di Federica Marengo venerdì 23 maggio 2025

-Nella giornata di ieri, la Presidente del Consiglio Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi il Premier della Repubblica di Bulgaria Rossen Jeliazkov. Nel corso del bilaterale, come sottolineato in una nota da Palazzo Chigi, è emersa “la comune volontà di approfondire le relazioni bilaterali in settori strategici quali infrastrutture e trasporti, energia, interconnessioni e difesa”, così come “una consonanza di vedute sui principali temi europei”, quali: la politica di coesione, l’allargamento e la ricerca di soluzioni innovative alle migrazioni irregolari.
Al centro del confronto tra Roma e Sofia, poi, anche i principali dossier di politica internazionale, come la guerra in Ucraina, in merito a cui è stato confermato il sostegno “agli sforzi in corso per il raggiungimento di una pace giusta e duratura”.
A seguire, sempre a Palazzo Chigi, la Premier , che ha anche chiuso con un intervento in videocollegamento la campagna elettorale per le comunali di Genova, dove si voterà domenica e lunedì, ha incontrato l’omologa del Regno di Danimarca, Mette Frederiksen, con cui ha rilasciato delle dichiarazioni congiunte alla stampa.
Nel suo intervento introduttivo, la Presidente Meloni ha posto in evidenza la collaborazione tra Italia e Danimarca, improntata alla “concretezza” e al “pragmatismo” per “dare risposte ai cittadini e fare in modo che anche l’Europa sia maggiormente capace di dare risposte ai cittadini”.
Una collaborazione in atto anche su temi di politica internazionale come la guerra in Ucraina, che ha effetti sulla sicurezza dell’Europa, della Danimarca, “dove storicamente la percezione della minaccia russa è particolarmente avvertita”, e dell’Italia, Nazione dell’Europa mediterranea, dove “si percepisce di più l’effetto domino che il conflitto in Ucraina sta producendo sulla stabilità complessiva che coinvolge anche il Mediterraneo, che coinvolge anche l’Africa, che coinvolge anche il Medio Oriente”, dimostrando la forte interconnessione tra i destini degli Stati europei.
Quindi, nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi, le due Premier si sono aggiornate sugli ultimi sviluppi legati alla guerra in Ucraina e hanno ribadito il comune “ impegno per arrivare a una pace giusta e duratura”, rinnovando “il sostegno agli sforzi in questo senso”.
Al riguardo, infatti, la Presidente del Consiglio Meloni ha avuto nelle scorse ore un altro colloquio telefonico con il Presidente USA Trump e con gli alleati UE, per un nuovo turno di negoziati tra Kiev e Mosca e , in merito, ha evidenziato: “Io credo che la prima cosa che dobbiamo fare è ringraziare il Presidente Volodymyr Zelensky, ringraziare il Governo ucraino per aver dimostrato con chiarezza, anche e soprattutto in queste settimane, la sua sincera volontà di perseguire la pace, aderendo immediatamente a una richiesta di cessate il fuoco, aderendo immediatamente a una disponibilità di negoziati anche ad alto livello. Lo dico anche per dire che dall’altra parte invece non abbiamo visto alcun passo in avanti concreto da parte russa al momento. E credo che valga la pena ricordarlo anche per smontare una certa narrativa secondo la quale invece i russi sarebbero stati disponibili alla pace”.
Poi, la Presidente Meloni ha parlato dell’impegno comune di Italia, Danimarca e Paesi Bassi nella lotta all’immigrazione irregolare e nella capacità di inventare soluzioni innovative sul contrasto dei flussi migratori, con la costituzione di un gruppo di lavoro ,che si riunisce a margine di ogni Consiglio europeo e ,che ha consentito di fare molti passi in avanti in materia, con l’introduzione di una lista europea dei Paesi sicuri, l’anticipazione di alcuni passaggi del Patto di migrazione e asilo, il nuovo regolamento sui rimpatri.
