di Federica Marengo sabato 30 novembre 2024
-Nella mattinata di ieri, la Presidente del Consiglio Meloni, si è recata a Bari, dove ha tenuto un intervento in occasione della firma dell’accordo per lo sviluppo e la coesione tra il governo e la regione Puglia; il ventunesimo e ultimo accordo di coesione del valore di quasi 30 miliardi, 45 in totale, considerati anche i cofinanziamenti.
In apertura del suo discorso, la Premier ha ringraziato per il lavoro svolto il ministro per gli Affari Europei, il Sud , le politiche di coesione e il PNRR, Fitto, ora commissario e Vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, con delega alle Riforme e alla Coesione e, in condivisione con Donmbrovskis, alla gestione del Pnrr: “Questo è l’ultimo Accordo di coesione ed è probabilmente l’ultima iniziativa pubblica che io faccio con il Ministro Raffaele Fitto come Ministro del Governo. Raffaele Fitto tra massimo due giorni dovrà rassegnare le sue dimissioni da Ministro della Repubblica per assumere un incarico – che ci deve rendere orgogliosi come italiani, tutti, – di Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, con un portafoglio estremamente importante, fatto di competenze strategiche soprattutto per territori come questi. Raffaele Fitto gestirà i Fondi di coesione, parliamo di un portafoglio di circa 400 miliardi di euro per questa programmazione, ma anche di una Commissione che dovrà programmare il futuro ciclo e quindi più o meno altrettante risorse. Parliamo insieme al Commissario Dombrovskis della delega al PNRR, portafoglio di ulteriori 600 miliardi di euro, complessivamente 1.000 miliardi di euro da gestire, e parliamo di una Vicepresidenza esecutiva che consente il coordinamento di materie ugualmente molto importanti per noi: l’agricoltura, la pesca, l’economia del mare, il turismo, i trasporti. Allora io voglio dire a Raffaele Fitto che sono intanto orgogliosissima del lavoro che ha fatto come Ministro e sono soprattutto orgogliosa di quello che farà come Vicepresidente della Commissione europea, penso che particolarmente debba essere orgogliosa la Puglia, che oggi esprime il Vicepresidente esecutivo dell’Europa intera. E credo che, ho fatto questa premessa intanto perché era nel mio sentimento farla in questa giornata particolare, ma anche perché io credo che se oggi all’Italia vengono affidate queste materie a livello europeo sia anche grazie al lavoro che noi abbiamo cercato di fare in questi anni”.
Poi, la Presidente del Consiglio ha illustrato il lavoro del governo in materia di riforma delle risorse della coesione nazionale, nella quale sono stati introdotti gli Accordi di coesione, riguardo cui ha spiegato: “Gli Accordi di coesione sono appunto degli accordi tra il Governo nazionale e la Regione su come utilizzare queste risorse, cosa finanziare con queste risorse, quello che noi abbiamo previsto con questo Decreto è che le proposte ovviamente arrivano dalla Regione, ma chiediamo che vengano condivise dal Governo nazionale. E non lo facciamo perché vogliamo limitare l’autonomia dei territori, lo facciamo perché è importante che il lavoro che ciascuna Regione fa, collimi con il lavoro che fanno le altre, che ci sia una strategia complessiva, perché noi appunto una unica Nazione siamo. Abbiamo introdotto questi accordi e abbiamo previsto in questi accordi alcune innovazioni secondo me importanti. La possibilità di de-finanziare quando quelle risorse non arrivano a terra, per prendere quelle risorse e utilizzarle su qualcosa che diventi operativo per i cittadini, perché non sono risorse nostre. La possibilità di utilizzare i poteri sostitutivi quando dovessero esserci inadempienze, lungaggini e quant’altro, e la possibilità di assegnare con l’Accordo di coesione anche la quota di cofinanziamento regionale, perché è accaduto anche che alcune di queste opere non si riuscissero a portare avanti nella misura in cui le regioni non avevano la possibilità di cofinanziarle, avevano delle difficoltà nel cofinanziamento. E quindi abbiamo contribuito a liberare i bilanci regionali per aiutare anche da questo punto di vista”.
