di Federica Marengo mercoledì 7 maggio 2025

–Questa mattina, si è svolto in Senato il Question time, ovvero le interrogazioni a risposta immediata da parte dei senatori e delle senatrici, alla Presidente del Consiglio Meloni.
La prima interrogazione ad essere illustrata è stata quella del leader di Azione, Calenda, sugli stanziamenti di bilancio destinati alla Difesa, alla quale la Premier ha replicato che il Governo, come ribadito più volte, ritiene che l’Italia e l’Europa debbano “ rafforzare le proprie capacità difensive per poter far fronte alle sfide geopolitiche in atto, per poter rispondere alle responsabilità a cui sono chiamate anche in ambito NATO” e che tale rafforzamento “non si limita alla sola questione della sicurezza”, ma coinvolge anche “le materie economiche, le materie commerciali e la possibilità stessa di difendere appieno i propri interessi nazionali”.
Pertanto, secondo la Presidente Meloni, è necessario “costruire un solido pilastro europeo dell’Alleanza Atlantica, da affiancare a quello nordamericano, in un’ottica di complementarità strategica capace di incentivare anche la formazione di una solida base industriale europea”, “rimanendo al fianco dei nostri alleati orientali”, ma, al tempo stesso, “prendendo in maggiore considerazione il fianco Sud dell’Alleanza, particolarmente importante, soprattutto in un tempo di minacce ibride”.
La Premier ha poi precisato che: “rafforzare la propria difesa non vuol dire semplicemente occuparsi di potenziare gli armamenti, cosa che pure ovviamente è fondamentale. Significa di più: significa difesa dei confini, lotta al terrorismo; controllo del cyberspazio; significa presidio del dominio sottomarino e delle infrastrutture critiche; significa protezione delle catene del valore, attenzione al dominio spaziale”.
Quindi, la Presidente del Consiglio Meloni ha confermato che , come stabilito, “Nel 2014, al Vertice NATO di Washington, quando gli Stati membri dell’Alleanza Atlantica si sono impegnati a raggiungere in 10 anni spese per la difesa pari al 2% del PIL”, impegno confermato dai governi di ogni colore politico , “l’Italia finalmente raggiungerà questo target nel corso del 2025, perché c’è un governo che sa che mantenere gli impegni presi è fondamentale per farsi rispettare”.
Ciò, “sia rilanciando la traiettoria di potenziamento delle nostre capacità di difesa, sia inserendo nel computo delle spese rilevanti quelle voci che sono in linea coi parametri dell’Alleanza Atlantica che altre Nazioni già considerano”, ovvero “spese che rientrano nell’approccio allargato multidimensionale della difesa, che è proprio sia del Concetto strategico NATO, sia del Libro Bianco UE, sia e del Piano Readiness 2030”.
La Premier , infine, ha sottolineato come si tratti di “un percorso coerente con gli impegni internazionali dell’Italia, ma anche con la posizione che l’attuale maggioranza di governo ha consacrato nel programma con il quale si è presentata agli italiani. Perché senza difesa non c’è sicurezza e senza sicurezza non c’è libertà”.
A seguire, la replica del senatore Calenda alla Presidente del Consiglio, nella quale il leader di Azione si è detto non del tutto soddisfatto per la risposta, rimarcando la necessità di conoscere nel dettaglio in quale misura l’Italia intenda aumentare le spese per la Difesa.
Alla seconda interrogazione, illustrata dalla senatrice Unterberger, (Südtiroler Volkspartei), riguardante la proposta di un disegno di legge con misure per rendere più efficaci le fattispecie di reato correlato alla violenza di genere, la Presidente Meloni ha risposto , rivendicando gli interventi e le misure già messe in campo dal Governo in tema di lotta alla violenza alle donne, quali: l’aumento dei fondi per i centri e le case rifugio; il sostegno economico per le vittime e l’agevolazione del loro reinserimento professionale; la diffusione del 1522 , il numero anti-violenza e anti-stalking della Presidenza del Consiglio al quale ci si può rivolgere per chiedere aiuto e assistenza immediati, la formazione di chi lavora sul campo, la sensibilizzazione nelle scuole, la protezione dei minori online, l’impegno in Ue per una maggiore incisività della direttiva europea anti-violenza e la sua attuazione, l’approvazione di una serie di leggi per potenziare un impianto normativo già solido, come la legge, già operativa, che rafforza le misure di prevenzione e protezione e le rende più tempestive e la legge, ora all’esame del Parlamento, che introduce nell’ordinamento il delitto di femminicidio come reato autonomo.
