di Federica Marengo giovedì 23 ottobre 2025

-All’indomani delle Comunicazioni in Parlamento, la Presidente del Consiglio Meloni, si è recata a Bruxelles per partecipare al Consiglio Ue.
La riunione dei 27 Capi di Stato e di Governo Ue, è stata preceduta da due incontri collaterali: il primo, sul dossier migrazioni e, il secondo, promosso da Belgio e Germania, sulla competitività, la semplificazione normativa e i pacchetti “Omnibus”.
La prima riunione, sul tema delle migrazioni (rimpatri, Paesi sicuri e soluzioni innovative), è stata ospitata dalla Danimarca e co-presieduta dall’Italia insieme alla Premier danese, Mette Frederiksen, e al Premier olandese, Dick Schoof, e con la Commissione Ue e ha visto la partecipazione di alcuni degli Stati membri più interessati al tema delle soluzioni innovative in ambito migratorio, quali: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Germania, Grecia, Lettonia, Malta, Polonia e Svezia.
Come riportato in una nota da Palazzo Chigi, “La Presidente von der Leyen ha illustrato i principali filoni di lavoro, soffermandosi in particolare sulla necessità di accelerare ulteriormente i negoziati relativi al Regolamento rimpatri e alla lista Europea di Paesi di origine sicuri”, mentre la Premier Meloni, “Oltre a confermare l’impegno dell’Italia sul fronte delle soluzioni innovative, ha aggiornato sul lavoro in corso sul tema della capacità delle Convenzioni internazionali di rispondere alle sfide della migrazione irregolare e sulle prossime iniziative previste. Una riunione a livello funzionari avrà luogo a Roma il 5 novembre per proseguire il lavoro comune”.
Inoltre, ha sottolineato Palazzo Chigi, “ I Leader presenti hanno concordato di continuare a mantenere uno stretto raccordo non solo in ambito UE e Consiglio d’Europa, ma anche – più in generale – nei diversi contesti internazionali per promuovere più efficacemente l’approccio europeo ad una gestione ordinata dei flussi migratori”.
Sul tema migrazioni, si è poi tenuto un vertice Ue-Egitto, al termine del quale è stato diffuso un comunicato congiunto nel quale si legge: “Manteniamo il nostro impegno a cooperare in materia di rimpatri, riammissioni e reinserimento sostenibile in modo dignitoso, coordinato e conforme agli obblighi nazionali e internazionali. Riconoscendo la crescente complessità delle dinamiche migratorie nella regione e le sfide specifiche poste all’Egitto, e guidate dai principi di responsabilità condivisa e condivisione degli oneri, entrambe le parti ribadiscono il loro impegno per un approccio globale alla governance della migrazione”. Nelle stessa dichiarazione, poi, è stato sottolineato che la Ue ha sostenuto il Cairo su migrazione e mobilità con aiuti pari a 200 milioni di euro per il periodo 2024-2027.
A seguire, la Premier Meloni ha incontrato la Presidente della Commissione Ue, von der Leyen, con cui ha parlato di competitività, transizione climatica e semplificazione, ribadendo “la necessità di urgenti provvedimenti a sostegno del settore automobilistico e delle industrie ad alto consumo energetico, in particolare sul fronte della riduzione dei prezzi dell’elettricità”.
In merito, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e Vicepremier, Tajani, a margine del pre-vertice del Ppe , svoltosi prima del Consiglio Ue, ha dichiarato: Le normative europee contro il cambiamento climatico non possono distruggere l’industria, e il regolamento sulle emissioni delle auto va cambiato, perché se resta così com’è rischia di far perdere 70.000 posti di lavoro in Italia. Sulla contrarietà allo stop alla produzione delle auto con motore endotermico previsto per il 2035 dal regolamento Ue sulle emissioni la posizione del Ppe è stata sempre molto chiara: al congresso del Partito ,abbiamo approvato un documento che era stato presentato da Forza Italia, da me, e poi è diventato un documento alla presidenza, dove si parlava di politica industriale, una politica industriale che è chiaro che deve essere parte della lotta al cambiamento climatico. La lotta al cambiamento climatico, non può distruggere l’industria e tanto meno distruggere l’agricoltura; quindi la parte delle auto deve essere assolutamente rivista. Noi siamo un continente che produce auto, dove l’industria dell’automotive e tutto l’indotto svolgono un ruolo importante. Se rimane la norma attuale così come è stata approvata, che io non votai all’epoca, quando ero deputato europeo, noi rischiamo di perdere nel 2035 70.000 posti di lavoro in Italia. E poi chi glielo va a raccontare alle famiglie? Quindi l’appello deve essere fatto anche alle forze socialiste che continuano a insistere su certe posizioni che sono contro i lavoratori, contro gli operai”.
