di Federica Marengo giovedì 15 maggio 2025

-Nella giornata di ieri, la Premier Meloni ha tenuto alla Camera il Question Time, ovvero ha risposto a una serie di interrogazioni a risposta immediata postele dai deputati e dalle deputate di Maggioranza e delle Opposizioni.
A cominciare è stato il capogruppo di FdI Bignami che ha posto alla Presidente del Consiglio una interrogazione sulle ulteriori iniziative volte alla prevenzione e al contrasto del disagio giovanile, alla quale la Premier risposto , passando brevemente in rassegna i provvedimenti messi in campo dal Governo, quali: il potenziamento del personale dei servizi sociali territoriali, con un investimento di circa 550 milioni di euro, con l’obiettivo di aiutare le famiglie ad affrontare le fragilità; il supporto psicologico come elemento strutturale del sistema scolastico e universitario, con risorse ad hoc che garantiscono stabilità e continuità; la lotta alla droga e la prevenzione delle dipendenze, accompagnati da un investimento pari a circa 165 milioni di euro, circa il doppio di quanto disponibile negli anni precedenti; investimenti in educazione, sociale, sport, cultura, e spazi di ascolto, attraverso l’attuazione di misure concrete, come gli oltre 375 milioni per aprire fino a 100 comunità per adolescenti, dove i ragazzi potranno fare sport e musica e anche ricevere supporto psicologico; la realizzazione del “modello Caivano”, esportato in altre otto realtà, grazie a uno stanziamento di 180 milioni, il bando “Sport e Periferie”, con un investimento complessivo di 280 milioni di euro sulle infrastrutture sportive , e l’iniziativa “Sport Illumina”, che consentirà di realizzare altri 100 nuovi spazi di aggregazione nei prossimi mesi.
Tuttavia, la Premier Meloni ha evidenziato la necessità che la politica, come la società e l’opinione pubblica, s’interroghino sull’impatto del mondo digitale sulla crescita, sulla vita e sulla psiche di bambini, adolescenti e giovani.
La seconda interrogazione è stata posta, poi, dal deputato del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche, Manes, riguardo le iniziative per garantire un’equa rappresentazione della comunità della Valle d’Aosta con riferimento alle elezioni del Parlamento europeo, a cui la Presidente Meloni ha risposto ,evidenziando la fondatezza della questione posta, ossia che il meccanismo elettivo, che richiede un numero alto di preferenze e, comunque la negoziazione politica per il collegamento ad un’altra lista , non sempre assicuri l’accesso all’Europarlamento, ma che tale questione debba essere rimessa al Parlamento, “la sede più opportuna per valutare le modifiche alla legge elettorale”, assicurando il contributo del Governo, se necessario.
La terza interrogazione è stata posta dal leader di Avs, Bonelli, riguardo la posizione del Governo italiano nei confronti del Primo ministro israeliano Netanyahu in relazione alla situazione a Gaza e in Cisgiordania e ai più recenti sviluppi, a cui la Presidente del Consiglio ha risposto, evidenziando le iniziative umanitarie dell’Esecutivo a sostegno del popolo di Gaza, quali: gli interventi sulla sicurezza alimentare, in particolare attraverso Food for Gaza, programma con cui sono state inviate oltre 110 tonnellate di aiuti alimentari e sanitari; l’impegno del Ministero della Difesa, che ha messo a disposizione due elicotteri per il ponte aereo umanitario “Sky Hope” ,organizzato dal Re di Giordania; la proroga da parte dell’ultimo Cdm dello stato di emergenza a Gaza e lo stanziamento di ulteriori fondi; l’evacuazione recente di trentaquattro persone, tra cui quattordici bambini.
A ciò, si aggiunge il lavoro diplomatico del Ministro degli Esteri Tajani, “che ha chiamato il suo omologo israeliano per porre nuovamente la necessità di garantire l’accesso all’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese, iniziativa della quale è stato prontamente informato il Primo Ministro Moustapha”.