A tal proposito, la Presidente Meloni ha precisato che: “Non lo abbiamo fatto, ovviamente, perché riteniamo che uccidere un uomo sia meno grave che uccidere una donna, come pure ho, a volte, sentito dire. Lo facciamo per riconoscere che nella violenza contro le donne c’è una specificità, e cioè che troppe donne muoiono semplicemente perché sono donne e non per altre ragioni. Allora, la vera novità del testo è la tipizzazione del femminicidio. Il riconoscimento di questa forma di violenza come atto , cito , “di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna”.
Pensiamo che riconoscere questo assunto possa portare a un nuovo modo di prevenire e contrastare il femminicidio, possa contribuire a un cambiamento culturale che risponde anche alle preoccupazioni che vengono segnalate da voi”.
Quindi, la Premier, tornando sulle leggi approvate, ha aggiunto: “Le nuove norme, tra l’altro, ricordo, prevedono anche la specializzazione degli operatori a tutti i livelli, prevedono i cosiddetti “reati spia”, che sono segnali apparentemente minori ma spesso preludono a comportamenti, a condotte molto più gravi.
Chiaramente, il Parlamento, partendo da questo testo, potrà apportare le modifiche che reputerà opportune per renderlo ancor più efficace ed ,eventualmente, ampliare lo spettro del reato. Personalmente ritengo che quelli che si configurano come, diciamo così, reati di opinione abbiano sempre un confine un po’ labile, però posso dirle tranquillamente che troverà la maggioranza disponibile a discutere nel merito della proposta, con quello spirito unitario che ci ha consentito finora di fare molti passi in avanti e dotare l’Italia di quella che è assolutamente una normativa all’avanguardia”.
Nella sua replica, la senatrice di Südtiroler Volkspartei , Unterberger, ha detto di non essere soddisfatta della risposta in quanto non vi è stata chiarezza sulla disponibilità del Governo ad introdurre tale fattispecie.
Alla terza interrogazione , illustrata dal senatore e leader di Italia Viva, Renzi, sulle riforme prioritarie del Governo, la Premier ha risposto: “La riforma sul premierato, sta andando avanti, è una legge che io continuo a considerare “la madre di tutte le riforme” e, non dipende da me… perché dipende dal Parlamento ma sicuramente la maggioranza è intenzionata a procedere spedita su questa riforma. Esattamente come è intenzionata a procedere spedita sulla riforma della giustizia”.
Quanto alla riforma della legge elettorale e all’introduzione delle preferenze, la Presidente del Consiglio Meloni ha detto: “Sulle preferenze le confermo di essere favorevole all’introduzione delle preferenze nella legge elettorale”.
In ultimo, sulle dimissioni in caso di sconfitta al referendum sulle riforme costituzionali, la Premier ha sottolineato: “Senatore Renzi, guardi, lo farei anche volentieri ,ma non farei mai niente che abbia già fatto lei”.
Nella sua replica, il senatore e leader di Italia Viva Renzi ha evidenziato nuovamente, a suo dire, l’incoerenza della Premier e del Governo in materia di riforme e di politica economica e industriale.
Alla quarta interrogazione della senatrice di Noi Moderati, Biancofiore, sul profilo di politica internazionale dell’Esecutivo, la Presidente Meloni ha risposto: “La politica estera italiana ha avuto dal mio punto di vista in questi anni un’identità chiara e un protagonismo che ha smentito chi aveva preconizzato una sorta di isolamento italiano con l’avvento del Governo di centro destra.
Sono soddisfatta del presidenza del G7, sono soddisfatta del messaggio che abbiamo cercato di mandare di un G7 che non vuole essere una fortezza chiusa ma un’offerta di valori aperta . Sono soddisfatta del tentativo che continuiamo a mandare avanti di tenere uniti Europa e Stati Uniti, perché solo insieme potremo garantire che l’Occidente sia all’altezza delle sfide del nostro tempo”.
Poi, riguardo la guerra in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente, la Presidente del Consiglio ha detto: “Siamo e continueremo a essere sempre stati al fianco dell’Ucraina e oggi sosteniamo gli sforzi dell’Amministrazione americana per una pace giusta e duratura, che non può prescindere da garanzie di sicurezza efficaci per la Nazione aggredita. Rinnoviamo l’urgenza di un cessate il fuoco immediato e incondizionato, e l’auspicio che la Russia voglia dimostrare concretamente la volontà di costruire la pace, perché l’Ucraina lo ha già fatto.
