di Federica Marengo sabato 23 marzo 2024
-A presentare una sintesi della due giorni del Consiglio Europeo, è stata la stessa Premier Meloni, nel punto stampa che ha tenuto ieri a Bruxelles, al termine del vertice e prima del suo intervento agli Stati Generali dell’Italia a Bruxelles.
Nella sintesi per i cronisti, la Presidente del Consiglio ha espresso soddisfazione per l’inserimento nelle Conclusioni, in merito al tema dell’Agricoltura, di un riferimento alla proroga degli aiuti di Stato , in quanto tra le principali rivendicazioni poste dalle associazioni di categoria nel corso degli incontri con il governo italiano. Tale misura, dunque, si va ad aggiungere ad altri provvedimenti già vagliati dalla Commissione, quali: la semplificazione della politica agricola comune, con particolare riferimento al sostegno delle filiere e alla lotta alla concorrenza sleale.
Tuttavia, la Premier ha sottolineato che si tratta di un passo in avanti e che nel prossimo Consiglio Europeo, la Commissione UE dovrà riferire di ulteriori iniziative e di ulteriori forme di sostegno per il settore.
Stessi passi avanti, sono stati rilevati dalla Presidente del Consiglio in tema di lotta all’immigrazione illegale, ai trafficanti di esseri umani e di dimensione esterna dei confini, con il Consiglio UE che ha valutato positivamente l’accordo siglato la scorsa settimana con l’Egitto, ponendo nelle Conclusioni il riferimento all’alleanza globale contro i trafficanti di esseri umani oltre al lavoro di protezione dei confini esterni dell’Unione.
La Premier Meloni ha poi espresso soddisfazione per l’avvio delle negoziazioni per l’accesso all’Unione Europea della Bosnia-Erzegovina, nell’ambito dell’allargamento o riunificazione dei Balcani occidentali.
Confermato dal Consiglio Europeo, poi, il sostegno all’Ucraina, con un accordo per l’erogazione a Kiev di ulteriori 5 miliardi di euro dal fondo European Peace Facility.
Infine, nel corso del suddetto Consiglio, si è raggiunto un accordo sul Medio Oriente, in termini di maggiore coordinamento nella difesa e nella sicurezza , sebbene resti da sciogliere il nodo delle risorse a disposizione e la Commissione abbia proposto di allargare il mandato della Banca Europea degli Investimenti.
A seguire, la Presidente del Consiglio, Meloni, ha risposto ad alcune domande dei cronisti , a cominciare da quelle su un passaggio delle Conclusioni in cui è presente un riferimento alla “preparazione dei cittadini europei alla guerra”, in merito a cui , quest’ultima ha chiarito: “Ho letto questa cosa e la ringrazio, perché secondo me si è fatta, se posso dire, un po’ di confusione nel senso che quello che c’era scritto – effettivamente forse messo in una parte delle conclusioni dove poteva essere male interpretato – non è un riferimento a ‘prepariamo i nostri cittadini perché siamo in guerra’, era un riferimento alle crisi intese più in rapporto al tema della protezione civile. Tant’è che, quando noi abbiamo dibattuto di questo tema, io ho segnalato che ci sono nella dinamica europea in tema di protezione civile delle eccellenze che portando tutto, senza considerare queste eccellenze e le diversità, a livello europeo si rischia per paradosso di creare problemi a quelle eccellenze. È stato inserito nelle conclusioni finali del Consiglio un riferimento al tema delle specificità nazionali e della valutazione della sovranità nazionale su questa materia. Quindi secondo me è stato interpretato come ‘prepariamoci alla guerra’ qualcosa che in realtà dice che dobbiamo essere più preparati nel coordinamento ad affrontare le crisi. Ora, per crisi noi intendiamo qualsiasi cosa, tant’è che si fa riferimento all’elemento civile per questo, e noi l’abbiamo visto