di Federica Marengo mercoledì 16 dicembre 2020

-Via libera al piano vaccinale, presentato questa mattina dal Commissario straordinario Arcuri, nel corso della riunione con i Ministri Boccia (Affari Regionali) e Speranza (Salute) e con i Presidenti di Regione. Quindi, se l’Ema, l’Agenzia Europea per i Medicinali, il 21 dicembre darà il via libera alla distribuzione del vaccino Pfizer, la campagna vaccinale potrebbe partire in tutti e 27 i Paesi dell’Unione, come annunciato dalla Presidente della Commissione UE Von der Leyen, già alla fine di dicembre e in un giorno denominato “V day”, nel quale saranno vaccinate un numero determinato di persone ,da stabilire nei prossimi giorni, e in base alle quantità che Pfizer sarà in grado di consegnare.
In Italia, a fronte dell’invio entro la prossima settimana di un libretto di istruzioni alle Regioni su come procedere alla somministrazione e della presentazione in conferenza Stato-Regioni di un piano distribuzione, la vaccinazione di massa dovrebbe cominciare a gennaio e riguarderebbe gli operatori sanitari e sociosanitari, il personale operante nei presidi ospedalieri, pubblici e privati, gli ospiti e il personale delle residenze per anziani. A seguire, poi, nelle settimane e nei mesi successivi, le altre categorie e la popolazione, per giungere alla conclusione entro fine estate-autunno.
In termini di dosi (un totale di 1,9 milioni), sarà la Lombardia, la Regione d’Italia più colpita dalla pandemia, a ricevere la maggiore quantità (304.955), seguita da Emilia Romagna (183.138 dosi), Lazio (179.818), Piemonte (170.995), Veneto (164.278), Campania (135.890), Toscana (116.240) e Valle d’Aosta con 3.334 dosi. La seconda fornitura, invece, sarà di 2.507.700 dosi.
L’ok è stato poi commentato così dal Ministro per gli Affari Regionali Boccia: “Oggi diamo il via libera al piano di distribuzione dei vaccini e domani portiamo il documento condiviso in Conferenza Stato-Regioni in modo da renderlo subito operativo anche dal punto di vista formale. Le Regioni hanno fatto insieme al Commissario Arcuri un lavoro puntuale e molto rigoroso. La campagna vaccinale sarà una sfida che vinceremo insieme” ,seguito dal Ministro per la Salute Speranza: “Rispetto alle valutazioni che avevamo fatto, saremo pronti a partire con alcuni giorni di anticipo con la somministrazione delle prime dosi di vaccino. E’ importante essere pronti con i piani regionali”.
Nella tarda mattinata, invece, dopo un vertice tra Conte e i ministri Di Maio (Esteri), Lamorgese(Interno) e Guerini (Difesa) sul caso Regeni e sui rapporti con l’Egitto, riunione fiume del Presidente del Consiglio con i capidelegazione di Maggioranza sulle nuove misure restrittive anti contagio per evitare la terza ondata di contagi.
Preso atto del parere del Comitato Tecnico Scientifico, attestatosi sulla linea “rigorista”, seppur diviso al suo interno, l’Esecutivo sarebbe in procinto di emanare un nuovo Dpcm per disporre una zona rossa nazionale dal 24 dicembre al 3 o al 7 gennaio (ma potrebbe partire già dal prossimo fine settimana per evitare un maxi-esodo specie dal Nord al Centro-Sud), che prevederebbe dunque la chiusura di negozi, bar e ristoranti , lo stop agli spostamenti ,se non per comprovati motivi di necessità (salute, lavoro, studio, rientro nel proprio domicilio o residenza, assistenza a disabili o ammalati non autosufficienti) e un coprifuoco a partire dalle 20:00 o dalle 18:00.
D’accordo sulla linea dura, non solo i ministri Boccia e Speranza, ma anche i partiti di coalizione, Pd (con il segretario Zingaretti e il ministro per i Beni Culturali e capodelegazione Franceschini), M5S e LeU. Concorde in parte , per “lealtà al Governo”, anche Italia Viva (la cui ministra per le Politiche Agricole e capodelegazione Bellanova è ancora a Bruxelles per il Consiglio Europeo dell’Agricoltura), a patto che le regole siano chiare e univoche e che siano disposti ristori per le attività colpite dalle restrizioni.
