di Federica Marengo venerdì 28 novembre 2025

-Mentre prosegue presso la 5°Commissione Bilancio del Senato, l’esame della Manovra e dei relativi emendamenti, che arriveranno in Aula nella settimana dal 15 dicembre, mercoledì scorso, si è svolto a Palazzo Chigi un vertice di maggioranza, presieduto dalla Premier Meloni, per trovare un’intesa su alcune misure ancora in discussione, cui hanno partecipato: i Vicepremier Tajani e Salvini, il leader di Noi Moderati Lupi, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Ciriani, il Viceministro dell’Economia, Leo e i Presidenti dei Gruppi parlamentari di maggioranza del Senato.
Come riportato dalla stessa Presidenza del Consiglio in una nota: “Nel corso della riunione di maggioranza a Palazzo Chigi sul Ddl Bilancio , che si è svolta in un clima di grande condivisione, è stata raggiunta un’intesa su alcune questioni ancora aperte. In particolare, si è trovato un accordo sugli affitti brevi, sull’ampliamento dell’esenzione ISEE sulla prima casa, sull’articolo 18 riferito ai dividendi, è stata chiarita la possibilità di compensazione anche per i contributi previdenziali delle imprese, e si è discusso delle misure a favore delle forze dell’ordine”.
Quanto alla revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sottoposta dal Governo a Bruxelles e, come sottolineato da Palazzo Chigi, predisposta in linea con gli indirizzi della Commissione contenuti nella Comunicazione del 4 giugno 2025 “NextGenEU: the road to 2026”, che invita gli Stati membri ad aggiornare i propri Piani in vista della scadenza del 31 agosto 2026 per il conseguimento di tutti gli obiettivi e traguardi previsti, il Consiglio Ue, nella giornata di giovedì 27 novembre, ha approvato quest’ultima in via definitiva.
In merito, la Presidente del Consiglio Meloni ha dichiarato: “L’approvazione definitiva da parte del Consiglio europeo della revisione del PNRR italiano conferma ancora una volta il lavoro solido e credibile del Governo nell’attuazione del Piano. La revisione mantiene invariata la dotazione finanziaria di 194,4 miliardi di euro, sottolineando l’impegno a proseguire con concretezza le riforme e gli investimenti strategici. Questo risultato rafforza la posizione dell’Italia in Europa e dimostra come l’Italia sappia tradurre le ambizioni in risultati concreti, garantendo il pieno utilizzo delle risorse europee a beneficio dei cittadini e dell’economia. Nei prossimi giorni, ci aspettiamo dalla Commissione europea il via libera al pagamento dell’ottava rata, pari a 12,8 miliardi di euro, che porterà a oltre 153 miliardi le risorse complessivamente ricevute dall’Italia. Contiamo, inoltre, di presentare entro fine anno la richiesta di pagamento della nona e penultima rata del Piano”.
Soddisfatto per l’approvazione della revisione del Pnrr, anche il Ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, che ha commentato: “La revisione ci consegna un PNRR più coerente con le esigenze della nazione e focalizzato sulla competitività del sistema-Italia, rafforzando l’efficacia operativa degli interventi e il loro allineamento con gli obiettivi europei. Con il primato dell’Italia nell’attuazione del Piano, è stato avviato un processo di rinnovamento e semplificazione amministrativa con ricadute strutturali sulle politiche pubbliche e sugli investimenti per la crescita della nazione, a partire dal Mezzogiorno.
La revisione interessa 13,5 miliardi di euro di misure e introduce interventi a sostegno di imprese, agricoltura e filiera agroalimentare, connettività digitale, infrastrutture idriche ed economia circolare, rafforzando il sostegno alle politiche attive per lo sviluppo e l’occupazione. Il PNRR si conferma motore della crescita italiana e fattore di innovazione che, grazie alla revisione del Piano, continuerà a produrre effetti positivi anche oltre il 2026 attraverso l’istituzione di nuovi strumenti finanziari, in coerenza con le indicazioni della Commissione europea”.
Come si legge nella nota di Palazzo Chigi: “Tra le principali novità figurano i nuovi strumenti finanziari pensati per ampliare l’impatto degli investimenti e sostenere ulteriormente la crescita, potenziando interventi a favore del tessuto produttivo, delle infrastrutture e del diritto allo studio. La revisione introduce, inoltre, una nuova riforma che, tramite una pianificazione triennale, garantirà maggiore prevedibilità e stabilità ai finanziamenti della ricerca universitaria.
La revisione include anche il finanziamento del comparto nazionale di InvestEU per sostenere gli investimenti strategici delle imprese e il potenziamento del materiale rotabile per il trasporto pubblico locale”.
Restando in ambito Pnrr, sempre nella giornata di mercoledì, si è svolta a Palazzo Chigi la quarta riunione della cabina di regia per l’edilizia penitenziaria, promossa anche dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, a cui hanno partecipato: il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano, il Ministro della giustizia Nordio, i Sottosegretari per la giustizia Delmastro Delle Vedove e Ostellari, il Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria Doglio, i rappresentanti del Ministero dell’economia e delle finanze (MEF), del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT), di Invitalia e i provveditori interregionali alle opere pubbliche.