In Medio Oriente continuiamo a lavorare per la fine permanente delle ostilità e siamo attenti e appoggiamo il lavoro che i Paesi Arabi stanno portando avanti, credo che i Paesi Arabi siano la chiave di volta per una soluzione permanente del conflitto, c’è un piano di ricostruzione che hanno portato avanti, dal mio punto di vista, credibile a Gaza e per tracciare un quadro regionale di pace e sicurezza. Quadro che, lo ribadisco, a nostro avviso, deve includere anche la prospettiva dei due Stati. Contribuiamo, ma questo non per scelta del Governo, è una lunga tradizione italiana, al mantenimento della pace in numerosi scenari di crisi, lo dico per ringraziare i tanti uomini e le tante donne che ancora oggi sono impegnati in molti teatri”.
Sul rapporto con l’Ue, con l’Africa, i Paesi del Golfo e l’America Latina, la Presidente Meloni ha evidenziato: “In Europa abbiamo recuperato una centralità, come dimostrato dalla scelta di un Vicepresidente con deleghe molto importanti della Commissione europea, ma anche dal cambio di passo su alcune materie come ad esempio l’immigrazione , però io credo che il nostro ruolo principale debba essere quello di contribuire alla definizione di una rinnovata centralità del Mediterraneo, sostenendo la vocazione geostrategica dell’Italia come hub energetico e snodo di interconnessioni. Riguarda ovviamente il rapporto con l’Africa, non torno sul Piano Mattei ma riguarda anche diversi altri quadranti. Penso infatti che il concetto di “Mediterraneo allargato” debba oggi lasciare il passo a un concetto più ampio, che è quello di “Mediterraneo Globale” cioè il Mediterraneo come via più breve tra i due grandi spazi marittimi del globo, l’Atlantico e l’Indopacifico. In quest’ottica abbiamo anche instaurato relazioni privilegiate con i Paesi del Golfo e cito anche l’India, in un giorno particolare in cui il Governo sta seguendo le nuove tensioni tra India e Pakistan, anche in contatto con i nostri alleati, so che qualcuno ha chiesto che il Governo possa riferire in Aula e chiaramente siamo pronti a farlo.
Abbiamo rilanciato su nuove basi il nostro rapporto con la Cina, e nei prossimi mesi intendo cercare lo spazio per una ampia missione molto ampia nell’Indopacifico.
Parallelamente, stiamo rinnovando la nostra relazione con l’America Latina, a cui siamo profondamente legati anche grazie a una straordinaria presenza di comunità italiane che sono la nostra migliore e più ampia rete diplomatica.
Penso, insomma, che abbiamo affermato e stiamo affermando l’interesse nazionale, ragionando in grande, perché siamo consapevoli della Nazione che rappresentiamo. Abbiamo agito con rispetto, e così rafforzato molti legami e aperto molte porte per il nostro sistema produttivo, perché penso che se l’Italia torna centrale non sia un successo del Governo, ma di tutto il Sistema Italia, che sa affermarsi soprattutto quando riesce a fare in modo che tutti remino nella stessa direzione”.
Nella sua replica, la senatrice di Noi Moderati, Biancofiore ha ribadito la soddisfazione per la linea adottata dal Governo in tema di politica estera.
Alla quinta interrogazione del senatore di AVS, De Cristofaro, sugli accordi con gli USA per l’acquisto di gas liquido e per gli investimenti delle aziende italiane, la Presidente Meloni ha smentito che il Governo italiano avrebbe garantito a quello americano 40 miliardi di euro dei cittadini italiani, chiarendo: “Mi dispiace, ma io temo che questo sia un calcolo totalmente inventato e fatico anche ricostruire a le voci che vi hanno portato a questo calcolo.
Devo dedurre, per esempio, che in questo bizzarro conto voi abbiate considerato l’impegno preso in ambito NATO ,come ricordavo , molti anni addietro del raggiungimento del 2% del PIL in spese di difesa. Solo che non è un impegno preso da questo governo, non è una promessa che ha fatto questo governo. Al netto del fatto che io sono convinta che garantire la sicurezza dell’Italia e dell’Europa non sia un “favore” che si fa agli americani, ma semmai un favore che facciamo a noi stessi. Ma questo è un altro tema.
Riguardo i 10 miliardi di investimenti delle aziende italiane negli Stati Uniti, previsti per i prossimi anni, non sono una mia promessa. Io mi sono limitata, prima di partire per gli USA, a fare una ricognizione degli investimenti che erano già programmati, e ho utilizzato questo dato banalmente per ricordare quanto le nostre economie siano interconnesse, esattamente per arrivare all’obiettivo del quale lei discuteva e cioè di trovare una soluzione ed evitare una guerra commerciale. Quindi mi sono limitata a segnalare che c’è un lavoro che da sempre si fa di investimenti statunitensi in Italia e di investimenti italiani negli Stati Uniti. E sì, ci siamo entrambi impegnati a rafforzare quegli investimenti reciproci, perché avrà letto anche che nella dichiarazione congiunta con il Presidente Trump si fa, per esempio, riferimento alla Zona economica speciale. Dovrebbe esserne soddisfatto, cioè l’attenzione ad attrarre investimenti particolarmente nel Mezzogiorno d’Italia.
