di Federica Marengo lunedì 1°maggio 2023
“Nel giorno della Festa del lavoro, il governo sceglie di lavorare e dare risposte a coloro che legittimamente aspirano a cambiare la loro posizione e lo facciamo con una serie di provvedimenti articolati, tra questi il più importante taglio delle tasse degli ultimi decenni. Tagliamo il cuneo di 4 punti e questo si somma a quello che avevamo già fatto in legge di bilancio; abbiamo un taglio di 6 punti percentuale per chi ha redditi fino a 35.000 euro e di 7 punti per i redditi fino a 25000 euro. È una scelta di cui io vado profondamente fiera. Abbiamo liberato un tesoretto da 4 miliardi grazie al coraggio di alcuni provvedimenti che avevamo portato avanti ed oggi lo destiniamo al più al più importante taglio delle tasse degli ultimi decenni; il taglio del cuneo porterà fino a 100 euro in busta paga in un momento come questo in cui c’è l inflazione che galoppa. Io non riesco a capire chi riesce a polemizzare perfino su questa scelta. Quanto all’assegno di inclusione, varato in sostituzione del reddito di cittadinanza, noi distinguiamo chi può lavorare da chi non può farlo. Per chi non può confermiamo, anzi aumentiamo i fondi per le famiglie in difficoltà , ma chi può lavorare viene inserito con un percorso di formazione. Ci occupiamo del lavoro e delle persone con disabilità incentivando le assunzioni. Io sonomolto fiera che il governo abbia scelto di festeggiare il Primo maggio con i fatti e non con le parole e credo fosse dovuto un ulteriore sostegno ad un’economia che pur difficoltà ci sta dando grandi soddisfazioni con una crescita superiore alle altre nazioni europee. Buon Primo maggio e adesso al lavoro”.
Con queste parole, pronunciate in un videomessaggio pubblicato sui suoi profili social, la Presidente del Consiglio Meloni ha annunciato l’approvazione in Consiglio dei Ministri del Dl Lavoro, contenente misure fiscali per i lavoratori, misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro, norme sulla sicurezza nell’alternanza Scuola-Lavoro e la riforma del Reddito di Cittadinanza.
Ma vediamo nel dettaglio quali sono le misure presenti nella bozza del decreto, a cominciare da quelle relative al cuneo fiscale, così come illustrate nel comunicato stampa diramato da Palazzo Chigi al termine del CdM, in cui si legge: Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro.Il testo interviene con misure volte a ridurre il cuneo fiscale, per la parte contributiva, nei confronti dei lavoratori dipendenti con redditi fino a 35.000 euro lordi annui; a contrastare la povertà e l’esclusione sociale, con particolare attenzione per le famiglie al cui interno siano presenti soggetti fragili, minori o anziani; a promuovere politiche attive del lavoro, con l’obiettivo di assicurare un’adeguata formazione a chi non ha un’occupazione ed è in grado di svolgere un’attività lavorativa e di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Si introducono poi interventi urgenti volti a rafforzare le regole di sicurezza sul lavoro e di tutela contro gli infortuni e si modifica la disciplina del contratto di lavoro a termine
Misure a sostegno dei lavoratori e per la riduzione della pressione fiscale: Si innalza, dal 2 al 6 per cento, l’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023 (con esclusione della tredicesima mensilità). L’esenzione è innalzata al 7 per cento se la retribuzione imponibile non eccede l’importo mensile di 1.923 euro.Si conferma l’incremento della soglia dei fringe benefit a 3.000 euro per il 2023, esclusivamente per i lavoratori dipendenti con figli a carico.Si prevede una estensione ai genitori vedovi della maggiorazione dell’assegno unico prevista per i nuclei familiari in cui entrambi i genitori siano occupati.