Alle riunioni informali, è seguito l’avvio ufficiale del vertice, con lo scambio di vedute con la Presidente del Parlamento europeo, Metsola e la prima sessione di lavoro in cui si è parlato della guerra in Ucraina e a cui ha partecipato il Presidente ucraino Zelensky, accolto al Palazzo Europa dal Presidente del Consiglio Ue , Costa.
Il leader ucraino, al suo arrivo al Consiglio Ue, in merito al possibile invio di missili a lungo raggio Tomahawk da parte degli USA e su sanzioni Ue e USA a Mosca, ha dichiarato alla stampa: “Sui Tomahawk dagli Usa è una decisione molto delicata, come lo erano anche le sanzioni. Era impensabile all’inizio, ma ora vediamo le decisioni su queste sanzioni energetiche, che sono molto importanti, ed è per questo che penso che, a lungo termine, avremo la stessa decisione in futuro, ma dipenderà dalla parte americana. L’approvazione del 19esimo pacchetto sanzioni dell’Ue è molto importante per l’Ucraina, così come le sanzioni decise dagli Usa sul settore dell’energia, perché bisogna esercitare pressioni sulla Russia. È un segnale per altri Paesi del mondo, si possono aggiungere. La Russia non dimostra di voler fermare questa guerra, ci attaccano mirando ai civili con attacchi che aumentano. Serve far pressione con tutta l’Europa, con gli Stati Uniti, insieme. Facciamo pressione su Putin, per fermare questa guerra. Un cessate il fuoco è possibile, ovviamente. Credo che tutti noi ne abbiamo bisogno. Ma abbiamo bisogno di più pressione sulla Russia”.
Il Presidente del Consiglio Ue, Costa, invece, ha detto: “Oggi prenderemo la decisione politica per assicurare le esigenze finanziare dell’Ucraina per il 2026-27, incluso le necessità militari, ed è un messaggio per la Russia: abbiamo sempre detto che avremmo sostenuto l’Ucraina a qualunque costo e lo stiamo facendo. Per quanto riguarda i nodi ancora da sciogliere sull’uso degli asset russi, Costa ha detto che “gli aspetti tecnici verranno dopo”.
A vertice iniziato, lo stesso Presidente Costa , in un passaggio del suo intervento, ha evidenziato: “Nonostante le aspettative create dalle iniziative del presidente Trump, è chiaro che non suscitano buona volontà da parte di Vladimir Putin: la Russia ha aumentato gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili e dunque dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina”.
Ciò è stato rimarcato anche dal Presidente Zelensky, che nel suo discorso ai leader e alle leader Ue, ha anche chiesto agli alleati l’invio di armi a lungo raggio: “Quando parliamo di armi a lungo raggio per l’Ucraina, intendiamo dire che il regime di Putin dovrebbe subire conseguenze concrete a causa di questa guerra. Vi esorto a sostenere tutto ciò che aiuta l’Ucraina ad acquisire tali capacità, perché questo fa davvero la differenza per la Russia. Queste armi a lungo raggio non sono solo negli Stati Uniti: anche alcuni Paesi europei ne dispongono, compresi i Tomahawk. Stiamo già parlando con i paesi che possono aiutare. Dobbiamo utilizzare i beni congelati russi in modo tale che la Russia capisca che sta pagando per la propria guerra. Vi chiedo quindi di prendere una decisione il prima possibile: i beni russi devono essere utilizzati appieno per difenderci dall’aggressione russa. Questi ingenti fondi possono sostenere la resilienza dell’Ucraina e contribuire al vostro sviluppo: abbiamo intenzione di utilizzare una parte significativa dei beni russi congelati per acquistare armi europee.