Infine, riguardo all’energia, nell’ambito della mia visita a Washington Italia e Stati Uniti hanno sottoscritto una dichiarazione che dice che vogliamo rafforzare la cooperazione in campo energetico. Chiaramente a noi serve anche per proseguire in quel cammino di diversificazione delle forniture che è stato avviato dall’Italia all’indomani – come sapete – della guerra di invasione russa in Ucraina.
Grazie a questa scelta, oggi noi siamo la Nazione con il più variegato mix di fonti di approvvigionamento esterno. Gli Stati Uniti sono già il secondo mercato di origine del GNL importato in Italia, con oltre 5 miliardi di metri cubi importati nel 2024. Partiamo quindi da una collaborazione consolidata, che è iniziata con l’Amministrazione Biden e che quindi difficilmente può essere venduta come un favore che si sta cercando di fare a Donald Trump. Perché nelle cose bisogna anche essere coerenti.
Io penso che sia importante per l’Italia mantenere un’ampia diversificazione delle forniture, ma non ci sono impegni in questo senso. Anche qui, noi dobbiamo valutare in base alle nostre necessità, dobbiamo valutare in base al nostro vantaggio, proseguendo però una strategia che non ha iniziato questo governo.
Insomma, che avremmo “deciso di garantire 40 miliardi di euro dei cittadini al governo USA”, mi dispiace, è pura propaganda. Gli unici 40 miliardi che ricordo di investimenti sono quelli che gli Emirati Arabi Uniti si sono impegnati a portare in Italia”.
Nella sua replica, il senatore De Cristofaro , dettosi insoddisfatto per la risposta, ha ribadito le proprie posizioni.
Alla sesta interrogazione , illustrata dal senatore di FI Gasparri sui recenti dati macroeconomici e gli indirizzi di politica economica del Governo, la Premier Meloni ha risposto: “La recente promozione di Standard & Poor, che ha alzato il rating dell’Italia, cosa che, ricordiamolo, non accadeva dal 2017, è, secondo me, l’ennesima riprova del lavoro di un governo che è stato in grado di ridare all’Italia la serietà, e conseguentemente l’attrattività, che merita. E penso che sia un’altra smentita per coloro che avevano preconizzato conseguenze catastrofiche per i nostri conti pubblici se il centrodestra fosse arrivato al governo perché i fatti e la storia di questi due anni e mezzo raccontano tutt’altro.
L’Italia si presenta in modo credibile di fronte a un quadro economico e finanziario che è oggettivamente molto complesso. E’ una credibilità che non riconosco io, che riconoscono i mercati, che riconoscono gli investitori, che riconoscono i risparmiatori. Lo testimonia il ritrovato appeal dei titoli pubblici italiani, l’ottimo andamento della Borsa di Milano, che è andata ben oltre, per la prima volta, i livelli precrisi del 2008, nonostante le turbolenze delle ultime settimane. Lo dice lo spread, che piaceva tanto come elemento di valutazione, ad oggi è più che dimezzato rispetto a quando ci siamo insediati. E qui, guardate, parliamo di una cosa estremamente concreta, perché uno spread più basso significa miliardi di interessi sul debito pubblico risparmiati dallo Stato, con risorse che possono essere destinate ad altre esigenze, alla sanità, all’istruzione, al sostegno dei redditi più bassi. L’Ufficio parlamentare di bilancio ha calcolato che nel solo biennio 2025/26 questo risparmio dovrebbe ammontare a circa 10 miliardi e mezzo di euro.
È una credibilità che chiaramente abbiamo costruito con una politica seria sui conti pubblici, che hanno evidenziato un andamento migliore delle attese nonostante l’eredità che avevamo raccolto e che ha permesso all’Italia di tornare in avanzo primario già nel 2024. Siamo l’unica Nazione del G7, dopo il Covid, ad esserci riuscita.
La legge di bilancio 2025 va nella stessa direzione che abbiamo seguito sin dall’inizio. Attenzione ai conti pubblici, senza rinunciare a destinare risorse record alla sanità e a sostenere lavoratori, le famiglie con redditi medio bassi e le imprese. Come abbiamo fatto con numerosi provvedimenti che ricordate: dal taglio del cuneo fino alla detassazione dei premi di produttività e dei fringe benefit, l’IRPEF premiale per le imprese che investono e assumono, la decontribuzione, la super deduzione del costo del lavoro.
