di Federica Marengo sabato 20 novembre 2021

-ll Report di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato oggi, che completa il monitoraggio settimanale sull’andamento della pandemia, è chiaro: in un mese, il 64,0% dei ricoveri nelle terapie intensive e il 45% dei morti sono tra i non vaccinati.
Nel bollettino, infatti, si legge: “Nel periodo 8/10/2021 -7/11/2021, nelle terapie intensive si registrano 424 persone non vaccinate su un totale di circa 8 milioni di non immunizzati in Italia, e sono presenti 177 ricoverati vaccinati completi da meno di 6 mesi su 39 milioni di vaccinati completi. Negli ultimi 30 giorni sono stati notificati 50.564 casi di Covid-19 (39,9%) fra i non vaccinati, 3.980 casi (3.1%) fra i vaccinati con ciclo incompleto, 60.407 casi (47,7%) fra i vaccinati con ciclo completo entro sei mesi, 11.215 (8,9%) fra i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi e 537 casi (0,4%) fra i vaccinati con ciclo completo con dose aggiuntiva/booster. Il 51,0% delle ospedalizzazioni, il 64,0% dei ricoveri in terapia intensiva e il 45,3% dei decessi sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino. Ricoverati in terapia intensiva, di contro, si registra 14 casi (2,1%) trai vaccinati con ciclo incompleto; 177 casi (26,7%) tra vaccinati con ciclo completo entro 6 mesi; 45 casi (6,8%) tra vaccinati con ciclo completo da più di 6 mesi e 2 casi (0,3%) tra vaccinati con ciclo completo più dose aggiuntiva/booster”.
Quindi, sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità: “Il tasso di decesso nei non vaccinati (65 per 100.000) è circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro sei mesi (7 per 100.000) e sei volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi (11 per 100,000)”.
Infine, in merito alla protezione dei vaccinati: “La protezione determinata dal vaccino anti-Covid per i vaccinati da più di 6 mesi cala dal 95% all’82%. Dopo 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, si osserva una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età. In generale, su tutta la popolazione, l’efficacia vaccinale passa dal 79% nei vaccinati con ciclo completo entro sei mesi rispetto ai non vaccinati, al 55% nei vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi rispetto ai non vaccinati. Nel caso di malattia severa, la differenza fra vaccinati con ciclo completo da oltre e da meno di sei mesi risulta minore. Si osserva, infatti, una decrescita dell’efficacia vaccinale di circa 13 punti percentuali, in quanto l’efficacia per i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi è pari al 95%, mentre risulta pari all’82% per i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi, rispetto ai non vaccinati”.
Dati, alla luce dei quali, il Governo intende insistere sull’estensione e l’accelerazione della campagna vaccinale , partendo, ad oggi, dall’87% dei vaccinati over 12 e dai 3 milioni di dosi booster, ovvero di richiamo, somministrate.
A tal fine, previste una serie di misure, a cominciare dall’anticipazione a lunedì 22 novembre, anziché al 1° dicembre, delle somministrazioni della terza dose per la fascia 40-59 anni. Poi, un decreto dovrebbe essere approvato nella prossima settimana dal Consiglio dei Ministri per rendere obbligatoria la terza dose per medici, operatori sanitari e personale RSA e introdurre la riduzione della validità sia del Green Pass da 12 a 9 o 6 mesi, (alla luce dei dati aggiornati sulla durata della copertura vaccinale), che del tampone ( in questo caso, tre le ipotesi allo studio: che il tampone molecolare scada ogni 24 ore e quello antigenico ogni 48, che sia considerato valido solo il tampone molecolare o che sia abolita la possibilità di rilascio del Certificato Verde con tampone) e la riduzione dei tempi della terza dose da 6 a 5 mesi, eventualità proposta dal Direttore del Dipartimento di Prevenzione del Ministero della Salute Rezza e dal Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, nonché coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Locatelli.
Inoltre, al centro del dibattito Governo-Regioni, che si confronteranno lunedì nel corso di un tavolo in parte in videoconferenza, l’introduzione di un “Super Green Pass”, ovvero un meccanismo a due corsie che , in caso di passaggio delle Regioni nelle zone di rischio a zone colorate, consentirebbe ai vaccinati e ai guariti di accedere ai luoghi pubblici (ristoranti, bar ,teatri, cinema , stadi e palazzetti dello sport e palestre) e ai non vaccinati di recarsi solo a lavoro, previo tampone negativo, e di poter accedere agli esercizi essenziali (supermercati e farmacie).
