di Federica Marengo martedì 1° agosto 2023
-Dopo il via libera della Commissione UE all’erogazione dei fondi della III° rata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alla revisione complessiva degli investimenti delle riforme inclusi nel piano che modificano la IV°, il ministro per gli Affari Europei, le Politiche per la Coesione, il Sud e il PNRR, Fitto, ha tenuto, nella giornata di oggi ,alle Camere, le sue Comunicazioni in merito.
Nel suo intervento, il ministro Fitto, replicando alle accuse da parte delle Opposizioni di “aver perso i fondi del PNRR”, ha chiarito: “Venerdì la Commissione Ue ha dato il via libera alle proposte che il governo ha messo in campo sia relativamente all’approvazione della terza rata, con modifiche, che alla quarta. E’ stato un lavoro molto complesso e articolato su cui c’è stato un “apprezzamento pubblico da parte di molti esponenti Ue. Il coordinamento e il confronto costante con l’Ue sta producendo dei risultati positivi. All’atto di insediamento del governo abbiamo verificato 25 obiettivi raggiunti e gli altri da raggiungere, è stato un lavoro molto complesso che ha visto 47 modifiche con interventi normativi e amministrativi. Sono stati raggiunti 54 obiettivi, spostandone uno sulla quarta rata, quello sulle residenze per studenti universitari. Questo ha comportato un accordo serio e costruttivo con la Commissione Ue, apprezzato reciprocamente. Non considero positiva la costruzione di una polemica su questi obiettivi. Il lavoro fatto sulla terza e quarta rata ci insegna che le questioni vanno risolte preventivamente. Si devono evitare le situazioni come quelle accadute sul piano urbano integrato che cofinanziava anche gli stadi di Firenze e Venezia. Quei progetti risultavano un obiettivo raggiunto ma la Commissione Ue ci ha spiegato successivamente la inammissibilità di quelle proposte. Il lavoro sulla terza rata ci insegna che bisogna costruire soluzioni prima che si arrivi al problema. La quarta rata passerà da 16 miliardi a 16,5 con il recupero delle risorse di un obiettivo della terza rata spostato alla quarta. Si avvia una fase che concluderà il suo iter entro il 2023 e consentirà di ricevere 35 miliardi, ovvero l’intera somma prevista. Questo lavoro fatto negli ultimi mesi ci deve accompagnare dalla quinta alla decima rata. Dobbiamo avere un approccio corretto che ci ponga in modo completo rispetto alla scadenza del piano, giugno 2026”.
Quindi, il ministro Fitto ha rassicurato gli amministratori locali: “Ai sindaci dico che non c’è nessuna interruzione, gli interventi vanno avanti. Stiamo garantendo il finanziamento per tutti gli interventi. Gli interventi saranno oggetto di confronto con la Commissione Ue e noi proporremmo delle modifiche. Una serie di questi interventi vanno spostati su altre fonti di finanziamento”.
Poi, sempre replicando alle polemiche delle Opposizioni sulla realizzazione degli asili nido e sui beni confiscati alla mafia, ha chiarito: “Sugli asili nido il dibattito è surreale visto che non c’è alcuna responsabilità del governo. Abbiamo trovato 900 milioni aggiuntivi per un bando, altro che tagli; sulla polemica sui beni confiscati alle mafie: non è vera, è strumentale. Questo intervento prevede la valorizzazione dei beni confiscati per 300 milioni soprattutto nelle regioni del sud. Non vi sono ritardi in relazione all’utilizzo dei beni confiscati alle mafie”.
Infine, il ministro Fitto ha esortato le Opposizioni ad un confronto “utile”: “Le questioni che portiamo all’attenzione del Paese e del dibattito con le organizzazioni di categoria e gli enti locali sono oggettive, e non possono essere semplificate con l’idea che il governo vuole definanziare questo o quell’intervento per chi sa per quali ragioni. Abbiamo un’idea molto chiara: lavoreremo per salvaguardare tutti gli interventi fino in fondo e non ci sarà nessun intervento in questo fase che correrà dei rischi. La scelta è chiara, si può continuare, come io non mi auguro ad ascoltare una serie di critiche a prescindere, oppure, come mi auguro poterci confrontare nel merito rispetto alle soluzioni”.
