di Federica Marengo venerdì 30 agosto 2024
-Terminata la pausa estiva, il Governo è tornato a riunirsi. Stamane, infatti, si è tenuto a Palazzo Chigi un vertice di maggioranza tra la Presidente del Consiglio Meloni e gli alleati della coalizione di centrodestra, il segretario della Lega, Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti , Salvini, il leader di Forza Italia, Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Tajani e il leader di Noi Moderati, Lupi, nel quale si è fatto il punto sulla Legge di Bilancio in preparazione e sui principali dossier di politica interna ed estera che dovranno essere affrontati da qui all’autunno e oltre ed è stata ribadita la compattezza e l’unità delle forze politiche dell’Esecutivo, dopo il dibattito estivo su alcuni temi come lo ius scholae e la legge sull’Autonomia differenziata.
Al termine del confronto, è stata poi diffusa una nota congiunta del Centrodestra, in cui si legge: “Da trent’anni il Centrodestra conferma la propria solidità e compattezza, con la capacità di trovare sempre la sintesi tra le diverse identità che lo compongono e dare risposte ai cittadini. I leader hanno rinnovato il patto di coalizione, garanzia di efficacia e concretezza dell’azione di governo. Un bilancio positivo sostenuto da dati macroeconomici incoraggianti, a partire dal buon andamento della crescita dell’occupazione. È stata ribadita l’unità della coalizione, determinata a continuare il lavoro avviato per tutta la legislatura, portando a compimento le riforme messe in cantiere e attuando il programma votato dai cittadini. Anche per questo, la prossima legge di bilancio, come le precedenti, sarà seria ed equilibrata, e confermerà alcune priorità come la riduzione delle tasse, il sostegno a giovani, famiglie e natalità, e interventi per le imprese che assumono. Totale sintonia su tutti i dossier, a partire dalla politica estera. Soddisfazione per la rinnovata autorevolezza e affidabilità dell’Italia nello scenario globale, come ribadito anche dal successo della presidenza italiana del G7, e condivisione sulla crisi in Medio Oriente e sulla posizione del governo italiano relativamente alla guerra in Ucraina”.
Successivamente, si è tenuto, sempre a Palazzo Chigi, il Consiglio dei ministri, nel corso del quale, la Premier Meloni , che ha reso una Comunicazione ai ministri e alle ministre dell’Esecutivo, ha ufficializzato la candidatura, condivisa da tutta la maggioranza, di Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, il Sud e la Coesione, con deleghe al Pnrr , a Commissario europeo.
Deputato di Fdi, Fitto è stato ministro per le Regioni nei governi Berlusconi dal 2008 al 2011, presidente della Regione Puglia dal 2000 al 2005 e per 10 anni europarlamentare, prima del Ppe e poi dell’Ecr.
Il ministro Fitto, quindi, ha così commentato la sua designazione: “Ringrazio il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il Consiglio dei ministri per la fiducia accordata nell’indicarmi a ricoprire il ruolo di membro della Commissione europea. Attendo adesso con fiducia i prossimi passaggi previsti dai Trattati per il completamento del processo di nomina. Nei prossimi cinque anni, la Commissione guidata da Ursula Von der Leyen avrà un ruolo fondamentale per il rafforzamento dell’Unione europea, del benessere e della sicurezza dei suoi cittadini nonché per favorire la soluzione delle maggiori crisi internazionali. Sono pronto a dare il mio contributo per raggiungere questi obiettivi”.
Nella sua Comunicazione, poi, la Presidente Meloni , ha fatto il punto sull’azione di Governo in questi due anni e sulle prossime sfide che lo attendono, soffermandosi su alcuni dossier, quali quelli economici , con i dati macroeconomici positivi su PIL , occupazione, export e investimenti e con la crescita del Pil del Sud, registrata da Svimez.
La Premier ha quindi parlato della prossima Manovra, dichiarando: “È fondamentale rafforzare e consolidare il quadro economico anche con le scelte che faremo nella prossima manovra economica. Sarà una legge di bilancio ispirata, come quelle precedenti, al buon senso e alla serietà. La stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita e non tornerà fin quando ci saremo noi al governo. Tutte le risorse disponibili devono a mio avviso continuare a essere concentrate nel sostegno alle imprese che assumono e che creano posti di lavoro e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie, con la solita attenzione particolare a quelle con bambini”.
