di Federica Marengo giovedì 19 dicembre 2024ù
-Nella mattinata di ieri, la Presidente del Consiglio Meloni ha tenuto al Senato la replica al dibattito in Aula seguito alle sue Comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 19 e 20 dicembre, già illustrate alla Camera. Al termine, il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di Coesione e il PNRR Foti, ha accolto la proposta di risoluzione della maggioranza e diversi impegni, alcuni dei quali riformulati, delle sei proposte (una per ogni partito) delle opposizioni, nel dettaglio del M5S, di Azione e del Gruppo Misto, di AVS , del Pd e di Italia Viva.
In serata, poi, la Premier, partita per Bruxelles, ha partecipato al Vertice Ue-Balcani e al vertice informale tenuto dal Segretario Generale della Nato Rutte , al quale hanno preso parte anche la Presidente della Commissione Ue von der Leyen, il Presidente del Consiglio Ue Costa, il cancelliere tedesco Scholz e altri leader dell’Ue e il Presidente ucraino Zelensky, nel quale si è parlato di come “rafforzare urgentemente il supporto militare ed economico all’Ucraina”.
Assente, invece, il Presidente francese Macron, recatosi a Le Mayotte, arcipelago nell’Oceano Indiano vicino al Madagascar, colpito nei giorni scorsi dal ciclone Chido,il quale, però,prima di partire, ribadendo il sostegno a Kiev, ha avuto un bilaterale con il Presidente Zelensky, del quale ,quest’ultimo, ha così riferito via social: “Ho avuto un incontro produttivo con il Presidente francese Macron. Abbiamo avuto una discussione individuale dettagliata, concentrandoci sulle priorità chiave per rafforzare ulteriormente la posizione dell’Ucraina contro l’aggressione russa. Un obiettivo chiaro rimane il potenziamento delle capacità di difesa aerea. Ho espresso gratitudine per la preparazione da parte della Francia di una brigata per il nostro esercito e abbiamo concordato di continuare questa cooperazione e preparare un’altra brigata. Ci auguriamo che altri partner si uniscano a questo sforzo contribuendo ad equipaggiare altre brigate ucraine. Condividiamo una visione comune: garanzie affidabili sono essenziali per una pace che possa essere realmente raggiunta. Abbiamo continuato a lavorare sull’iniziativa del Presidente Macron riguardante la presenza di forze in Ucraina che potrebbero contribuire a stabilizzare il percorso verso la pace. Emmanuel ha informato che sta comunicando con altri partner per garantire che vengano adottate tutte le misure necessarie per la pace. Grazie, Francia!”.
Nel corso della riunione , l’Italia, anche come presidenza del G7, ha ribadito “il sostegno all’Ucraina e alla sua legittima difesa con l’obiettivo comune di costruire una pace giusta e duratura sulla base del diritto internazionale e dei principi della Carta delle Nazioni Unite”.
Sempre nella giornata di ieri, prima del suddetto vertice, il Segretario Generale della Nato, Rutte, nel corso di una conferenza stampa , aveva sottolineato la necessità per Kiev di “arrivare ai negoziati da una posizione di forza”, mentre il cancelliere tedesco Scholz, ha incoraggiato i leader e le leader Ue ad aumentare gli aiuti militari per l’Ucraina.
Stamane, il Presidente ucraino Zelensky, arrivando all’Europa Building per il Consiglio Ue, il primo della nuova legislatura, ha dichiarato: “Dobbiamo contare ancora sull’unità, sull’unità tra gli Stati Uniti e l’Europa. È molto difficile sostenere l’Ucraina senza l’aiuto dell’America. Ed è di questo che parleremo con il Presidente Trump quando sarà alla Casa Bianca. Per noi è molto importante, soprattutto dall’inizio del prossimo anno, che vi sia molta unità tra Stati Uniti e Ue e i Paesi d’Europa. Questo è molto importante, ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di questa unità per raggiungere la pace. Penso che solo insieme Stati Uniti ed Europa possono davvero fermare Putin e salvare l’Ucraina”.
A seguire, nella riunione dei 27 dedicata ai temi delle crisi geopolitiche in atto, quali le guerre in Ucraina e in Medio Oriente e la situazione in Siria, ma anche le tensioni in Georgia e Moldova e i rapporti con gli USA, alla luce dell’insediamento a gennaio della nuova amministrazione Trump, e con la Cina, e la crisi dell’automotive, nella prima sessione dei lavori dedicata alla guerra in Ucraina, Zelensky ha detto: “Comprendiamo tutti che a gennaio il Presidente Trump intensificherà gli sforzi per porre fine alla guerra. Sta a noi decidere se l’Europa lo sosterrà con una voce forte e unita. L’Europa deve essere al tavolo delle trattative quando sarà il momento giusto. Come l’Ucraina, l’Ue deve entrare nei negoziati su basi forti, e la forza dell’Europa risiede nell’unità. Abbiamo bisogno di un lavoro coordinato per una pace duratura, non solo della pausa nelle ostilità che Putin cerca per guadagnare tempo. Dobbiamo spingere Mosca verso una pace autentica, sostenibile e garantita”.