Inoltre, la Premier ha annunciato una nuova iniziativa comune che Italia e Danimarca hanno deciso di portare avanti insieme e che coinvolge anche altri Paesi ed è rivolta a tutti i partner Ue, volta ad aprire il dibattito politico su alcune Convenzioni europee a partire proprio dal tema del fenomeno migratorio. Si tratta di una lettera aperta in tema di convenzioni internazionali, già sottoscritta dai Leader di Austria, Belgio, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Repubblica Ceca, in cui si chiede la ”rimodulazione” di alcune Convenzione europee sui migranti e di avviare una discussione su come le Convenzioni internazionali siano oggi adeguate alle sfide da affrontare, e riguardo cui la Presidente Meloni ha precisato: “L’obiettivo ,sgomberiamo subito il campo da eventuali polemiche, che ci diamo ,non è quello di indebolire le Convenzioni o di indebolire i valori che quelle Convenzioni incarnano. Il nostro obiettivo è quello di rafforzarli, cioè di renderli più capaci di dare risposte al tempo in cui viviamo e ai problemi che oggi sono sentiti e che oggi vanno gestiti. Quindi di renderli più aderenti, evitare alcuni paradossi che abbiamo visto in questi anni. Il principale, dal mio punto di vista, sono ad esempio quei casi in cui, in applicazione della Convenzione europea per i diritti dell’uomo, è stato impedito alle Nazioni di agire a difesa della sicurezza dei propri cittadini, per esempio potendo disporre l’espulsione di quei cittadini immigrati che si erano macchiati di reati gravi. Di fronte a interpretazioni di questo genere dobbiamo chiederci se i test ai quali stiamo facendo riferimento e quelle interpretazioni sono effettivamente in grado di rispondere alle esigenze che sono sentite dai cittadini e anche ai valori che vogliamo difendere. Per cui, questa iniziativa è ovviamente un’iniziativa aperta al contributo e alla sottoscrizione di tutti, è l’avvio di un dibattito. Noi vogliamo aprire una riflessione seria, vogliamo aprire una riflessione coraggiosa perché, se c’è qualcosa che questo tempo ci ha insegnato è che dobbiamo saper ragionare con schemi nuovi, senza paura di affrontare i problemi dove vediamo quei problemi. Chiaramente è l’unico modo questo per poter agire e rendere più efficaci gli strumenti dei quali disponiamo”.
La Premier danese, Frederiksen, in quota socialdemocratica, dicendosi d’accordo con la Presidente Meloni ,ha sottolineato: “Veniamo da Paesi molti diversi, voi siete in prima linea sull’immigrazione. Veniamo da famiglie politiche molto diverse, ma abbiamo realizzato una collaborazione molto efficace. Insieme abbiamo detto che ci sono dei limiti al numero delle persone che l’Europa può accogliere. Non possiamo garantire la sicurezza dei nostri popoli in Europa, se non possiamo controllare le frontiere esterne. Abbiamo deciso di essere le capofila di questo confronto nella Ue. E all’inizio non è stato facile, c’erano pochi Paesi e leader politici che sostenevano le nostre idee. Adesso non è più così , la maggior parte è seduta intorno allo stesso tavolo, c’è un processo concreto avviato dalla Commissione che è quello di cui abbiamo bisogno. La realtà è che è troppo difficile per noi espellere stranieri che commettono reati dalle nostre società. Questo non significa non essere a favore dello stato di diritto o delle convenzioni: noi siamo grandi sostenitori di questo apparato giuridico; ma dobbiamo prendere decisioni politiche, democratiche per quanto riguarda la società. Dobbiamo essere in grado di proteggere i nostri cittadini dalle persone che vengono da altri Paesi che si comportano in un modo in cui non si dovrebbero comportare. Dobbiamo fare in modo di disporre di un margine di manovra per decidere chi può rimanere nei nostri Paesi ed è per questo che abbiamo scritto questa lettera”.