Poi, la Presidente del Consiglio, annunciando la designazione del ministro Fitto a Commissario Ue, ha toccato il tema Pnrr , illustrandone gli obiettivi raggiunti e l’ avanzamento finanziario ad oggi, e il lavoro in corso per il pagamento della sesta rata entro il 31 dicembre, per il raggiungimento dei 69 traguardi e obiettivi della settima rata da 18,2 miliardi di euro e il monitoraggio dello stato di attuazione del Piano e della messa a terra degli investimenti programmati, “priorità assoluta dell’intero Governo”.
A seguire, la Premier ha affrontato il dossier flussi migratori e contrasto all’immigrazione illegale e ai trafficanti di esseri umani, evidenziando: “Il cambio di passo c’è, e si vede. Lo vediamo dai numeri, ovvero dalla tendenza decrescente degli sbarchi, che si sta progressivamente consolidando.
Ad oggi, rispetto allo stesso periodo del 2023, gli sbarchi sono diminuiti del 64%, e quasi del 30% rispetto al 2022. I risultati di un lavoro lungo e faticoso, quindi, cominciano ad arrivare, soprattutto se teniamo conto del quadro estremamente problematico nel quale operiamo. Il cambio di passo c’è, e si vede anche in Europa. Il paradigma è notevolmente cambiato rispetto a quando in Europa si discuteva soltanto su come redistribuire tra i 27 Stati Ue gli immigrati che sbarcavano all’interno dei nostri confini.
Ricordo che nell’Agenda strategica approvata nella prima riunione del Consiglio europeo di questa legislatura c’è molto dell’approccio italiano e delle priorità che abbiamo sempre individuato: difesa dei suoi confini esterni, contrasto all’immigrazione irregolare di massa e impegno per stroncare il business disumano dei trafficanti di esseri umani, che lucrano sul legittimo desiderio delle persone di cercare condizioni di vita migliori di quelle che hanno.
I dati ci dicono che le politiche che stiamo portando avanti, le scelte che abbiamo preso, l’intenso lavoro diplomatico e internazionale del Governo nel suo complesso con le Nazioni africane e gli accordi che abbiamo sottoscritto con loro – a partire da Tunisia e Libia – sono giusti e funzionano. Diminuiscono gli sbarchi e, cosa più importante, diminuiscono anche i morti e i dispersi in mare. Anche su questo punto la tendenza decrescente si sta consolidando, e questo ci rende particolarmente orgogliosi perché è la dimostrazione di quello che abbiamo sempre sostenuto: l’unico modo per impedire altre tragedie in mare è fermare le partenze e combattere i trafficanti senza scrupoli.
Sempre sul fronte dell’immigrazione, come sapete, nelle prossime settimane saranno pienamente operativi anche i centri previsti dal protocollo d’intesa con l’Albania per processare in territorio albanese, ma sotto giurisdizione italiana ed europea, le richieste di asilo. In questi mesi, come sanno bene i Ministri Piantedosi e Crosetto, abbiamo incontrato diverse difficoltà operative, ma le stiamo superando una ad una perché crediamo molto in questo progetto innovativo. E la sua potenziale efficacia è dimostrata dalla mobilitazione non solo della sinistra europea, ma delle ONG a livello internazionale che, come avrete letto, si stanno mobilitando contro il Protocollo. Solo che allo stesso tempo, la maggioranza degli Stati membri UE ha chiesto alla Commissione di prenderlo a modello come soluzione innovativa. Siamo consapevoli di avere gli occhi puntati d’addosso, e per questo siamo intenzionati a fare tutto a regola d’arte.