In merito alla possibilità di un cessate il fuoco, Zelensky ha spiegato: “Quando parliamo di cessate il fuoco in qualsiasi conflitto, in qualsiasi guerra le persone sanno cosa succederà dopo, come dovrebbe finire, bisognerebbe avere in mente cosa succederà domani, per un cessate il fuoco oggi, altrimenti stiamo solo congelando il conflitto e basta. E’ necessario avere una posizione forte e di garanzie di sicurezza. Ovviamente, vogliamo lavorare per porre fine alla guerra, vogliamo la pace, vogliamo una pace stabile ed è ovvio che la Russia non è interessata a questo e lo dimostra costantemente”.
Poi, in conferenza stampa al Consiglio europeo, rispondendo a una domanda sul gas russo e sul contratto tra Kiev e Mosca in scadenza il 31 dicembre, il Presidente Zelensky ha detto: “Non prolungheremo l’accordo di transito del gas russo attraverso l’Ucraina verso l’Europa, non daremo la possibilità a Mosca di guadagnare altri miliardi sul nostro sangue e sulla pelle degli ucraini. Qualsiasi Paese del mondo che può ottenere il gas in modo economico dalla Russia diventerà, oggi o domani, dipendente al 100% dalla Federazione russa, questa è la loro politica”.
Quanto all’invio di truppe da parte degli alleati per il peacekeeping, Zelensky ha detto che “Non ci sono decisioni” in merito e di “non poter discutere i dettagli pubblicamente” e che “conterà sull’appoggio degli Usa, dell’Ue e del Regno Unito”.
Infine, Zelensky ha scritto in un post social: “Alla riunione del Consiglio europeo, ho sottolineato che Europa e America devono essere al tavolo delle trattative quando sarà il momento. L’Unione europea, come l’Ucraina, deve partecipare ai colloqui da una posizione di forza. Solo sforzi coordinati possono portare una pace duratura, non una pausa che Putin sfrutterebbe per guadagnare tempo”.
Nelle scorse ore, il Presidente ucraino Zelensky ha avuto anche un colloquio con la Presidente della Commissione Ue von der Leyen, che, via social, ha scritto: “Il 2025 sarà un anno cruciale per l’Ucraina e i suoi partner, ne abbiamo parlato con il Presidente Zelensky. Sosterremo il diritto dell’Ucraina a lottare per la propria libertà e a scegliere il proprio destino. Sosterremo la stabilità economica dell’Ucraina con oltre 30 miliardi € di sostegno da parte dell’UE il prossimo anno”.
Ciò, mentre la Commissione Ue ha fatto sapere , tramite nota, che verranno stanziati 18,1 miliardi di euro per Kiev, parte del contributo previsto dal prestito di assistenza macro-finanziaria del G7, che verranno erogati a gennaio 2025, prima tranche su un totale di 45 miliardi per esigenze di bilancio, militari e di ricostruzione, derivanti dai proventi dei beni russi congelati.
Dunque, sulla guerra in Ucraina, si legge nelle Conclusioni dei 27, che: “Il Consiglio europeo ribadisce la sua ferma condanna verso la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, che costituisce una palese violazione della Carta delle Nazioni Unite”, e “il suo continuo sostegno all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale”.
Riconfermato anche “l’impegno incrollabile dell’Ue a fornire un continuo sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico all’Ucraina e al suo popolo per tutto il tempo necessario e con la massima intensità necessaria. La Russia non deve prevalere”.
Inoltre, “Il Consiglio europeo ha accolto con favore l’approvazione del 15° pacchetto di sanzioni alla Russia e ha chiesto l’urgente intensificazione degli sforzi, in particolare sulla fornitura di sistemi di difesa aerea, munizioni e missili, nonché sulla fornitura della formazione e delle attrezzature necessarie per le brigate ucraine. L’Unione europea resta impegnata a sostenere la riparazione, la ripresa e la ricostruzione dell’Ucraina, in coordinamento con i partner internazionali. La conferenza sulla ripresa dell’Ucraina ospitata dall’Italia a luglio 2025 sarà importante in tale contesto. L’Unione europea continuerà a lavorare a stretto contatto con l’Ucraina e a sostenere i suoi sforzi di riforma nel suo percorso europeo”.
Tuttavia, anche se non all’ordine del giorno del Consiglio Ue, la Presidente von der Leyen ha anche affrontato il tema della crisi dell’automotive, riguardo al quale ha comunicato: “Il dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica in Europa sarà avviato ufficialmente da gennaio, con l’obiettivo di proporre e attuare rapidamente le misure di cui il settore ha urgente bisogno. L’industria automobilistica è un orgoglio europeo ed è fondamentale per la prosperità dell’Europa. Promuove l’innovazione, sostiene milioni di posti di lavoro ed è il più grande investitore privato in ricerca e sviluppo. Ogni settore ha esigenze uniche ed è nostra responsabilità creare soluzioni su misura che siano allo stesso tempo pulite e competitive. Dobbiamo sostenere questo settore nella transizione profonda e dirompente che ci aspetta. E dobbiamo garantire che il futuro dell’auto rimanga saldamente radicato in Europa. Questo è il motivo per cui ho chiesto un dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica europea. Lanceremo questo dialogo già a gennaio, per dare forma insieme al nostro futuro condiviso”.
