di Federica Marengo martedì 8 ottobre 2024
-Nella giornata di ieri, 7 ottobre, l’agenda della Presidente del Consiglio, Meloni, è stata scandita dalle commemorazioni a un anno dagli attacchi di Hamas contro Israele. In mattinata, infatti, la Premier ha partecipato con altri esponenti del governo alla cerimonia svoltasi presso la Sinagoga di Roma e Palazzo Chigi ne ha pubblicato la dichiarazione rilasciata per l’occasione (leggibile sul sito governo.it) : “Il 7 ottobre 2023 il popolo israeliano ha vissuto una delle pagine più drammatiche della sua storia. Non dimentichiamo la disumana aggressione perpetrata un anno fa da Hamas. Abbiamo sempre negli occhi il massacro di migliaia di civili inermi, donne e bambini compresi, e il vilipendio dei loro corpi, mostrati al mondo senza alcuna pietà. Il nostro pensiero è rivolto costantemente agli ostaggi, strappati alle loro famiglie e ai loro cari, e che ancora oggi attendono di tornare a casa. Ricordare e condannare con forza ciò che è successo un anno fa non è un mero rituale, ma il presupposto di ogni azione politica che dobbiamo condurre per riportare la pace in Medio Oriente, perché la reticenza che sempre più spesso si incontra nel farlo tradisce un antisemitismo latente e dilagante che deve preoccupare tutti. E le manifestazioni pubbliche di questi ultimi giorni lo hanno, purtroppo, confermato. In questa giornata, ribadiamo il legittimo diritto di Israele a difendersi e a vivere in sicurezza nei propri confini, ma anche la necessità che questo sia esercitato nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Non possiamo, infatti, restare insensibili davanti all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, vittime due volte: prima del cinismo di Hamas, che le utilizza come scudi umani, e poi delle operazioni militari israeliane. Le conseguenze dell’attacco di Hamas hanno scatenato un’escalation su base regionale che potrebbe avere esiti imprevedibili. È dovere di tutti riportare il dialogo, lavorando per arrivare ad una de-escalation. L’Italia, anche in qualità di Presidente di turno del G7, continuerà ad impegnarsi per un cessate il fuoco immediato a Gaza, per il rilascio degli ostaggi israeliani e per la stabilizzazione del confine israelo-libanese, attraverso la piena applicazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Confermiamo il nostro sostegno a tutti gli sforzi di mediazione portati avanti, e il nostro impegno per lavorare ad una soluzione politica duratura, basata sulla prospettiva dei due Stati”.
Nel pomeriggio, invece, la Presidente Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi gli astronauti della Missione spaziale Axiom-3.
L’incontro, poi, è stato così commentato dalla Premier su X: “Oggi ho avuto il piacere di accogliere a Palazzo Chigi l’equipaggio della missione spaziale AX-3. di cui fanno parte il Colonnello Walter Villadei dell’Aeronautica Militare Italiana, il comandante Michael Lopez-Alegria (USA, Axiom Space), Alper Gezeravci (Turchia) e Marcus Wandt (Svezia). È stato un incontro che ha ulteriormente rafforzato l’impegno del Governo nel sostenere le iniziative spaziali, consapevoli dell’importanza strategica che questo settore riveste per il nostro sviluppo economico e tecnologico. La missione AX-3 rappresenta un traguardo particolarmente significativo per l’Italia nella Space Economy globale. Voglio esprimere il mio più sentito ringraziamento al Colonnello Villadei, che ha portato con orgoglio il nostro Tricolore nello spazio, e a tutto l’equipaggio per il loro straordinario lavoro. Questa missione dimostra ancora una volta il valore della collaborazione internazionale e il ruolo di primo piano dell’Italia nello sviluppo delle nuove frontiere spaziali”.
Nella giornata di oggi, invece, Palazzo Chigi ha ricordato, tramite nota (leggibile sul sito governo.it), l’avvio del bando del concorso RIPAM , per l’assunzione di 2.200 nuovi funzionari, nelle amministrazioni territoriali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e presso il Dipartimento per le Politiche di Coesione e per il Sud, organizzato dal Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, d’intesa con il Dipartimento per le Politiche di Coesione e per il Sud.