Sulla linea del rigore, anche la maggior parte dei Presidenti di Regione, Zaia (Veneto) in testa, che, però ha chiesto anche risarcimenti immediati per le imprese e le attività colpite dalle restrizioni, riecheggiato da Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Toma (Molise) e Zingaretti (Lazio), con l’eccezione del Presidente Toti (Liguria), che ha rivendicato il basso indice Rt della Regione da lui amministrata.
Tutto ciò, mentre, in mattinata, in Senato ,veniva dato l’ok con 140 sì, 118 no e 5 astenuti, alla mozione di Maggioranza sullo spostamento tra piccoli Comuni nei giorni di Natale e Capodanno e veniva respinta con 114 sì, 142 no e 7 astenuti quella depositata dalle Opposizioni di Centrodestra . Il documento, nato dalle istanze di Italia Viva e di una parte del Pd e delle Opposizioni di Centrodestra, impegna il Governo, tenuto conto dell’evoluzione del quadro epidemiologico, e alla luce del principio di massima precauzione e tutela della salute, a rivalutare la possibilità per gli affetti più stretti di ricongiungersi nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021, garantendo equità fra i Comuni; e, nell’eventualità di nuove restrizioni, di prevedere misure di ristoro economico.
Sul tavolo, poi, anche la questione del ritorno in presenza a scuola per le classi Superiori dal 7 gennaio che , secondo le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico e di una parte dei Presidenti di Regione e dei Comuni, sarebbe a rischio, visto l’alto numero dei contagi e il mancato raffreddamento della curva epidemiologica.
Sul tema riapertura delle scuole Superiori, però, la ministra dell’Istruzione Azzolina, nel corso di una diretta social, ha assicurato: “Si sta lavorando anche in queste ore insieme alle Regioni, ci sarà a breve un incontro, da un lato per i trasporti, dall’altro lato per tamponi e test rapidi. Sono già partiti i tavoli con i Prefetti. Se c’è da ragionare sui trasporti non lo si può fare solo dal punto di vista nazionale, ogni territorio ha le sue esigenze, i tavoli con i Prefetti ci aiutano a risolvere le criticità. Inoltre come ministero abbiamo chiesto una corsia preferenziale per la scuola per i tamponi”.
Non solo l’emergenza sanitaria all’attenzione del Governo. In corso , infatti, la verifica di Maggioranza, dopo le rimostranze manifestate dal Italia Viva e dal suo leader Renzi, sulla task force di manager e tecnici e sulla cabina di regia politica (costituita dallo stesso Conte dal ministro dell’Economia Gualtieri e dal Ministro per lo Sviluppo Economico Patuanelli) per la realizzazione del Recovery Plan e per la gestione delle finanze del Recovery Fund(209 miliardi, in prestiti e contributi a fondo perduto) in arrivo dalla UE.
Dopo , il confronto con Pd, M5S e LeU, che hanno confermato la fiducia nel Premier rilanciando l’azione di Governo, è slittato a domani l’incontro con la delegazione renziana, per via degli impegni a Bruxelles, per il Consiglio Europeo dell’Agricoltura , della ministra e capodelegazione Bellanova.
Tuttavia, Renzi ha ribadito nelle scorse ore il suo no alla task force e l’intenzione di rimettere il mandato delle proprie ministre (Bellanova e Bonetti) e del sottosegretario agli Esteri Scalfarotto, qualora Conte non ritirasse la struttura con i tecnici e non rimettesse le decisioni a una gestione collegiale e al Parlamento, specificando di non pensare a far cadere il Governo e chiedendo al Premier l’attivazione del Mes sanitario da 37 miliardi , richiesta che ,però non può non aprire un nuovo fronte di scontro nella Maggioranza, essendo Conte stesso e il M5S poco favorevole all’uso del fondo UE per le spese sanitarie dirette e indirette messo a disposizione dalla UE per gli Stati più colpiti dalla pandemia.
Altri motivi di frizione, poi , sia le deleghe ai Servizi Segreti ancora nelle mani del Premier e l’istituzione di una fondazione per la cyber-security che non piace al Pd, al ministro per gli Affari Europei Amendola e al segretario Zingaretti, che , in un’intervista a Il Foglio si è detto preoccupato per lo slittamento dell’incontro del Premier con Renzi, sia la proroga fino al 2023 (ad oggi, è fino al 2021), sostenuta dal M5S, del Superbonus al 110% destinato all’edilizia, da introdurre in Manovra, in queste ore, in esame alla Camera e che dovrebbe essere approvata entro il 20 dicembre per poi approdare a Palazzo Madama.
