di Federica Marengo venerdì 28 luglio 2023
-“L’incontro avuto a Washington, alla Casa Bianca, con il Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden è stata un’occasione importante per ribadire la profonda amicizia che unisce Italia e Usa e per discutere dei comuni interessi strategici”. Così, la Presidente del Consiglio Meloni, via Social, dopo il bilaterale alla Casa Bianca, avuto nel pomeriggio di ieri con il Presidente Biden.
Al termine del faccia a faccia con il Presidente USA, la Premier, in precedenza recatasi a Capitol Hill, ha tenuto una conferenza stampa presso l’Ambasciata italiana di Washington, nella quale, precisando che durante il colloquio sono stati toccate numerose questioni internazionali: dall’Ucraina all’Africa, dalla Cina alle aziende italiane, ha dichiarato: “Ho avuto un lungo incontro in cui abbiamo ribadito la nostra solida alleanza, il partenariato strategico, la profonda amicizia che uniscono i nostri Paesi”.
Quindi, in merito alla guerra in Ucraina, ha detto: “Ho visto il presidente molto determinato, come io sono molto determinata, il che non significa non cercare soluzioni negoziali. Come ho detto dall’inizio della guerra, credo che l’unico modo di garantire la possibilità di una qualsiasi via di uscita diplomatica sia sostenere l’Ucraina”, mentre sul tema Cina e rinnovo Memorandum della Via della Seta, ha chiarito: “Abbiamo parlato di come occorre garantire la nostra sicurezza economica, il multilateralismo sostenibile e favorire il dialogo con Pechino perché agisca in modo responsabile. Sono stata invitata in Cina e sarà quindi una delle prossime missioni. Gli Stati Uniti non ci hanno mai posto la questione di cosa debba fare l’Italia sulla via della Seta. Washington si fida di Roma su tanti temi, anche sul modo con cui tiene i rapporti a livello internazionale”.
Poi, riguardo alla cooperazione con i Paesi del Nordafrica e al Memorandum firmato tra UE e Tunisia, ha evidenziato: “A Washington ho trovato anche condivisione e voglia di collaborare sulla nostra idea di un piano Mattei per l’Africa, che si sposa con altre iniziative avviate proprio dal presidente Biden. Quanto alla Tunisia, la posizione degli Usa mi pare molto aperta rispetto a quello che noi stiamo facendo e non era scontato. Il rapporto tra Tunisia e Fmi è più un rapporto di difficoltà di incontrarsi. Da Biden ho trovato molto sostegno e attenzione alle iniziative che stiamo prendendo e alla volontà di essere più presenti e di dare una mano”.
Infine, sul rapporto UE-USA, anche in relazione alla Nato, ha detto: “Con il Presidente Usa non si è parlato dell’aumento delle spese al 2% per la Nato, ne avevamo ampiamente parlato a Vilnius. Quello della Nato sul fianco Sud mi sembra un approccio molto positivo, ho trovato grande attenzione e disponibilità dal presidente Biden. L’’Europa può e deve mantenere un’autonomia rispetto agli Usa, assolutamente sì. Con gli Usa i nostri destini sono indissolubilmente legati, ma gli interessi non sono perfettamente sovrapposti. Per questo l’Europa ha bisogno di una sua politica estera. L’Europa, dunque, può e deve avere una sua autonomia, che è un valore aggiunto per tutta la coalizione”.
Nel pomeriggio di oggi, invece, (corrispondente alla mattinata negli Stati Uniti), la Presidente del Consiglio si è recata al cimitero di Arlington per presenziare al cambio della guardia e rendere omaggio alla tomba del milite ignoto ,depositando una corona di fiori. Nel pomeriggio (ovvero la mezzanotte italiana) parteciperà a un ricevimento in suo onore a Villa Firenze, la residenza dell’ambasciatrice italiana a Washington Mariangela Zappia.
La Premier , inoltre, ha commentato sui suoi profili social la notizia del via libera della Commissione UE all’erogazione della III° rata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alle modifiche al Piano per ottenere la IV° per un totale di 35 miliardi previsti per il 2023: “Sono molto soddisfatta della decisione di oggi della Commissione europea, che ha deliberato il pagamento della terza rata del PNRR e ha approvato le modifiche proposte dal Governo sulla quarta rata. Un grande risultato che consentirà all’Italia di ricevere i 35 miliardi di euro previsti per il 2023 e che è frutto dell’intenso lavoro portato avanti in questi mesi. Continueremo a lavorare in questa direzione nell’interesse dei nostri cittadini, delle nostre famiglie e delle nostre imprese”, riecheggiata poi dal ministro per gli Affari Europei , il Sud, la Coesione e il Pnrr, Fitto, che ha dichiarato: “Soddisfatto per rata Pnrr, avanti il confronto con l’Ue. Stretta cooperazione con la Commissione su modifiche e REPowerEU”.