Riguardo la riunione, Palazzo Chigi ha reso noto, mediante resoconto, che: “Il programma dell’edilizia penitenziaria 2025–2027 conferma la realizzazione di 10.692 nuovi posti detentivi, così ripartiti: 2.636 posti a cura del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (DAP), 73 del Minorile (DGMC), 3.314 del MIT e 4.669 del Commissario straordinario. Il cronoprogramma prevede l’apertura di 864 posti nel 2025, 5.754 nel 2026 e 4.074 nel 2027, per un totale di 10.692 nuovi posti resi disponibili nel triennio. Dall’approvazione del Piano di Edilizia Penitenziaria da parte del Consiglio dei ministri del 22 luglio scorso, sono state pubblicate tutte le gare di competenza del Commissario straordinario per il recupero di oltre 4.000 posti detentivi. Sull’intera legislatura 2022–2027, l’obiettivo complessivo è fissato in 11.194 posti detentivi, includendo sia quelli già realizzati dall’ottobre 2022 sia quelli che verranno completati entro il 2027. Gli interventi programmati – che comprendono manutenzioni ordinarie e straordinarie, nuove realizzazioni e ampliamenti – interesseranno la quasi totalità degli istituti penitenziari del DAP (190) e degli istituti del sistema minorile (17), per un costo complessivo nel triennio di oltre 900 milioni di euro”.
Intanto, sul fronte parlamentare, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Camera ha approvato all’unanimità il ddl Introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime.
Rinviato, invece, al Senato l’avvio della discussione sulla riforma del reato di violenza sessuale, che introduce nel Codice Penale il concetto di “consenso libero e attuale”, già approvato all’unanimità alla Camera e frutto dell’accordo bipartisan tra la Presidente del Consiglio Meloni e la segretaria del Pd, Schlein.
La maggioranza, però, in commissione Giustizia ha chiesto un nuovo passaggio per approfondimenti tecnici, suscitando le critiche delle opposizioni, che parlano di “patto politico tradito”.
Tuttavia, la presidente della Commissione Giustizia del Senato, Bongiorno, ai microfoni di Radio24, ha smentito le accuse delle opposizioni, assicurando: “In commissione , la legge sarà pronta a gennaio. A febbraio potrebbe già esserci l’approvazione in Senato. È vero che c’era un accordo tra Schlein e Meloni, ma non nel dettaglio, del singolo comma, o che la norma dovesse passare il 25. Escludo categoricamente di parlare di ritardi e di rinvii”,
Assicurazioni che il ddl verrà approvato, arrivate anche dalla Premier Meloni, che, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in un post social, ha scritto: “La violenza sulle donne è un atto contro la libertà. Di tutti. Un fenomeno intollerabile, che continua a colpire e che va combattuto senza sosta. In questi anni, abbiamo varato leggi molto significative, inasprito le pene e rafforzato gli strumenti a disposizione, come il “codice rosso” e le misure di prevenzione. Abbiamo raddoppiato i fondi per i centri antiviolenza e le case rifugio, potenziato e reso strutturale il reddito di libertà, promosso il numero 1522, portato avanti innovative attività di educazione e sensibilizzazione. Sono passi avanti concreti, ma non ci fermiamo qui. Dobbiamo continuare a fare, ogni giorno, molto di più. Per proteggere, per prevenire, per sostenere. Per costruire un’Italia in cui nessuna donna debba più sentirsi sola, minacciata o non creduta. La libertà e la dignità delle donne sono un dovere dello Stato e una responsabilità di tutti”.
Il Presidente della Repubblica Mattarella, nella sua dichiarazione, ha sottolineato: “ In ogni ambito della vita sociale e privata, nelle case, nei luoghi di lavoro e negli spazi urbani, il principio della parità tarda ad affermarsi, limitando l’autonomia femminile, compromettendo la sicurezza delle donne, impoverendo il progresso della società. I teatri di conflitto armato, dove la violenza contro le donne viene utilizzata come strumento di intimidazione e oppressione, ne sono drammatico esempio. Oggi assistiamo al dilagare di forme di violenza consentite dalla dimensione digitale, amplificate dalle dinamiche dei social network, con effetti tutt’altro che virtuali: umiliazioni, ricatti, coercizioni che portano, nei casi più gravi, ad aggressioni fisiche e femminicidi. Abusi che lasciano cicatrici profonde nel corpo e nella mente. In questo contesto, affatto indifferente è l’uso del linguaggio quando alimenta stereotipi, pretende di giustificare relazioni di dominio e comportamenti inaccettabili. Parità significa, prima di tutto, educazione al linguaggio del rispetto. Nel 65° anniversario dell’assassinio delle sorelle Mirabal, torturate e uccise il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana – oggi, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – la loro scelta di opporsi alla dittatura continua a ispirare intere generazioni, ricordandoci che libertà e protagonismo delle donne sono conquiste collettive da difendere e consolidare ogni giorno”.
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