Il leader ucraino, poi, ringraziando Bruxelles per l’adozione del 19° pacchetto di sanzioni a Mosca e ,per aver assicurato il suo sostegno a lungo termine all’Ucraina, ha informato i leader e le leader sui recenti attacchi russi contro obiettivi civili e infrastrutture energetiche , sulla situazione finanziaria dell’Ucraina, sulle esigenze più urgenti delle Forze Armate di Kiev e sullo stato dei recenti sforzi internazionali per raggiungere un cessate il fuoco.
I 27 capi di Stato e di Governo , come riferito da un funzionario Ue, “Hanno convenuto sulla mancanza di volontà da parte della Russia di avviare colloqui significativi volti a raggiungere la pace e porre fine alla guerra e sulla necessità di continuare a esercitare pressioni per costringere Putin a sedersi al tavolo dei negoziati”.
Dopo il confronto con il Presidente Zelensky, i leader e le leader Ue hanno proseguito le discussioni sull’Ucraina e su temi come : il nuovo finanziamento all’Ucraina a partire dal 2026, il via libera al 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia , l’uso degli asset russi congelati per i prestiti di riparazione a Kiev e l’avvio di un piano coordinato per contrastare la ‘flotta ombra’ che aggira le restrizioni europee.
Su tali questioni e, in particolare, sulla proposta per l’uso degli asset russi, i 27 Capi di Stato e di Governo si sono nuovamente confrontati nel pomeriggio.
Il premier belga Bart De Weverm, infatti, ha ribadito le proprie perplessità in merito, dichiarando alla vigilia del vertice: “Stiamo ancora cercando la base giuridica su cui questa decisione può essere presa. Non l’abbiamo ancora vista. Questo mi sembra l’inizio di tutto: se c’è una base giuridica, vogliamo andare avanti in questo dibattito. Abbiamo tre condizioni che non sono ancora soddisfatte. Vogliamo la mutualizzazione del rischio, perché il rischio è molto, molto grande. Potremmo trovarci di fronte a richieste per decine di miliardi di euro, forse centinaia di miliardi di euro, quindi se arrivano queste richieste, dobbiamo essere responsabili insieme. Secondo, ci devono essere garanzie congiunte: se i soldi devono essere messi sul tavolo, allora deve succedere immediatamente e ogni stato membro dovrà contribuire. E la terza condizione è, ovviamente, che se vogliamo andare avanti, dobbiamo andare avanti insieme, dal momento che il Belgio non è l’unico Paese con asset russi immobilizzati, anche a livello di G7”.
Una posizione, quella del Premier belga, ribadita anche nel corso del vertice , per cui, secondo fonti Ue, i 26 leader e le leader europei (con l’esclusione dell’Ungheria, contraria) sembrerebbero intenzionati a concedere alla Commissione Ue un mandato politico per elaborare una proposta legale sull’utilizzo degli asset russi congelati.
In merito, il Presidente ucraino Zelensky ha dichiarato: “La Russia ha molta paura che l’Ue prenda una decisione sull’uso degli asset congelati, può darci la possibilità di vincere e non solo difenderci. Oggi siamo più vicini a usare questi asset, in un modo o nell’altro, spero che prendano oggi questa decisione politica, è una decisione grossa”.
Varato, invece, il 19° pacchetto di sanzioni a Mosca, che prevede misure relative all’energia, quali: il divieto graduale di importazione di GNL: sei mesi per i contratti a breve termine e dal 1° gennaio 2027 per i contratti a lungo termine; l’inasprimento del divieto di transazione per due importanti compagnie petrolifere russe e sanzioni per 117 nuove navi della “flotta ombra” (divieto di accesso ai porti, restrizioni ai trasferimenti da nave a nave e riassicurazione), portando il numero totale di navi a 558; l’ampliamento dei criteri di inserimento nell’elenco per i porti di paesi terzi utilizzati per trasferimenti di UAV/missili o per elusione delle sanzioni relative al petrolio.