tante volte in Italia, quante volte abbiamo dato aiuto anche ad altre Nazioni o altre Nazioni hanno dato la loro collaborazione. Un maggiore coordinamento su questo funziona, c’è un riferimento al termine militare perché in alcune Nazioni la protezione civile per esempio è militare e quindi secondo me è stato male interpretato, per come inizialmente era posizionato anche nelle conclusioni, perché effettivamente stava nel capitolo sulla sicurezza e non a caso è stato messo a parte proprio perché in realtà il riferimento non era quello. Il clima che ho letto su alcuni organi di stampa non è il clima che ho visto. Poi è ovvio, siamo in un conflitto e quindi non è che nessuno affronta queste questioni con leggerezza o non chiedendosi quale debba essere il passo successivo o anche non ponendosi il tema di un approccio che deve essere anche di lungo termine. Quando noi abbiamo approvato la revisione di medio termine del Bilancio pluriennale abbiamo cercato di garantire un’ottica di medio termine, parliamo di ricostruzione, cioè ovviamente sono scenari che possono cambiare e che bisogna continuare a tenere monitorati. E’ ovvio che nessuno affronti una stagione come questa a cuor leggero, però non ho visto un clima in questo Consiglio europeo diverso da quello che ho visto nei Consigli europei precedenti in tema di preoccupazione di eventuali escalation, o di ‘mettiamoci l’elmetto in testa e andiamo a combattere’ o ‘i nostri cittadini sono in pericolo’. Insomma il
dibattito è stato lo stesso degli altri Consigli europei. A me ha stupito quando ho letto queste ricostruzioni, poi ho capito, leggendo il testo delle conclusioni, da che cosa poteva essere stato generato, ma è stato corretto proprio perché non era quella la volontà di quello che si stava dicendo”.
Ancora sugli aiuti militari all’Ucraina da parte della UE, ritenuti insufficienti dal Presidente ucraino, Zelensky, la Presidente del Consiglio ha risposto: “Sull’Ucraina chiaramente noi continuiamo a fare tutti gli sforzi possibili e anche questo Consiglio europeo delle risposte le dà. Ripeto, l’accordo sull’European Peace Facility non era un accordo facile, però in ogni Consiglio europeo si fanno dei passi in avanti e anche l’Italia sta facendo tutto quello che può. Noi siamo molto molto convinti di quello che stiamo facendo per costruire pace, per difendere il rispetto delle regole senza il quale purtroppo nessuno sarebbe più al sicuro. Chiaramente non è una situazione facile per nessuno e capisco le difficoltà, però mi pare che davvero ce la stiamo mettendo tutta”.
In merito alle elezioni Europee e alla riconferma alla presidenza della Commissione dell’attuale Presidente Von der Leyen, candidata del PPE, la Premier ha sottolineato: “Questo è un dibattito che appassiona voi e non appassiona me. Io sono di quel tipo di politici che aspettano a vedere come votano gli italiani prima di decidere chi debba fare cosa. Ci sono dei candidati, dopodiché gli europei voteranno, dopo il voto si vedrà quali sono i pesi e si vedrà che cosa si può fare. Per cui non è un tema che mi appassiona. A me il tema che appassiona ‘è per fare cosa?’, cioè Ursula von der Leyen o chiunque altro, qual è l’Europa che si vuole realizzare? Allora io penso che l’Europa di domani debba essere molto diversa dall’Europa di oggi, che debba essere diversa dall’Europa di oggi in tema di rapporto con la propria capacità di incidere sulla competitività, approccio molto meno ideologico.
Oggi purtroppo ce ne stiamo rendendo conto e vediamo un’Europa che piano piano torna indietro su tutte le battaglie che ha fatto in questi anni, per esempio sulla capacità di conciliare la sostenibilità ecologica con la sostenibilità economica e sociale.