Riguardo la lettera, promossa da Italia e Danimarca e, sottoscritta già da nove Paesi Ue, la Premier Meloni, ha pubblicato quest’oggi un post social nel quale ha scritto: “Italia e Danimarca hanno promosso una lettera chiara e coraggiosa, già sottoscritta anche da altre Nazioni europee. Abbiamo il dovere di difendere i nostri cittadini, i nostri valori, la nostra democrazia. Siamo leader di società che tutelano i diritti umani, tuttavia troppo spesso la Convenzione europea dei diritti dell’uomo viene interpretata in modo da impedire agli Stati di espellere criminali stranieri o di proteggere i propri confini. Non possiamo accettarlo. Per questo, insieme, chiediamo: Più autonomia a livello nazionale per decidere quando espellere cittadini stranieri che abbiano commesso reati; Maggiore libertà di controllo su chi non può essere rimpatriato; Basta strumentalizzare i diritti come arma contro le nostre frontiere. Difendere i diritti significa anche difendere la sicurezza, la legalità, la libertà. L’Italia c’è e guida questo cambiamento”.
Sempre oggi, in occasione della Giornata della Legalità, in memoria delle vittime della mafia, la Premier Meloni, in un post social, ha ricordato la strage di Capaci, nella quale furono assassinati dalla mafia il giudice Giovanni Falcone, la magistrata Francesca Morvillo e gli agenti della scorta: Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, scrivendo: “Il 23 maggio è la Giornata della Legalità, in memoria delle vittime della mafia. Ricordiamo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, gli agenti della scorta, tutti coloro che hanno sacrificato la vita per difendere i valori della legalità. E con loro, ogni vittima caduta per mano mafiosa. Il loro esempio e il loro ricordo continuano a guidare la nostra azione. Anche in loro nome, il Governo è e sarà sempre in prima linea nella lotta contro ogni forma di criminalità. Senza tregua, senza compromessi. Non dimentichiamo”.
Il Presidente della Repubblica Mattarella, che stamane ha partecipato a Modena alla cerimonia del Mak π 100 degli Allievi Ufficiali del 205° corso “Fierezza” dell’Accademia Militare, in occasione del 33° anniversario della strage di Capaci, ha rilasciato una dichiarazione, nella quale ha evidenziato: “L’attacco feroce e sanguinario che la mafia compì trentatré anni or sono a Capaci, e che ripeté poche settimane più tardi in via D’Amelio a Palermo, costituisce una ferita tra le più profonde della nostra storia repubblicana. Il primo pensiero, commosso oggi come allora, va a chi perse la vita: Giovanni Falcone insieme a Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani. A loro è unito indissolubilmente il ricordo di Paolo Borsellino, di Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. Servitori dello Stato, che la mafia uccise con eclatante violenza per piegare la comunità civile. Quelle tragedie generarono una riscossa della società e delle istituzioni. L’azione stragista svelò la minaccia alla libertà di ogni cittadino. Il contrasto alla mafia si intensificò fino a scardinare le posizioni di comando dell’organizzazione criminale. “La mafia, come ogni fatto umano, ha avuto un inizio ed avrà anche una fine”: questo ripeteva Falcone, sollecitando coerenza e impegno educativo, spronando chiunque nella società a fare la propria parte insieme alle istituzioni, a ogni livello. La mafia ha subìto colpi pesantissimi, ma all’opera di sradicamento va data continuità, cogliendo le sue trasformazioni, i nuovi legami con attività economiche e finanziarie, le zone grigie che si formano dove l’impegno civico cede il passo all’indifferenza. Nella memoria viva di Falcone e Borsellino, il 23 maggio è diventata la Giornata della legalità, perché occorre tenere sempre alta la vigilanza, coinvolgendo le nuove generazioni nella responsabilità di costruire un futuro libero da costrizioni criminali”.
Sul fronte dei lavori parlamentari, via libera della Camera, con 137 voti favorevoli, 83 contrari e 2 astenuti al ddl recante disposizioni urgenti in materia di Cittadinanza , già approvato dal Senato.
Approvata anche la mozione di maggioranza concernente iniziative in relazione all’evoluzione della situazione in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza e la risoluzione di maggioranza sulle Comunicazioni del ministro degli Affari Europei Foti sulla revisione degli investimenti e le riforme inclusi nel PNRR, in seguito, approvata anche dal Senato con 79 voti favorevoli e 48 contrari.
Sempre il Senato, poi, ha rinnovato con 88 voti a favore, 55 contrari e un’astensione la fiducia al Governo, approvando il Decreto Scuola, passato quindi alla Camera.
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