Misure finanziarie, quali: il divieto di fornire riassicurazione per aeromobili e navi russe usate per i primi cinque anni dalla loro vendita a un paese terzo; 5 banche russe soggette a divieto totale di transazioni ed estensione del divieto di transazioni ai sistemi di pagamento elettronico russi (Mir, Fast Payment System) e a 4 banche di paesi terzi (in Bielorussia e Kazakistan); divieto di transazioni per 8 entità di paesi terzi (5 banche, 1 exchange di criptovalute e 2 trader di petrolio) in Tagikistan, Kirghizistan, Paraguay, Emirati Arabi Uniti e Hong Kong. Estensione dell’ambito di applicazione del divieto di transazioni alle entità speculari/successive di entità originariamente sanzionate; nuovo divieto per gli operatori dell’UE di stipulare nuovi contratti con 9 zone economiche speciali russe e divieto totale di contratti ad Alabuga e Technopolis Mosca; divieto totale di servizi di criptovalute per cittadini, residenti ed entità russe.
Misure commerciali/antielusione: Proroga di 1 anno del termine di disinvestimento per la chiusura delle attività commerciali in Russia; 45 nuove entità che supportano l’elusione delle sanzioni: 17 al di fuori della Russia, di cui 3 in India, 2 in Thailandia e 12 in Cina/Hong Kong, molte delle quali coinvolte nello sviluppo di droni; ulteriori divieti di esportazione per limitare ulteriormente l’accesso delle RU ad articoli CHP, beni a duplice uso/tecnologia avanzata; ampliamento dei divieti di esportazione per prodotti industriali, tra cui sali, gomma, materiali da costruzione e beni tecnologici avanzati, aggiunti ai beni soggetti a restrizioni.
Misure relative ai servizi: il divieto per gli operatori europei di fornire servizi direttamente correlati alle attività turistiche in Ucraina; l’estensione del divieto di fornire servizi di intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni e servizi commerciali spaziali; l’obbligo di autorizzazione per tutti i servizi ancora consentiti al governo o ai cittadini russi.
Misure relative ad azioni che compromettono l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina: l’introduzione di nuovi elenchi riguardanti i rapimenti di bambini ucraini da parte delle forze russe; l’introduzione di nuovi elenchi relativi al settore di ricerca e sviluppo militare dell’Ucraina.
Il pacchetto include anche un nuovo meccanismo per limitare la circolazione dei diplomatici russi all’interno dell’UE attraverso una procedura di notifica e l’autorizzazione degli Stati membri ad adottare misure nazionali appropriate in merito all’ingresso o al transito di diplomatici russi nel loro territorio, con un periodo di transizione di 3 mesi.
Sempre in merito alle sanzioni a Mosca, il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha, in un post social , ha fatto sapere: “L’Ue dimostra unità e forza. Accolgo con favore l’approvazione del 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia. Una risposta tempestiva e forte al rifiuto della pace e all’escalation del terrore da parte della Russia. La pressione delle sanzioni rimane fondamentale per contrastare l’aggressione russa e difendere il diritto internazionale. Le sanzioni funzionano e limitano la capacità della Russia di continuare la guerra. Insieme alle ultime decisive misure adottate dagli Stati Uniti, avvicinano la pace. E stiamo già lavorando con l’Ue alla preparazione del 20° pacchetto”.