Come si legge nella nota della Presidenza del Consiglio: “ L’iniziativa del Governo – sostenuta dalla Commissione europea e finanziata con risorse europee e nazionali attraverso il Programma Nazionale Capacità per la Coesione 2021-2027 – prevede contratti a tempo indeterminato, per personale aggiuntivo rispetto alla dotazione degli Enti destinatari. L’inserimento di giovani neolaureati risponde anche alle finalità strategiche del Governo in tema di modernizzazione della pubblica amministrazione, nell’ottica di migliorare l’efficacia dell’azione pubblica attraverso l’innovazione, la digitalizzazione e le nuove competenze”.
La suddetta nota , poi, prosegue, dando conto della “grande soddisfazione della Presidente del Consiglio dei Ministri Meloni per questo grande risultato”, che, in merito, ha sottolineato: “Un impegno preso dal Governo per venire incontro alle esigenze più volte rappresentate dai territori e per offrire nuove opportunità ai giovani. Si tratta di un importante rafforzamento della capacità amministrativa delle regioni del Mezzogiorno che con nuovi talenti e competenze, avranno nuovo slancio per la messa a terra dei progetti finanziati dalla politica di coesione”.
Quindi, spiega ancora Palazzo Chigi: “I neoassunti saranno, infatti, dedicati a garantire un utilizzo più efficiente dei fondi europei e accelerare lo sviluppo socioeconomico dei territori coinvolti, contribuendo così alla crescita complessiva della Nazione e alla riduzione degli storici divari territoriali. In particolare, il concorso nazionale risponde alle esigenze di rafforzamento espresse, attraverso una manifestazione d’interesse, da Comuni, Unione di Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni delle aree coinvolte, e si inserisce tra le priorità del Governo per qualificare l’uso delle risorse europee, migliorare le performance di spesa e garantire in questo modo il pieno raggiungimento degli obiettivi di politica di coesione al Sud. Le procedure concorsuali si concluderanno entro la fine del 2024 e i vincitori parteciperanno a un percorso di formazione focalizzato sulle politiche di coesione, in modo tale da essere pienamente operativi dalla primavera del 2025. Inoltre, per gli Enti che non potranno beneficiare delle nuove assunzioni è prevista un’iniziativa di rafforzamento parallela, per accompagnare la piena attuazione dei progetti di politica di coesione sul territorio attraverso un servizio di supporto tecnico-specialistico, finanziato anche in questo caso con risorse del Programma Nazionale Capacità per la Coesione 2021-2027”.
Infine, nella nota, Palazzo Chigi riporta il commento espresso dal ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Fitto, che ha dichiarato: “Questo risultato è frutto di un lavoro denso e proficuo durato mesi, tramite un dialogo continuo con i territori e con la Commissione europea. Come avevamo promesso nel programma di coalizione, stiamo rendendo sempre più efficiente l’utilizzo delle risorse europee, anche grazie alla specializzazione di oltre duemila nuove competenze che verranno specificamente formate su questo. Si tratta di un’opportunità unica per l’Italia”.
Restando nell’ambito dei dossier economici, in discussione alle Camere vi è il Piano Strutturale di Bilancio di medio termine, propedeutico alla legge di Bilancio su cui è al lavoro il Governo.
A tal proposito, dopo la revisione al ribasso della crescita del 2024 da parte di Istat, che ha esortato a rilanciare l’attività economica, anche Banca d’Italia ha ridotto le stime del Pil per quest’anno, pari allo 0,8%, rispetto all’1%, fissato dall’esecutivo, confermando i target dell’1,2% e dell’1,1% per il 2025-2026, e, invitando il governo a confermare il taglio del cuneo fiscale e a mantenere l’equilibrio delle pensioni. Anche la Corte dei Conti, poi, ha sottolineato che la lotta al disavanzo comporta scelte difficili da fare.
Quanto a Comuni e Regioni, non toccati per il momento da alcuna ipotesi di tagli, hanno chiesto che non vengano tagliati i fondi alla Sanità e agli enti locali.