Il tema dell’immigrazione è un altro dei punti che affrontiamo in questa ripresa. Ricorderete l’esposto che ho presentato i primi di giugno al Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Melillo. Quell’esposto, che da più parti è stato bollato come inutile o addirittura sbagliato, è stato invece molto efficace e ha consentito a diverse Procure di imprimere una svolta nelle indagini e di agevolare il coordinamento con altre inchieste già avviate. Come avevo annunciato in quell’occasione, il Governo è al lavoro per portare in uno dei prossimi Consigli dei Ministri un intervento, sia di carattere amministrativo che legislativo, per sanare quelle storture che da quindici anni a questa parte – incredibilmente nell’indifferenza generale e dei governi che ci hanno preceduto – permette di aggirare e utilizzare in maniera fraudolenta i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro. Il nostro obiettivo, come sempre, è ribadire il principio che in Italia si entra regolarmente. Non consentiremo alla criminalità organizzata di frodare lo Stato per portare avanti i suoi traffici”.
Non è mancato , quindi, un riferimento al Piano Mattei, inviato a fine luglio in Parlamento per ricevere i pareri delle Commissioni competenti, in merito al quale, la Premier ha detto: “Ho seguito il dibattito che si è sviluppato in Commissione e ci tengo in questa sede a sottolineare un aspetto che ritengo molto importante e che è emerso nel corso dell’esame.
Il Piano Mattei è un piano di respiro nazionale, che risponde al nostro interesse nazionale di creare un nuovo modello di sviluppo e partneriato con l’Africa, e restituire all’Italia la centralità che storicamente le è propria nel Mediterraneo. Ma è immaginato come un piano strategico che dovrebbe andare oltre anche la durata di questo Governo. E per questo mi auguro che sia considerato così da tutti, a partire dalle forze politiche che oggi sono all’opposizione e che finora, secondo me, hanno avuto su questa vicenda una chiusura pregiudiziale. Lo abbiamo condiviso con il Parlamento proprio per ascoltare anche le opposizioni e sperare che almeno su questo si potesse lavorare tutti insieme. Finora non è accaduto ma spero ancora possa accadere in futuro.
Mi auguro che su alcuni punti strategici – com’è la politica estera – ci possa essere la più ampia condivisione e si possano superare quegli steccati di parte che, troppo spesso in passato, hanno impedito all’Italia di perseguire il proprio interesse nazionale con l’unità e la coesione che sono necessari”.
Infine, la Presidente del Consiglio Meloni ha ricordato: “Domani sarà trascorso un anno dalla mia prima visita a Caivano: in un anno abbiamo fatto tantissimo, a partire dall’inaugurazione del nuovo Centro Pino Daniele, e ora bisogna andare avanti. Siamo al lavoro per completare il risanamento di Caivano, e per estendere quel modello, che ha funzionato, ad altre periferie degradate e che hanno bisogno del ritorno dello Stato.
A Caivano abbiamo dimostrato che la politica, se assume un impegno e lo porta avanti, è capace di rispettarlo. Soprattutto quando è difficile, soprattutto quando è rischioso metterci la faccia. È una piccola ma grande rivoluzione, di cui la nostra Nazione ha bisogno.
L’appuntamento al quale ci stiamo preparando, invece, è il Giubileo della Chiesa Cattolica. La prossima notte di Natale, il 24 dicembre 2024, ci sarà l’apertura della Porta Santa di San Pietro e l’inizio ufficiale.
È previsto l’arrivo a Roma nel 2025 di pellegrini da tutto il mondo e il Governo tutto sta lavorando, insieme all’Amministrazione capitolina e alla Regione Lazio, per recuperare i ritardi accumulati in passato e rendere la Capitale la città quanto più ospitale possibile per questo straordinario evento di fede, di cultura, di identità. Le opere che sono in corso di ultimazione rimarranno alla città, e sono convinta che dimostreremo ancora una volta la capacità della nostra Nazione di accogliere, organizzare e ospitare grandi eventi”.
A seguire, il ministro dell’Economia, Giorgetti, come reso noto dal ministero, ha presentato una relazione con cui ha illustrato le nuove procedure di bilancio, compreso il piano strutturale di medio termine previsto dalla governance europea.
Si tratta, spiega in un nota, lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze, del “ documento, introdotto dalla riforma delle regole del Patto di stabilità e crescita, che l’Italia dovrà presentare alla Commissione europea entro il 20 settembre prossimo. È il primo atto formale conseguente la riattivazione dei vincoli e delle procedure del Patto di stabilità e crescita, sospesi per fronteggiare gli effetti economici della pandemia e modificati dalla riforma entrata in vigore alla fine dello scorso aprile”.