Tornando al Presidente Zelensky, quest’ultimo, a margine del Consiglio Ue, in vista della partecipazione, a Londra, domani, alla riunione della Coalizione dei Paesi Volenterosi, ha incontrato il Presidente francese Macron e, al termine del bilaterale, in un post social, ha riferito: “Ho incontrato il presidente francese Emmanuel Macron. Abbiamo coordinato le nostre posizioni alla vigilia dell’incontro della coalizione dei volenterosi. Ora è il momento giusto per porre fine alla guerra e fermare la Russia. Per farlo, è necessario continuare a esercitare pressioni sulla Federazione Russa, aumentare il sostegno all’Ucraina e completare l’elaborazione delle garanzie di sicurezza. Abbiamo parlato delle conseguenze degli attacchi russi contro l’Ucraina e del rafforzamento della difesa aerea e della resilienza del nostro settore energetico, che ora è una delle priorità fondamentali. Al centro dell’attenzione vi sono anche la cooperazione in materia di difesa e le decisioni concrete che possono rafforzare l’Ucraina. Ringrazio la Francia e personalmente Emmanuel per il sostegno. Apprezziamo tutta l’assistenza fornita per proteggere la vita”.
Il Presidente francese Macron ,dopo l’incontro con il Presidente Zelensky, in un post social ha scritto: “Insieme ai nostri partner europei e in stretto coordinamento con gli Stati Uniti, la Francia continua a sostenere l’Ucraina nel trovare la strada verso una pace giusta e duratura. Dal momento che la Russia persiste nell’opporsi a un cessate il fuoco immediato e incondizionato, siamo determinati ad aumentare la pressione su Mosca e accogliamo l’adozione di nuove sanzioni da parte degli Stati Uniti, nonché quelle approvate oggi dall’Ue. La pace deve prevalere”.
Zelensky ha incontrato anche il cancelliere tedesco Merz, scrivendo in merito, sempre via social: “Ho incontrato il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Abbiamo discusso delle modalità per rafforzare la nostra difesa aerea e coordinato ulteriori misure in vista del prossimo incontro della Coalizione dei Volenterosi a Londra. L’ho informato delle conseguenze degli attacchi russi alle nostre infrastrutture energetiche, degli sforzi di ricostruzione e di ciò che è necessario per garantire l’approvvigionamento energetico alle nostre città e comunità. Contiamo sulla leadership della Germania nel sostenere il nostro settore energetico, sia in termini di attrezzature che di assistenza finanziaria. Ci siamo concentrati separatamente sulle decisioni che possono migliorare ulteriormente la nostra difesa aerea. Sono grato alla Germania per il suo significativo contributo alla protezione delle vite ucraine e per la sua continua disponibilità ad aiutare. Abbiamo anche discusso il meccanismo per utilizzare i beni russi congelati per difendere l’Ucraina: è importante avere il sostegno della Germania anche in questo senso”.
Il leader ucraino Zelensky ha poi tenuto un bilaterale con la Premier Meloni , riguardo cui il leader ucraino, in un post social, ha scritto: “Abbiamo discusso su come proteggere il nostro settore energetico dagli attacchi russi e renderlo più resiliente. L’Italia dispone delle competenze e delle attrezzature necessarie per questo. Separatamente, ci siamo concentrati su progetti di difesa congiunti nell’ambito dello strumento SAFE. È importante che tali iniziative siano a beneficio di tutta l’Europa. Abbiamo anche affrontato la questione cruciale dell’utilizzo dei beni russi congelati. È giusto che questi fondi siano destinati a sostenere e difendere il nostro Paese”.
Nel corso del pranzo di lavoro del Consiglio Ue, invece, i 27 Capi di Stato e di Governo Ue hanno parlato dei temi della sicurezza e della difesa e , in particolare, delle strategie industriali comuni e del coordinamento con la Nato.
Al termine della suddetta sessione di lavoro, sono state pubblicate le conclusioni in merito, nelle quali si legge: “La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e le sue ripercussioni sulla sicurezza europea e globale in un contesto in evoluzione costituiscono una sfida esistenziale per l’Unione europea. Per questo, i leader confermano la determinazione a realizzare rapidamente e in larga scala il rafforzamento della prontezza di difesa entro il 2030, tramite la European Defence Readiness Roadmap 2030 promossa dalla Commissione. Tra gli strumenti indicati, la costituzione di coalizioni di capacità in tutti i settori prioritari. L’Unione ridurrà , dunque, le sue dipendenze strategiche, colmerà le sue lacune critiche in materia di capacità e rafforzerà di conseguenza la base industriale e tecnologica di difesa europea in tutta l’Unione, in modo da essere in grado di fornire meglio le attrezzature nelle quantità e ai ritmi necessari”.
