di Federica Marengo venerdì 23 febbraio 2024
-“Terzo mandato? decide liberamente il Parlamento, non c’è nessun problema di maggioranza, né di governo e abbiamo altri quattro anni davanti per aiutare gli italiani a lavorare di più e a stare meglio. Il terzo mandato se passa, passa, se non passa, amen, certo mi dispiace ,perché se si trova un buon sindaco o un buon governatore è giusto che si possa continuare a sceglierlo”. Così, il segretario della Lega, nonché Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvini, è tornato quest’oggi sulla questione del terzo mandato per i Presidenti di Regione, dopo la bocciatura ieri in Commissione Affari Costituzionali del Senato, dell’emendamento al Dl elettorale con tale proposta, presentato dal Carroccio, su cui si sono espressi negativamente, con 16 no, i partiti di Maggioranza FdI e FI, e i partiti di Opposizione, Pd, M5S e AVS, mentre Azione si è astenuta e Italia Viva ha votato a favore con la Lega, esprimendo in totale 4 sì.
Tuttavia, la Lega, che invece ha ritirato l’emendamento con la proposta del terzo mandato per i sindaci dei Comuni con più di 15 mila abitanti, su cui pure c’era il parere negativo dell’Esecutivo, non sembra voler desistere dal suo intento, anche perché nel 2025 a scadere sarà il secondo (e ultimo)mandato del presidente del Veneto, Zaia. Infatti, lo stesso presidente Zaia ha sottolineato che “La strada è ancora molto lunga”, seguito dal senatore veneto della Lega, Paolo Tosato, vicepresidente della Commissione, espressione di una parte del Carroccio, il quale ha dichiarato: “Ripresenteremo le nostre proposte e cercheremo di convincere i nostri alleati di maggioranza a rivedere le loro posizioni”.
L’altra parte della Lega, invece, è attestata sulla linea del presidente della Conferenza delle Regioni e del Friuli Venezia-Giulia, Massimiliano Fedriga, che, alla vigilia del voto in Commissione a Palazzo Madama, aveva invitato a riaprire la discussione dopo le elezioni Europee, e che, nella giornata di oggi ha inviato all’Esecutivo una lettera con due richieste da parte delle Regioni : il terzo mandato consecutivo per i governatori e un aumento del numero dei consiglieri nelle piccole regioni, “affinché sia garantita la rappresentanza dei partiti negli organi esecutivi”.
Inoltre, nella lettera , le Regioni hanno evidenziato la necessità “di avviare un confronto costruttivo e collaborativo con il governo”.
Quindi, lo stesso Fedriga, ha dichiarato: “Mi sento di propiziare un coinvolgimento delle Regioni nel processo decisionale sul terzo mandato, perché mi sembrerebbe profondamente scorretto decidere sull’organizzazione istituzionale e democratica delle Regioni senza le Regioni. Ci auguriamo che si ascolti anche chi è direttamente coinvolto, perché mi sembrerebbe alquanto particolare che si limitasse a un dibattito tra parlamentari. La bocciatura in Commissione?. Sono normali dinamiche parlamentari”.
Per il Presidente della Liguria Toti, anch’egli in quota centrodestra e,anch’egli con secondo mandato in scadenza, sentito da 24 mattino-Interviste di Radio24, “C’è un tema che sfugge al dibattito, concentrato sulle spaccature tra le forze politiche: la spaccatura tra la politica romana e quella della periferia del Paese, una divaricazione tra centro e periferia molto pericolosa che sfiora lo scontro istituzionale visti i ricorsi che molti stanno ventilando. E’ una spaccatura centro-periferia che si vede nettamente dalla presa di posizione durissima del sindaco di Bari De Caro e del presidente di Anci, che promette addirittura ricorso alla Corte costituzionale”.
Da FdI, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Ciriani, in merito ad eventuali ricadute sulla Maggioranza, divisasi in Commissione al Senato, ha rassicurato: “Sono cose che succedono, ma l’attività del governo non viene minimamente toccata”, riecheggiato dal capogruppo al Senato di FI, Gasparri, che ha affermato: “Nessuna lacerazione”.