Da qui, l’integrazione con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in merito al quale ha sottolineato: “Qui non ricorderò il pessimismo che accompagnava il nostro arrivo circa la possibilità di mandare avanti il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, di spendere i fondi del PNRR. Ricordo quando si diceva che se noi avessimo provato a rinegoziare il PNRR avremmo ottenuto il risultato di perdere le risorse del PNRR.
Sono fiera oggi di annunciare che la Commissione europea due giorni fa ha dato l’ok al pagamento della sesta rata del PNRR, che noi rimaniamo così la Nazione d’Europa che è più avanti di tutte nella realizzazione del PNRR nonostante abbia anche il Piano in assoluto più corposo di tutti. E mentre facevamo questo lavoro abbiamo rinegoziato il PNRR, banalmente perché guerra in Ucraina, scenario internazionale, c’era una situazione complessa, si modificavano le priorità, abbiamo concentrato le risorse su quelle che erano le nuove priorità. Abbiamo liberato 21 miliardi di euro, di questi 21 miliardi ne abbiamo destinati 12 al sostegno al sistema produttivo, al sostegno alle nostre imprese, di cui oltre 6 su Transizione 5.0. Ci siamo concentrati sulle infrastrutture, particolarmente su quelle energetiche, abbiamo messo ulteriori risorse sulla salute, abbiamo messo risorse sulle famiglie, sul diritto allo studio, su priorità che erano secondo noi evidenti e anche questo pezzo di lavoro, poi ne parlerò anche per quello che riguarda la Puglia, si inserisce in questo ragionamento”.
Ancora, la Presidente Meloni si è soffermata sul “terzo tassello”, ovvero: le politiche di coesione legate ai fondi europei, la materia propria che sarà del portafoglio del Ministro Fitto, su cui ha detto: “Noi abbiamo a maggio scorso licenziato un Decreto con il quale abbiamo investito complessivamente 74 miliardi di euro, dei quali 42 di fondi UE. Chiaramente sono risorse che vanno soprattutto al Sud e abbiamo, anche qui, cercato di fare alcune scelte importanti, se vogliamo coraggiose. La prima di quelle scelte è relativa alle infrastrutture. Abbiamo previsto con questa iniziativa, non solo l’istituzione del fondo perequativo e infrastrutturale, ma abbiamo previsto con questa riforma l’obbligo di destinare almeno il 40% dei fondi infrastrutturali alle Regioni del Mezzogiorno. Questo è un ragionamento che abbiamo fatto spesso. Noi eravamo abituati a una quota più bassa perché i fondi infrastrutturali sono legati alla popolazione. Nel Sud vive il 34/36% della popolazione, e quindi il 34% della spesa infrastrutturale va al Sud, ma io ho sempre contestato questo meccanismo di calcolo. Nel Sud vive il 34% della popolazione italiana anche perché c’è un problema di spopolamento. Il problema di spopolamento c’è in queste Regioni spesso anche perché non ci sono opportunità. L’assenza di opportunità è spesso collegata all’assenza di infrastrutture. Se io continuo a legare la spesa infrastrutturale alla popolazione che abita mi avviluppo sempre di più. E quindi abbiamo modificato questo parametro, abbiamo previsto che la quota dovesse essere più alta. Dopodiché abbiamo messo quasi 3 miliardi di euro in più sul lavoro, altra priorità sulla quale lavoriamo, soprattutto nel Mezzogiorno.La principale misura qui è l’esonero contributivo del 100% per due anni, per chi in queste Regioni assume under 35, che non hanno mai avuto contratti a tempo indeterminato, donne over 35 disoccupati da almeno due anni, a una condizione: che devono essere assunti a tempo indeterminato. E quindi cerchiamo di creare occupazione, ma cerchiamo anche di creare occupazione di qualità.Gli incentivi in questo caso non valgono solo per il lavoro dipendente, valgono anche per chi decide di far nascere una nuova attività. Abbiamo rafforzato la misura Resto al Sud, prevediamo un contributo fino a 200 mila euro per chi avvia una nuova attività e questo è un altro pezzo importante di questo lavoro.Uno ulteriore è la ZES Unica del Mezzogiorno, che pure mi piace ricordare. Voi sapete che noi avevamo alcune ZES, Zone Economiche Speciali, soprattutto nelle aree retroportuali, non tutte hanno funzionato come avrebbero dovuto, noi abbiamo deciso di avviare una interlocuzione molto complessa con la Commissione europea, che però alla fine ha accettato di consentire che tutte le Regioni del Mezzogiorno fossero un’unica Zona Economica Speciale. Che cosa significa? Significa che chi investe qui ha bisogno di un’autorizzazione unica e ha dei crediti d’imposta per quegli investimenti. Cioè significa creare degli incentivi che ti consentono di combattere un divario, di riallineare le opportunità, la considero una misura estremamente importante. Abbiamo già finanziato con, come si sa, 2 miliardi di euro il credito d’imposta per gli investimenti nella ZES Unica del Mezzogiorno”.