Oggi purtroppo quando arrivano gli shock è finito il tempo dell’ideologia e devi correre ai ripari. Quindi io vorrei un’Europa molto meno ideologica, vorrei un’Europa capace di difendere i propri confini, vorrei un’Europa capace di lavorare sulle sue catene d’approvvigionamento, tutte cose che negli ultimi mesi si stanno un po’ raddrizzando, ma nei primi anni non sono andate benissimo. Quindi parliamo di questo e poi vi dico chi secondo me lo può interpretare”.
Infine, sulle posizioni del Primo ministro ungherese Orbán in merito alla Russia e sulla lettera inviata da quest’ultimo al Presidente Putin per complimentarsi dell’avvenuta rielezione alle presidenziali, e su come ciò possa incidere sul possibile ingresso di Orbán nel partito dei Conservatori da lei stessa presieduto, la Premier Meloni, ha risposto: “Questo adesso non è un dibattito all’ordine del giorno, in ogni caso io, come lei può ben immaginare, la lettera non la condivido, quegli auguri non li condivido, insomma lei conosce la mia posizione su questa materia”.
Terminato il Consiglio Europeo, la Presidente del Consiglio ha tenuto un intervento agli Stati Generali dell’Italia a Bruxelles alla presenza dei funzionari italiani impegnati nelle istituzioni europee e nella Nato e dei rappresentanti del Sistema Italia, nel corso del quale , in più di un passaggio, ha evidenziato l’ottimo lavoro svolto da questi ultimi e i buoni risultati ottenuti: “Ci sono delle cose buone che stiamo facendo. Usciamo da un Consiglio europeo difficile, importante, usciamo da una serie di Consigli europei importanti. Possiamo dirci soddisfatti dei risultati che abbiamo portato a casa. Abbiamo, con una difficoltà che tutti conoscono, garantito il sostegno all’Ucraina che era necessario. Abbiamo ottenuto importanti passi avanti sul cosiddetto allargamento dell’Unione Europea.
Voi sapete che io preferisco chiamarlo riunificazione, non ho mai creduto che l’Europa fosse un club nel quale qualcuno decide chi sia europeo e chi no. Io penso che questo l’abbiano già deciso la storia e la geografia. Quello che dobbiamo fare noi è banalmente aiutare nei target, negli obiettivi, nelle condizioni, una situazione di maggiore equilibrio e quindi mi piace chiamarla unificazione. Abbiamo fatto dei passi in avanti importanti anche in questo Consiglio europeo con l’inizio delle negoziazioni per la Bosnia-Erzegovina. Il Ministro Tajani lo citava, è stata una iniziativa che ha visto l’Italia protagonista, siamo per questi molto soddisfatti.
Abbiamo sempre, negli ultimi Consigli europei, avviato la revisione del bilancio pluriennale con importanti risorse, oltre a quelle per l’Ucraina, sulla competitività e sulla migrazione, particolarmente sulla dimensione esterna della migrazione. Era un risultato non scontato.
Sulla migrazione negli ultimi mesi noi abbiamo ottenuto molti importanti risultati con un approccio anche qui pragmatico, serio, sul quale abbiamo piano piano e sempre di più portato i nostri partner ad ascoltarci con una strategia che non è più concentrata sulla distribuzione all’interno dei confini europei di migranti illegali che entrano in Europa attraverso le reti di trafficanti, ma concentrando l’attenzione sulla dimensione esterna, sulla soluzione del problema all’origine della migrazione, collaborando con i paesi di origine, con i paesi di transito, dichiarando guerra ai trafficanti di esseri umani da una parte, disegnando un nuovo modello di cooperazione e di sviluppo con i paesi africani, sul quale abbiamo fatto e cerchiamo da fare da apripista rispetto anche ai nostri partner, con il Piano Mattei, con l’avvio del Memorandum che abbiamo spinto l’Unione europea a sottoscrivere prima con la Tunisia, poi con l’Egitto.