A seguire, poi, il dibattito in Aula (sia alla Camera che al Senato) e le dichiarazioni di voto sulle Risoluzioni alle Comunicazioni del ministro Fitto, presentate dalla Maggioranza e dalle Opposizioni, queste ultime, messe al voto per parti separate e per singoli capoversi, bocciate dal Governo. Infatti, anche con il sostegno del Terzo Polo, la cui risoluzione è stata votata in alcune parti dalle forze di Governo, è stata approvata la risoluzione di Maggioranza (così come a Palazzo Madama).
Soddisfatte le forze di Governo, con FI che ha sottolineato: “Per mesi la sinistra ha messo in scena una narrazione volutamente falsa sul Pnrr e sul lavoro del governo. Oggi, con chiarezza, numeri alla mano, il ministro Fitto ha smontato una per una le menzogne delle Opposizioni, più interessate a far fallire gli stanziamenti destinati a sostenere il Paese, più che al bene dell’Italia. Hanno parlato di tagli per la costruzione e la messa in sicurezza degli asili, mentre è previsto uno stanziamento di ulteriori 900 milioni, per gli interventi necessari”.
Per FdI, “I risultati ottenuti sono frutto dell’incessante lavoro del Governo Meloni con la UE”.
Critiche, invece, le Opposizioni, con il Pd, che, replicando al ministro Fitto, ha evidenziato: “Il Parlamento è stato esautorato, non basta una comunicazione d’ufficio come quella di oggi ma come previsto una discussione e un voto preventivo delle Camera. Ci avete messo 10 mesi per decidere la cancellazione di progetti per 16 miliardi. Noi ci siamo, prendete atto delle difficoltà che avete. Lavoriamo insieme e evitiamo i tagli per non perdere una occasione storica e irripetibile per il Paese”.
Sulla stessa linea il M5S, che ha sottolineato: “Sono mesi che diciamo con il Presidente Conte che siamo disponibili ad aiutare il Paese, ad aiutare sul Pnrr, ma il niente, il nulla, nessuna risposta. Il timore, piuttosto fondato ormai, è che si stia buttando al vento la più grande occasione di rilancio e sviluppo del nostro Paese”.
Di “iniquità sociale e ambientale”, ha parlato invece AVS.
Infine, per Italia Viva-Azione: “Il Governo deve cambiare metodo nel suo rapporto con il Parlamento”.
In Senato, invece, si è tenuta l’Informativa del ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare, Musumeci, in merito alle emergenze maltempo e roghi ,che hanno caratterizzato l’Italia nelle ultime settimane. Nel suo intervento in Aula, il ministro Musumeci ha detto: “Al Sud si sono toccate punte di 46-48 gradi, al di là di ogni record precedente. Il nostro pensiero va alle vittime che si sono registrate nelle regioni del Nord” per le alluvioni “e per quelle che si sono verificate al Sud. Un eccezionale sforzo operativo è quello che il servizio nazionale della Protezione civile ha svolto e sta svolgendo per mitigare l’impatto e le conseguenze di fenomeni estremi che si sono verificati dal nord al sud del Paese a partire dal 19 luglio. Finora sei regioni hanno presentato istanza preliminare per lo stato di emergenza. In questo momento, non è possibile fornire una ipotesi di quantificazione delle esigenze, data la vastità del territorio e la specificità dei fenomeni che si sono verificati e le autorità competenti sono al lavoro per consentire al Consiglio dei ministri di provvedere al più presto possibile alla dichiarazione dello stato di emergenza”.
Intanto, stamane, Istat ha diffuso i dati sull’occupazione , secondo i quali: a giugno, su base mensile, gli occupati sono aumentati, attestandosi a +82mila. Aumentati , nel dettaglio, i dipendenti permanenti (+70mila) e a termine (+26mila), mentre sono risultati in diminuzione gli autonomi (-14mila). Su base mensile, il tasso di occupazione è salito al 61,5%, mentre quelli di disoccupazione e di inattività sono risultati in calo al 7,4% e al 33,5%.
Come si legge nella nota Istat, “in calo è anche il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni cala (-0,3%, pari a -43mila unità) per entrambi i sessi e tra gli over 24, restando sostanzialmente stabile tra i più giovani. Il tasso di inattività è sceso invece al 33,5% (-0,1 punti). La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-4,0%, pari a -80mila unità) e degli inattivi (-0,5%, pari a -60mila unità). Il numero di occupati a giugno 2023 ha superato quello di giugno 2022 dell’1,7% (+385mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa; il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,1 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+0,7 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva. Rispetto a giugno 2022, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-8,7%, pari a -178mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,2%, pari a -280mila)”.
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