Misure di inclusione sociale e lavorativa, di accompagnamento al lavoro e di incentivazione dell’occupazione giovanile: Dal 1° gennaio 2024, si introduce una misura nazionale di contrasto alla povertà, che consiste in una integrazione al reddito in favore dei nuclei familiari che comprendano una persona con disabilità, un minorenne o un ultra-sessantenne e che siano in possesso di determinati requisiti, relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche. Il beneficio mensile, di importo non inferiore a 480 euro all’anno esenti dall’IRPEF, sarà erogato dall’INPS attraverso uno strumento di pagamento elettronico, per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi. Il nucleo beneficiario sarà tenuto a sottoscrivere un patto di attivazione digitale e a presentarsi, con cadenza trimestrale, presso i patronati o i servizi sociali e i centri per l’impiego, al fine di aggiornare la propria posizione. Per i soggetti occupabili, cioè coloro che hanno una età compresa tra i 18 e i 59 anni e non rientrano tra le categorie individuate come “fragili”, è prevista la decadenza dal beneficio nel caso di rifiuto di una offerta di lavoro a tempo pieno o parziale, non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi e che sia, alternativamente: a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale; a tempo determinato, anche in somministrazione, se il luogo di lavoro non dista oltre 80 km dal domicilio. Per evitare il godimento irregolare del beneficio, sono previsti un adeguato regime sanzionatorio e una specifica attività di vigilanza da parte del personale ispettivo dell’Ispettorato nazionale del lavoro (INL), dell’INPS, della Guardia di finanza e dei Carabinieri .I datori di lavoro privati che intendano assumere i beneficiari potranno fruire, a determinate condizioni, di incentivi nella forma di un esonero contributivo previdenziale. Ai patronati, alle associazioni senza fini di lucro e agli altri enti di mediazione sarà riconosciuto, per ogni persona con disabilità assunta a seguito dell’attività da loro svolta, un contributo compreso tra il 60 e l’80 per cento di quello riconosciuto ai datori di lavori.Ai soggetti di età compresa fra i 18 e 59 anni in condizioni di povertà assoluta, facenti parte di nuclei familiari privi dei requisiti per accedere al sostegno al reddito e ai componenti di nuclei che invece lo percepiscono e che non siano calcolati nella scala di equivalenza, è riconosciuto un diverso contributo, volto a sostenere il percorso di inserimento lavorativo, anche attraverso la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive. Tra tali misure rientra anche il servizio civile universale, per accedere al quale sono previste deroghe ai limiti di età e quote di riserva nei relativi bandi. Al fine di beneficiare dello strumento, i soggetti interessati dovranno registrarsi su una piattaforma informatica nazionale, rilasciare una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, rispondere a determinati requisiti e sottoscrivere un patto di servizio personalizzato, a seguito del quale potranno ricevere offerte di lavoro o essere inseriti in specifici progetti di formazione. Durante la partecipazione ai programmi formativi, per un massimo di dodici mensilità, gli interessati riceveranno un beneficio economico pari a 350 euro mensili. Inoltre, per favorire l’occupazione giovanile sono previsti incentivi pari al 60 per cento della retribuzione per un periodo di 12 mesi, a favore dei datori di lavoro che assumono giovani sotto i trenta anni di età, non inseriti in programmi formativi e registrati nel PON “Iniziativa Occupazione Giovani”. L’incentivo è cumulabile con l’esonero contributivo nella misura del 100 per cento, per un periodo massimo di trentasei mesi, e con altri incentivi previsti dalla legislazione vigente.
Misure sui contratti a termine: Si apportano modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a termine (cosiddetto “tempo determinato”), variando le causali che possono essere indicate nei contratti di durata compresa tra i 12 e i 24 mesi (comprese le proroghe e i rinnovi), per consentire un uso più flessibile di tale tipologia contrattuale, mantenendo comunque fermo il rispetto della direttiva europea sulla prevenzione degli abusi. Pertanto, i contratti potranno avere durata superiore ai 12 mesi, ma non eccedente i 24 mesi: nei casi previsti dai contratti collettivi; per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva, e in ogni caso entro il termine del 31 dicembre 2024;per sostituire altri lavoratori.
