di Federica Marengo martedì 22 luglio 2025

-Stamane, la Presidente del Consiglio Meloni, ha incontrato a Palazzo Chigi il Guardasigilli, Nordio, per fare il punto sulla riforma della Giustizia, nel giorno del voto finale in Senato sul ddl costituzionale in materia di ordinamento giurisdizionale, che contiene l’ istituzione del nuovo Consiglio Superiore della Magistratura e la separazione delle carriere giudicante e requirente dei magistrati, e sul piano carceri, tra gli ordini del giorno del Consiglio dei Ministri, convocato nel pomeriggio.
Più tardi, l’Aula di Palazzo Madama ha approvato in seconda lettura (in prima era stato approvato dalla Camera il 16 gennaio), con 106 voti favorevoli (FdI, FI, Lega e Azione) , 61 contrari (PD, M5S, AVS, +Europa) e 11 astenuti (tra cui Italia Viva), il disegno di legge di revisione costituzionale sulla separazione delle carriere della magistratura, tra Pubblici ministeri e giudici.
Il provvedimento, contestato dalle Opposizioni, come da iter nel caso di riforme costituzionali, passa ora alla Camera per il terzo dei quattro passaggi previsti. Al termine del percorso parlamentare, che dovrebbe concludersi fra febbraio e marzo 2026, se il ddl non sarà votato dai due terzi sarà obbligatorio il referendum, per cui non è previsto il quorum, che dovrebbe svolgersi in primavera.
La riforma costituzionale prevede : 1) la separazione delle carriere dei magistrati , ovvero le due funzioni requirente (Pm) e giudicante (giudici) , che saranno separate fin dall’inizio della carriera, quindi, non sarà più possibile passare da una funzione all’altra, se non in casi eccezionali e limitati.
2) L’istituzione di un Csm distinto per i magistrati giudicanti e un altro per i magistrati requirenti, con ciascun CSM che avrà competenze specifiche per le assunzioni, le assegnazioni, i trasferimenti, le valutazioni di professionalità e i conferimenti di funzioni nei riguardi dei magistrati della rispettiva carriera. Entrambi i Consigli saranno presieduti dal Presidente della Repubblica e la rispettiva composizione sarà rivista. Ne faranno parte di diritto, rispettivamente, il primo presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione.
Gli altri componenti dei due Csm verranno estratti a sorte: un terzo da un elenco di professori ordinari di università in materie giuridiche e di avvocati con almeno quindici anni di esercizio, che il Parlamento compilerà tramite elezione in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento; gli altri due terzi verranno sorteggiati tra i magistrati giudicanti e i magistrati requirenti.
La giurisdizione disciplinare sui magistrati ordinari (giudicanti e requirenti) , sottratta ai Csm , verrà attribuita a una nuova Alta Corte disciplinare, che avrà una composizione mista (magistrati e componenti laici) e sarà competente per gli illeciti disciplinari e le relative sanzioni.
L’Alta Corte sarà composta da quindici giudici, tre dei quali nominati dal Presidente della Repubblica tra professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno venti anni di esercizio e tre estratti a sorte da un elenco di soggetti in possesso degli stessi requisiti, che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compilerà mediante elezione, nonché da sei magistrati giudicanti e tre requirenti, estratti a sorte tra gli appartenenti alle rispettive categorie con almeno venti anni di esercizio delle funzioni giudiziarie e che svolgano o abbiano svolto funzioni di legittimità.
La Premier Meloni, che ha sottolineato come su Giustizia e Sicurezza il Governo abbia mantenuto la parola data, rispettando il suo programma, ha così commentato, in un post social, il via libera al disegno di legge costituzionale: “L’approvazione in seconda lettura al Senato della riforma costituzionale della giustizia, segna un passo importante verso un impegno che avevamo preso con gli italiani e che stiamo portando avanti con decisione. Il percorso non è ancora concluso, ma oggi confermiamo la nostra determinazione nel dare all’Italia un sistema giudiziario sempre più efficiente, equo e trasparente”.
Soddisfatto, anche il ministro della Giustizia Nordio, che ha dichiarato: “Ho realizzato una mia aspirazione, dal ’95, da magistrato, ci credevo fermamente”, così come i Vicepremier e ministri Salvini e Tajani, che ha dedicato la giornata, definita “meravigliosa”, a Silvio Berlusconi.
Contraria alla riforma costituzionale, l’Associazione Nazionale Magistrati , che, in una nota della sua Giunta esecutiva centrale, ha evidenziato: “La riforma costituzionale approvata oggi toglierà garanzie ai cittadini, questa è la nostra principale preoccupazione. Ed è chiaro che l’intento di questa riforma sia quello di avere una magistratura addomesticata e subalterna, che rinunci al proprio compito di controllo di legalità. Nel pieno rispetto del voto odierno e in attesa dei successivi passaggi parlamentari previsti dall’articolo 138 della Costituzione continueremo a intervenire nel dibattito pubblico per argomentare con convinzione e determinazione le ragioni della nostra contrarietà a questo disegno di legge. Lo faremo nei prossimi mesi e lo faremo fino al referendum. La riforma Nordio mette a rischio l’indipendenza della magistratura, lo fa indebolendo l’organo di autogoverno innanzi tutto. E lo fa non prevedendo per la giustizia le risorse necessarie a garantirle un efficace funzionamento. Questa riforma non rafforza lo Stato di diritto: lo rende più fragile”.
