di Federica Marengo venerdì 6 novembre 2020

-Da questa mattina, secondo l’ultimo Dpcm anti Covid19 in vigore fino al 3 dicembre, che divide l’Italia in tre aree di rischio sulla base dell’incrocio dei dati relativi all’indice di contagio con i 21 parametri, tra cui l’organizzazione e la tenuta del sistema sanitario, forniti dalle Regioni ed elaborati da cabina di regia, Ministero della Salute e Comitato Tecnico Scientifico, Lombardia, Piemonte , Valle d’Aosta e Calabria, sono in lockdown.
Tuttavia, la decisione ratificata dal Ministero della Salute Speranza con un’ordinanza valida per 14 giorni, non ha incontrato il favore dei Presidenti delle Regioni collocate nelle aree rosse ad alto rischio (Lombardia, Piemonte e Calabria) e arancione a medio rischio (Puglia e Sicilia). In particolare, i Presidenti di Lombardia, Fontana e Piemonte, Cirio, hanno espresso perplessità sulla valutazione dei dati, ritenendoli superati, in quanto risalenti a dieci giorni fa e non aggiornati e denunciando il sospetto di voler “penalizzare” le Regioni governate dal Centrodestra.
A smentire tali affermazioni, il Premier Conte, che nel suo intervento da remoto all’evento organizzato da Il Corriere della Sera, “Mastershow ‘Ristoranti, una questione politica”, che ha preceduto l’incontro bilaterale con il Premier indiano Moodi, ha dichiarato: “Oggi non è una giornata felice per molte aree non solo Milano, parliamo della Calabria, del Piemonte, della Valle d’Aosta. Ci sono posti sottoposti a un nuovo regime più restrittive e anche penalizzanti. Pensiamo ai ristoratori, all’indotto, poi ci sono anche le zone arancioni, e quelle gialle. Oggi assistiamo a ulteriori riduttori di velocità, abbiamo un treno che sta correndo, che abbiamo provato già a fermare. Oggi non stiamo dando schiaffi a nessuno, non vogliamo penalizzare un’area piuttosto che un’altra. Con il primo Dpcm abbiamo già ridotto la velocità di questo treno, siamo costretti a farlo perché se non intervenissimo questo treno ci verrebbe addosso e le conseguenze sarebbero ancora peggiori. Se riusciamo a intervenire riusciremo ad affrontare le settimane che verranno con un margine di serenità. Non ho mai detto che faremo veglie e cenoni, ma se riusciamo a contenere la curva dei contagi possiamo far ripartire i consumi sotto Natale e sarebbe utile per tutti. Siamo nella condizione di graduare le misure rispetto alla gravità del contagio. E’ chiaro che un ristoratore costretto a chiudere non è contento. Mi rendo conto che per chi ha adottato protocolli, misure di sicurezza è penalizzante, ma nonostante tutto quello che abbiamo fatto la pandemia è arrivata. Ne usciremo ,ma dobbiamo introdurre misure graduate”.
Poi, sul Dl Ristori bis, il provvedimento a sostegno dei settori più colpiti dalle restrizioni a livello nazionale e dalle chiusure regionali, atteso per stasera in pre Consiglio e in Consiglio dei Ministri, ha specificato: “Mi sono assicurato che contemporaneamente presso la Ragioneria dello Stato e il Mef si lavorasse per trovare le risorse. Oggi, infatti, entriamo in Cdm con un decreto ristori bis. Ci siamo resi conto che i ristori già liquidati erano modesti, li abbiamo raddoppiati e moltiplicati. Per esempio un piccolo ristorante che con il precedente lockdown aveva ricevuto 2.600 euro ne avrà 5.200. Serve liquidità e sono calcolati sui fatturati. Cancelliamo la seconda rata Imu, c’è il credito di imposta al 60% sugli affitti di settembre, ottobre, novembre, dicembre, la decontribuzione per i dipendenti e il rinvio dei versamenti per chi ha gli Isa. Già nella precedente legge di bilancio avevo proposto una rimodulazione sull’Iva, ma portarla al 4% comporta un ammanco di svariati miliardi. Così secca mi pare improbabile, ogni punto d’Iva costa miliardi e non li abbiamo. Vedo una rimodulazione dell’Iva nell’ambito di una complessa riforma fiscale. Ma in Cdm oggi disponiamo un fondo perché vogliamo stanziamenti immediati e creare una cintura di sicurezza da parte dello Stato per stringere i denti in queste settimane. Differire tutte le prospettive dei flussi di cassa che entrano significa anche compromettere quelli che escono, ma vedete che stiamo cercando di fare tutto il possibile, con rateizzazioni e differimento scadenze”.
Previste ,inoltre, tra le misure: lo stanziamento di aiuti a fondo perduto per le zone rosse, destinato non solo a bar ,ristoranti, centri estetici e negozi di abbigliamento, ma anche a tutte le partite Iva.
A livello nazionale poi, si aggiungono alla lista dei beneficiari del Dl Ristori 1, i centri commerciali, i musei e i centri culturali e con ogni probabilità, anche le rosticcerie e i bus turistici.