Ancora, la Premier Meloni ha sottolineato l’importanza del mare come risorsa, anche a livello economico, per l’Italia, in special modo per il Sud : “Un altro tassello di questa strategia, secondo me, è il tema del mare. Voi sapete che questo è il primo Governo in Italia che ha istituito un Ministero del Mare. Penso che in Puglia sia una di quelle materie sulle quali si capisce il senso. Il Mediterraneo è un mare che sta tornando centrale e oggi lo snodo dell’interscambio tra i due principali ambiti commerciali marittimi del mondo, e cioè l’Indo-Pacifico da una parte e l’Oceano Atlantico dall’altra. Il Mediterraneo è centrale e l’Italia è centrale nel Mediterraneo. Significa che il mare è una delle nostre più straordinarie infrastrutture e una delle nostre più straordinarie opportunità. Forse non l’abbiamo utilizzato abbastanza come strategia nazionale in passato, stiamo cercando di farlo e stiamo cercando di farlo mettendo insieme tutti quanti gli attori che sono importanti da questo punto di vista. Questa è un po’ la strategia che accompagna anche la stipula di questo Accordo di coesione ed è una strategia che complessivamente, come ricordava il Presidente Emiliano, sta dando i suoi frutti, perché quello che noi abbiamo visto accadere, per esempio nel 2023 rispetto al Mezzogiorno d’Italia deve farci ben sperare. Un PIL che cresce dell’1% in più nelle regioni del Mezzogiorno rispetto a quanto sia la media nazionale, una occupazione che cresce nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia più di quanto cresca a livello di media nazionale, le aziende del Sud sono state fondamentali nel rilanciare l’export italiano, l’Italia diviene quest’anno per la prima volta quarta Nazione esportatrice al mondo, crescono le società di capitali, crescono le piccole e medie imprese e c’è complessivamente una situazione per la quale si può dire che il Sud è stato la locomotiva d’Italia. Il Sud è stato la locomotiva d’Italia”.
Infine, la Presidente del Consiglio ha illustrato i progetti principali da attuare in Puglia con le risorse messe in campo: “Per la Puglia mettiamo a disposizione, come ricordava il Presidente Emiliano, con questo Accordo di coesione risorse del Fondo di sviluppo e coesione per 4,6 miliardi, calcolando ovviamente le anticipazioni di 230 milioni che erano state date nel 2021. Se aggiungiamo anche qui la quota di cofinanziamento dei comuni, della Regione, gli altri Fondi europei e nazionali per i progetti che sono previsti anche all’interno di questo Accordo, questo Accordo mobilita complessivamente 6,5 miliardi di euro di investimenti per la Regione Puglia e sono risorse importanti che servono a finanziare, come veniva ricordato, molti progetti, quasi 470 progetti strategici per la Puglia, che sono concentrati su alcune grandi direttrici. Venivano ricordate dal Presidente Emiliano e ci torno molto velocemente. L’acqua, che in una delle principali regioni agricole italiane è un’altra risorsa assolutamente fondamentale. Un miliardo e cento milioni di euro è destinato agli interventi per rinnovare gli acquedotti, le infrastrutture per l’approvvigionamento idrico, la distribuzione dell’acqua. Tra le opere più rilevanti voglio ricordare la realizzazione di un impianto di dissalazione delle acque salmastre alle sorgenti del Tara, importanti interventi di potenziamento degli impianti di depurazione, importanti interventi per la realizzazione della rete pluviale urbana in comuni di tutto il territorio regionale; bonifiche. A latere di questo voglio dire che abbiamo anche lavorato, come pure veniva ricordato, per salvare l’acquedotto