Quindi, la Premier ha precisato: “A questo impegno, che comunque vale la pena ricordare, sul versante umanitario si è affiancato un costante impegno a sostegno degli sforzi dei mediatori per porre fine al conflitto. Io in questi mesi, come si sa, ho a più riprese sentito il Primo Ministro Netanyahu. Sono state conversazioni spesso difficili, in cui ho sempre richiamato l’urgenza di trovare una strada per terminare le ostilità, la necessità di rispettare il diritto internazionale, il diritto internazionale umanitario. Una richiesta che rinnovo anche oggi a fronte di una situazione umanitaria a Gaza che non ho difficoltà a definire sempre più drammatica e ingiustificabile. Non abbiamo condiviso diverse scelte, non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano, e non abbiamo mancato di dirlo ai diretti interlocutori. Consapevoli come siamo, però, che non è stato Israele a iniziare le ostilità, e che c’era un disegno – come ho detto varie volte – alla base dei disumani attacchi di Hamas e della crudeltà rivolta contro gli ostaggi. Quel disegno era un disegno che puntava all’isolamento, e questo non può non farci riflettere su quanto sarebbe pericoloso assecondare il disegno dei terroristi, che non si sono fatti scrupoli a sacrificare la vita sia di israeliani che di palestinesi, pur di perseguire i propri scopi. Continueremo a impegnarci per una cessazione permanente delle ostilità. In questo quadro, credo che non ci debbano essere da parte nostra ambiguità nel pretendere che Hamas rilasci immediatamente gli ostaggi, deponga le armi, e nel dire che non c’è spazio per una presenza di Hamas nel futuro della Striscia e in un futuro Stato palestinese. E ribadisco quanto ho già detto al Senato: sono convinta, sulla base delle numerose conversazioni che ho avuto in questi mesi con i leader della regione, che si possa lavorare a un quadro politico e di sicurezza regionale capace di porre fine al conflitto e aprire la strada a un processo che conduca alla soluzione dei due Stati. E resto convinta che per farlo occorra partire dal Piano di ricostruzione proposto dai Paesi arabi. È verso questo obiettivo che il Governo continua a impegnarsi, lavorando con i leader della regione, con i nostri partner europei, con gli Stati Uniti. Lo faremo mantenendo con tutti un dialogo aperto, franco, se necessario anche critico. Ed è esattamente per questo che non è nell’intenzione del governo italiano richiamare l’ambasciatore italiano in Israele”.
La quarta interrogazione è stata posta dal capogruppo della Lega Molinari, riguardo le ulteriori iniziative del Governo a tutela delle forze dell’ordine e del comparto del soccorso pubblico, in merito a cui , la Presidente del Consiglio ha risposto, facendo il punto sull’azione dell’Esecutivo, che, in questi due anni e mezzo ha: potenziato le dotazioni organiche; avviato un piano straordinario di assunzioni su base pluriennale, che ha permesso di assumere finora oltre 30 mila nuovi agenti, ripartiti nei vari corpi di polizia, e circa 5 mila nuovi vigili del fuoco; garantito stipendi più dignitosi, stanziando un miliardo per il rinnovo del contratto scaduto nel 2021 e i fondi per i successivi due contratti, il cui rinnovo è stato firmato lo scorso dicembre e prevede un aumento medio in busta paga tra i 100 e i 120 euro netti mensili; la dotazione ai Vigili del fuoco di 4 mila mezzi e l’elaborazione di un decreto legislativo per il riordino del Corpo; l’approvazione del decreto sicurezza che prevede: l’inasprimento delle pene per chi aggredisce agenti, militari, Vigili del fuoco e l’introduzione di una specifica tutela legale per questi ultimi, infatti, coloro che dovessero essere indagati o imputati per fatti inerenti al servizio potranno continuare a lavorare e lo Stato sosterrà le loro spese legali, fino ad un massimo di 10 mila euro per ogni fase del procedimento.
Inoltre, la Premier ha annunciato l’invio di oltre 13.500 unità tra carabinieri, poliziotti e finanzieri, per potenziare la sicurezza nei territori, ai quali si aggiungono circa 3 mila Vigili del fuoco.