I nuovi ristori per le attività in lockdown, inoltre, al pari di quelli nazionali destinati a bar, ristoranti e discoteche, dovrebbero essere pari al 100%, 150% e 200% del fondo perduto di luglio, a seconda della chiusura parziale o totale dell’attività.
Quanto ai tempi di approvazione, per rendere celere l’iter, il Governo pensa a trasformare il testo in un emendamento al Dl Ristori 1, ad oggi in esame al Senato, ma i cui contributi, secondo quanto riferito in una nota dal Ministro dell’Economia Gualtieri, sono stati già erogati dall’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, a preoccupare è il nodo coperture. Il Dl Ristori bis infatti ammonterebbe a 1,5-2 miliardi, di cui 1,6 reperiti nell’ultimo decimale di margine di deficit previsto dalla Nadef, portando così il disavanzo al livello massimo previsto del 10,8%, e 300 milioni reperiti tra gli avanzi di bilancio, esaurendo quindi le risorse a disposizione per il 2021, e rendendo sempre più probabile, in caso di bisogno, se i contagi aumentassero, il ricorso a un nuovo scostamento di bilancio e conseguente voto del Parlamento.
A replicare poi alle proteste delle Regioni Lombardia e Piemonte, il ministro della Salute Speranza,che nel corso della sua informativa alla Camera, tenuta stamane su richiesta di Maggioranza e Opposizioni per chiarire i criteri di ripartizione delle Regioni nelle aree di rischio, ha spiegato: “C’è sempre stato un filo comune che tiene insieme le scelte adottate dal Governo. Un filo che unisce tutti i nostri provvedimenti ed è il primato della tutela della nostra salute . Questo provvedimento è in piena continuità con le misure finora adottate. I numeri, che rappresentano persone in carne ed ossa, continuano ogni giorno drammaticamente a crescere, nel mondo siamo arrivati a un contagiato ogni 164 persone. In Italia, non esistono zone verdi perché il virus circola in tutto il nostro Paese. Ed essere in zona gialla non significa assolutamente essere in un posto sicuro”.
Quindi, l’esortazione : “Si possono avere opinioni differenti sulle scelte che abbiamo compiuto ma per favore non capovolgiamo la realtà. Andando oltre inutili polemiche tutti dobbiamo trarre una lezione tanto evidente quanto amara: senza consistenti limitazioni dei movimenti e rispetto delle regole la convivenza con il virus fino al vaccino è destinata ad un clamoroso fallimento. Anche sul punto della significativa prevalenza di asintomatici attenzione a non coltivare pericolose illusioni: se continua ad alzarsi il numero di contagiati,inevitabilmente aumenta in proporzione la quota di anziani e fragili e conseguentemente aumenteranno i ricoveri ed i posti in terapia intensiva, ed è inevitabile anche che più persone perderanno la vita”, e la precisazione: “La fonte dei dati sono le Regioni. In tutte le fasi del nostro lavoro c’è stato il coinvolgimento delle istituzioni scientifiche del nostro Paese e delle Regioni. Ci sono dei limiti che non devono essere superati nella polemica politica. Basta, non alimentiamo politiche che sono dannose. Se produciamo clima sbagliato creeremo solo disorientamento fra i cittadini. Nella spiegazione dei criteri adottati e a proposito del coinvolgimento delle Regioni l’ordinanza è figlia di un lavoro lungo e i parametri sono stati condivisi con le Regioni in due sedute ad aprile. Da 24 settimane svolgiamo un lavoro proficuo e comune con le Regioni , nessuna Regione ha eccepito né ha mostrato dissenso sui parametri. Si tratta di un lavoro complesso. Ciascuna Regione viene classificata sulla base dell’incrocio di due parametri: indice di rischio prodotto dai 21 indicatori e i 4 scenari definiti attraverso gli Rt . Con lo scenario 4 e Rt sopra 1,50 indice di rischio alto, la Regione viene collocata in zona rossa. Dopo 14 giorni con scenario e indice più basso avviene una nuova classificazione della cabina di regia. Si tratta di un lavoro di una raccolta dati imponente, per questo le valutazioni hanno bisogno di almeno una settimana per essere attendibili, perché i dati possano stabilizzarsi“.