pugliese, mettiamola così, e voglio dirlo anche perché anche questo fa un po’ chiarezza rispetto a alcune polemiche che ho sentito fare delle volte nei confronti del Governo, che francamente mi sembrano abbastanza ingenerose. Abbiamo fatto il nostro lavoro per quella che consideriamo una infrastruttura straordinaria di questa Regione, come facciamo sempre.La seconda direttrice riguarda gli interventi a sostegno del sistema produttivo, la competitività delle imprese, l’innovazione. Questo capitolo vale 1,2 miliardi di euro. Tra gli interventi più importanti, veniva ricordato, lo Spazioporto di Taranto-Grottaglie, la prima infrastruttura nazionale dedicata ai voli orbitali e sub-orbitali, cioè alle missioni spaziali – praticamente Michele Emiliano come Elon Musk – ma la Puglia diventa centrale in quella che è una delle grandi sfide dei domini geopolitici del futuro. Spazio, fondali marini, sono due dei grandi domini dello spazio geopolitico del futuro e quindi la Puglia chiaramente si candida a essere una regione all’avanguardia da questo punto di vista. Ci occupiamo di ammodernare le aree industriali delle province pugliesi, c’è il sostegno al dinamismo imprenditoriale con l’attivazione di specifiche linee di investimento, anche qui voglio dirlo a dimostrazione rispetto a quello che a volte ho letto, o sentito dire, che non c’è alcuna intenzione da parte del Governo di “affamare” le aziende pugliesi, tutt’altro, quello che stiamo cercando di fare è di risolvere i problemi – che non avevamo creato – sempre per dare una mano al sistema produttivo pugliese. C’è poi la direttrice dei trasporti e della rete stradale, uno stanziamento complessivo superiore a un miliardo e 200 milioni, 800 milioni destinati a migliorare la qualità e la capillarità della rete stradale, con opere molto importanti per il territorio. C’è il trasporto ferroviario, marittimo, aereo. C’è una direttrice che è la salute, altra priorità sulla quale questo Governo sta cercando di lavorare a 360 gradi: 900 milioni dedicati a infrastrutture, attrezzature, servizi sanitari e sociali, tra cui i lavori di adeguamento e ammodernamento dei presidi ospedalieri, la costruzione di strutture sanitarie e, in ultimo, non si può dimenticare in Puglia la valorizzazione dello straordinario tessuto culturale di questo territorio, del patrimonio incredibile che possiede, penso su tutti agli interventi previsti per i siti di particolare rilevanza storica-artistica, come ad esempio l’Anfiteatro Romano di Lecce. E quindi, questo è, a grandi linee, – non sono entrata nei dettagli perché il Presidente l’aveva già fatto – il lavoro dell’Accordo che firmiamo oggi, si integra, dicevo, con gli interventi previsti da altre forme di finanziamento. Su questa regione gli interventi finanziati con il PNRR cubano complessivamente circa 6,4 miliardi di euro per circa 15.000 progetti. ZES Unica in Puglia: da gennaio a novembre sono state rilasciate 68 autorizzazioni per investimenti complessivi che arrivano quasi a 500 milioni di euro”.
Restando in tema di PNRR, nel pomeriggio, la Premier Meloni ha presieduto a Palazzo Chigi la Cabina di regia, convocata dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, alla presenza dei Ministri e dei Sottosegretari responsabili, oltre che dell’ANCI, dell’UPI e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, “per l’informativa sul pagamento della sesta rata da parte della Commissione europea, per la verifica dello stato di avanzamento degli obiettivi connessi alla settima richiesta di pagamento e per l’attività di monitoraggio e aggiornamento sull’avanzamento finanziario del PNRR”.