La quinta interrogazione è stata posta dal capogruppo di FI Barelli, riguardo le ulteriori iniziative per la riforma del Green Deal , al fine di coniugare la tutela ambientale con la competitività economica e produttiva, cui la Presidente Meloni ha risposto, sottolineando il contributo dell’Italia ai correttivi messi in atto dalla Commissione Ue per rendere “più ragionevoli” gli obiettivi del Green Deal, in merito a diversi settori strategici per l’industria, come : la siderurgia, la chimica e l’energia.
Da qui, la Presidente Meloni ha ricapitolato gli apporti del Governo italiano al dossier europeo: “Abbiamo presentato, insieme ad altri governi, non paper tematici sulla semplificazione normativa, sulla microelettronica, sulla revisione del CBAM, sullo spazio. Proposte su cui stiamo riscontrando un consenso crescente e su cui ci aspettiamo passi in avanti. Il Governo sostiene pienamente gli sforzi della Commissione per una decisa semplificazione del quadro normativo del Green Deal, che sta prendendo forma nei “pacchetti omnibus” che hanno interessato, o interesseranno, proprio il regolamento CBAM, la Politica Agricola Comune, le normative sulla Due Diligence e altre. Per quanto riguarda il comparto automotive, grazie anche all’impegno italiano sono state di fatto sospese le multe ai produttori di auto (anche se, purtroppo, non ancora a quelli di veicoli pesanti), con l’obiettivo di interrompere quella assurda spirale che negli ultimi mesi ha visto chiudere stabilimenti produttivi o comprare “quote verdi” dai principali competitor cinesi e americani pur di non ricadere nel perimetro delle sanzioni. L’emblema del fallimento delle politiche dell’ex commissario Timmermans, un monumento alla desertificazione industriale di cui qualcuno dovrà prima o poi rendere conto. Abbiamo inoltre ottenuto l’anticipo alla seconda parte del 2025 della revisione dell’intero Regolamento sui veicoli leggeri. In quella sede – sulla scorta del non paper promosso da Italia e Repubblica Ceca e sostenuto da altri 15 governi – punteremo a riaffermare il principio di neutralità tecnologica, aprendo così a tutti i carburanti alternativi che possono contribuire alla decarbonizzazione del settore. Continuiamo a ritenere sbagliato – sul piano industriale e geopolitico – perseguire unicamente la transizione verso l’elettrico, le cui filiere oggi sono in larga parte controllate dalla Cina. Siamo sempre meno soli in queste battaglie. Nel marzo scorso siamo riusciti ad inserire per la prima volta il principio della neutralità tecnologica nelle Conclusioni del Consiglio Europeo e ora, con l’avvio del mandato del Cancelliere Merz, abbiamo già iniziato a confrontarci su come Italia e Germania, le due principali potenze manifatturiere d’Europa, possano insieme dare un contributo concreto al rilancio della nostra base industriale, e in primis del settore dell’auto. È un dialogo già avviato sul quale sono molto fiduciosa. È chiaro a tutti, ormai, che in una fase di instabilità dei mercati internazionali è a maggior ragione fondamentale rimuovere i “dazi interni” che minano la competitività europea, e che è tempo di invertire la rotta in modo deciso. È certamente chiaro a noi, perché è quello che chiedono le imprese e i nostri lavoratori, e perché è quello che i cittadini europei hanno ribadito con il loro voto ormai quasi un anno fa”.
La sesta interrogazione è stata posta dal capogruppo di Azione, Richetti, riguardo le iniziative in ordine alle criticità relative alla competitività del sistema produttivo, con particolare riguardo alla questione energetica e al potenziamento del sistema degli incentivi, cui la Premier ha risposto, ribattendo a una serie di questioni, a partire dal costo dell’energia: “Purtroppo, anche nel 2024, come da molti anni, il prezzo medio dell’energia elettrica in Italia ha superato quello di altre Nazioni europee. Per questo abbiamo posto il caro energia tra le nostre priorità, stanziando finora oltre 60 miliardi di euro per sostenere famiglie e imprese.