Rafforzamento delle regole di sicurezza sul lavoro, di tutela contro gli infortuni e dei controlli ispettivi: Si istituisce, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative.Si prevedono, tra l’altro: l’obbligo per i datori di lavoro di nominare il medico competente se richiesto dalla valutazione dei rischi; l’estensione ai lavoratori autonomi di alcune misure di tutela previste nei cantieri; l’obbligo di formazione specifica in capo al datore di lavoro nel caso di utilizzo di attrezzature di lavoro per attività professionali e conseguenti sanzioni in caso di inosservanza.Si introducono, inoltre, disposizioni in materia di condivisione dei dati per il rafforzamento della programmazione dell’attività ispettiva e di vigilanza nella Regione siciliana e nelle province autonome di Trento e di Bolzano.
Disegno di legge in materia di lavoro: Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, ha approvato, con procedura d’urgenza, un disegno di legge in materia di lavoro. Di seguito alcune tra le principali previsioni.
Contributo per le assunzioni di persone con disabilità
La disposizione prevede il riconoscimento per enti e organizzazioni di un contributo per ogni persona con disabilità assunta a tempo indeterminato tra il 1° agosto 2022 ed il 31 dicembre 2023.
Modifiche in materia di somministrazione di lavoro
Si eliminano i limiti percentuali relativi alle assunzioni con il contratto di apprendistato in regime di somministrazione e quelli quantitativi in caso di somministrazione a tempo indeterminato di specifiche categorie di lavoratori (lavoratori in mobilità, soggetti disoccupati non del settore agricolo).
L’esenzione dal rispetto dei limiti quantitativi nell’utilizzo di personale in somministrazione, già prevista per altre fattispecie, si estende al caso in cui tale personale sia assunto dal somministratore con rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
Sospensione della prestazione di cassa integrazione
Si estende ai rapporti di lavoro di durata pari o inferiore a sei mesi la disciplina già prevista per quelli di durata superiore, che prevede che il lavoratore non abbia diritto all’integrazione soltanto per le giornate di lavoro effettuate”.
Il Consiglio dei Ministri, poi, su proposta del Ministro per le disabilità Alessandra Locatelli, “ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che, in attuazione dell’articolo 2, comma 2, lettera e), della legge 22 dicembre 2021, n. 227, introduce norme relative alla riqualificazione dei servizi pubblici per l’inclusione e l’accessibilità. Le disposizioni mirano a garantire l’uniformità della tutela dei lavoratori con disabilità sul territorio nazionale e l’accessibilità ai servizi forniti dalle pubbliche amministrazioni ai fini della loro piena inclusione. Si introduce un’apposita figura qualificata nell’ambito delle pubbliche amministrazioni, preposta alla programmazione strategica della piena accessibilità delle amministrazioni da parte delle persone con disabilità. A tale figura spetta il compito di individuare le modalità e le azioni dirette a realizzare la piena accessibilità alle amministrazioni, fisica e digitale, da parte dei cittadini ultrasessantacinquenni e dei cittadini con disabilità; la stessa figura propone tali attività tra gli obiettivi programmatici e strategici della performance dell’amministrazione. Inoltre, gli obiettivi di tutela e accessibilità delle persone con disabilità nell’esercizio delle prestazioni lavorative e nell’accesso e fruizione dei servizi della pubblica amministrazione entrano a far parte del sistema di valutazione dei risultati anche in relazione alla responsabilità dei dirigenti. Infine, si estende il campo di applicazione dell’azione collettiva nei confronti delle pubbliche amministrazioni nei casi di mancata attuazione o violazione dei livelli essenziali per l’inclusione sociale e l’accessibilità delle persone con disabilità o degli obblighi previsti”.
L’approvazione del Decreto Lavoro è stata quindi così commentata dal ministro dell’Economia Giorgetti, sottolineando: “Investiamo sui lavoratori e le famiglie. Abbassiamo le tasse fino a 7 punti per i redditi più bassi: è un aiuto reale contro il carovita e la risposta concreta alle chiacchiere. Entrano in vigore anche ulteriori benefici per i lavoratori che hanno figli. Continuiamo sulla strada responsabile della crescita concentrandoci sulle emergenze sociali”, riecheggiato dal Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvini, che, sui suoi profili social, ha scritto: “Approvato al Consiglio dei Ministri del Primo Maggio: aumenti dagli 80 ai 100 euro mensili in busta paga fino a dicembre. Dalla sinistra e dai sindacati del NO le solite polemiche e i soliti cortei (con fantocci, insulti e bandiere bruciate), dalla Lega e dal centrodestra al governo taglio di tasse e aumento degli stipendi per milioni di lavoratrici e lavoratori”.
La ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Calderone, invece, ha dichiarato: “L’assegno di inclusione interesserà i fragili e quindi i nuclei familiari con over60, componenti con disabilità o minorenni. Poi è prevista un’altra misura che è di attivazione al lavoro, un percorso per il lavoro in cui l’elemento importante è che chi vuole intraprendere questo percorso deve manifestare la sua volontà dando una manifestazione di attivazione”.
Critici sul Decreto, come già si erano detti ,ieri prima e dopo il confronto svoltosi con la Premier Meloni, a Palazzo Chigi, i sindacati Cigl, Cisl e Uil, oggi in piazza a Potenza, città scelta,“come simbolo della difficile situazione del Meridione, ma anche come luogo dal quale partire per una nuova stagione di rilancio e crescita del Sud”, per la manifestazione del Primo maggio, quest’anno dedicata al 75° anniversario della Costituzione, richiamando il primo articolo, con lo slogan “Fondata sul lavoro”, cui ha fatto da eco il tradizionale Concerto in Piazza San Giovanni a Roma.
Per il segretario della Cgil, Landini, che ha definito “irrispettosa” la decisione del Governo di riunirsi in CdM oggi, Festa dei Lavoratori: “Oggi l’Italia non è più, come recita la Costituzione, una Repubblica fondata sul lavoro, ma una Repubblica fondata sullo sfruttamento, sulla precarietà, sulla povertà e sul fatto che si può essere poveri anche lavorando. Il governo sta mettendo delle toppe ma serve una strategia. Non si può andare avanti a colpi di propaganda. Oggi è il momento di rilanciare con forza la mobilitazione. Le ragioni ci sono tutte e rimangono. Bisogna cambiare le politiche economiche e sociali che sono sbagliate. Abbiamo chiesto l’apertura di “una trattativa” anche sulla riforma fiscale. Nel metodo abbiamo posto il tema che un confronto non può avvenire la domenica sera e la sera prima che il Consiglio dei ministri decida: è un problema anche di sostanza. E non abbiamo visto alcun testo, anche questo non è un metodo per noi accettabile. Vuol dire non riconoscere ai sindacati il ruolo che possono svolgere. Il decreto sul lavoro allarga la precarietà, liberalizza i contratti a termine e aumenta i voucher, fa cassa sul reddito. Non è quello che serve al nostro paese e non è il metodo per affrontarlo. Sul cuneo fiscale, siamo di fronte a un provvedimento che va nella direzione delle richieste che abbiamo fatto, un primo risultato ma è una tantum, perché non è strutturale in quanto vale per i prossimi 5 mesi, parte da luglio, non è neanche conteggiato sulla tredicesima, e stiamo parlando di un aumento di 50/60 euro al mese che si aggiungono a quelli che erano stati già ottenuti, è una misura importante ma transitoria e insufficiente per rispondere al problema della tutela del potere d’acquisto dei salari”.
Per il segretario della Cisl, Sbarra: “Bisogna ripartire dalla centralità del lavoro. Il filo del dialogo con il governo nelle ultime settimane è caduto, con troppi provvedimenti approvati senza coinvolgere le parti sociali. Quel filo deve essere ripreso e rafforzato. Reso stabile e affidabile. La qualità e la stabilità del lavoro siano l’assillo costante delle istituzioni, come ha detto il Capo dello Stato. Il taglio del cuneo fiscale non basta. Apprezziamo che il governo abbia raccolto la nostra richiesta sul taglio del cuneo, è un segnale importante. Ma insufficiente. Va reso strutturale. Quanto al Mezzogiorno, se non riparte, non riparte il Paese. Oggi è un giorno che unisce le lavoratrici e i lavoratori, tutti. Donne e uomini, del nord e del sud, di diverse generazioni, di ogni cultura o fede, qualunque sia l’etnia o il paese di provenienza. Il Primo maggio è anche memoria di tante conquiste sindacali e insieme promessa di un impegno che continua. Per eliminare lo sfruttamento. Per avanzare sul terreno delle tutele e dei diritti. Per rendere il lavoro, sempre di più, un’attività umana degna. È questo che oggi noi vogliamo affermare. La dignità del lavoro. Il lavoro come partecipazione di ognuno alla crescita della comunità. Lavoro che deve crescere in qualità e quantità. Il cui sviluppo, come ha detto solo due giorni fa il presidente Mattarella, deve essere ‘assillo costante’ per le istituzioni”.
