di Federica Marengo giovedì 11 luglio 2024
-Al via, oggi, a Washington, la terza e ultima giornata del 75° summit della Nato. Nella giornata di ieri, conclusasi con la cena alla Casa Bianca, i leader e le leader dei Paesi alleati hanno trovato un accordo sulla dichiarazione congiunta che li impegna a stanziare almeno 40 miliardi di aiuti militari all’Ucraina e a sostenere il “percorso irreversibile verso la piena integrazione euro-atlantica, compresa l’adesione alla Nato”, sebbene non siano stati ancora definiti con precisione i tempi e le modalità.
Nella stessa dichiarazione, poi, è stata espressa una “profonda preoccupazione” per il sostegno della Cina allo sforzo bellico della Russia , definita: “decisiva facilitatrice della guerra russa in Ucraina”.
A tal proposito, ieri, il segretario generale uscente della Nato, Stoltenberg, nella conferenza stampa dopo il vertice, ha spiegato che il sostegno di Pechino alla Russia è un “cambiamento strategico rilevante” e che, per questo , “i 32 membri della Nato hanno concordato su un “wording” più aspro del comunicato”, definendo così “per la prima volta in maniera puntuale una responsabilità della Cina nella guerra”.
Nel comunicato di Vilnius, che era stato adottato lo scorso anno al summit dell’Alleanza atlantica, invece, si affermava che “l’approfondimento del partenariato strategico tra Russia e Cina è contro i nostri valori e interessi”.
Sempre ieri, è stato annunciato l’invio imminente a Kiev di Patriot da parte dei Paesi Bassi e della Danimarca e di Samp-T dall’Italia. Gli Stati Uniti, invece, hanno reso noto il dispiegamento dal 2026 in Germania di missili a gittata maggiore di quelli attuali, precisando che si tratta delle “armi statunitensi più potenti che saranno posizionate nel Continente europeo dai tempi della Guerra Fredda”.
Nella giornata di oggi, invece, sono previste le conferenze stampa del Presidente Biden e del Segretario generale uscente della Nato, Stoltenberg con il Presidente ucraino Zelensky, che ieri, nel suo intervento, ha esortato i leader politici a non aspettare l’esito delle elezioni americane prima di muoversi con forza per aiutare l’Ucraina e ha chiesto di ridurre le restrizioni sull’uso degli armamenti statunitensi.
Una dura reazione alla dichiarazione conclusiva del summit è arrivata dalla Cina , attraverso il portavoce della missione cinese presso l’Unione europea (Ue), Li Jian, che ha parlato di “calunnie”, dichiarando: “La Nato è un residuo della Guerra fredda, le cui ansie di sicurezza mettono in serio pericolo il mondo. La Nato dovrebbe smetterla di fare confusione su una presunta minaccia cinese, smettere di incitare allo scontro e dare un contributo maggiore alla pace e alla stabilità nel mondo. Non abbiamo mai fornito armi letali a nessuna delle parti in conflitto ed esercitiamo un controllo rigoroso sulle esportazioni di prodotti a doppio uso, compresi i droni civili”.
Tuttavia, secondo quanto riferito dalla Casa Bianca: “Nel loro incontro a margine del summit Nato, il Presidente Biden, il Presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, il Premier giapponese Kishida Fumio, il Premier neozelandese Christopher Luxon e il Vicepremier australiano Richard Marles hanno condannato fermamente la guerra della Russia contro l’Ucraina e i trasferimenti illegali di armi dalla Cina alla Russia” ed hanno espresso “grave preoccupazione per la crescente cooperazione militare ed economica tra Mosca e Pyongyang, discutendo poi delle comuni preoccupazioni sul sostegno della Cina alla base industriale della difesa russa”.
Immediata ,anche la reazione di Mosca, con il portavoce del Cremlino, Peskov che ha fatto sapere di stare pianificando “misure per contenere e contrastare la grave minaccia rappresentata dall’Alleanza Atlantica”, ritenuta “nei fatti ,pienamente coinvolta nel conflitto intorno all’Ucraina”.
