pressanti come queste — dalla migrazione illegale alla guerra in Ucraina all’Intelligenza artificiale — in cima all’agenda internazionale. Insieme, il Regno Unito e l’Italia stanno ricercando soluzioni strutturate e di lungo periodo alle maggiori sfide globali con cui ci confrontiamo. È per questo che al Vertice di ieri ci siamo concentrati sulla migrazione illegale ed è per questo che siamo determinati a fare tutto il necessario per fermare le bande criminali, a porre fine a questa crisi etica e umanitaria una volta per tutte e a ripristinare la legalità in ambito migratorio”.
La Presidente del Consiglio Meloni, poi, nella giornata conclusiva di oggi, ha avuto un colloquio bilaterale ,prima dell’inizio dei lavori del Consiglio informale UE, con il Primo ministro polacco Morawiecki , nel quale, come si legge in una nota di Palazzo Chigi: “ I due Capi di Governo si sono lungamente intrattenuti sui temi in agenda, a partire dal sostegno europeo all’Ucraina, dai temi della sicurezza e difesa, dalla resilienza e competitività della base industriale europea, alle prospettive del processo di allargamento dell’Unione nonché sui temi migratori”.
Proprio il Primo ministro polacco Morawiecki , insieme con il Primo ministro ungherese Orban, si è opposto all’approvazione della norma sulle crisi migratorie contenuta nel Patto sulle migrazioni e l’asilo.
Una contrarietà che, ad ogni modo, per il Presidente francese Macron e per gli altri leader e Capi di Stato e di Governo, “non bloccherà una decisione a maggioranza qualificata”.
A seguire, poi, la Premier Meloni, a margine dello stesso Coniglio, in cui si è discusso oltre che di immigrazione, anche di : guerra in Ucraina, allargamento della UE , intelligenza artificiale, lavoro fatto a Bruxelles, a partire dalla pandemia da Covid e dalla guerra in Ucraina, la nuova Agenda strategica europea, con particolare riferimento a due grandi macro tematiche, quali il nesso fra allargamento e riforme legato alla questione della capacità di “assorbimento” delle nuove entrate con diversi Paesi “anziani” che potrebbero passare da maggiori beneficiari dei fondi di coesione a contribuenti netti, e l’autonomia strategica dell’Unione europea, volta a ottenere una sempre più crescente indipendenza economica e industriale, ha tenuto un “lungo” incontro bilaterale con il cancelliere tedesco Scholz, nel quale, secondo quanto riportato da una nota di Palazzo Chigi: “I due Capi di Governo hanno discusso dei principali temi europei al centro del Consiglio, con particolare riguardo alla questione migratoria, esprimendo soddisfazione per l’intesa raggiunta a Bruxelles sul Regolamento “Crisi e forza maggiore”. I due leader, nel constatare l’ottimo livello della cooperazione tra Roma e Berlino, si sono dati appuntamento al Vertice intergovernativo italo-tedesco, che si terrà in Germania a fine novembre”.
Il cancelliere tedesco Scholz, a sua volta, in conferenza stampa, ha dichiarato: “Siamo entrambi molto contenti di essere riusciti a trovare l’ultimo elemento fondamentale del diritto europeo in materia di asilo. La riforma è diventata possibile. Abbiamo avuto conversazioni molto intense in cui con Meloni abbiamo trovato una comprensione molto pragmatica. Penso che saremo in grado di garantire in modo molto pratico che non lavoriamo gli uni contro gli altri, ma gli uni con gli altri”.
Poi, in merito alla decisione di Berlino di finanziare con fondi pubblici il salvataggio in mare dei migranti nel Mediterraneo da parte delle Ong ha spiegato che: “il denaro è stato approvato dal Bundestag e non dal Governo federale” e di “Non aver presentato la domanda” e di “Non aver avuto nessun ruolo diretto”.
Al termine del vertice, la Presidente Meloni, in un punto stampa, ha dichiarato: “Il primo obiettivo è combattere le reti di trafficanti di migranti, che sono reti criminali. C’è un consenso unanime per il lavoro fatto con la Tunisia. Tutti ci dicono che il lavoro con Tunisi deve essere replicato con altri Paesi del Nord Africa e non solo. Sono assolutamente d’accordo con chi chiede di dare nuove risorse europee non al capitolo migratorio, ma all’Africa. L’Europa, con l’Africa, deve costruire una partnership completamente diversa dal passato”.
Quindi , sulle posizioni contrarie al Patto sulle migrazioni e l’asilo di Polonia e Ungheria, la Premier, ha sottolineato: “La percezione tra Roma, Varsavia e Budapest è diversa per una questione soprattutto geografica. Tuttavia, loro capiscono la posizione italiana; la loro posizione la comprendo perfettamente e non pregiudica il nostro lavoro“.
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