di Federica Marengo lunedì 16 agosto 2021

-Dopo la rapida avanzata e la conquista di numerose città dell’Afghanistan, nella giornata di ieri, i Talebani hanno espugnato, a distanza di vent’anni dall’ingresso degli Stati Uniti e degli Stati alleati, la capitale, Kabul, entrando nel Palazzo presidenziale, abbandonato dal Presidente Ghani, come da lui stesso dichiarato via social: “Per evitare un massacro e la distruzione della città”.
Quindi, la rassicurazione del capo e fondatore dei Talebani, il mullah Baradar Akhund, affidata a un video dato in esclusiva ad Al Jazeera, nel quale, dettosi pronto a proclamare l’Emirato islamico, abbattuto nel 2001 dalle potenze occidentali, ha promesso “serenità alla nazione e di occuparsi dei bisogni della gente”, garantendo: “Noi forniremo i servizi alla nostra nazione, daremo serenità alla nazione intera e faremo del nostro meglio per migliorare la vita delle persone, il modo in cui siamo arrivati era inatteso e abbiamo raggiunto questa posizione che non ci aspettavamo”, oltre a un Afghanistan: “civilizzato, libero dal terrorismo e dal traffico di droga e in cui le donne potranno studiare e lavorare”.
Nel frattempo, però, presso lo scalo dell’aeroporto afghano è scoppiato il caos (con ressa, spari e almeno 5 morti) dovuto alla panico scatenatosi tra la popolazione pronta a partire a qualsiasi costo con i pochi voli disponibili, pur di sottrarsi alle violenze e alla vendetta del neo restaurato “regime talebano” verso coloro che hanno collaborato con il Governo di Ghani.
Al sicuro, invece, il personale dell’ambasciata americana e delle nazioni europee alleate: Italia (il primo volo di evacuazione dell’Aeronautica militare, nell’ambito del ponte aereo approntato dalla Difesa e partito nella serata di ieri, con a bordo 50 italiani e 20 collaboratori afghani, poi sottoposti a tampone e quarantena, è atterrato nel primo pomeriggio di oggi a Fiumicino) , Gran Bretagna, Francia e Germania, che nel corso delle prossime ore continueranno le operazione di evacuazione che coinvolgono anche i collaboratori afghani e i giornalisti inviati.
Diverse, le reazioni delle potenze internazionali, a cominciare dagli Stati Uniti, con le critiche da parte sia dei repubblicani che dei democratici (gli americani, invece , secondo i sondaggi, sarebbero a favore) nei confronti del Presidente Biden, per aver confermato il disimpegno e il ritiro delle truppe americane dal territorio afghano, avviato dieci anni fa e sostenuto dall’ex Presidente Trump. A tal proposito, Biden terrà un discorso questa sera, alle 21:45, (ora italiana), mentre il Segretario di Stato americano Blixen, in un’intervista alla CNN, ha respinto il parallelismo tra la missione in Afghanistan e la guerra in Vietnam, affermando: “Quanto sta avvenendo a Kabul non è Saigon. Gli Stati Uniti hanno raggiunto gli obiettivi della guerra in Afghanistan. Questa non è Saigon. Siamo andati in Afghanistan 20 anni fa con una missione e quella missione era regolare i conti con chi ci ha attaccato l’11 settembre. Abbiamo portato a termine questa missione”.
La Cina, invece, confida in una “transizione pacifica” ed è pronta a rapporti amichevoli con i Talebani, come spiegato dalla portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, che ha sottolineato: “La Cina rispetta il diritto del popolo afghano di determinare in modo indipendente il proprio destino e futuro, ed è disposta a continuare a sviluppare relazioni amichevoli e di cooperazione. Pechino, inoltre, è disposta a svolgere un ruolo costruttivo nella pace e nella ricostruzione dell’Afghanistan”.
Quanto alla Russia, che, insieme alla Cina non ha evacuato l’ambasciata , “Prenderà poi una decisione sul riconoscimento del regime del movimento talebano a seconda di quanto responsabilmente governerà il Paese”.
Una “risposta europea comune” viene invece invocata dal Presidente del Parlamento UE, Sassoli, che ha esortato ad “attivarsi con tutti i possibili strumenti diplomatici per difendere i diritti delle donne e garantire pieno asilo a chi adesso si trova in gravissimo pericolo”, mentre l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Borell, ha scritto su Twitter: “Occorre proteggere la vita umana e ripristinare la sicurezza e l’ordine civile. Gli afghani meritano di vivere in sicurezza, sicurezza e dignità. La comunità internazionale sostiene e invita tutte le parti a facilitare la partenza sicura di cittadini stranieri e afgani che desiderano lasciare il paese”.