Sono d’accordo sul fatto che, in attesa del nucleare, la strada da percorrere sia quella, come scrivete nell’interrogazione, favorire meccanismi per fornire, a determinati consumatori industriali energia elettrica a prezzi svincolati da quelli di borsa. Il Governo ha già operato in questa direzione. Lo abbiamo fatto con la promozione dei Power Purchase Agreement e dei contratti per differenza a due vie, misure che consistono nell’acquisto a lungo termine di capacità rinnovabile a prezzo fisso. Lo abbiamo fatto, ad esempio, con l’Energy release in favore delle imprese energivore. Con il decreto bollette abbiamo applicato, inoltre, i PPA ai clienti vulnerabili, affidando ad Acquirente Unico l’acquisto e la vendita a prezzo stabile di energia rinnovabile alle famiglie più fragili. È stato inoltre avviato un meccanismo volontario di contratti quinquennali a prezzo fisso per imprese industriali. Nel dialogo con la Commissione UE sull’idroelettrico, intendiamo promuovere l’uso degli stessi strumenti per forniture di energia a prezzo concordato a determinate categorie. Ma la materia è molto più complessa, e stiamo continuando a lavorare per arrivare a una diminuzione strutturale del prezzo dell’energia.
Continuo a ritenere che, tra le varie cause del caro energia, ci sia anche qualcosa che non funziona nella formazione del prezzo, ed è quello su cui il governo si sta concentrando ora”.
Sul nucleare, la Premier ha affermato: “Confermiamo il nostro impegno per garantire all’Italia una fonte di energia sicura, pulita e a basso costo. L’iter del ddl delega va avanti, è stata trasmessa la richiesta per l’acquisizione del parere della Conferenza Unificata e il testo sarà presentato presto in Parlamento. E chiaramente lì conto, trasversalmente, sul contributo di tutte le forze politiche che comprendono quanto sarebbe importante sviluppare anche questa fonte di approvvigionamento”.
Riguardo a Transizione 5.0 e all’Automotive, la Presidente del Consiglio Meloni ha detto: “La prima versione di Transizione 5.0 per rispettare i parametri europei, è risultata troppo restrittiva. Motivo per il quale ci siamo adoperati per rendere il Piano più accessibile per le imprese. Riguardo Transizione 4.0, che in passato era stato criticato dalla Corte dei conti per gli scostamenti tra risorse destinate ex ante e spesa effettiva, abbiamo previsto un tetto di spesa.
Le imprese stanno iniziando a reagire bene, anche perché Transizione 5.0 garantisce un credito di imposta pari al 35% a fronte del 20% di Transizione 4.0. Detto questo, continueremo a monitorare e valutare il tiraggio e siamo pronti a ulteriori correttivi. E stiamo discutendo con la Commissione europea per verificare la possibilità di inserire entrambi gli strumenti nella revisione delle misure previste dal PNRR. Sull’Automotive , ci sono state critiche sulla rimodulazione del Fondo. Però quelle non erano risorse destinate a favorire gli investimenti, ma erano in gran parte rivolte al sostegno all’acquisto di vetture, attraverso l’eco-bonus. Noi dobbiamo sapere che solo una piccola parte di questi acquisti va ad auto prodotte in Italia, e dunque ad aziende italiane.
Che è la ragione per cui abbiamo rimodulato le risorse, facendo però attenzione all’indotto presente in Italia.
Abbiamo anche dialogato con serietà con Stellantis. L’azienda si è impegnata a mantenere in attività i suoi siti produttivi, a tutelare l’occupazione, a effettuare investimenti annui pari a circa 2 miliardi e ad acquisti per 6 miliardi di euro da fornitori italiani fino al 2030. Chiaramente bisognerà tutti insieme vigilare sul rispetto di questi impegni, senza pregiudizi né favoritismi che è l’approccio che questo Governo ha con Stellantis come per tutte le altre aziende che operano in Italia”.