Come riportato in una nota delle Presidenza del Consiglio: “All’apertura dei lavori, la Cabina di regia ha preso atto della valutazione positiva espressa dalla Commissione europea lo scorso 26 novembre, connessa all’approvazione del pagamento della sesta rata del PNRR, pari a 8,7 miliardi di euro e al conseguimento dei trentanove obiettivi collegati, unico parametro di valutazione oggettivo dello stato di avanzamento del Piano. “Con l’incasso della sesta rata, previsto entro la fine del 2024 – afferma il Presidente Meloni – l’Italia si conferma la Nazione che ha ricevuto l’importo maggiore di finanziamento, pari a 122 miliardi di euro, corrispondente al 63% della dotazione complessiva di 194,4 miliardi di euro. Nel corso del 2024 sono stati raggiunti significativi risultati che hanno confermato il primato europeo dell’Italia nell’attuazione del Piano, per numero di obiettivi conseguiti, risorse complessive ricevute e richieste di pagamento approvate. In questi giorni, insieme alle Amministrazioni titolari, agli Enti e alle Istituzioni preposte, stiamo lavorando alacremente per la rendicontazione degli obiettivi della settima rata e per formalizzare la conseguente richiesta di pagamento entro la fine dell’anno”. La settima rata invece, pari a 18,2 miliardi di euro, prevede il conseguimento di obiettivi fondamentali per la modernizzazione e la crescita dell’Italia, quali l’avvio degli interventi per il potenziamento delle infrastrutture portuali, ferroviarie, stradali e urbanistiche, che rappresentano un presupposto fondamentale per proseguire a sostenere lo sviluppo del Mezzogiorno e la concreta riduzione dei divari territoriali, in continuità con il piano strategico della ZES unica adottato dal Governo. Tra i sessantasette obiettivi della settima rata, di cui 35 milestone e 32 target, al centro dei lavori della Cabina di regia, il rafforzamento della flotta di autobus e di treni a emissioni zero per il trasporto regionale, dei nodi metropolitani e dei principali collegamenti nazionali, la riqualificazione di molte stazioni ferroviarie, gli interventi per la cybersicurezza, la modernizzazione e l’implementazione delle infrastrutture di trasmissione dell’energia elettrica (SA CO I.3 e Tyrrhenian link), gli investimenti per una migliore gestione delle risorse idriche, il conferimento di 55.000 borse di studio agli studenti meritevoli meno abbienti e di 7.200 borse di dottorato, l’attivazione di 480 Centrali Operative Territoriali (COT) in materia di salute pubblica. Tra le riforme strategiche, di particolare rilevanza, la legge sulla concorrenza, il completamento delle misure per velocizzare i pagamenti della Pubblica Amministrazione, la revisione del servizio civile universale per agevolare la partecipazione dei giovani e il provvedimento sulle rinnovabili, approvato recentemente dal Consiglio dei ministri, con l’obiettivo di semplificare i procedimenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, in coerenza con gli obiettivi della nuova missione REPowerEU del PNRR dell’Italia. I dati 2024 sulla spesa complessiva, attualmente pari a circa 59 miliardi di euro – in corso di aggiornamento sulla piattaforma ReGiS per il loro allineamento con l’Italia reale dei cantieri aperti e degli investimenti ultimati – evidenziano un incremento di circa 17 miliardi di euro nel corso dei primi dieci mesi dell’anno, in un percorso di crescita costante che per il 2024 dovrebbe attestarsi a circa 22 miliardi di euro, in linea con le previsioni aggiornate di finanza pubblica. Nel corso del suo intervento, il Ministro Raffaele Fitto ha ribadito l’importanza di proseguire con la stessa determinazione il lavoro e il presidio del PNRR, anche nel solco tracciato dagli interventi amministrativi e normativi, come gli ultimi decreti legge in materia e il recente decreto Omnibus, che hanno reso possibile non solo accelerare le misure previste – attraverso una maggiore sinergia tra i diversi livelli istituzionali e con l’ausilio delle riunioni operative nell’ambito delle Cabine di coordinamento istituite presso tutte le prefetture – ma anche una più efficace gestione delle risorse pubbliche, con la possibilità per i soggetti attuatori di richiedere anticipazioni fino al 90% del costo dei singoli interventi”.