I dati del primo trimestre 2025 relativi all’occupazione, all’andamento dei salari e alla stima dell’andamento del PIL dell’Istat confermano l’efficacia della strategia che abbiamo messo in campo”.
Quindi, riguardo i futuri indirizzi della politica economica dell’Esecutivo, la Presidente del Consiglio ha sottolineato: “Penso che il nostro impegno, ovviamente, debba continuare su questa linea, con degli obiettivi che devono essere sempre più ambiziosi. A sostegno delle famiglie, siamo partiti dai nuclei economicamente più fragili, abbiamo cercato di aiutarli a recuperare il potere d’acquisto perso. Penso che qui a sfida sia ampliare gradualmente la platea dei soggetti interessati, concentrarsi ora sul ceto medio. Esattamente come penso che dobbiamo continuare a lavorare a sostegno delle imprese, dove l’obiettivo più complesso e più ambizioso che ci poniamo è riuscire ad abbassare strutturalmente il costo dell’energia, che pesa chiaramente come un macigno sulla competitività delle nostre imprese.
Siamo attualmente al lavoro su questi due obiettivi, ne conosciamo chiaramente le difficoltà. Però penso che una politica seria debba assumersi la responsabilità di affrontare le materie più complesse, se è necessario farlo”.
Nella sua replica, il senatore di FI Gasparri ha espresso nuovamente la soddisfazione per i risultati ottenuti dal Governo fino ad oggi e per la linea di politica economica che intende perseguire.
Nella settima interrogazione del senatore del M5S, Patuanelli, sugli impegni del Governo di investimenti negli USA rispetto alle priorità economiche e sociali nazionali, la Premier Meloni ha risposto: “La flessione della produzione industriale non è una dinamica italiana, lo ricordava in parte anche lei, ma è un problema che caratterizza le principali economie europee. E, al contrario, in un contesto di generale contrazione dell’attività produttiva, l’Italia per paradosso fa registrare una delle performance migliori: l’indice della produzione industriale italiana è scesa del 2,4% rispetto al periodo pre-Covid, a fronte del -3,4% della Francia e, addirittura, del -8,9% della Germania. La congiuntura negativa è legata in gran parte al settore dell’automotive, che è stato schiacciato dalle follie ideologiche di una transizione ecologica incompatibile con la sostenibilità dei nostri sistemi produttivi, che gli interroganti sostenevano, e che questo governo, invece ha contestato fin dall’inizio, lavorando in Europa per una sua revisione. Nonostante questo scenario, l’Italia ha esportato lo scorso anno beni per un valore di 623 miliardi di euro, con una diversificazione del sistema produttivo che ci colloca tra i primi nel G20”.
Ancora, su Transizione 5.0, la Premier ha evidenziato: “Noi abbiamo lavorato in queste settimane con la Commissione europea per renderla più semplice e accessibile per le imprese, e i primi risultati in termini di tiraggio si vedono. Non abbiamo però alcun problema a valutare, nelle prossime settimane, la curva reale di crescita ed eventualmente ridisegnarne l’impiego in armonia con la natura delle risorse. È un’opzione che il Governo ha già avanzato al tavolo con le categorie produttive, nell’ambito di quel lavoro di revisione del PNRR che intendiamo avviare con la Commission europea. E aggiungo, guardi, che io riconosco l’efficacia di Industria 4.0, una frase che non sentirò mai dire da voi, perché non è detto che chi ha lavorato prima di te deve aver per forza fallito il 100% di quello che ha fatto, sono io che in teoria per voi ho fallito il 100% di quello che ho fatto. Ma io, che sono una persona onesta, quando qualcosa ha funzionato lo riconosco. E quindi stiamo valutando se ci sono i margini con la Commissione europea di inserire entrambi i provvedimenti in questa revisione del PNRR”.
Infine, sulle spese per la difesa e la sicurezza, la Presidente Meloni ha sottolineato che l’Italia non utilizzerà i fondi di Coesione, aggiungendo: “E’ stata anzi l’Italia a impedire che una parte delle risorse dei Fondi di coesione venisse automaticamente spostata sul piano della difesa. Dopodiché stiamo, come ho detto, in un’ottica molto ampia di concetto che abbiamo e che è riconosciuto a 360 gradi sulla difesa, stiamo riconoscendo come spese della difesa, spese che i cittadini italiani pagano che sono spese per la difesa e la sicurezza. Mi sembra la cosa più naturale del mondo”.
Nella sua replica, il senatore del M5S, Patuanelli, si è detto non soddisfatto per le risposte “elusive” ottenute.