In merito, la Commissione Ue ha evidenziato in una nota: “Mentre l’industria automobilistica europea e i suoi fornitori attraversano una transizione profonda e dirompente il dialogo strategico progetterà strategie e soluzioni concrete per sostenere la competitività globale della produzione automobilistica in Europa e si concentrerà in particolare su promuovere l’innovazione e la digitalizzazione guidate dai dati, sulla base di tecnologie lungimiranti come l’intelligenza artificiale e la guida autonoma; sostenere la decarbonizzazione del settore, in un approccio tecnologico aperto, dato il suo ruolo nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici dell’Europa; affrontare il tema di posti di lavoro, competenze e altri elementi sociali nel settore; semplificare e modernizzare il quadro normativo; l’aumento della domanda, il rafforzamento delle risorse finanziarie del settore, la sua resilienza e la sua catena del valore in un contesto internazionale sempre più competitivo”.
Altro tema al centro delle riunioni dei 27, le politiche migratorie. Stamane, infatti, come si legge in una nota di Palazzo Chigi, a margine dei lavori del Consiglio Ue, la Presidente del Consiglio Meloni, insieme ai Primi Ministri danese, Mette Frederiksen, e olandese, Dick Schoof, “ha promosso una riunione informale tra alcuni degli Stati membri più interessati al tema delle soluzioni innovative da applicare alla gestione del fenomeno migratorio e in particolare al rafforzamento del quadro legale in materia di rimpatri. Oltre a Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Commissione europea, hanno preso parte all’incontro i Leader di Cipro, Grecia, Malta, Repubblica Ceca, Polonia, Svezia e Ungheria”.
Quindi, spiega Palazzo Chigi, “La Presidente Ursula von der Leyen ha illustrato i principali filoni di lavoro indicati nella Lettera sulla migrazione di lunedì 16 dicembre, concentrandosi sulla proposta di un nuovo quadro giuridico in tema di rimpatri che la Commissione intende presentare nei primi mesi del 2025”, mentre la Premier Meloni, “oltre a sostenere la rapida presentazione e finalizzazione della nuova proposta legislativa, si è soffermata sulla rilevanza delle soluzioni innovative nel contrastare la migrazione irregolare, soprattutto per spezzare il “modello di business” dei
trafficanti di esseri umani e, allo stesso tempo, consentire di focalizzare gli sforzi di accoglienza europea nei confronti di chi ha effettivamente diritto alla protezione internazionale”.
Pertanto, sottolinea Palazzo Chigi: “La discussione tra Leader si è concentrata sull’esigenza di disporre di un quadro normativo europeo sempre più chiaro ed efficace con, in particolare, il rafforzamento dei concetti di Paese sicuro di origine e Paese terzo sicuro per sostenere le soluzioni innovative, a partire dal modello Italia-Albania e dalla possibile creazione di “returns hubs” in Paesi terzi. Particolare interesse è emerso anche verso il rafforzamento dell’azione europea lungo le rotte migratorie con UNHCR e IOM in tema di rimpatri volontari assistiti. I Leader presenti, esprimendo apprezzamento sia per la Lettera della Presidente von der Leyen sia per il taglio operativo delle Conclusioni in tema di migrazione in approvazione al Consiglio europeo odierno, hanno concordato di continuare a mantenere uno stretto raccordo con l’obiettivo di rafforzare e rendere sempre più efficace la politica migratoria dell’Unione Europea”.
A tal proposito, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, anch’egli oggi a Bruxelles, in un punto stampa a margine del pre-vertice del Ppe, prima del Consiglio europeo, ha così risposto alle domande in materia di politiche migratorie, evidenziando: “Grazie agli accordi con molti Paesi africani, l’Italia è riuscita a ridurre del 60% i flussi migratori irregolari verso la Penisola, ma questo non basta, serve una soluzione strategica europea per la crescita economica e lo sviluppo del continente africano, come l’Italia sta facendo con il piano Mattei”.
Intanto, a Roma, dopo lo slittamento dei tempi , l’esecutivo ha posto la fiducia alla Camera sulla legge di Bilancio, tramite il ministro per i Rapporti con il Parlamento Ciriani. Le dichiarazioni di voto e il voto sulla fiducia, invece, si terranno nella mattinata di domani ,come pure la votazione dell’Aula sulle tabelle del ddl Bilancio e l’esame degli ordini del giorno.
In serata, poi, verrà esaminata la Nota di variazioni al bilancio, approvata prima dal Consiglio dei Ministri e successivamente inizieranno le dichiarazioni di voto e il voto finale che licenzierà il provvedimento per la seconda lettura al Senato e il via libera definitivo entro il 31 dicembre.
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