Il sindacato della Cgil, riunitosi in Assemblea generale, ha già annunciato che procederà a una mobilitazione e allo sciopero generale contro la prossima Manovra, che, a suo dire, “inaugurerà una lunga stagione di rigore e tagli alla Sanità, a Istruzione e Ricerca, alla Previdenza, ai contratti collettivi nazionali di lavoro pubblici, agli enti locali, agli investimenti”, sottolineando che questa non è una prospettiva inevitabile, ma è “il risultato di una precisa scelta politica: quella di non toccare extraprofitti, profitti, rendite finanziare e immobiliari, grandi patrimoni, evasione fiscale e contributiva”.
Inoltre, la Cgil ritiene sia necessaria “una riforma fiscale alternativa e fondata sui principi previsti dalla nostra Costituzione: progressività, equità, capacità contributiva, lotta serrata all’evasione, conferma delle misure sul cuneo fiscale e contributivo in scadenza, restituzione del fiscal drag, incremento delle imposte su profitti, rendite e grandi ricchezze” e, in alternativa a “un’insostenibile riduzione della spesa pubblica”, annunciata dal governo, per il sindacato guidato da Landini “occorre aumentare il gettito fiscale per investire nel Servizio sanitario nazionale, nel welfare pubblico e universalistico, nell’Istruzione, nel diritto allo studio, nella Ricerca”.
D’accordo con la linea prudente dell’esecutivo in materia di spesa pubblica, la Commissione Ue e il Commissario agli Affari economici Ue uscente, Gentiloni, che, commentando le dichiarazioni del ministro dell’Economia Giorgetti sugli sforzi che la prossima legge di Bilancio richiederà, ha invitato il governo a coniugare tale prudenza sui conti con le riforme e gli investimenti.
Proprio il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giorgetti, dopo la partecipazione in Lussemburgo all’Ecofin, la riunione dei ministri delle Finanze dell’area Euro, ha tenuto nel pomeriggio di oggi un’Audizione di fronte alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, nella quale, in merito alla revisione delle stime della crescita da parte di Istat e, riguardo al Piano Strutturale di Bilancio di medio termine, in un passaggio, ha detto: “La presentazione di questo nuovo documento avviene in un momento caratterizzato da tendenze contrastanti: se da un lato l’andamento delle variabili economiche appare complessivamente in linea con le attese, dall’altro l’allargamento dei conflitti in atto, in particolare nel Medio Oriente, sta aumentano ulteriormente l’incertezza che caratterizza lo scenario economico globale. La recente revisione delle stime trimestrali annuali da parte dell’Istat, pur elevando di molto il livello del Pil ,sia in termini nominali che reali, hanno comportato una correzione meccanica al ribasso della crescita acquisita per il 2024 che rende più difficile il conseguimento di una variazione annuale del Pil reale dell’1% per l’anno in corso. I nuovi dati trimestrali, pur avendo un probabile impatto sulla lettura finale del 2024, non suscitano preoccupazioni per gli anni seguenti. Il Piano Strutturale di Bilancio è un documento allo stesso tempo ambizioso ma realistico. La stabilità della finanza pubblica è un elemento di grande rilevanza. Il piano delinea un quadro di finanza pubblica che porta ad una stabile riduzione dello stock del debito pubblico e dei relativi oneri, che è una necessità ineludibile”.
Sul fronte dei lavori parlamentari, invece, la seduta comune del Parlamento, convocata questa mattina per l’ottava volta per l’elezione del giudice della Corte Costituzionale mancante, si è conclusa con l’ennesimo nulla di fatto. Infatti, se la maggioranza ha sostenuto il candidato proposto, i partiti di Opposizione Pd, M5s, Iv , Azione e +Europa, non condividendone la scelta e, lamentando l’assenza di dialogo, non hanno partecipato al voto e hanno parlato di un “blitz delle forze della maggioranza” e di una “ferita alla democrazia”.
Pertanto, la maggioranza di centrodestra, che, replicando alle Opposizioni, ha sottolineato come non si sia trattato di un blitz, ma dell’adesione all’invito del Presidente della Repubblica Mattarella a eleggere il giudice della Consulta mancante, ha votato scheda bianca, pari a 323 ; 10, invece, sono state le schede nulle; 9 ,i voti dispersi e un astenuto: per il quorum servivano 363 voti.
Si procederà, dunque, con convocazioni periodiche continue del Parlamento fino all’elezione.
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