di Federica Marengo giovedì 30 gennaio 2020
“Sono qui in un momento significativo nell’ambito dei nostri rapporti bilaterali. E’ un appuntamento che ci ha consentito di operare una ricognizione degli straordinari traguardi del nostro partenariato e di constatare il forte sentimento di amicizia dei nostri popoli , entrambi si sentono nella famiglia europea e atlantica. Ho confermato che l’Italia sostiene il convinto impegno bulgaro sulla chiusura del meccanismo di cooperazione e verifica europeo, il suo ingresso in Schengen e nell’area euro. Abbiamo condiviso la necessità di perseguire il progetto green deal europeo che va sostenuto con un adeguato sostegno finanziario. Sono particolarmente lieto che vi siano delle imprese italiane che, con reciproca soddisfazione siano coinvolte in questi progetti di costruzione di gasdotto. Al fine di una reale autonomia energetica dell’UE la diversificazione delle fonti è uno strumento necessario per tutelare i nostri interessi anche da interessi esterni. C’è la comune volontà di lavorare insieme per l’integrazione dei Balcani Occidentali nell’UE: siamo convinti della necessità che l’Albania e la Nord Macedonia siano integrate al più presto. La Bulgaria è un modello riferimento per i Paese dell’area pienamente integrata nella UE e nella Nato”.Così, il Premier Conte, stamane, nella conferenza stampa congiunta a Sofia, con il Primo Ministro bulgaro Boyko Borissov, in occasione del bilaterale per il 140 esimo dei rapporti italo-bulgari.
Il Presidente del Consiglio, inoltre, si è espresso anche sul Governo, dichiarando: “Abbiamo la possibilità di poter lavorare con grande anticipo sulla Manovra; con le forze di Maggioranza sarà un confronto molto intenso e serrato. Ho letto su qualche giornale di un confronto di qualche mese: no , assolutamente no. La gente attende risposte in tempi molto più rapidi , lavoreremo in un arco di tempo più ristretto”.
Quindi, sul quadro pluriennale finanziario dell’UE per il 2021-27 : “Ci sono criticità e l’Italia non accetta accelerazioni. Non vogliamo compromessi al ribasso che possano danneggiare settori cruciali come l’agricoltura o la coesione. Rispettiamo le stime sui nostri fondamentali economici, e già successo in passato che le nostre stime si siano rivelate più efficaci rispetto a quelle di istituti internazionali, confidiamo che ciò accada anche questa volta. Il calo record dello Spread ci conforta e consente di liberare risorse”.
Un incontro diplomatico, quello del Presidente del Consiglio, che ha preceduto il vertice convocato per questa sera, alle 18:30, a Palazzo Chigi, con i capi delegazione (il ministro dei Beni Culturali, Franceschini, per il Pd, il ministro Bonafede , per il M5S, il ministro della Salute, Speranza, per LeU, e la ministra delle Politiche Agricole Bellanova, per Italia Viva) , per discutere del rilancio dell’azione di Governo.
Sul tavolo, oltre alla riforma del Fisco (Irpef) e della Giustizia, diversi temi, a cominciare da scuola e Ricerca , passando per la sburocratizzazione, il piano green per gli investimenti nelle infrastrutture e la parità salariale tra uomo e donna, fino alla revisione delle misure del Reddito di Cittadinanza (che per il Presidente del Consiglio va “implementato nella parte relativa alla formazione e al lavoro e non rivisto”) ,di Quota 100 (anche alla luce del Rapporto del Fondo Monetario Internazionale sull’Italia, che esorta a rivedere i provvedimenti, causa il basso tasso di crescita del Paese) e dei Decreti Sicurezza firmati dall’ex ministro dell’Interno Salvini, chiesta dal segretario dem Zingaretti, e dal Vicesegretario Orlando, forti del ribaltamento dei rapporti di forza dopo l’esito delle Regionali in Emilia Romagna, che hanno sancito la ritrovata vittoria del partito e un crollo nel numero degli elettori per i pentastellati, per i quali tra le prioritaria vi è la legge sul conflitto di interessi.
Necessaria per LeU, invece, la modifica del Jobs Act, con la reintroduzione dell’articolo 18, mentre Italia Viva, insite sulla riapertura dei cantieri per le infrastrutture e sulla sospensione per almeno un anno, fino a quando non si sarà proceduto alla riforma del processo penale, della norma Bonafede in materia di prescrizione, (in vigore dal 1 gennaio).
Da risolvere ,poi, alcuni dossier come la revoca delle concessioni Autostradali (la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture De Micheli ha assicurato in queste ore che la decisione sarà resa nota a giorni), che divide i pentastellati, a favore della revoca, dai renziani, contrari, e la trattativa, in scadenza, con ArcelorMittal per rilanciare l’ex Ilva di Taranto (il Premier Conte ha fatto sapere che potrebbe esservi un incontro con i rappresentanti della multinazionale franco-indiana nei prossimi giorni).
Sul fronte economico, l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, ha reso noti i dati sull’occupazione relativi al mese di dicembre, nel quale si è registrato un tasso di disoccupazione stabile al 9,8%, stesso livello di novembre. Invariato, anche il tasso della disoccupazione giovanile (15-24) anni al 28,9%.
Nuovo calo, invece, per gli occupati. A scendere, invertendo così la tendenza, è il numero dei dipendenti permanenti (-75 mila), ovvero coloro che detengono un posto fisso. In calo, anche gli indipendenti (-16 mila); in aumento, invece, il numero di dipendenti a termine (+17mila).
Massimo storico, infine, per i precari, aumentati di 17 mila unità, arrivando a sfiorare 3 milioni 123 mila. Minimo storico dal 1977, per gli Autonomi.
Quanto alla zona euro,l’Eurostat, l’Istituto statistico europeo, ha registrato nel mese di dicembre un tasso di disoccupazione ai minimi storici dal 2008, attestandosi al 7,4%. A novembre, il tasso di disoccupazione era stato del 7,5% mentre a dicembre del 2018 era al 7,8%.
Il tasso di disoccupazione più basso è stato rilevato in Germania e nei Paesi Bassi (3,2%), mentre i il tasso più elevato è stato registrato in Grecia e in Spagna. Nei 28 Paesi della UE , il tasso di disoccupazione si è attestato al 6,2% a dicembre, in calo rispetto a novembre (6,3%).
Di contro, l’Inps, Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, ha reso noti i dati sulle pensioni liquidate nel 2019: circa 535.573, una cifra in linea con il 2018 (537.160).
Vero e proprio boom, invece, per i trattamenti pensionistici anticipati (+29,4%), pari a 196.857 unità, anche grazie all’introduzione del sistema Quota100 e all’aumento di cinque mesi per l’età di vecchiaia che dall’inizio dell’anno scorso è accessibile a 67 anni. Calo, invece, nel complesso, per le pensioni di vecchiaia (-15,6%), pari a 121.495 (numero inferiore alle uscite anticipate).
Solo 33.123 ,dunque, i dipendenti che nel 2019 hanno lasciato il lavoro a 67 anni con la pensione di vecchiaia e 126.107 ,quelli andati in pensione anticipata prima di questa età. Quindi, tra le pensioni liquidate nel 2019 ai lavoratori dipendenti, il 20,8% ha riguardato le pensioni di vecchiaia e il 79,2%, quelle legate all’anzianità contributiva.
Calo del 29,81% per le pensioni di vecchiaia rispetto al 2018; aumento del 32,81%, invece , per le pensioni di anzianità.
©Riproduzione riservata