A spiegare la misura, (su si deciderà dopo la cabina di regia con il Comitato Tecnico Scientifico, che si svolgerà sempre in settimana), questa mattina, nel corso di un suo intervento a una manifestazione di Forza Italia, a Mestre, il ministro della Pubblica Amministrazione , Brunetta, che ha dichiarato: “Molto probabilmente, a dicembre ,ci sarà una sorta di Super Green pass, che vuol dire non penalizzare i non vaccinati, ma premiare i vaccinati. Rafforzare il Green pass è la scelta che si sta facendo strada nel Governo Draghi, che non vuole drammatizzare ma ha chiarito sempre che dobbiamo essere pronti nelle risposte alla pandemia. Chi ha il vaccino o è guarito ha accesso a tutta la vita sociale, cinema, bar, tempo libero, pranzi, e quindi è una spinta alla vaccinazione . Chi invece non ha il vaccino, ma ha solo il Green pass legato al tampone subisce i vincoli del cromatismo, qualora si dovesse manifestare. In maniera tale che il ‘costo’ della chiusura ricade su chi ha fatto la scelta della non vaccinazione. Si tratta di una cosa di grande buon senso, approvata dalla stragrande maggioranza degli italiani che ha scelto di vaccinarsi. Per alcune categorie, come sanitari, Rsa e vediamo quali altre, si dovrà essere obbligati ai richiami perché devono avere sempre gli anticorpi al livello più alto. Vedremo, tra una settimana o dieci giorni, se estendere l’obbligo anche ad altre categorie, penso ad esempio ai front office della p.a. che sono più a contatto con i cittadini. Il tutto per tenere aperto, e avere una crescita forte dell’economia”.
Sulla stessa linea, anche il ministro degli Esteri Di Maio, che , ospite del Festival delle Religioni, ha detto: “Tutte le accelerazioni che vedrete su terze dosi e misure che possono cautelare dal Covid le faremo tutte in vista del Natale. Ce la metteremo tutta per costruire un Paese che in quel periodo possa rimanere aperto. L’alternativa ai vaccini e Green pass è chiudere e noi non vogliamo arrivare a quel punto. Dobbiamo portare le persone che non lo hanno fatto a vaccinarsi” .
Un provvedimento, quest’ultimo, che potrebbe scattare da dicembre, quindi, per evitare l’obbligo vaccinale, pure invocato da Confindustria e dai Sindacati, e che conterrebbe la pressione sugli ospedali e salverebbe lo shopping e l’economia legati al periodo natalizio.
Divise in merito, le forze politiche di Maggioranza, con il centrosinistra , Italia Viva e Forza Italia, a favore delle misure restrittive, e Lega ,contraria a un ulteriore inasprimento delle misure e ai limiti alla vita pubblica per i non vaccinati, così come l’Opposizione di Fratelli d’Italia.
Infatti, secondo un’analisi della Cgia di Mestre , l’Associazione di commercianti, artigiani e piccoli imprenditori, se non dovessero esservi chiusure dettate dal peggioramento del quadro epidemiologico, la spesa media delle famiglie per i regali di Natale ammonterebbe a 9 miliardi. Al primo posto: i generi alimentari, seguiti dai giocattoli, dalla tecnologia, dai libri, dall’abbigliamento e scarpe e dalla cura della persona. A rischio, invece, per Coldiretti , causa rialzo dei contagi, le vacanze in montagna e presso gli agriturismi.
Tutto ciò ,mentre si attende il via libera dell’ Ema (Agenzia Europea dei Medicinali) ai vaccini per i bambini di età compresa fra i 5 e gli 11 anni, che dovrebbe arrivare il 29 novembre e il Commissario all’Emergenza, Generale Figliuolo, provvederà, su mandato del Ministero della Salute, all’approvvigionamento di 8,6 milioni di dosi Pfizer e Moderna entro fine anno e di 100 mila cicli di pillole anti Covid19 Merck e Pfizer, in questo momento al vaglio dell’Ema.
Intanto, sul fronte della Manovra, dopo il primo incontro al Tesoro con i responsabili economici dei partiti di Maggioranza, il Ministro dell’Economia Franco e i tecnici sono a lavoro sulla proposta per il taglio delle tasse da 8 miliardi per il capitolo del Lavoro, che saranno illustrate nel corso del tavolo di lunedì. Il taglio sarà a favore sia delle imprese che dei lavoratori. Due, le ipotesi in campo: la riduzione dell’aliquota Irpef di due punti dal 38 al 36% o la riduzione delle detrazioni e ,per quanto riguarda il taglio dell’Irap, l’individuazione di una soglia per esonerare le Piccole e Medie Imprese.
I Sindacati, Cgil, Cisl, e Uil , però, questa mattina in piazza ad Ancona e a Mestre per una manifestazione dedicata a Pensioni, Fisco e Lavoro ,chiedono un’ inversione di rotta sulla Manovra che ponga al centro donne, giovani e lavoro stabile, e il taglio delle tasse interamente a favore di lavoratori e pensionati.
A tal riguardo, il segretario della Cgil Landini, riecheggiato anche da Sbarra (Cisl)e Bombardieri (Uil), ha dichiarato: “Bisogna decidere che gli 8 miliardi destinati al Fisco debbano andare ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. E’ il momento di fare questa scelta vista la crescita dei prezzi, visto l’abbassamento delle pensioni e dei salari in questi anni”.
Poi, sul Green Pass “rafforzato” o “Super Green Pass”, Landini, ha sottolineato: “Un ‘super Green pass’? Ricordo che il sindacato sei mesi fa ha posto il problema di andare verso un obbligo vaccinale che fosse discusso, vedo che qualcuno si sta svegliando con un po’ di ritardo e penso che da questo punto di vista che l’obiettivo deve rimanere lo stesso in Italia e nel mondo”.
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