Il nostro modello è quello di una cooperazione da pari a pari, una cooperazione che non è predatoria e non è caritatevole. L’approccio non è aiutare, l’approccio è crescere insieme, è una cosa diversa, non è aiuti, ma è investimenti e io penso che questa sia la chiave di volta per una collaborazione strategica di lungo periodo tra Europa e continente africano e questo approccio diverso ci è stato riconosciuto da tantissimi leader africani che sono venuti a Roma in un’iniziativa organizzata dal governo italiano nel vertice Italia-Africa che si è celebrato a gennaio, una partecipazione senza precedenti per un evento di questo tipo. È una grande apertura di credito, è una grande dimostrazione di fiducia ed è una fiducia che noi dobbiamo essere bravi a non tradire.
Il nostro obiettivo è riportare l’Italia sul piano politico dove nostro Signore ce l’ha già messa sul piano geografico, una piattaforma in mezzo al Mediterraneo, un ponte tra il continente europeo e il continente africano. Lo abbiamo fatto con l’Europa, lo abbiamo fatto con l’Africa, lo abbiamo fatto nelle nostre interlocuzioni con l’Alleanza Atlantica, lo faremo nel G7 durante la Presidenza italiana in questo anno molto impegnativo perché chiaramente le strategie hanno bisogno di continuità, ma l’Italia ha bisogno di strategie chiare e come si dimostra quando ha delle strategie chiare è possibile che ci siano altri partner che ci seguono su quelle strategie.
Non possiamo nasconderci che non è stato facile, probabilmente non lo sarà neanche nel futuro, ma è un fatto che oggi in qualsiasi consesso internazionale, quando si parla di Africa, quando si parla di sviluppo, quando si parla di migrazione, quando si parla di Mediterraneo, tutti ascoltano la posizione dell’Italia.
In questo Consiglio europeo abbiamo chiesto e ottenuto anche un dibattito sul tema dell’agricoltura, è un altro importante risultato quello che portiamo a casa oggi.
L’agricoltura chiaramente non è solamente un settore chiave del nostro sistema produttivo, del nostro tessuto economico, ma rappresenta anche uno dei segni distintivi della nostra identità, del nostro essere italiani, del nostro essere europei e oggi affronta chiaramente una crisi sistemica rispetto alla quale un vertice come quello del Consiglio europeo non può non interrogarsi alla ricerca di soluzioni concreti. Sono i problemi che gli stessi padri fondatori dell’Europa avevano intravisto, di cui erano perfettamente consapevoli quando hanno costruito la Comunità economica europea, quando hanno immaginato la politica agricola comune.
Oggi noi abbiamo bisogno di adattare quella politica agricola comune: gli obiettivi rimangono sempre gli stessi ma gli strumenti devono essere adattati a un contesto in continua mutazione. Abbiamo questa realtà nella quale i prezzi di produzione continuano ad aumentare, i costi di acquisto continuano a diminuire e noi non possiamo gravare ulteriormente i nostri agricoltori anche di regole insostenibili, di burocrazia insostenibile. Non possiamo non tenere in considerazione il fatto che la filiera dell’agroalimentare è una filiera fondamentale nelle catene di approvvigionamento strategiche per la propria sovranità.
L’ultima proposta della Commissione, che è stata oggetto del dibattito nel Consiglio in termini di revisione della politica agricola comune, va nella giusta direzione, anche ovviamente grazie al vostro lavoro, al nostro lavoro comune. Ci sono molte delle proposte che l’Italia ha fatto. La novità con la quale vengo fuori dal Consiglio europeo è che per noi era molto molto importante che nelle conclusioni del Consiglio ci fosse anche un riferimento alla capacità di prorogare il framework sugli aiuti di Stato in agricoltura fino alla fine dell’anno. C’è un importante riferimento nelle conclusioni del Consiglio europeo anche a questo elemento. Chiaramente è un’iniziativa sulla quale dovremo continuare a lavorare perché arriverà nel prossimo Consiglio. È stato chiesto alla Commissione di fare una valutazione e di portarla nel Consiglio di aprile, e quindi sarà sicuramente oggetto del nostro lavoro per le prossime settimane.