Secondo il segretario generale della UIL, Bombardieri: “Oggi, il governo ha deciso finalmente di occuparsi di lavoro. Peccato siano passati sei mesi dal suo insediamento. Hanno fatto una grande propaganda sul fatto che oggi giornata di festa, loro lavorano. Oggi è l’occasione per ringraziare tutti quei lavoratori e tutte quelle lavoratrici che oggi lavorano e non per scelta, che garantiscono gli ospedali, i pronto soccorso, i servizi, il turismo le forze dell’ordine. E magari è l’occasione per riconoscere le libertà sindacali che non sono pienamente riconosciute proprio a coloro che sono posti a difesa della sicurezza degli italiani e delle istituzioni democratiche. È possibile trovare altre risorse. Magari con gli extraprofitti, tassando le banche, le grandi aziende, le big pharma, o forse li avete paura? Continuiamo a rivendicare la detassazione degli aumenti contrattuali. Serve recuperare il potere d’acquisto dei salari e oggi sette milioni di lavoratori e lavoratrici aspettano il rinnovo. La scelta di intervenire sul cuneo fiscale è una novità positiva, ma è una prima risposta, che se non confermata con ulteriori risorse rischia di sparire a dicembre. Sia un Primo maggio di lotta, non di festa, di mobilitazione, per sottolineare ancora una volta le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici, dei giovani che non hanno lavoro, degli anziani che hanno lavorato una vita e spesso non riescono a vivere sereni. Per ricordare i 75 anni della Costituzione. Antifascista. Come è bene ricordare il sacrificio e il lavoro dei partigiani. Quella lotta diede vita alla nostra Costituzione”.
Positivo nel complesso, il Dl per il segretario dell’Ugl, Capone, che ha dichiarato: “Non credo aumenti la precarietà perché dalle bozze che abbiamo visto si parla di paletti messi non più uguali per tutti quanti ma negoziati sui singoli contratti collettivi nazionali. Per il resto una convocazione inconsueta di domenica, ma è comunque un segnale di attenzione. Su questo decreto ci sono alcuni fatti positivi, manca qualche intervento su opzione donna, che secondo noi andrebbe comunque fatto. Va bene il taglio del cuneo fiscale. Ci sono una serie di interventi che vanno in una direzione socialmente sostenibile”
Critiche sul provvedimento, le Opposizioni. In particolare, la segretaria del Pd, Schlein, oggi recatasi a Portella della Ginestra per partecipare al corteo in occasione del 76° anniversario della strage della banda di Salvatore Giuliano, in un’intervista a La Stampa, ha dichiarato: “Il decreto sul lavoro annunciato per oggi è una provocazione insopportabile. Ruba il futuro alle prossime generazioni ed è una sentenza di condanna alla precarietà. Con questo decreto i lavoratori saranno più ricattabili. Si parla di estendere i voucher e liberalizzare i contratti a termine, è l’esatto contrario di ciò che serve. Serve una redistribuzione, perché l’idea di abbassare le tasse a tutti nasconde la volontà di abbassarle ai ricchi, facendo mancare le risorse e i servizi ai poveri. Limite ai contratti a termine, legge sulla rappresentanza, salario minimo, poi abolizione degli stage gratuiti per dire basta al lavoro povero e al lavoro precario. In Spagna hanno limitato i contratti a termine con un patto tra imprese e sindacati, la direzione è questa. Sul contrasto alla povertà, la segretaria del Pd sostiene che il governo Meloni ha come priorità fare uno spezzatino del reddito di cittadinanza per piantare bandierine ideologiche negli occhi delle fasce più fragili. La destra pensa a contrastare i poveri, non la povertà. Contro la denatalità, se pensano che bastino gli incentivi fiscali, non hanno capito nulla; i contratti che durano uno o due mesi sono il vero problema di chi non fa figli. Con il Movimento 5 stelle sentiamo il bisogno di provare a unire le forze nelle nostre differenze sui terreni di battaglia comune e ad esempio cita il contrasto al progetto Calderoli di autonomia differenziata”.