Il via libera è stato poi commentato dal Commissario UE agli Affari Economici, Gentiloni, che ha detto: “Oggi compiamo due importanti passi avanti con l’attuazione del piano di ripresa e resilienza dell’Italia. Una volta completate le procedure necessarie, l’Italia riceverà 18,5 miliardi di euro per continuare a sostenere lo sviluppo economico del Paese in questi tempi difficili. Nel frattempo, la nostra valutazione positiva delle modifiche mirate agli impegni per la quarta rata aprirà la strada all’Italia per presentare tale richiesta dopo la pausa estiva”, seguito dalla Presidente della Commissione UE, von der Leyen, che , in una nota, ha scritto: “L’Italia ha compiuto progressi notevoli nell’attuazione delle riforme e degli investimenti fondamentali inclusi nel piano di ripresa e resilienza: riformare la sanità, la giustizia e il fisco; investire nella digitalizzazione dei servizi pubblici e nel miglioramento della sostenibilità dei trasporti pubblici; adottare una legge sulla concorrenza foriera di nuove possibilità di prosperare per le imprese. Una volta che anche gli Stati membri avranno dato il via libera, l’Italia riceverà 18,5 miliardi di euro nell’ambito di NextGenerationEu. Oggi la Commissione ha approvato anche le modifiche mirate del piano proposte dall’Italia nella prospettiva della quarta richiesta di pagamento. La Commissione resterà a fianco dell’Italia lungo tutto il percorso per garantire che il piano sia un successo italiano ed europeo. Avanti tutta , con Italia Domani”.
Ieri, dopo il via libera da parte della cabina di regia, il ministro Fitto, aveva illustrato in conferenza stampa a Palazzo Chigi la proposta di modifica del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza armonizzato con il RepowerUe, che prevede il definanziamento di 9 misure dal Pnrr per un totale di 15,9 miliardi (nel complesso sono state modificate 144 misure su 349 per permettere al Pnrr di marciare più velocemente e centrare i prossimi target, tra tagli, spostamento dei fondi al RepowerEu e proroghe delle scadenze) , che lo stesso ministro presenterà alle Camere il 2 agosto e ,che verrà inviata formalmente alla Commissione UE entro il 31 agosto.
Nello specifico, il definanziamento riguarda interventi per la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni (6 miliardi), progetti di rigenerazione urbana per3,3 miliardi, piani urbani integrati per 2,5 miliardi, gestione del rischio di alluvione e del rischio idrogeologico per 1,287 miliardi, idrogeno in settori hard-to-abate da 1 miliardo, servizi e infrastrutture sociali di comunità per725 milioni.
In ambito sanitario, poi, una parte degli obiettivi è stata ridimensionata o rinviata, come nel caso della telemedicina , delle case di comunità, delle nuove strutture di assistenza primaria e prevenzione per anziani e fragili, che scendono a 936 dalle 1.350 previste nella versione originaria del Piano; gli ospedali di comunità scendono da 400 a 304, puntando a ristrutturare edifici già esistenti; gli interventi antisismici sulle strutture sanitarie da 109 a 87. Tuttavia, il governo ha assicurato che i progetti saltati verranno recuperati con risorse ordinarie.
Slittato di sei mesi, a metà 2026, l’obiettivo delle persone assistite in telemedicina , mentre cambia il fascicolo sanitario elettronico, la cartella che dovrebbe contenere tutta la storia clinica dei cittadini: che sarà costituita dai documenti già digitali, escludendo la conversione di quelli cartacei.
Definanziati anche i progetti che riguardano la cura del territorio, come fuori dal Piano è la metà dei fondi dedicati alla prevenzione del dissesto idrogeologico, 1,3 miliardi di euro. Fuori anche i 6 miliardi che erano stati previsti per interventi di resilienza e valorizzazione dei piccoli Comuni, oltre 30 mila micro progetti, molti dei quali per la messa in sicurezza di strade. Così come 5,8 miliardi per la rigenerazione di periferie e aree degradate dei centri maggiori, tra cui i “piani integrati” delle 14 città metropolitane i cui lavori andavano assegnati entro ottobre.
Fuori dal PNRR, anche interventi infrastrutturali come il collegamento ferroviario Roma-Pescara , i due lotti della Palermo-Catania: le cui relative risorse saranno utilizzate su altri lotti delle tratte Napoli-Bari e Palermo-Catania, in modo da rispettare il vincolo della destinazione al Sud.