Il punto in buona sostanza è questo: quando noi facciamo sistema, quando lavoriamo tutti nella stessa direzione, io penso che non ci sia niente che non possiamo provare a fare. Lo dimostra – lo voglio dire anche qui – il risultato che abbiamo raggiunto sulla direttiva imballaggi e rifiuti da imballaggio. L’ho già fatto con il Parlamento, lo voglio fare anche con voi, voglio ribadire il mio orgoglio, la mia fierezza per il grande lavoro che in questo caso è stato fatto dall’intero Sistema Italia. Noi abbiamo visto il governo, abbiamo visto i funzionari, abbiamo visto le associazioni di categorie, abbiamo visto partiti di maggioranza e di opposizione in Italia lavorare tutti sullo stesso obiettivo. Abbiamo portato a casa quell’obiettivo. Siamo riusciti così a preservare un modello di eccellenza nella nostra economia circolare che è stato costruito nel corso degli anni con un contributo straordinario di tante nostre imprese, dei cittadini italiani. Penso che tutti gli italiani debbano sapere che grande lavoro di squadra siamo riusciti a fare per portare a casa questo obiettivo, come sempre accade quando l’Italia prova a lavorare compatta su un obiettivo. Io penso che questo sia un esempio virtuoso, penso che dobbiamo prenderlo a riferimento anche per il futuro, anche per molte altre sfide che abbiamo di fronte.
Così come voglio ringraziare tutti per il grande lavoro fatto sul PNRR. Noi ad oggi, con tutte le difficoltà di avere il PNRR più imponente tra i Paesi europei, penso che possiamo essere fieri del fatto che abbiamo il PNRR più imponente tra i Paesi europei e la Commissione europea dice che siamo la Nazione che lo sta implementando con maggiore velocità. Abbiamo nel 2023 completato gli obiettivi della terza rata, portato a casa la terza rata, completato gli obiettivi della quarta rata, portato a casa la quarta rata; siamo la prima Nazione europea ad aver presentato gli obiettivi della quinta rata. In tutto questo abbiamo rivisto il PNRR, abbiamo inserito il capitolo del Next Generation EU, abbiamo liberato risorse importanti per dedicarle a numerose priorità.
Non è un lavoro che abbiamo fatto da soli, è un lavoro che abbiamo fatto grazie al contributo fondamentale e determinante di tutti i funzionari che ci hanno dato una mano su una materia che decisamente facile non era.
Questi sono velocemente alcuni dei risultati di cui dobbiamo andare fieri, ma la capacità dell’Italia di incidere e di aiutare così anche l’Europa a migliorarsi, a essere più equilibrata, a essere più attenta ai bisogni dei cittadini che rappresenta, ad affrontare le troppe sfide complesse di questo tempo, dipende soprattutto dalla vostra capacità, dalla vostra dedizione, dalla vostra competenza. Avere qui a Bruxelles così tanti funzionari europei e all’interno della Nato di nazionalità italiana non vuol dire semplicemente per noi, ovviamente, occupare delle caselle, occupare delle posizioni, vuol dire essere protagonisti dei processi e delle dinamiche, vuol dire portare un punto di vista italiano che non è solo politico, è un punto di vista anche culturale, anche geografico ed è un punto di vista fondamentale.
L’Italia è una grande Nazione in grado di formare persone di altissimo livello, persone che si fanno valere in posizioni di eccellenza a livello internazionale, è la ragione per la quale voglio dirvi anche che il Governo è attento anche alle vostre carriere. Lo facciamo non perché siamo spinti appunto da qualche stramba logica di conquista, lo facciamo perché siamo convinti che una forte presenza italiana sia nell’interesse dell’Europa prima ancora che nell’interesse dell’Italia.