Quindi, il Mef espone gli obiettivi prioritari del documento, quali : “la definizione del percorso della spesa netta aggregata, delle riforme e degli investimenti da realizzare in un determinato periodo”, sottolineando che, “dopo l’approvazione da parte del Cdm, sarà sottoposto al via libera del Parlamento prima di essere inviato a Bruxelles”, e che si tratta di “una procedura scelta dall’Italia”.
Inoltre, nella nota del dicastero di via Venti settembre, si legge che: “L’obiettivo principale del documento è la definizione di una traiettoria per il nuovo aggregato di riferimento, la spesa netta, coerente con le nuove regole e l’orizzonte stabiliti dalla Commissione per il rientro dai deficit eccessivi da realizzare attraverso un piano di rientro che ha una durata di 4 anni, estendibile fino a 7 anni nel rispetto di particolari criteri. In particolare, ci sarà naturalmente l’indicazione del deficit per l’orizzonte di programmazione indicato, ma la novità è che la variabile di riferimento per la valutazione di conformità da parte della Commissione è rappresentata dall’aggregato della spesa netta, ovvero la spesa non finanziata da nuove entrate o risorse europee, senza contare gli interessi passivi sul debito e gli effetti ciclici di particolari tipologie di spesa.
Al fine di estendere a 7 anni il rientro dai deficit eccessivi, il Piano dovrà inoltre prevedere un insieme di riforme e investimenti tali da rispondere alle difficoltà strutturali del paese e alle raccomandazioni specifiche rivolte dal Consiglio nell’ambito del Semestre europeo.
L’individuazione ex ante della traiettoria di spesa netta del Piano strutturale di medio termine richiede, pertanto, estrema attenzione nel programmare l’utilizzo delle risorse pubbliche nonché l’esigenza di attuare un efficace monitoraggio sull’effettiva dinamica dell’aggregato di spesa, in corso d’anno e per l’intera durata del Piano. Come già indicato nel Def 2024, il Piano sostituirà di fatto la prima e la terza sezione del medesimo documento. Ad eccezione della disciplina transitoria prevista per la prima presentazione del Piano, successivamente il Piano strutturale di bilancio dovrà essere presentato dal governo ogni 5 anni, entro il 30 aprile dell’ultimo anno del piano in vigore, salvo la possibilità per lo Stato membro e la Commissione di prorogare il termine, se necessario. Def e Nadef, nella veste conosciuta fino a oggi, potrebbero non essere più necessari dal prossimo anno.
Gli obiettivi programmatici pluriennali per la traiettoria di spesa netta, che potranno essere rivisti solamente in casi particolari (come per es. l’insediamento di un nuovo governo, condizioni oggettive che impediscono, a più di 12 mesi dalla scadenza, l’attuazione del piano stesso) e saranno oggetto di un monitoraggio annuale di cui si darà evidenza nella Relazione annuale sui progressi compiuti nell’attuazione del Piano strutturale di bilancio di medio termine che dovrà essere presentata entro il 30 aprile di ogni anno”.
Infine, il Mef conclude la nota, evidenziando che: “La riforma delle regole di bilancio europee non ha modificato la disciplina relativa al Documento programmatico di bilancio (DPB) che dovrà essere presentato all’Europa entro il 15 ottobre di ciascun anno. Il DPB, che contiene sia gli aggiornamenti delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, sia i principali ambiti di intervento della manovra di bilancio, dovrà garantire la compatibilità con il percorso di spesa netta indicato nel Piano strutturale di bilancio. In attesa di rivedere la normativa contabile nazionale per renderla coerente con le nuove regole di bilancio europee, la definizione e la successiva approvazione del disegno di legge di bilancio per il 2025 seguirà le procedure previste dalla legislazione vigente”.