Il No alla proroga, infatti , è arrivato dal Ministro per l’Economia Gualtieri, a causa dell’assenza di coperture e ha visto la reazione risentita del ministro degli Esteri Di Maio, che ,in un post social, ha scritto: “Il Superbonus 110% non è una misura per il MoVimento 5 Stelle, ma per l’Italia e per la ricostruzione del Paese. In un periodo di crisi come quello che stiamo affrontando dobbiamo dare sostegno e soluzioni ai cittadini e trovo dunque incomprensibile opporsi al rinnovo di questa misura. Mi auguro che tutti comprendano l’importanza di ripartire velocemente sostenendo imprese, famiglie e lavoratori”.
Quindi, un monito all’unità del Governo per il bene del Paese, è arrivato dal Presidente della Camera Fico, che, nell’ambito dello scambio di auguri natalizi con la stampa parlamentare , ha dichiarato: “Ogni questione che viene posta va bene, è giusto porre questioni politiche, rivendicare ciò in cui si crede, ma poi ci si ferma lì perché in questo momento così complicato e difficile per gli italiani bisogna trovare sempre un punto di caduta nella responsabilità nazionale di far andare avanti Governo e Maggioranza. Gli italiani tutto vogliono tranne che la litigiosità estrema, vogliono una visione del futuro nella quale credere e andare avanti. Ogni questione che viene posta va bene: se si vuole parlare del Mes se ne parli, di Task force ok, ma dopo non ci deve essere altro. Gli italiani, in questo momento, vogliono provvedimenti concreti per andare avanti. Si rivendica, si lavora ma si trova sempre un punto di caduta, nella responsabilità che comporta un momento difficile. Porre le questioni politiche ma ci si ferma lì. una eventuale crisi di governo porterebbe a elezioni anticipate. Le prerogative del capo dello Stato sono intoccabili e poi in Parlamento tutto può accadere se si forma una nuova maggioranza, ma in questa legislatura prima col Governo M5s-Lega e poi con l’attuale tutti gli schemi sono stati adottati per questo mi sembra difficile una terza via. Il percorso è molto stretto e difficile e porterebbe a nuove elezioni. Conte, non manca di rispetto alle istituzioni per la task force sul Recovery Fund ; conosco il rispetto del Presidente del Consiglio delle istituzioni tutte. Quando poi ci sarà una decisione sul percorso dirò la mia pubblicamente”.
Critiche nei confronti dell’Esecutivo sulla gestione della pandemia e delle misure anti-contagio per le feste natalizie, le Opposizioni di Centrodestra, che hanno chiesto la possibilità di garantire i ricongiungimenti familiari e i ristori immediati per le attività colpite dai provvedimenti restrittivi. Compatta anche la posizione sulla ipotetica crisi del Governo giallo-rosso: “Conte governi, se in grado o lasci”, in tal caso l’intervento del Presidente della Repubblica Mattarella e sì solo a un Esecutivo ponte di Centrodestra o il ritorno alle urne.
Ristori alle attività invocati a buon ragion da forze di Maggioranza e Opposizione ,visto il Report di Isnart-Unioncamere ,secondo cui nel 2020 ,a causa della pandemia, il comparto avrebbe perso circa 53 miliardi di euro rispetto al 2019 e nei primi tre mesi del 2021 ne perderà altri 7,9.
Per il Presidente Sangalli , dunque: “La situazione è veramente drammatica e occorre fare ogni sforzo per far ripartire un comparto così decisivo per il nostro Paese. Le Camere di commercio sono rimaste accanto alle imprese turistiche. Abbiamo investito per mettere in atto azioni tempestive, tagliate a misura di impresa: dal sostegno alla liquidità ai contributi per garantire la sicurezza dell’ospitalità sino agli interventi per la digitalizzazione. Il sistema camerale può contribuire alla ripartenza in collaborazione con le Regioni e il Governo. Il rilancio non può che passare dalle grandi priorità: innovazione e digitale, green e giovani anzitutto”.
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