Allora io ringrazio il Ministro Tajani, anche qui il Ministero degli Esteri e le rappresentanze presso l’Unione Europea e nella Nato per l’attenzione che prestano ogni giorno a questo tema. Grazie anche all’Ambasciata per il lavoro quotidiano a sostegno della presenza italiana qui in Belgio, Nazione relativamente piccola ma cruciale per la politica, per l’economia del nostro continente.
Non dobbiamo accontentarci. Anche su questo abbiamo chiari margini di crescita per quanto riguarda le posizioni di vertice, soprattutto all’interno della Commissione. Chiaramente voi siete indipendenti dai governi, è un bene che sia così, però come dicevo è nell’interesse dell’Europa e dell’Alleanza Atlantica e nell’interesse dell’Italia poter contare su funzionari che hanno grande competenza, che hanno grande professionalità, che arrivano da una grande Nazione europea e occidentale, una Nazione fondatrice dell’Unione europea e della NATO, che sono animati da un forte senso di lealtà e di appartenenza verso l’istituzione e l’organizzazione dove prestano servizio e verso l’Italia.
E quindi, confidando che questo evento diventi un appuntamento fisso, ma non solo, confidando nella possibilità che avremo in altre occasioni come questa di incontrarci, io vi voglio salutare con un arrivederci. Sappiate che io, il Governo italiano, le nostre rappresentanti e l’Ambasciata siamo al vostro fianco per un’Italia che possa essere sempre più autorevole, sempre più credibile e sempre più in grado, in un tempo di tempesta, di affrontare quella tempesta a testa alta”.
Nella serata di ieri, è poi arrivata anche a Bruxelles la notizia dell’attentato terroristico avvenuto a Mosca, presso il Crocus City Hall, rivendicato dall’Isis , prima con un messaggio social, ma senza fornire prove, e poi una foto, (per questo sono ancora in corso verifiche), nel quale sono state uccise 143 persone , tra cui 3 bambini , e 107 sono state ferite( il bilancio, però, è ancora in aggiornamento).
Proclamato dalla Russia per il 24 marzo il lutto nazionale.
Il servizio di sicurezza federale russo (FSB), intanto, ha comunicato di aver arrestato 11 sospetti, tra cui 4 presunti attentatori materiali e si sostiene che questi ultimi abbiano tentato di fuggire verso il confine tra Russia e Ucraina.
L’intelligence americana ,che ha ribadito di aver ricevuto dallo scorso novembre una serie di informazioni e segnali su un possibile attacco dell’Isis in Russia e di averle riferite anche due settimane fa al Presidente Putin ,che le ha bollate come “ricatto dell’Occidente per destabilizzarci”, ha accreditato la pista dell’Isis, ma politici russi e lo stesso Presidente Putin hanno accusato l’Ucraina di essere coinvolta.
Da Kiev, il consigliere della presidenza ucraina, Podolyak, smentendo e respingendo le accuse di Mosca, ha scritto su X: “Ci aspettavamo la versione dei funzionari russi della ‘traccia ucraina’ nell’attacco terroristico al Crocus City Hall. Primitivismo e prevedibilità sono le caratteristiche ideali dei servizi di sicurezza russi. Ancora una volta, l’Fsb lo conferma, ma qualsiasi tentativo di collegare l’Ucraina all’attacco terroristico è assolutamente insostenibile e l’Ucraina non ha il benché minimo collegamento con questo incidente”.
Una ferma condanna dell’attentato è stata espressa dalla UE, tramite la Presidente della Commissione, Von der Leyen, che su X ha commentato: “Il mio pensiero in questo difficile momento va alle vittime e alle loro famiglie”, riecheggiata dalla Nato, che , tramite un portavoce , ha sottolineato: “Nulla può giustificare un crimine così odioso. Le nostre più sincere condoglianze alle vittime e alle loro famiglie”.
Solidarietà alla Russia è poi arrivata dai leader di tutto il mondo: dal Presidente francese Macron al Presidente indiano Modi, al Presidente turco Erdogan e al Presidente cinese Xi Jinping.