Alla settima interrogazione, posta dalla capogruppo di Italia Viva, Boschi, sugli orientamenti del Governo sulle riforme da adottare per fronteggiare l’attuale congiuntura economica, la Presidente Meloni ha risposto , ricordando i dati macroeconomici positivi dell’Italia: “Secondo la stima preliminare dell’Istat, nel primo trimestre dell’anno il Pil italiano è risultato migliore di quello di Francia e Germania, con un andamento in linea con la media europea. Il potere d’acquisto delle famiglie, molto importante. Sappiamo che l’Italia viene da molti anni di stagnazione dei salari sotto i governi di centro sinistra. Come si legge nel rapporto sulla convergenza sociale della Commissione Ue, tra il 2013 e il 2022, cioè prima dell’attuale Governo, la crescita dei salari nominali in Italia è stata la metà di quella europea, mentre il potere d’acquisto è addirittura diminuito del 2%, quando nel resto d’Europa invece cresceva. Da ottobre 2023, ora con questo Governo, assistiamo invece a un cambio di tendenza. Nel 2024 i salari contrattuali sono cresciuti più dell’inflazione, con una dinamica salariale migliore rispetto a quella del resto d’Europa. Nel 2024, il reddito disponibile delle famiglie è finalmente aumentato del 2,7%, il potere d’acquisto dell’1,3%. È un trend positivo che prosegue anche nel 2025, come anche la crescita occupazionale che ci dà delle soddisfazioni. In ultimo, voi sapete che io non ho mai ritenuto lo spread un totem della reale forza economica di una Nazione, però fotografa una valutazione dei mercati. Lo spread oggi è sotto i 100 punti base. Significa che i titoli di Stato italiani vengono considerati più sicuri dei titoli di Stato tedeschi”.
Poi, la Presidente del Consiglio ha sottolineato come la più importante riforma economica attuata dal Governo sia stata quella della serietà e dello stop “alla politica dei bonus, degli sprechi, utili a inseguire il facile consenso però dannosa per l’economia e per i lavoratori”, uniti alla stabilità dell’Esecutivo ,alle semplificazioni (ovvero, l’abrogazione finora di più di 30 mila norme, che sono quasi il 30% dello stock totale delle leggi) e alla chiarezza della linea di politica economica perseguita.
All’ottava interrogazione posta dal leader di Noi Moderati, Lupi, riguardo alle ulteriori iniziative in raccordo con le Regioni, volte a incrementare l’efficienza del sistema sanitario, con particolare riferimento all’abbattimento delle liste d’attesa , la Presidente Meloni ha risposto: “Questo Governo sta lavorando fin dal suo insediamento per rendere il sistema sanitario nazionale più moderno ed efficiente, dare risposte sempre più adeguate e tempestive ai cittadini e riconoscere ai professionisti della salute anche ciò che meritano. Come stiamo cercando di raggiungere questi obiettivi? Chiaramente gli stanziamenti sono importanti, voi ricordavate che questo Governo ha destinato alla sanità stanziamenti record, che porteranno nel 2027 il Fondo sanitario nazionale a 141 miliardi. Ricordavate anche le risorse specifiche destinate alle Regioni per abbattere le liste d’attesa, la detassazione delle prestazioni aggiuntive di medici e infermieri che servono a ridurre i tempi e gli incentivi economici per chi lavora in pronto soccorso, senza dimenticare la fermezza per difendere dalle aggressioni chi opera nelle strutture sanitarie. Purtroppo, però, non basta ancora non basta, non basta mettere più soldi per risolvere i problemi se poi quelle risorse non vengono spese al meglio, è anche fondamentale migliorare l’organizzazione e la gestione complessiva, e per farlo questo Governo ha costruito strumenti concreti. La prima cosa che abbiamo fatto è stato attivare una piattaforma nazionale di monitoraggio delle liste d’attesa. Una risposta se vogliamo banale, che però non era mai stata data prima. Il paradosso è che fino a questa iniziativa del nostro governo, nessuno poteva dire quale fosse realmente lo stato delle liste d’attesa sul territorio nazionale. E ovviamente questo rendeva più difficile capire dove e come intervenire con precisione. Abbiamo messo un limite all’intramoenia, abbiamo previsto l’apertura degli ambulatori in orari serali, il sabato e la domenica, e ci siamo occupati di ampliare l’offerta, integrando nel CUP unico regionale sia le prestazioni erogate dal pubblico sia le prestazioni erogate dal privato accreditato. La piattaforma nazionale è operativa, e ci dice che nelle Regioni dove ci sono questi strumenti aumentano il numero di visite ed esami per i cittadini e calano i tempi d’attesa. Significa che le risorse