Sul tavolo del Consiglio dei ministri, oltre la ratifica e l’esecuzione di alcuni atti internazionali, il via libera, su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Musumeci, allo stanziamento di oltre 178 milioni di euro per il completamento degli interventi di emergenza a fronte degli eventi metereologici eccezionali che hanno colpito nello scorso anno sei diverse aree del territorio nazionale.
ln ultimo, il Ministro dell’Interno Piantedosi ha reso al Consiglio dei ministri un’informativa in merito alle consultazioni elettorali regionali e al turno autunnale di elezioni amministrative per il rinnovo dei Consigli Comunali sciolti per infiltrazioni o condizionamenti della criminalità organizzata. Il Consiglio dei ministri ha espresso la raccomandazione alle Regioni di evitare la frammentazione degli appuntamenti elettorali e di convergere verso un’unica data di voto.
Nella giornata di ieri , invece, la Presidente del Consiglio Meloni ha smentito l’indiscrezione riguardante l’abolizione nella prossima Manovra della misura dell’assegno unico universale per le famiglie, introdotta dal governo Draghi nel 2021, che riguarda oltre sei milioni di famiglie e 10 milioni di figli, per un valore di 20 miliardi.
La Premier, infatti, ha pubblicato sui suoi account social un video in cui appare in compagnia del ministro dell’Economia Giorgetti , nel quale chiarisce: “No, il governo Meloni non abolirà l’assegno unico nella prossima legge di bilancio. Diffidate dalle fantasiose ricostruzioni su una manovra ancora da scrivere. Noi continuiamo a lavorare per un’Italia migliore e più giusta, dopo anni di disastri della sinistra”, per poi sottolineare: “Stiamo dando battaglia in Europa proprio perché non si creino problemi , visto che la Commissione ci dice che dovremmo darlo anche ai lavoratori immigrati che ci sono in Italia e che di fatto vuol dire uccidere l’assegno unico”.
A tal proposito, nelle sue Comunicazioni in Consiglio dei ministri, la Presidente Meloni ha ribadito: “Tornando alla legge di bilancio, ricordo che la manovra è ancora da scrivere e per questo consiglio grande prudenza – lo dico a voi per primi, così come lo dirò ai gruppi parlamentari di maggioranza – nel commentare misure e interventi di cui ha parlato finora la stampa ma che non sono mai neanche state proposte. E, per carità, accade prima di ogni legge di bilancio che si scrivano cose non vere, quello che mi colpisce è che se ne continui a parlare anche dopo che le notizie vengono smentite dai diretti interessati, come nel caso dell’assegno unico di ieri.
Voglio essere chiarissima su questo punto: fin quando ci sarà questo Governo le famiglie italiane non avranno nulla da temere. Se c’è qualcuno che vorrebbe far saltare l’assegno unico, non è certo questo Governo di centrodestra (che anzi lo ha aumentato e ne ha corretto alcune criticità), ma qualche zelante funzionario europeo che ha aperto una procedura di infrazione e ha chiesto all’Italia di cancellare il requisito della residenza in Italia per i percettori dell’assegno non lavoratori, il requisito della durata del rapporto di lavoro (attualmente di almeno 6 mesi) e addirittura di riconoscere l’assegno anche a chi ha figli residenti all’estero. Modifiche folli, ingiuste per le famiglie italiane e insostenibili per l’equilibrio dei conti dello Stato. Noi continueremo a difendere l’assegno unico e mi sarebbe piaciuto riscontrare unità e sostegno anche da parte dell’opposizione su questa battaglia. Unità che abbiamo più volte chiesto ,ma che non è arrivata. Confidiamo che prima o poi arrivi”.
Da FdI, poi, hanno assicurato: “Eliminare l’assegno unico è una cosa ,mentre migliorarlo è cosa diversa: non abbiamo mai pensato di eliminare l’assegno unico, semmai di migliorarlo affinché il sostegno arrivi efficacemente a chi ne ha necessità”.
Tuttavia, le Opposizioni, alle prese con la complessa costruzione del “campo largo”, a cominciare dalle alleanze per le elezioni Regionali in Liguria, promettono di dare battaglia sul tema e la segretaria del Pd, Schlein ,dalla festa dell’Unità in Toscana, ha lanciato le questioni prioritarie che saranno al centro del suo “autunno militante”, quali: la questione sociale e il caro vita.
Critiche poi sono state mosse al Governo anche dal M5S, secondo cui : “La Manovra sarà tutta tagli; solo le tasse rimarranno alte, ovviamente per le famiglie”.
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