Per l’Italia, il Presidente della Repubblica Mattarella , si è così espresso tramite nota: “Il crudele attentato terroristico consumato a Mosca invoca la più ferma condanna. Orrore ed esecrazione debbono accompagnare la violenza contro tutte le innocenti vittime civili. Combattere ogni forma di terrorismo deve essere un impegno comune a tutta la comunità internazionale”.
La Presidente del Consiglio, Meloni, invece, ha scritto in una nota: “L’orrore del massacro di civili innocenti a Mosca è inaccettabile. Ferma e totale condanna del Governo italiano a questo efferato atto di terrorismo. Esprimo la piena solidarietà alle persone colpite e ai familiari delle vittime”.
Stamani, il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani ha detto in merito: “A Mosca ci sono 2.700 italiani registrati all’Aire, non abbiamo notizie di italiani coinvolti. Esprimo solidarietà alle famiglie delle vittime che purtroppo sono in costante aumento. Con grande serietà, l’ambasciata d’Italia è il consolato stanno seguendo l’evolversi della situazione insieme all’unità di crisi del ministero degli Esteri. Il ministero degli Esteri, sul sito Viaggiare informati, insieme alla nostra rappresentanza diplomatica a Mosca, fin dall’8 marzo aveva invitato gli italiani a non partecipare a eventi dove c’era molta gente a Mosca, come eventi culturali e musicali, perché la polizia russa aveva arrestato componenti di una cellula terrorista di matrice jihadista ,quindi c’erano dei pericoli di attentati a Mosca. Fin dall’8 marzo, c’era sul sito Viaggiare sicuri l’appello ai cittadini italiani di rinviare viaggi in Russia e per chi vive lì di evitare a Mosca luoghi dove ci sono concentrazioni di persone. Esprimiamo una condanna chiara e netta da parte dei governo di ogni forma del terrorismo. Le persone ricercate per l’attentato di ieri sera a Mosca probabilmente vengono dalle regioni più vicine all’Afghanistan. Il fenomeno del terrorismo non va mai sottovalutato, affronteremo la questione del terrorismo anche al G7 di Capri e al vertice della Nato che si svolgerà subito dopo Pasqua a Bruxelles. Quanto accaduto ieri a Mosca , non credo abbia a che fare con la situazione in Ucraina, è una questione che riguarda il fondamentalismo islamico. Evidentemente anche la polizia russa era in allerta, stiamo seguendo ventiquattr’ore su ventiquattro la situazione, il nostro consolato è rimasto aperto tutta la notte e lo stesso l’ambasciata”.
Il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvini, su X ha commentato: “Solidarietà mia e della Lega al popolo russo per lo sconvolgente attentato di oggi”.
In ultimo, il ministro della Difesa Crosetto, ha scritto su X: “Da Mosca ci sono arrivate terribili immagini di violenza contro civili inermi. La popolazione è sempre vittima innocente dell’odio, ovunque. Non esiste altro, davanti alla barbarie, che solidarietà e ferma condanna. Vicinanza alle famiglie delle vittime e dei feriti”.
Quanto ai prossimi impegni in agenda, la Premier, Meloni sarà lunedì in Molise e in Basilicata per firmare con le rispettive Regioni l’accordo per i fondi di Coesione e Sviluppo, mentre mercoledì 27 e giovedì 28 marzo sarà in Libano.
Inoltre, lunedì o in settimana, dovrebbe riunirsi il Consiglio dei Ministri per approvare , tra gli altri provvedimenti, misure per la semplificazione in ambito sanitario.
Sempre per lunedì, prevista la riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica per via dell’innalzamento delle misure di sicurezza nei luoghi sensibili quali : luoghi di preghiera, in particolare sinagoghe, ambasciate e hub principali dei trasporti come stazioni e aeroporti, a seguito dell’attentato a Mosca.
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