Il Presidente del M5S, Conte, anch’egli critico sul Dl e sulla riforma del Reddito di Cittadinanza, in un’intervista a La Repubblica, ha detto: “Per il Primo Maggio la Meloni ha organizzato una sceneggiata che costerà caro ai lavoratori già poveri e sottopagati. Un governo serio non si riunisce il Primo Maggio per condannare i giovani al precariato a vita, uccidendo il loro sogno di avere una casa e dei figli, ma si riunisce per introdurre il salario minimo legale. Con il provvedimento dell’esecutivo in materia di lavoro, secondo il leader pentastellato, ci sarà certamente un aumento dei contratti a termine che avevamo arginato e contrastato con il decreto Dignità. Iniziative come il taglio al reddito di cittadinanza, poi, sono decisioni scellerate, che preparano un disastro sociale. Si tagliano i sostegni mentre l’inflazione morde e in autunno si prospetta un nuovo aumento delle bollette. Quanto al rapporto con il Pd: c’è un dialogo con Schlein. Su alcuni temi, ad esempio sul salario minimo, le sensibilità di Schlein possono essere compatibili con le nostre. Ma su altre, viaggiamo su binari differenti: dalla guerra alla questione dell’inceneritore. Il leader di Italia viva sostiene che il M5s possa andare in soccorso della Premier Meloni, se in difficoltà. A Renzi risponderei che abbiamo tante idee, per fortuna diverse dalle sue. Ma a lui ha già risposto efficacemente il suo sodale Calenda”.
Proprio il leader di Azione , Renzi, intervenuto sul Dl Lavoro, via Twitter, ha sottolineato: “La Premier Meloni taglia 4 miliardi di tasse sul lavoro e dice che questo è il taglio di tasse più importante degli ultimi decenni. Falso! Per fare esempi: gli 80€ valevano 10 miliardi all’anno, la cancellazione IMU prima casa 4 miliardi, l’IRAP costo del lavoro 6 miliardi. Vi risparmio tutto il resto dall’Ires a Industria 4.0 alle tasse per il mondo agricolo. La Meloni taglia 4 miliardi una tantum ed esulta, noi abbiamo tagliato in silenzio 25 miliardi all’anno. Giorgia Meloni non ha litigato solo con la politica: ha litigato prima di tutto con la matematica. Buon Primo Maggio”, mentre la capogruppo al Senato di Italia Viva, Paita ha evidenziato la distanza del proprio partito dalla linea della segretaria del Pd in materia di politica economica : “Elly Schlein finalmente tira giù la maschera: è a favore del reddito di cittadinanza e della patrimoniale, contro il JobsAct. Ora sappiamo che Pd ha in mente: assistenzialismo, nuove tasse, crociata contro un provvedimento che ha prodotto oltre 1 milione di posti di lavoro. Saremo orgogliosamente dall’altra parte: quella del lavoro e non dei sussidi. Della lotta alla pressione fiscale e non delle tasse. Delle riforme e non degli slogan”.
Infine, la deputata di Azione ed ex ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità. Bonetti , in merito al Dl Lavoro, ha evidenziato: “Incentivare con benefici fiscali il welfare aziendale a sostegno della genitorialitaà è una delle misure incluse nel Family Act. Bene la scelta del governo di attuarla. Va però resa strutturale e stabile come è previsto dalla riforma”.
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