e gli strumenti ci sono ma che è importante applicare le norme. Voi sapete che La competenza in materia di sanità in base al titolo V della Costituzione è delle Regioni, ma il Governo è anche disponibile ad attivare i poteri sostituivi nei casi in cui le regioni dovessero incontrare delle difficoltà. Il decreto per attivare i poteri sostitutivi è pronto da tempo, ma non si è ancora raggiunta l’intesa ma sono ottimista che ce la faremo nei prossimi giorni. Si è detto tra l’altro che il Governo gioca a scaricare la responsabilità, tutt’altro, quello che il Governo cerca di fare pur non avendo una competenza in materia di organizzazione della sanità, è cercare di dare una mano perché qui serve il massimo dell’impegno da parte di tutti, Stato e regioni. Guardando al grande, vero obiettivo: garantire ai cittadini una sanità efficiente e veloce. Si può fare, come racconta la storia di molte regioni, e quello che vogliamo fare noi è dare una mano, ma anche richiamare alla responsabilità quando è necessario farlo, perché sia la storia di tutte le regioni, senza distinzioni”.
Alla nona interrogazione, posta dal leader del M5S Conte, sugli intendimenti del Governo in merito al piano di riarmo Ue, con particolare riferimento all’esigenza di non proseguire nel sostegno a tale piano e di destinare le relative risorse alla coesione economica e sociale, la Premier ha risposto sottolineando che fra il 2019 e il 2022, ovvero al tempo dei Governi Conte, sono stati sottoscritti, “in pieno Covid e, con un fondo sanitario nazionale che al tempo aveva 18 miliardi di euro, meno di quanti ce ne siano oggi, un aumento delle spese militari del valore di circa 15 miliardi di euro” e sono stati approvati 22 schemi di decreto ministeriale relativi a programmi d’arma, per un valore complessivo iniziale che andava da 9 a 10 miliardi ed è stato creato un fondo da 12,5 miliardi per ammodernare la difesa, portato poi, con votazione, fino a 25 miliardi di euro.
La Presidente del Consiglio ha quindi ribadito la posizione del suo Governo in merito: “La libertà, la sovranità, la difesa degli interessi nazionali ha un costo. Se fai pagare a qualcun altro la tua difesa e la tua sicurezza, devi anche sapere che non sarai tu a decidere del tuo destino. E significa che noi dobbiamo sicuramente lavorare per rafforzare la nostra sicurezza, ma non perché, come ho sentito dire fuori da quest’Aula – curiosamente non oggi -, dobbiamo fare un “favore” agli Stati Uniti, banalmente, perché lo dobbiamo fare per noi stessi. Oggi l’Italia e l’Europa non sono autosufficienti sotto l’aspetto della sicurezza. E io, che a differenza di altri non cambio idea in base a dove gira il vento, ho sempre creduto che lo dovessero essere, per costruire un pilastro europeo dell’Alleanza Atlantica capace di interloquire da pari con la colonna americana. La differenza tra me e voi è che io sono presidente di un partito politico che all’opposizione aveva il coraggio di scrivere che le spese sulla difesa andavano aumentate. Non sono un Presidente del Consiglio che ha una linea quando sta al Governo e una linea completamente e diametralmente opposta quando sta all’opposizione. È una grande differenza. E guardatevi. E francamente non vi seguo quando dite che le spese per la difesa e la sicurezza sono risorse sprecate, quando dite che gli investimenti per la competitività e le filiere sono investimenti alternativi a spese di difesa e sicurezza. Non vi seguo. Non vi seguo perché non è vero e perché è noto a tutti che investire anche in questi ambiti genera effetti espansivi sull’economia, soprattutto per una Nazione come l’Italia che conta su una realtà industriale dall’altissimo valore aggiunto, come si sa. E non vi seguo anche perché, francamente, non accetto grandi lezioni da chi oggi ci dice che si dovrebbe investire di più sulla competitività e le filiere, ma non mi pare che sia su questo che sono stati messi centinaia di miliardi di euro bruciati nel precedente governo. E quindi, “grazie ma no grazie”. Penso che gli italiani siano molto più intelligenti di quanto a volte si ritiene, e penso che sappiano riconoscere perfettamente chi si muove per tornaconto e chi per convinzione, chi mente perché è comodo farlo e chi non mente anche quando può essere scomodo farlo. E quindi quello che noi faremo è continuare a manterremo gli impegni, non solo gli impegni nostri, anche gli impegni vostri, perché siete stati voi a mettere la firma sull’aumento delle spese della difesa per portarle al 2% del PIL. E alla fine gli italiani a giudicare tra le due proposte”.