Fuori la promozione di impianti innovativi (incluso offshore) per 675 milioni e la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie per 300 milioni, la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano per 110 milioni. Nel complesso sono state modificate 144 misure su 349 per permettere al Pnrr di marciare più velocemente e centrare i prossimi target.
I quasi 16 miliardi saltati dal Pnrr, però, saranno spostati su altre misure, tra cui la realizzazione o l’allargamento di asili nido (obiettivo da raggiungere per ottenere la quarta rata) che otterranno 900 milioni in più per far fronte all’aumento delle materie prime e permettere di mandare a buon fine bandi di gara e lavori.
Previsto poi, all’interno del Pnrr un nuovo capitolo del valore 19 miliardi, dedicato a sicurezza, transizione ed efficienza energetica. Si tratta del RePowerEU, varato dopo l’invasione russa dell’Ucraina, affidato alle imprese , cui saranno destinati circa 2,3 miliardi per potenziare le reti di elettricità e gas. Altri 6,3 miliardi per incentivi per la transizione verde delle aziende, 4 per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e altrettanti per un nuovo Ecobonus al 100% , limitato ai redditi bassi, in modo da sostenere il settore dell’edilizia alle prese con il ridimensionamento del Superbonus.
Critiche, però, sono arrivate dal Presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni italiani, e sindaco di Bari, Decaro, che ha dichiarato: “Abbiamo appreso che si propone di spostare sul programma RePower EU 13 miliardi di euro di fondi Pnrr che erano stati assegnati ai Comuni, con l’impegno che altre fonti di finanziamento andranno trovate. È una notizia che ci colpisce molto. I Comuni chiedono garanzie. Pretendiamo che ci venga assicurato che questi fondi vengano stanziati contemporaneamente allo spostamento dei fondi del Pnrr. Non vogliamo correre rischi. Ci hanno detto di stare tranquilli, di andare avanti ,ma siccome stiamo parlando di 13 miliardi di eurochiediamo al governo garanzie immediate sul finanziamento di questi interventi che in molti casi, come per le piccole opere finanziate dal ministero dell’Interno, sono già stati realizzati e per cui sono stati già spesi 2,5 miliardi di euro. I Comuni sono le uniche amministrazioni pubbliche che stanno spendendo con rapidità ed efficienza queste risorse a differenza di quanto accade per alcuni soggetti attuatori che non hanno neanche predisposto i progetti. È quello che voglio dire è che comunque i Comuni non si fermeranno e andranno avanti, ma dal governo ci aspettiamo risposte certe. Anche noi Comuni vorremmo dire la nostra sul programma RePower, non lo decidono solo i ministeri, chiediamo di finanziare i pannelli fotovoltaici su tutti i tetti delle scuole e degli edifici pubblici, la sostituzione negli impianti di illuminazione di lampade a led. Garantiremmo l’efficientamento energetico che è una delle linee di indirizzo del Pnrr e facciamo risparmiare la bolletta dei Comuni”.
Critica, anche la Presidente dell’Associazione Nazionale die Costruttori, che ha dichiarato: “Tra le 9 misure per le quali il governo propone il definanziamento dal Pnrr ci sono le misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico, l’utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate e la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie. Non condividiamo la scelta di stralciare dal Pnrr fondi destinati al dissesto idrogeologico e alla rigenerazione urbana. I Comuni e le imprese sono fortemente impegnati su tutti i territori nel portare avanti questi interventi urgenti e non più procrastinabili visti anche i continui eventi calamitosi. Peraltro il monitoraggio della spesa sta premiando finora proprio i Comuni e gli interventi diffusi. Aspettiamo pertanto un confronto con il ministro Fitto, fiduciosi che si guarderà alle reali necessità del Paese”.
Dura la reazione delle Opposizioni, con la segretaria del Pd, Schlein, che ha detto: “Vediamo il Parlamento continuamente emarginato ed esautorato, nonostante il provvedimento sulla governance del Piano preveda la discussione e un voto di indirizzo preventivo delle Camere, in caso di modifiche. Sono mesi che chiediamo al governo di venire a riferire in Aula per aggiornarci sull’attuazione. Il 1° agosto sarò alla Camera, davanti al ministro, interverrò personalmente a nome del Pd, per denunciare il colpo di spugna irresponsabile rispetto alla messa in sicurezza del territorio. Con questa riorganizzazione, il governo fa il gioco delle tre carte togliendo fondi ai comuni, al Sud e alla lotta contro il dissesto idrogeologico. Tanto più che lo stravolgimento di parte del Pnrr arriva a sorpresa e con una decisione unilaterale, come lamenta il sindaco di Bari e Presidente dell’Anci Antonio Decaro. Vengono spostate le risorse che erano state assegnate alle uniche amministrazioni pubbliche che stanno già spendendo, i Comuni”.
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