Tuttavia a rassicurare più di tutti è stata la Presidente del Consiglio, Meloni, nel corso del suo intervento nelle trasmissioni di Rai Uno, condotte dal giornalista Bruno Vespa, “5 minuti” e “Porta a Porta”, nelle quali, riguardo alla questione del voto sul terzo mandato e delle sue ricadute sul Governo, ha dichiarato: “Il terzo mandato ai governatori regionali, non era nel programma e non è iniziativa di governo.
Ogni giorno leggo di ricostruzioni non veritiere che parlano di scontri tra i partiti di maggioranza, ma la maggioranza è solida e che crolli è la speranza dell’opposizione”.
Poi, la Premier, che nella serata di ieri ha ringraziato il presidente dell’Albania, Rama per il via libera del Parlamento albanese all’accordo con l’Italia sui migranti, ha risposto a domande su altri dossier in agenda di Governo, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, riguardo al quale, a fronte di una spesa effettuata ad oggi ,pari a poco meno della metà su 101 miliardi versati dalla UE ,ha evidenziato: “Sulla spesa del Piano nazionale di ripresa e resilienza siamo a 45 miliardi di euro già spesi ed ora si entra nella fase della spesa vera. Ma i dati fin qui sono molto buoni. Il governo ha ottenuto la terza rata, la quarta rata e presentato gli obiettivi della quinta, liberando 21 miliardi”.
Quindi , rispondendo alle accuse delle Opposizioni di aver tagliato i fondi sulla Sanità, ha evidenziato: “I soldi destinati quest’anno al fondo non sono diminuiti, ma aumentati. I miliardi sul piatto sono 136, cifra mai vista in Italia, nemmeno durante il periodo di pandemia quando ne furono stanziati tra i 121 e i 122”.
Infine, sulla riforma costituzionale del Premierato, smentendo che vi sia il rischio, paventato dalle Opposizioni, di una “deriva autoritaria” , “a meno che la Francia (che lo ha adottato come sistema) sia da considerarsi una nazione autoritaria”, ha spiegato: “Noi vogliamo fare governare chi è stato scelto dagli italiani, diciamo basta a inciuci, governi tecnici, e chi è anti democratico saremmo noi. Vogliamo rimettere la democrazia nelle mani dei cittadini. I racconti della sinistra sono curiosi. Quando la riforma del premierato arriverà al referendum, e arriverà al referendum perché la stanno osteggiando perché la temono, avremo un’occasione storica. Diranno che è un referendum sul governo, ma non è sul governo è su quello che succede dopo. Non la sto facendo per noi, perché il governo durerà cinque anni, ma perché se non la facciamo noi oggi non la farà nessuno. Sono favorevole anche al vincolo dei due mandati per il premier. Credo che la cosa più sensata sia trovare una regola che vale per tutti”.
Dalle Opposizioni, la segretaria del Pd, Schlein, riguardo alla divisione delle Maggioranza sul terzo mandato, ha sottolineato: “Abbiamo visto Meloni, Salvini e Tajani affiancati sul palco e oggi si spaccano sul terzo mandato. Fanno bene da tutto il giorno a chiedersi se ci saranno ripercussioni sulla tenuta del governo. Loro lo smentiscono, ma il fatto che se lo chiedano fa capire che hanno un bel problema con le loro divisioni”.
Tuttavia, divisioni sulla questione si sono riscontrate anche all’interno del Pd. In Commissione Affari costituzionali del Senato, infatti, il partito ha espresso voto contrario con FdI e FI, invece che astenersi, per poi aprire un tavolo di discussione, come deciso nel corso della Direzione, svoltasi qualche giorno fa, essendo state registrate sul tema posizioni diverse, con la corrente riformista, capitanata dal presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini, anch’egli prossimo alla scadenza del secondo mandato, a favore del terzo mandato, insieme con i sindaci dem , capitanati dal sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Decaro.