Nell’ottava interrogazione, illustrata dalla senatrice della Lega Murelli sull’andamento dell’economia e la tutela dell’occupazione in Italia, la Premier ha risposto: “Crescita occupazionale, tutela del potere d’acquisto e aumento degli stipendi sono priorità che questa maggioranza e questo Governo hanno ben chiare sin dal suo insediamento. Priorità che consideriamo irrinunciabili, fondamentali sia dal punto di vista sociale che macroeconomico. Come mostrano i dati 2024, la ripresa del potere d’acquisto e dei consumi delle famiglie, che hanno beneficiato dell’aumento dell’occupazione e dei salari reali, è stata fondamentale per sostenere la domanda interna e la crescita del PIL nazionale, in un periodo di rallentamento dell’economia mondiale. Alla luce dei risultati ottenuti, quindi, si tratta di priorità sulle quali noi intendiamo continuare a investire. Da quando siamo al Governo, sono aumentati di oltre un milione gli italiani che lavorano, speriamo diventino molti di più, ma sono comunque un buon risultato, la metà dei quali sono donne, abbiamo raggiunto il livello massimo di occupati di sempre, si tratta di lavoro stabile, aumentano i contratti a tempo indeterminato e diminuiscono i lavoratori precari. Da ottobre 2023, i salari, dopo 3 anni, hanno ripreso a crescere più dell’inflazione, consentendo una pur timida ripresa del potere d’acquisto. A questo va aggiunto l’impatto positivo di alcune misure che abbiamo introdotto. Come calcolato dall’Istat, la riforma dell’Irpef, insieme alle decontribuzioni previste per il 2024, ha comportato un miglioramento del reddito disponibile per circa 11,8 milioni di famiglie, per un ammontare medio annuo di 586 euro. Vogliamo proseguire su questa strada. Come abbiamo già fatto con la legge di bilancio 2025, la nostra volontà è fare, risorse permettendo, ogni anno qualche passo in più a sostegno dei redditi, dell’occupazione e del mondo delle imprese”.
Poi, in materia di sicurezza sul lavoro e sulle recenti misure messe in campo dal Governo, la Presidente del Consiglio ha detto: “La sicurezza sul lavoro è una priorità del Governo. Sono d’accordo sul fatto che sia dovere di ognuno di noi fare tutto ciò che in nostro potere per contrastare una piaga che non possiamo più tollerale. È il motivo per il quale abbiamo messo, già con diversi provvedimenti al centro della nostra azione questo tema. Lo abbiamo fatto con la “patente a crediti”, con l’assunzione di nuovo personale ispettivo, con le risorse per le imprese che investono in prevenzione. Come lei sa la scorsa settimana il Governo ha reperito insieme all’INAIL altri 650 milioni di euro, che si sommano ai 600 milioni già disponibili dei bandi INAIL per cofinanziare gli investimenti delle imprese in sicurezza. Si parla di oltre un miliardo e 200 milioni di euro. Domani incontreremo i sindacati, ci confronteremo con loro su come spendere al meglio queste risorse. Porteremo ovviamente anche le nostre proposte, come quella di potenziare il sistema di incentivi e disincentivi alle imprese in base alla loro condotta in materia di sicurezza, perché vogliamo premiare le imprese virtuose. Ma ovviamente li incontreremo anche per ascoltare quella che sono le proposte che arrivano dai sindacati, perché io penso che questa sia una di quelle materie che coinvolgono tutti e sulla quale bisogna riuscire a lavorare nel merito delle proposte senza aver alcun tipo di pregiudizio, e intendo comportarmi esattamente così”.
Nella sua replica, la senatrice della Lega Murelli ha ribadito la soddisfazione per le politiche economiche e in materia di occupazione attuate dall’Esecutivo e la necessità di intervenire per garantire salute e sicurezza sul lavoro.
Alla nona interrogazione del senatore del Pd e capogruppo a Palazzo Madama , Boccia, sulle intese tra i Governi italiano e statunitense e le criticità nel settore dell’energia e dei prezzi al consumo, la Presidente Meloni ha risposto, non prima di un chiarimento in tema di sanità e liste d’attesa: “Qui devo fare io un appello alle Regioni. Noi ogni anno stanziamo delle risorse, non gestiamo quelle risorse per le liste di attesa, le gestiscono le Regioni ma la responsabilità, per quello che riguarda voi, è tutta del governo. Allora cosa ha fatto il governo? Ha fatto un decreto sulle liste di attesa e ha chiesto in questo decreto di poter fare alcune cose, visto la responsabilità, anche secondo voi, è sempre la nostra e potendo, eventualmente, intervenire con dei poteri sostitutivi quando non si riesce a governare le liste di attesa. Cerchiamo di dare una mano.