Alla decima e ultima interrogazione, posta dalla segretaria del Pd Schlein, sulle iniziative in relazione alla grave situazione del Servizio Sanitario Nazionale e alla necessità di garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini, la Presidente del Consiglio Meloni ha risposto: “Il Fondo sanitario nazionale è stato portato a 136 miliardi e 500 milioni nel 2025, che questo è il livello più alto di sempre. Quando noi ci siamo insediati nel 2022 quel Fondo era di 126 miliardi, erano 10 miliardi in meno di adesso. E il PD, quando è stato al Governo, non si è mai sognato di fare aumenti come quello che abbiamo fatto noi in questi due anni. E quindi l’argomento di riserva è che la spesa sanitaria non va considerata in termini assoluti, ma va considerata in rapporto al PIL. Io continuo a ritenere che non ci sia alcun nesso logico tra la crescita economica e la qualità del sistema sanitario. Non è che, se l’economia va meglio e quelle risorse incidono in modo diverso in rapporto alla ricchezza, cambia lo stato del sistema sanitario. Dopodiché, ho sentito dire molte altre cose che francamente io non condivido. Ho sentito dire che il Governo favorisce il privato, vuole una sanità a misura di portafoglio. Ora, io chiedo anche di parlare di cose serie e citare i provvedimenti con i quali staremmo facendo queste cose, perché mi risulta che, per esempio, collega Schlein, siamo stati noi a fermare il fenomeno dei “medici a gettone”. Fenomeno odioso che è sì, una privatizzazione della sanità, con medici dipendenti degli ospedali che guadagnavano molto di meno di quelli che venivano – guarda caso – dalle cooperative. Lo abbiamo fermato noi questo sistema. Così come ci siamo occupati di mettere noi un limite all’intramoenia, perché c’era questo fenomeno pazzesco di medici del Sistema Sanitario Nazionale che in un giorno, nell’ospedale pubblico, facevano 9 – e dico 9 – visite o prestazioni e poi ne facevano 90 nello stesso ospedale, nello stesso giorno, ma in regime di libera professione. Siamo intervenuti noi per affrontarlo. Per il personale sanitario abbiamo garantito le risorse per i rinnovi contrattuali, abbiamo aumentato le indennità di chi lavora in pronto soccorso, abbiamo pagato di più le borse di studio per chi si specializza in medicina d’urgenza. Abbiamo previsto norme severe per chi aggredisce i nostri medici e infermieri. Per le liste d’attesa, oltre alle risorse che sono nel decreto a cui lei faceva riferimento, abbiamo stanziato altri 870 milioni di euro in 2 anni per aiutare le Regioni ad abbattere le liste d’attesa. Abbiamo previsto l’apertura degli ambulatori in orari serali, il sabato e la domenica, abbiamo ampliato l’offerta. E dove questi strumenti sono attivi i dati dicono che le cose vanno meglio. Ci stiamo continuando a lavorare. E aggiungo: sono entrati grazie a noi in vigore i nuovi LEA. I cittadini potranno accedere a nuove prestazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale, che in alcuni casi aspettavano da 20 anni”.