A tal proposito, il sindaco di Napoli, in quota dem, Manfredi, ai microfoni di Sky Tg24, ha detto: “La posizione mia e dei sindaci è che mettere un vincolo al mandato solo ai sindaci e ai presidenti di Regione sembra un po’ un controsenso. Io penso che vada salvaguardata la volontà popolare: quando c’è chi amministra bene è anche necessario garantire una continuità amministrativa e dove è necessario intervenire bisogna farlo in un approccio più complessivo di una riforma delle autonomia locali ,perché gli interventi spot spesso creano più problemi di quelli che risolvono. Credo che in un momento in cui si parla di amministratori locali sia importante che un partito nazionale ascolti le richieste. A quanto mi risulta, nella direzione si era deciso che ci sarebbe stato un successivo momento di riflessione, probabilmente sarebbe stato meglio uscire dall’aula così che questo momento di riflessione si continuasse all’interno del partito nazionale. Io ritengo che ci debba essere un maggiore ascolto degli amministratori che rappresentano l’interfaccia con i territori e con i cittadini ,questa differenza di sensibilità che sempre emerge tra le decisioni romane e il territorio danno un segnale non positivo. Noi dobbiamo avere una maggiore capacità di interpretare questo rapporto e spesso delle decisioni che sono anche legittime e giustificate da un approccio più nazionale di mantenere un fronte unico delle opposizioni, poi vanno in contrasto con le sensibilità locali”.
Nel pomeriggio, invece, la Premier Meloni , così come la Presidente della Commissione UE Von der Leyen e il leader del Ppe Weber, è intervenuta via videomessaggio alla prima delle due giornate del Congresso di FI, al Palazzo dei Congressi dell’Eur, il primo dalla scomparsa del presidente Berlusconi, per eleggere il segretario e 4 vice-segretari.
Nel suo intervento la presidente del Consiglio, Meloni, ha dichiarato: “Da presidente di un partito so bene quanto sia importante un congresso nella vita di qualsiasi movimento politico. Posso solo immaginare quanto questo congresso sia importante per Forza Italia, la prima volta senza Silvio Berlusconi, senza un uomo straordinario che ha segnato la storia recente. C’è chi ha detto e scritto che senza Berlusconi non ci sarebbe stato un futuro per Forza Italia. Però ,noi sapevamo che era una previsione sbagliata e i fatti lo hanno provato. Antonio e tutta la classe dirigente del partito hanno saputo raccogliere l’eredità politica molto importante, l’eredità politica di Berlusconi e Forza Italia continua ad essere un punto di riferimento per una parte significativa dell’elettorato di centrodestra”.
Poi, in merito alle elezioni Europee dell’8 e 9 giugno, la premier ha evidenziato: “Il voto alle Europee è un passaggio decisivo per portare una ventata di aria nuova. Perché anche se apparteniamo a famiglie politiche diverse gli obiettivi sono comuni, e proprio in Italia noi abbiamo dimostrato come una maggioranza pure composita ma coesa può fare la differenza, e allora anche in Europa possiamo portare il modello italiano. L’Italia è tornata protagonista sulla scena europea e grazie a questo governo è riuscita a far cambiare idea su tanti dossier, dall’immigrazione alle politiche green. Però le resistenze sono ancora molte. La sinistra farà di tutto per impedire una inversione di rotta netta, che è fondamentale e viene chiesta a gran voce dai cittadini, dal mondo produttivo, dalle persone normali che vivono ogni giorno i problemi. Per questo è fondamentale che il centrodestra abbia più forza in Europa. Ogni voto in più al centrodestra è un voto per un’Europa più attenta alle sue imprese, per un’Europa che difende i suoi confini dall’immigrazione irregolare di massa, per un’Europa che non rinnega se stessa ma che al contrario è fiera di ciò che è e della sua identità. Ecco io sono convinta che grazie al centrodestra italiano, che è modello per tanti in Europa, questi valori potranno tornare ad essere vincenti. E sono convinta che continueremo insieme a governare bene questa Nazione, che tanto amiamo e che merita certo di più. Buon lavoro ad Antonio e a tutta la comunità politica di Forza Italia”.