Nel pomeriggio di oggi, poi, riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, per discutere dell’escalation in Afghanistan ; domani, invece, la riunione straordinaria in videoconferenza dei Ministri degli Esteri UE. In merito, l’ambasciatore afghano ha denunciato le violenze in atto a Kabul e la ricerca casa per casa di collaboratori del Governo presidenziale, mentre il Segretario generale delle Nazioni Unite , Guterres, nel suo discorso, ha invitato la comunità internazionale a unirsi per “rimuovere la minaccia terroristica in Afghanistan” e i Talebani al rispetto degli accordi e dei dei diritti umani e in particolare delle donne, oltre che a garantire i servizi alla popolazione.
Chiesto poi, dal Primo Ministro inglese Johnson , per i prossimi giorni, un G7 in videoconferenza, (di cui il Regno Unito detiene la Presidenza), proprio sulla questione afghana.
In attesa dell’informativa presso le Commissioni Esteri e Difesa della Camera e del Senato, dei ministri Di Maio e Guerini, fissata per il 24 agosto, ha affidato invece, a una nota di Palazzo Chigi, le sue dichiarazioni , il Premier Draghi, che ha ringraziato e assicurato: “Le forze armate per le operazioni che stanno permettendo di riportare in Italia i nostri concittadini di base in Afghanistan. L’impegno dell’Italia è proteggere i cittadini afghani che hanno collaborato con la nostra missione. Il Presidente Draghi è in continuo contatto con il Ministro della Difesa Guerini e il Ministro degli Esteri Di Maio. L’Italia è al lavoro con i partner europei per una soluzione della crisi che tuteli i diritti umani, e in particolare quelli delle donne”.
Unanime, la reazione di preoccupazione e di condanna nei confronti del ritiro americano dall’Afghanistan dei partiti di Maggioranza e Opposizione
Sul fronte della politica interna, nel giorno in cui prendono il via presso quasi tutti gli hub delle Regioni le vaccinazioni con dosi Pfizer e Moderna alla fascia 12-18 (in alcune Regioni con ulteriore estensione fino ai 29 anni), con corsia preferenziale, anche senza prenotazioni, per facilitare il rientro a scuola a settembre, in sicurezza, pubblicati dall’Agenas (Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali) i dati sull’occupazione delle terapie intensive e delle aree mediche, secondo cui, Sicilia e Sardegna restano le due Regioni con il tasso più alto di occupazione delle terapie intensive (“rispettivamente al 10% e al 9%) , anche se stabile, dunque sul limitare della soglia massima prevista dai nuovi parametri, e con incidenza più alta ,pari al 147,93 e al 140,16 per 100 mila abitanti. Riguardo ai reparti ordinari , è sempre la Sicilia ad avere la percentuale più alta con il 15%, seguita dalla Calabria ,con il 13%, dalla Basilicata ,con il 9% e dalla Sardegna ,con l’8%. In rialzo , anche la Toscana a 6% (+1%).
Intanto, siglato tra Stato, Regioni e Province Autonome un’intesa sulle cure domiciliari, come annunciato dal ministro della Salute Speranza, che , in un post social, ha scritto: “Con l’intesa tra Stato e Regioni sulle cure domiciliari si compie un passo fondamentale per costruire la sanità di domani. Con il Pnrr investiamo 4 miliardi di euro nelle cure domiciliari, per portare l’assistenza pubblica e le cure più appropriate in casa dei pazienti. Il nuovo sistema di autorizzazione e accreditamento approvato fissa requisiti elevati ed omogenei per tutti i soggetti che erogano tali servizi e garantirà cure con standard avanzati e della medesima qualità su tutto il territorio nazionale. Saremo in grado di curare meglio le persone, evitando il ricorso all’ospedale quando non è necessario e utilizzando al meglio le risorse. L’ intesa tra Stato e Regioni estende alle cure domiciliari il sistema di autorizzazione e accreditamento per tutti gli enti e soggetti, pubblici e privati, che erogano tali servizi”.
Tutto ciò mentre la ripresa economica sembra sempre più consolidarsi. Infatti, l’agenzia media Bloomberg, ha rilevato in un sondaggio tra economisti come i Pil di Italia e Spagna si avviino a registrare già nel 2021 il ritmo più rapido di espansione economica che si attesta sui livelli di fine anni Settanta , con un rimbalzo che aiuterà i due Paesi a superare la profonda recessione in cui sono precipitati nel 2020. Quindi, il Pil della Spagna dovrebbe crescere del 6,2%nel 2021, e quello italiano del 5,6% , pari cioè ad un aumento, rispettivamente di 0,3 e 0,6 punti percentuali rispetto sondaggio pubblicato a luglio.
Tuttavia, a fronte di una ripresa della crescita, Banca d’Italia ha rilevato nel suo bollettino di Finanza pubblica, relativo a giugno, l’ennesimo record del debito pubblico, aumentato rispetto a maggio a 9,2 miliardi, pari a 2.696 , 2 miliardi.
©Riproduzione riservata