Le Regioni, dico trasversalmente in questo caso scusatemi, su questo non sono d’accordo ma almeno gli italiani sappiano che abbiamo queste difficoltà perché altrimenti noi siamo semplicemente quelli che devono stanziare i soldi e essere responsabili di quello che non funziona. C’è un problema in questa cosa che segnalo trasversalmente”.
Quindi, tornando al tema energia e acquisto di GNL dagli USA, la Premier ha sottolineato: “Noi abbiamo fatto un lavoro di diversificazione, stavo dicendo che non è neanche iniziato con noi. Siamo d’accordo sul fatto che l’Italia debba continuare a diversificare le proprie fonti di approvvigionamento perché questo garantisce maggiore sicurezza? Perfetto. Quelle forniture con cui noi abbiamo diversificato per liberarci dalla dipendenza russa, come si sa arrivano dal Nord Africa, arrivano dal Canada, dal Caucaso, arrivano anche dal GNL americano. Quindi, noi, banalmente continuiamo a portare una strategia che abbiamo condiviso benché fossimo all’opposizione perché noi qualcosa all’opposizione siamo riusciti a condividere nella nostra vita e che continuiamo a portare avanti. Altrimenti ditemi quale è la strategia, cioè mi state dicendo altrimenti che siccome negli Stati Uniti hanno vinto i repubblicani riprendiamo il gas dalla Russia, non vi sto seguendo.
Continuiamo in una strategia che riguarda il Nord Africa, che riguarda il Canada, che riguarda il Caucaso, che riguarda anche il GNL americano”.
Ancora, sui prezzi dell’energia, la Presidente Meloni ha detto: “Nel testo della vostra interrogazione, tra le altre cose, voi scrivete quali siano i motivi ostativi ad iniziare il percorso per arrivare al disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia, ci si accusa, tra le altre cose, di non prendere una posizione chiara in merito. Questo però non è vero.
Il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia elettrica è una questione che il Governo ha posto sin dal suo insediamento, voi sapete bene che la materia è di respiro europeo ma su questo, guardate, vogliamo fare una battaglia insieme? Maggioranza e opposizione in Europa sulla proposta italiana sul disaccoppiamento? Perché io sono totalmente d’accordo e quindi, una volta tanto, possiamo lavorare insieme, tutti quanti, l’Italia nel suo complesso, per arrivare a delle soluzioni che interessano i nostri cittadini. Mi dichiaro disponibile davanti all’Italia intera.
Dopodiché, chiaramente, in ambito nazionale, noi abbiamo modificato la disciplina del cosiddetto “electricity release”, che pone le basi per il disaccoppiamento della remunerazione di lungo termine dell’energia da fonti rinnovabili rispetto al prezzo di mercato.
Il recente decreto bollette, tanto vituperato, contiene anche interventi di carattere più strutturale sul versante della formazione del prezzo al dettaglio di energia elettrica e gas, in particolare a tutela dei clienti vulnerabili. E penso che sia importante quella norma, diciamo così, di civiltà sull’obbligo di trasparenza delle bollette, alla quale curiosamente nessuno, prima di noi, aveva pensato. Dall’inizio di questo governo noi abbiamo complessivamente destinato oltre 60 miliardi euro – chiudo Presidente, mi scusi ma vengono aggiunti altri temi e non ce la faccio – per aiutare le famiglie e le imprese. Chiaramente sappiamo bene che la questione se non si risolve strutturalmente non la potremo mai continuare ad affrontare semplicemente mettendo risorse perché non saranno mai sufficienti e, per esempio, la ragione per la quale, tra le altre cose, disaccoppiamento e le cose che vi ho elencato, il Governo ha anche avuto il coraggio di varare un disegno di legge che riapre alla possibilità di produrre energia nucleare, con mini-reattori sicuri e puliti che penso possano consentirci di avere energia a basso costo e indipendenza strategica.
Quindi, c’è sicuramente molto altro lavoro da fare ma penso che si dimostra come la materia è stata per noi una materia fondamentale fin dall’inizio”.
Nella sua replica, il senatore del pd ,Boccia ha espresso nuovamente le rimostranze del Pd sul decreto bollette ,considerato dai dem insufficiente per supportare famiglie e imprese.