Infine, la Premier ha invitato le Opposizioni a collaborare all’elaborazione del nuovo Piano Sanitario Nazionale, scritto l’ultima volta nel 2011, ovvero dall’ultimo Governo di centrodestra.
Quest’oggi, invece, la Presidente Meloni ha annunciato , tramite nota e post social, che “l’America’s Cup si disputerà, per la prima volta nella storia, in Italia” e che
“sarà Napoli la città che ospiterà nel 2027 la trentottesima edizione del trofeo velico più famoso e prestigioso al mondo”. La Premier , inoltre, ha ringraziato “il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, Sport e Salute e tutti coloro che hanno lavorato, con passione e determinazione, per raggiungere questo grande risultato”, sottolineando: “La scelta del capoluogo partenopeo contribuirà a rafforzare il rinnovato protagonismo del Sud, che in questi anni ha saputo riscoprire il suo dinamismo e il suo orgoglio, registrando una crescita del PIL e dell’occupazione superiore alla media nazionale. L’organizzazione dell’America’s Cup a Napoli consentirà, inoltre, di accelerare l’imponente piano di riqualificazione e rigenerazione avviato dal Governo per trasformare l’area di Bagnoli in un moderno polo turistico, balneare e commerciale. La scelta dell’Italia è una scelta che ci inorgoglisce, perché è un riconoscimento all’identità stessa della nostra Nazione. Senza il mare, infatti, noi non saremmo ciò che siamo. Il mare è storia, identità, cultura ma anche un pezzo insostituibile del nostro sistema produttivo ed economico, grazie alla posizione di leadership che ricopriamo nella nautica, nella cantieristica, nell’industria armatoriale, nella crocieristica e in tanti altri ambiti connessi alla blue economy. Non vediamo l’ora di accogliere l’America’s Cup. L’Italia sarà all’altezza di questa sfida, e dimostrerà ancora una volta al mondo di cosa è capace”.
La Presidente del Consiglio ha poi avuto un colloquio telefonico con Sua Santità Papa Leone XIV, come riportato da Palazzo Chigi in una nota: “Il Presidente Meloni ha rinnovato al Santo Padre le felicitazioni, personali e del Governo italiano, per l’elezione al Soglio di Pietro e ha sottolineato il legame indissolubile che unisce l’Italia al Vicario di Cristo. L’Italia apprezza e sostiene gli sforzi della Santa Sede per la pace e la cessazione dei conflitti in tutti gli scenari di crisi dove le armi hanno preso il posto del confronto e del dialogo. Il Presidente del Consiglio ha rinnovato la disponibilità dell’Italia a continuare a lavorare, insieme alla Santa Sede, per uno sviluppo etico e al servizio dell’uomo dell’intelligenza artificiale. Sfida che è stata al centro della Presidenza italiana del G7 e la cui centralità – per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro – Papa Leone XIV ha richiamato in occasione del suo incontro con i Cardinali dello scorso 10 maggio”.
Nel pomeriggio, invece, la Premier ha tenuto un incontro con i vertici del partito dei Conservatori e riformisti europei presso la sede di FdI. Al centro del confronto, le imminenti scadenze elettorali in Romania e in Polonia, le trattative di pace per porre fine all’aggressione russa all’Ucraina e i dossier economici in discussione a livello Ue.
Domani, la Presidente Meloni sarà a Tirana in Albania per partecipare al Vertice della Comunità Politica Europea (EPC), mentre sabato, rientrata a Roma, terrà una serie di incontri bilaterali a Palazzo Chigi con il Presidente della Repubblica del Libano, Aoun, con il Premier del Canada, Carney e con il Cancelliere della Repubblica federale tedesca, Merz.
Intanto, sul fronte dei lavori parlamentari, via libera della Camera con 126 voti favorevoli, 80 contrari e 1 astenuto, al disegno di legge contenente disposizioni urgenti per il contrasto dell’immigrazione irregolare, che aveva già ottenuto dall’Aula la fiducia posta dal Governo.
Al Senato, invece, via libera, con 81 voti favorevoli e 37 contrari al ddl di conversione del decreto Cittadinanza, che ora è passato alla Camera per l’approvazione definitiva.
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