Nella sua relazione, invece, il segretario ricandidato e confermato, Tajani, che ha rivendicato il ruolo di FI come “forza solida, moderata ed europeista nella coalizione di governo” e, l’obiettivo del 10% alle europee e del 20% alle prossime politiche, ha sottolineato: “Nonostante i capelli grigi, l’età e l’esperienza, questo è il discorso più difficile e importante della mia vita. Non è facile, mi sento un po’ come un giocatore della squadra di Maradona che deve fare la finale di Champions, però Maradona non c’è più… E tu per cercare di fare quello che faceva Maradona, hai una sola possibilità: chiedere aiuto a tutta la squadra e a tutta la curva ,perché ti sostenga. La squadra siamo noi, la curva sono i nostri elettori e Maradona è Silvio Berlusconi. C’è un grande spazio tra Elly Schlein e Giorgia Meloni e noi vogliamo occuparlo. Rivendicherò il nostro ruolo. Lancerò un grande appello a tutte le forze anche civiche che si riconoscono nel popolarismo europeo, perché combattano con noi una grande battaglia per costruire la dimora punto di riferimento degli italiani che vogliono una forza seria, credibile, affidabile, responsabile, alla quale affidarsi anche nei momenti di difficoltà. Il Ppe sarà la prima forza politica nel parlamento europeo. Tutto lascia pensare che il prossimo presidente della Commissione e del Parlamento europeo saranno esponenti popolari. Più forte è Forza Italia più forte è l’Italia in Europa”.
A seguire, tornando sul caso Navanly e sulla guerre in Ucraina e in Medio Oriente, il vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, ha dichiarato: “La Russia ha scelto la strada del conflitto, all’esterno e all’interno. All’interno ha scelto la via della repressione. L’aggressione all’Ucraina è una sfida all’Occidente e alla legalità internazionale e la morte in carcere di Navalny ci riporta a metodi spietati dell’Unione sovietica. Il Putin di Pratica di Mare non c’è più, è un altro Putin. Siamo amici di Israele, abbiamo sostenuto Israele e pianto il massacro del 7 ottobre, e non possiamo neanche paragonare Israele ad Hamas. Comprendiamo la necessità di reagire, ma di fronte a tutto questo abbiamo anche il dovere di chiedere ai nostri amici israeliani di comportarsi secondo le regole di civiltà e umanità che condividiamo con loro. Non accetteremo mai una soluzione che preveda la cancellazione di Israele dalla carta geografica, ma combatteremo anche per ché il popolo palestinese possa avere esaudito il suo sogno di avere uno Stato che non sia succube di Hamas. Perché, come per la Russia e Putin, Hamas non è la Palestina e la Palestina non è Hamas”.
Certa la conferma di Tajani come segretario, in lizza per la carica di vice , che in caso di impedimento del segretario, ne prenderà il posto, vi sono: Roberto Occhiuto, Deborah Bergamini, Stefano Benigni e Alberto Cirio. Introdotta, poi, nello Statuto del partito, la figura del presidente del consiglio nazionale, ruolo che potrebbe essere rivestito da Renato Schifani.
Tornando all’agenda dalla Presidente Meloni, domani pomeriggio, alle 16:00, come ufficializzato da una nota di Palazzo Chigi , “In occasione del secondo anniversario dell’aggressione russa contro l’Ucraina, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni presiederà una riunione in videoconferenza dei Capi di Stato e di Governo G7, la prima sotto la Presidenza italiana.
Previsto anche il collegamento del Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Al termine, sarà adottata una dichiarazione congiunta”.
La Casa Bianca , poi, ha fatto sapere che il presidente Joe Biden riceverà la premier il 1° marzo “per riaffermare gli stretti rapporti fra Stati Uniti e Italia“.
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