Il Consiglio condanna poi “la violazione dello spazio aereo di diversi Stati membri” e “sottolinea l’importanza di garantire la difesa di tutte le frontiere terrestri, aeree e marittime dell’Ue. Le minacce immediate sul fianco orientale dell’UE e la fornitura di un sostegno concreto agli Stati membri devono essere affrontate in via prioritaria”, concentrandosi in particolare su “difesa antiaerea e anti-drone”. Per quanto riguarda “gli attacchi ibridi da parte della Russia e della Bielorussia”, l’Ue si pone l’obiettivo di “migliorare la resilienza, la sicurezza e la protezione delle infrastrutture critiche, comprese quelle energetiche, digitali e sottomarine” e, sottolinea ,inoltre, “l’importanza di una stretta cooperazione con l’Ucraina e della sua integrazione e del suo contributo all’industria europea della difesa, in particolare per quanto riguarda l’innovazione nel settore della difesa e le tecnologie di difesa all’avanguardia”.
Infine, i leader e le leader accolgono con favore “gli sforzi compiuti dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) per intensificare, semplificare e accelerare il suo sostegno alle capacità europee di sicurezza e difesa. incoraggia il gruppo BEI a esplorare ulteriormente le modalità di finanziamento delle industrie e delle imprese e ad aiutare le start-up a crescere nel settore della sicurezza e della difesa in Europa. Un’Unione europea più forte e più capace nel settore della sicurezza e della difesa contribuirà positivamente alla sicurezza globale e transatlantica ed è complementare alla Nato, che rimane, per gli Stati che ne sono membri, il fondamento della loro difesa collettiva”.
Nel pomeriggio, invece, i 27 Capi di Stato e di Governo Ue hanno discusso di: competitività , clima, abitazioni, Medio Oriente e migrazioni e Clima, con un focus sul target di riduzione delle emissioni al 2040.
Riguardo alla competitività , il Presidente del Consiglio Ue , Costa, ha annunciato ai leader e alle leader l’ intenzione di convocare un Consiglio europeo informale incentrato su questo tema il 12 febbraio.
In serata, poi, si terrà la cena di lavoro durante la quale vi sarà l’Eurosummit, cui parteciperanno la Presidente della Bce, Christine Lagarde e il Presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe.
Proprio il Presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, arrivando all’Eurosummit, sull’uso degli asset russi, ha dichiarato alla stampa: “Si possono fare progressi e si riconoscono le esigenze dell’Ucraina nei prossimi anni ,quindi c’è un potenziale per fare progressi in quest’area. Ci sono però alcuni elementi che dobbiamo continuare a preservare. Il primo, è che dobbiamo agire in modo coerente con il diritto internazionale. Il secondo, è che dobbiamo agire in modo da non evitare nuovi rischi economici, né per l’area dell’euro né per un singolo Stato membro. Ma in terzo luogo, sappiamo con assoluta certezza che dobbiamo trovare ulteriori modi per sostenere l’economia dell’Ucraina e la sua difesa. Credo che ci sia la volontà tra i governi e all’interno delle nostre istituzioni di lavorare su queste questioni. E spero e ,mi aspetto, che ciò che emergerà oggi dal Consiglio europeo sarà d’aiuto in tal senso”.
Secondo fonti Ue, in merito all’uso degli asset russi congelati per fornire prestiti di riparazione a Kiev, si starebbe ancora lavorando, non a livello di leader, alla formulazione del passaggio delle conclusioni.
La bozza delle conclusioni chiede alla Commissione di “presentare il prima possibile, sulla base di una valutazione dei fabbisogni di finanziamento, proposte concrete che includano il possibile uso graduale dei saldi di cassa associati con i beni russi immobilizzati, in accordo con il diritto internazionale e il diritto Ue”.
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