Infine, alla decima interrogazione, illustrata dal senatore di FdI e capogruppo in Senato ,Malan, sulle misure per il contrasto all’immigrazione irregolare, la Premier Meloni ha risposto: “La prevenzione e il contrasto della migrazione irregolare sono una priorità per questo Governo. Penso che sia sotto gli occhi di tutti che abbiamo avuto il coraggio di aprire una nuova fase, di farlo in Italia, di farlo in Europa, incentrando la nostra azione su diverse direttrici: difesa dei confini e lotta ai trafficanti di esseri umani; procedure più rapide per le espulsioni e i rimpatri; contrasto alle frodi che si annidavano nei percorsi di immigrazione legale – dei quali nessuno si è accorto -, potenziando di contro i canali di ingresso legali; costruzione di un nuovo modello di cooperazione su base paritaria con l’Africa; soluzioni innovative, come il Protocollo Italia-Albania.
Questa strategia a tutto campo ci ha permesso, come si ricordava, di registrare un duplice obiettivo: da una parte abbattere drasticamente gli ingressi irregolari, dall’altra ridurre il numero dei morti e dispersi in mare, e questo non può che renderci orgogliosi, perché non c’è niente di più importante che salvare una vita o strapparla dalle grinfie degli schiavisti”.
Poi, soffermandosi sul protocollo Italia-Albania, la Presidente del Consiglio ha evidenziato: “Stiamo andando avanti con determinazione sull’attuazione del Protocollo Italia-Albania. Da questo punto di vista noi consideriamo molto significativa la proposta della Commissione europea di anticipare l’entrata in vigore di alcune componenti del Patto Migrazione e Asilo, in particolare la possibilità di designare Paesi sicuri di origine con eccezioni territoriali per alcune categorie e di applicare il criterio del 20%.
Penso anche che dobbiamo considerare un’ottima notizia la proposta di lista europea dei Paesi sicuri che è stata formulata dalla Commissione, che annovera i Paesi di provenienza di quei migranti i cui trattenimenti non erano stati convalidati dai giudici italiani. Anche qui si conferma che evidentemente non eravamo nel torto.
Come sapete abbiamo anche deciso anche di utilizzare i centri realizzati in Albania come ordinari CPR e abbiamo così iniziato a trasferire i migranti irregolari in attesa di rimpatrio. A seguito di questa nuova disposizione, alcuni tribunali pare stiano disponendo il ritrasferimento in Italia ove il migrante avanzi una domanda di protezione internazionale, anche quando questa sia manifestamente infondata.
Ora, io non voglio fare polemica, ma mi corre l’obbligo di condividere con voi quale sia il curriculum di queste persone a cui dovremmo considerare di dare protezione internazionale. Perché quasi tutti i migranti trasferiti in Albania sono persone che si sono macchiate di reati gravi, tra i quali si annoverano furti, rapine, porto abusivo d’armi, tentati omicidi, violenze sessuali, pedopornografia, adescamento di minori e atti osceni in prossimità di minori.
Qualcuno vuole, ad ogni costo, far restare queste persone in Italia. Noi, invece, vogliamo rimpatriarle ed è quello per cui lavoriamo. Alla fine di questa settimana oltre il 25% dei migranti trattenuti in Albania sarà già stato rimpatriato, in tempi che, come vedete, sono molto veloci. A dimostrazione di come le procedure e la strategia che abbiamo messo in campo, nonostante i tentativi di bloccarle per ragioni chiaramente ideologiche, stiano funzionando.
Vogliamo un’Italia finalmente capace di far rispettare le regole, di essere intransigente con chi delinque e di difendere la sicurezza dei cittadini onesti”.
Nella sua replica, il senatore di FdI ,Malan ha espresso nuovamente soddisfazione per le politiche messe in campo dal governo in tema di politiche migratorie e contrasto all’immigrazione illegale.
Intanto, sul fronte dei lavori parlamentari, il Senato ha approvato in via definitiva, con 99 voti a favore, 70 contrari e 2 astenuti, il ddl Pubblica Amministrazione, che aveva già ottenuto in prima lettura il via libera della Camera. Il provvedimento, in 49 articoli, interviene sulle assunzioni, la disciplina del lavoro e previsioni di potenziamento operativo.
Sempre nell’Aula di Palazzo Madama, al termine del Question time con la Premier Meloni , come stabilito dalla Conferenza dei capigruppo, è stata avviata la discussione sul disegno di legge sulla semplificazione normativa. Le votazioni ,si terranno domani.
Alla Camera, invece, si è svolto il Question time con i ministri Salvini (Infrastrutture e Trasporto), Ciriani (Rapporti con il Parlamento), Zangrillo (Pubblica Amministrazione) e Giorgetti (Economia e Finanza).
Nel pomeriggio di domani, la Presidente del Consiglio Meloni parteciperà al Quirinale alla riunione del Consiglio Supremo di Difesa.
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