Sempre a Palazzo Chigi, la Premier Meloni ha anche presieduto il Consiglio dei Ministri , nel quale è stato approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di giustizia, le quali rafforzano gli strumenti a disposizione dell’autorità giudiziaria a tutela delle vittime di violenza di genere e di atti persecutori.
Nel provvedimento è stato inserito un articolo che potenzia l’efficacia del braccialetto elettronico, stabilendo che la Polizia giudiziaria ne verifichi l’applicazione e il buon funzionamento.
Nello specifico, come si legge nel comunicato di Palazzo Chigi: “Preliminarmente alla scelta da parte del giudice della misura cautelare ritenuta più idonea, la polizia giudiziaria verifica l’attivabilità, l’operatività e la funzionalità dei mezzi elettronici o degli altri strumenti tecnici negli specifici casi e contesti applicativi, analizzando le caratteristiche dei luoghi, le distanze, la copertura di rete, la qualità della connessione e i tempi di trasmissione dei segnali elettronici del luogo o dell’area di installazione, la gestione dei predetti mezzi o strumenti tecnici e ogni altra circostanza rilevante in concreto ai fini delle valutazioni sull’efficacia del controllo sull’osservanza delle prescrizioni imposte all’imputato. Di tali verifiche viene redatto specifico rapporto che è trasmesso, entro 48 ore, all’autorità giudiziaria per le valutazioni di competenza. Nel caso di non fattibilità tecnica e operativa, qualora siano stati disposti l’allontanamento dalla casa familiare o il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, il giudice potrà disporre l’applicazione, anche congiunta, di ulteriori misure cautelari anche più gravi di quelle già adottate. In caso di trasgressione alle prescrizioni imposte o di una o più condotte gravi o reiterate che impediscono o ostacolano il regolare funzionamento del braccialetto elettronico, il giudice può disporre la revoca degli arresti domiciliari e la sostituzione con la custodia cautelare in carcere”.
Un’altra misura del decreto Giustizia approvato prevede poi di “modificare la disciplina istitutiva del Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria al fine di affrontare in maniera ancor più efficiente l’emergenza carceraria in corso”.
Nel corso del Consiglio dei Ministri, il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR , Fitto ha informato il Consiglio dei ministri dell’intenzione di formalizzare al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le proprie dimissioni, in vista dell’assunzione dell’incarico di Vice Presidente esecutivo della Commissione europea. Pertanto, la Presidente Meloni ha ringraziato, a nome di tutto il Governo, il Ministro per il lavoro svolto e per i risultati conseguiti, in particolare nell’attuazione del PNRR e nella realizzazione degli accordi di coesione. Il Ministro Fitto ha quindi svolto tre informative: 1) sulla strategia nazionale per le Aree interne e relativo Piano Strategico; 2) sulla Zona economica speciale; 3) sulle Zone logistiche semplificate.
Infine, la Premier Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente del Consiglio europeo, António Costa, alla luce dell’avvenuto passaggio di consegne con il Presidente uscente, Charles Michel e in vista del primo Consiglio della Presidenza Costa, che si terrà a Bruxelles fra tre settimane.
Al centro del colloquio, come riportato da Palazzo Chigi: le priorità ,a partire dal tema migratorio e la necessità che “l’Unione europea possa contare su un quadro giuridico sempre più efficace per la gestione ordinata delle domande di asilo e delle procedure di rimpatrio dei migranti irregolari, ricordando in particolare l’indicazione da parte del Consiglio europeo dello scorso ottobre della necessità di un’urgente iniziativa legislativa proprio in materia di rimpatri. Grande attenzione è stata quindi dedicata al consolidamento e all’ulteriore sviluppo di partenariati paritari tra l’Unione europea e gli Stati di origine e transito dei migranti, anche sul modello del Piano Mattei italiano, così come all’ulteriore rafforzamento della lotta ai traffici di esseri umani”.
La Presidente Meloni ha, inoltre, espresso apprezzamento per la convocazione da parte del Presidente Costa di un Consiglio europeo straordinario il prossimo febbraio “per discutere delle sfide di sicurezza con cui si confronta l’Unione europea” e ha concordato con quest’ultimo di “mantenere uno stretto rapporto operativo su tutti i principali dossier di attualità europea”.
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