Riguardo al dispiegamento di missili di da crociera USA a lungo raggio, con gittata fino a 2.500 chilometri in Germania , per via della minaccia posta dalla Russia alla sicurezza europea, annunciato nel summit, il vice ministro degli Esteri russo Ryabkov, ha dichiarato: “La natura della nostra risposta ai piani per lo schieramento di missili Usa in Germania sarà determinata in modo calmo e in modo professionale. Al di là di ogni dubbio, l’esercito ha già preso nota e formuleremo innanzitutto una risposta militare a questo nuovo gioco senza ansia ed emozioni”.
Tuttavia, il dispiegamento di armi a lungo raggio era già stato previsto un anno fa nella prima strategia di sicurezza nazionale della Germania.
Intanto, i ministri della Difesa di Francia, Germania , Italia e Polonia hanno firmato una lettera di intenti per dare il via a un’iniziativa per lo sviluppo di missili da crociera lanciati da terra con una gittata superiore ai 500 chilometri, con l’obiettivo di colmare una lacuna negli arsenali europei , evidenziatasi con la guerra in Ucraina.
Nello stesso tempo, il ministero della Difesa rumeno ha fatto sapere che Romania, Bulgaria e Grecia hanno firmato un accordo per consentire un rapido movimento transfrontaliero di truppe e armi verso il fianco orientale della Nato, spiegando che : “Il corridoio di mobilità militare armonizzato, previsto tra i tre Stati della Nato e dell’Unione europea ,è uno dei due corridoi di mobilità concordati a margine del vertice della Nato a Washington”.
L’obiettivo è “ottimizzare i corridoi di trasporto per rispondere alle esigenze di mobilità militare, creando linee di rifornimento stradali e ferroviarie tra gli Stati partecipanti, riducendo la burocrazia in tempo di pace e massimizzando l’efficienza in caso di situazioni di emergenza”.
Firmato dai tre Paesi , che potrebbero anche collegare i loro porti nei mari Egeo e Nero, in quanto impegnati con la Turchia a disinnescare le mine vaganti nel Mar Nero, un Memorandum per la creazione di un centro di comando regionale per le operazioni speciali ,che pianificherà e gestirà le forze per le operazioni speciali dell’Alleanza nella regione del Mar Nero.
Voce dissonante nell’Alleanza, quella dell’Ungheria, il cui ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, ha dichiarato in un’intervista di “non volere che la Nato diventi un blocco anti Cina” e che “l’ammissione dell’Ucraina nell’alleanza indebolirebbe l’unità all’interno del gruppo”.
Diverse fonti di stampa, sostengono che il Premier ungherese Orban, il quale, dopo essere stato in Ucraina e in Cina volerà negli USA, potrebbe discutere con Trump in Florida e che il possibile incontro “informale” potrebbe avvenire dopo il vertice Nato.
Per l’Italia, invece, la Presidente del Consiglio Meloni ha rassicurato gli alleati sul sostegno a Kiev e sugli investimenti per la spesa militare, chiedendo però un maggior coordinamento tra Nato e UE negli interventi di sostegno all’Ucraina.
La Premier , quindi, ha ribadito che “il sostegno a Kiev non è in discussione” e che esso deve essere “mirato ed efficace”. Tra gli obiettivi dell’Italia, quello di proseguire verso un investimento in difesa e sicurezza pari al 2% del Pil, meta da raggiungere, cui deve accompagnarsi un’industria della Difesa innovativa , in quanto la Nato si conferma “l’Alleanza più affidabile della storia”.
La Presidente del Consiglio Meloni ha poi espresso soddisfazione, poiché “All’Italia viene riconosciuto un ruolo di primo piano”, sottolineando che: “se siamo in prima linea nella difesa degli alleati orientali, non possiamo essere lasciati soli nella gestione del fianco meridionale”.