Per il Pd, che “continuerà a opporsi”, la riforma della separazione delle carriere è “un attacco grave alla Costituzione” e “separare le carriere dei magistrati significa piegare la giustizia al potere politico”, perché “la giustizia deve rispondere ai cittadini, non ai Governi”.
Sulla stessa linea, il M5S, AVS, +Europa, mentre, Azione ha votato a favore, poiché la riforma della separazione delle carriere dei magistrati era prevista nel suo programma e perché ritiene che “il sistema delle correnti inquini l’autonomia della magistratura e la sua autorevolezza” e in quanto “battaglia liberale e di civiltà”.
Si è invece astenuta, Italia Viva, che ha parlato di “occasione sprecata”, “per raggiungere una riforma della Giustizia che legasse maggioranza e opposizione dentro lo spirito costituente che dovrebbe informare ogni modifica della Carta fondamentale”, di mancanza di discussione parlamentare e ha lamentato l’impossibilità di esaminare il provvedimento “nel merito come sarebbe stato necessario, perché il testo finisce per dare più poteri ai pubblici ministeri per rafforzare ulteriormente la dimensione castale di quella categoria”.
Quanto al Consiglio dei Ministri, svoltosi nel pomeriggio di oggi, nel corso della riunione di Governo è stato illustrato il Programma dettagliato degli interventi di edilizia penitenziaria per gli anni 2025-2027 e sono stati approvate misure, inerenti al dossier carceri, quali: disposizioni in materia di detenzione domiciliare per il recupero dei detenuti tossicodipendenti o alcoldipendenti; in esame preliminare delle modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230, in materia di procedimento per la concessione della liberazione anticipata e di corrispondenza telefonica dei detenuti e degli internati.
Via libera del Consiglio dei Ministri anche alla delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione Europea ; in esame definitivo al testo unico delle disposizioni legislative in materia di imposta di registro e altri tributi indiretti ; in esame preliminare alle disposizioni in materia di Terzo settore, crisi di impresa, sport e imposta sul valore aggiunto; in esame preliminare , il regolamento di istituzione di una zona economica esclusiva (ZEE) comprendente parte delle acque circostanti il mare territoriale nazionale.
Infine, illustrate le buone pratiche di cybersecurity di base per i dipendenti delle PP.AA.
Tali provvedimenti, sono stati poi presentati dai Ministri Paolo Zangrillo (Pubblica Amministrazione) e Carlo Nordio (Giustizia), dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alberto Barachini, dal Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo e dal Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria Marco Doglio, nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Palazzo Chigi.
Ieri, invece, la Premier Meloni, ha incontrato a Palazzo Chigi il Presidente della Conferenza delle Regioni, Fedriga, con cui ha parlato della questione dei bilanci provvisori delle Regioni, di cui il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia discuterà con il ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti riguardo la possibilità di introdurre una norma “per salvaguardare i bilanci e non mettere in difficoltà le Regioni”, anche in considerazione della scadenza del Pnrr nel 2026 e, alla luce del no al rinvio delle elezioni Regionali.
Proprio le elezioni Regionali d’autunno e la questione delle candidature sono state poi al centro di un vertice della Presidente del Consiglio con i leader di maggioranza svoltosi nella serata di ieri.
Al voto, sei regioni,: Toscana, Valle d’Aosta, Marche, Veneto, Campania , Puglia. Per le votazioni, non dovrebbe esservi un election day, ma date differenti, a partire dalle elezioni regionali nelle Marche, che si terranno dalle ore 7 alle ore 23 di domenica 28 settembre e dalle ore 7 alle 15 di lunedì 29 settembre.
Al vaglio della Premier, poi, vi sono i dossier economici e internazionali: continuano , infatti, i contatti con le cancellerie europee per cercare un’intesa con l’Amministrazione Trump sui dazi entro il 1° agosto, data di entrata in vigore delle tariffe commerciali USA, seguendo la linea della prudenza proposta da Bruxelles per evitare una guerra commerciale che non gioverebbe a nessuno.
Obiettivo: evitare le divisioni interne all’Occidente e avvicinare le due sponde dell’Atlantico.
Riguardo alla politica estera, domani, la Presidente del Consiglio Meloni, incontrerà a Villa Pamphilj, in occasione del V° Vertice Italia-Algeria, il Presidente della Repubblica Algerina Democratica e Popolare, Abdelmadjid Tebboune.
Al centro dell’incontro, gli accordi tra Italia e Algeria, nell’ambito del Piano Mattei per il Continente africano, riguardanti i settori dell’energia e del sociale, e il contrasto all’immigrazione illegale.
Sempre a proposito di Africa, la Premier parteciperà il 28 e 29 luglio al Vertice dell’Onu sulla sicurezza alimentare, che si terrà ad Addis Abeba, capitale della Repubblica Federale Democratica di Etiopia.
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