Infine, il monito : “Non può essere questo il terreno dello scontro politico. ll virus non ci dà tempo, se non lo contrastiamo adeguatamente dilaga. In sole tre settimane ad ottobre siamo passati a 20mila contagiati, non possiamo avere incertezze, ma muoverci con determinazione. Nessuno avendo responsabilità di Governo può sottrarsi a questa necessità. Il Governo si è assunto fino in fondo la sua responsabilità. Per me, non è un merito, ma un atto dovuto. Se non fermiamo la curva, il personale sanitario non sarà più in grado di intervenire. Non dobbiamo perdere tempo in polemiche inutili e faziose. Il nostro unico nemico è il virus. Dobbiamo garantire anche in questa tempesta la salute degli italiani. Ci aspettano mesi non facili ma abbiamo la forza per piegare nuovamente la curva. Le valutazioni hanno bisogno almeno di una settimana perché i dati possano essere stabilizzati, è un procedimento complesso rispetto al quale il ministro della Salute prende atto del lavoro svolto dalla cabina di regia. La mia ordinanza è conseguenza automatica dei dati elaborati, per questo non ci sono trattative, ma semplicemente scambi di dati e di informazioni. Con questo meccanismo, è finalmente possibile intervenire proporzionalmente alla reale condizione delle Regioni senza stressare con misure uguali territori che si trovano in condizioni differenti. Inoltre, si dà certezza al Paese con misure predefinite a seconda dell’indice di rischio e dello scenario di Rt. Non perdiamo tempo in polemiche. Dobbiamo solo lavorare insieme”.
A seguire, il dibattito dell’Aula, con la Maggioranza che, ricompattatasi all’indomani del vertice sul “Patto di legislatura”da portare a termine fino la 2023 con un rilancio dell’azione di Governo, ha espresso il sostegno all’Esecutivo e al Ministro della Salute, Speranza, con il distinguo però di Italia Viva che, tramite il deputato Marattin, ha sollecitato l’Esecutivo a una maggiore trasparenza sui dati per la ripartizione delle Regioni nelle tre aree di rischio contagio.
Tuttavia, dal Vicesegretario dem Orlando, dai renziani, riecheggiati dal M5S, e da LeU, è giunto l’invito a rivedere il titolo V della Costituzione sull’autonomia delle Regioni in materia di Sanità.
Critiche, invece, le Opposizioni di Centrodestra, schieratesi con i propri Presidenti di Regione sui quali “Il Governo vorrebbe scaricare le responsabilità di ritardi e di scelte sbagliate nel metodo e nel merito ,come quelle di nuove chiusure per le attività e le imprese” e che ,compatte, hanno chiesto di sospendere il pagamento di tasse e scadenze fiscali, fermare lo sbarco di immigrati e potenziare l’assistenza sanitaria a domicilio e territoriale.
Intanto, l’Istituto Nazionale di Statistica, nella sua nota di aggiornamento sull’economia italiana, ha evidenziato: “A seguito del deciso recupero segnato nel terzo trimestre, i principali indicatori congiunturali sono tornati vicini ai livelli pre-crisi sanitaria. Le prospettive per i prossimi mesi appaiono incerte. A ottobre gli indici di fiducia hanno fornito segnali discordanti. La fiducia dei consumatori ha segnato un lieve calo mentre quella delle imprese è migliorata. Le informazioni disponibili sul quarto trimestre, caratterizzato dalla reintroduzione di alcune misure di fermo amministrativo dell’attività produttiva e di riduzione della mobilità a livello nazionale e internazionale, evidenziano un quadro ancora parziale. Tuttavia, il recente nuovo aumento dei contagi in quasi tutti i Paesi e le conseguenti misure di contenimento potrebbero incidere negativamente sulle prospettive economiche a breve termine”.
Incertezza, quella economica, avvertita da molteplici comparti e categorie lavorative come quella dei tassisti, in sciopero nella giornata di oggi , dalle 8:00 alle 22:00 , in molte città per chiedere sostegni economici al Governo e la cui delegazione, riunitasi a Roma, ha poi raggiunto il Ministero dell’Economia e da lì il dicastero dei Trasporti , dove è stata ricevuta.
“La settimana scorsa, quando abbiamo incontrato una delegazione di organizzazioni di rappresentanza dei tassisti, ci hanno chiesto di velocizzare il Decreto Interministeriale sul ‘Buono Viaggio’. Ieri sera è stato firmato, e sblocca così i 35 milioni del fondo, previsto dal Decreto ‘Agosto’ e finalizzato all’erogazione di un buono utilizzabile da persone con disabilità, ovvero appartenenti ai nuclei familiari più esposti agli effetti economici della crisi pandemica o in stato di bisogno, residenti nei comuni capoluogo di città metropolitana o capoluoghi di provincia”, ha quindi annunciato alla stampa, la Viceministra all’Economia Castelli, continuando, “Abbiamo lavorato con gli uffici del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per definire il riparto. In pochi giorni gli Enti locali potranno utilizzare le risorse . Mi dispiace per il blocco di oggi, perché, come avevamo assicurato, la categoria è stata inserita tra quelle destinatarie dei contributi a fondo perduto previsti dal Decreto ‘Ristori’ e con gli uffici del MEF stiamo velocizzando anche l’attuazione della norma sui contributi ai ‘centri storici. Nei prossimi giorni, convocheremo un Tavolo intergovernativo, con tutti gli attori istituzionali ,comprese Regioni ed Enti Locali, per definire assieme, in modo strutturale, interventi a supporto di un settore fondamentale nella rimodulazione del Trasporto Pubblico Locale. E per velocizzare ulteriormente il meccanismo degli aiuti, diretti e indiretti, riservati a Taxi e NCC. Non lasciamo nessuno indietro”.
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