In tale prospettiva, l’Alleanza ha dato il via libera alla nomina di un inviato Nato speciale per l’Africa, argomento al centro del bilaterale che la Premier Meloni ha avuto con il Presidente turco Erdogan, con il quale ha concordato sul rafforzamento della cooperazione nel Mediterraneo nell’ambito dell’Alleanza Atlantica , anche in relazione alla questione dell’immigrazione.
Proprio il Presidente Erdogan, come riportato dall’agenzia Anadolu, nel corso del vertice Nato, ha dichiarato che: “ “La prospettiva di un conflitto diretto tra la NATO e la Russia è preoccupante”.
La Presidente del Consiglio, Meloni, ha avuto anche un bilaterale con il neo Primo Ministro del Regno Unito, Keir Starmer, nel quale, come si legge in una nota di Palazzo Chigi: “I due leader hanno condiviso l’intenzione di mantenersi in stretto contatto su tutti i principali temi di interesse internazionale, e di proseguire il proficuo scambio al Vertice della Comunità Politica Europea che verrà ospitato dal Regno Unito a Blenheim Palace il prossimo 18 luglio. Il Presidente del Consiglio e il Primo Ministro Starmer hanno inoltre passato in rassegna l’ampio spettro delle relazioni bilaterali, reiterando l’intenzione di rafforzare l’azione di rilancio del partenariato strategico tra le due Nazioni in tutti i settori di mutuo interesse, inclusa la cooperazione nel contrasto alle migrazioni irregolari”.
Nel frattempo, in Italia, sul fronte dei lavori parlamentari, via libera della Camera in seconda lettura e , quindi, definitivo, al Ddl Nordio, con 199 voti a favore (quelli della Maggioranza , di Italia Viva ,Azione e +Europa), 102 contrari (Pd, M5S e AVS) e nessun astenuto.
Il provvedimento , che apporta modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale, all’Ordinamento giudiziario e al Codice dell’Ordinamento militare contiene tra le misure previste: l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio e novità sul reato di traffico di influenze illecite ,con la restrizione dell’ambito di applicazione di questo reato. La mediazione, infatti, è ritenuta illecita, se finalizzata a far compiere un reato a un pubblico ufficiale. Si elimina poi l’ipotesi della ‘millanteria’ e restano le condotte più gravi. Sul piano sanzionatorio, il minimo della pena aumenta da 1 anno e 6 mesi a 4 anni e 6 mesi.
Novità anche sulle intercettazioni, con l’introduzione di limiti alla pubblicazione da parte dei giornali dei dialoghi captati durante le indagini . Non dovranno essere riportate le conversazioni e i dati relativi a soggetti non coinvolti dalle indagini, se non considerati rilevanti per il procedimento. E nella richiesta di misura cautelare del Pm e nell’ordinanza del giudice non dovranno essere indicati i dati personali dei soggetti diversi dalle parti, salvo che ciò sia considerato indispensabile per l’esposizione degli elementi rilevanti. Il giudice dovrà, quindi, stralciare le intercettazioni che contengono dati relativi a soggetti diversi dalle parti, laddove non essenziali.
Previste dal Ddl Nordio, anche modifiche alla carcerazione preventiva: ogni ordinanza di custodia cautelare, infatti, dovrà essere decisa da un collegio di tre giudici e non più dal solo giudice per le indagini preliminari, come avvenuto finora e la limitazione alla possibilità per il Pm di proporre appello contro le sentenze di assoluzione di primo grado, che però non riguarda i reati più gravi.
Per quel che riguarda l’informazione di garanzia , nell’avviso dovrà essere contenuta una descrizione solo sommaria del fatto su cui si indaga e la consegna dell’atto dovrà avvenire in modo che sia garantita la riservatezza del destinatario.
Infine, il requisito massimo per l’età dei giudici popolari in Corte d’Asside è fissato a 65 anni e deve sussistere soltanto al momento della nomina.
Critica nei confronti del Ddl l’Associazione Nazionale Magistrati, secondo cui il provvedimento “introduce disposizioni che peggiorano lo stato della giustizia”.
©Riproduzione riservata