di Federica Marengo giovedì 27 giugno 2024
-Si è aperta nel pomeriggio di oggi, a Bruxelles, la due giorni del Consiglio UE, nel quale verrà discusso dai 27 capi di Stato e di Governo l’accordo raggiunto dalla maggioranza: popolari, socialisti e liberali, sulle nomine dei vertici dell’Ue, ovvero , la conferma della Presidente della Commissione UE, di Ursula Von der Leyen per un mandato bis , la presidenza del Consiglio UE all’ex Premier portoghese, socialista, Antonio Costa e la carica di Alto rappresentante della Politica estera dell’Unione alla Premier estone, liberale Kaja Kallas, su cui hanno espresso contrarietà l’Italia, l’Ungheria e la Slovacchia. Al centro dei negoziati, anche la squadra e le deleghe di chi comporrà la prossima Commissione UE.
Il via libera all’intesa sarebbe sicuro, visto che la maggioranza può contare sull’ok di 22 leader europei su 27, ma vi sono delle divergenze all’interno della stessa. Il socialista Costa, infatti, non convincerebbe del tutto i popolari, che avrebbero chiesto un mandato dimezzato a due anni per poi indicare un proprio candidato. Stesso discorso fatto dai socialisti ai popolari nei confronti di un secondo mandato alla guida del Parlamento UE della Presidente uscente, in quota Ppe Metsola.
Inoltre, mentre il negoziato continua, i 27 capi di Stato e di Governo guardano già al voto di metà luglio in Plenaria, a Strasburgo, che dovrà confermare a scrutinio segreto e, dunque con il rischio di franchi tiratori, l’intesa siglata dalla maggioranza, che potrebbe essere approvata in queste ore.
Prima di volare a Bruxelles la Presidente del Consiglio Meloni ha incontrato gli alleati di Governo, i Vicepremier e ministri Tajani (segretario di FI, appartenente alla famiglia dei Popolari) e Salvini (segretario della Lega, appartenente al gruppo Identità e Democrazia) per fare il punto sulla strategia da tenere a Bruxelles, che resta ancora nascosta.
Tuttavia, ieri, durante le sue Comunicazioni alle Camere , la Premier Meloni aveva espresso la propria contrarietà sul metodo e il merito con cui si è giunti a designare un pacchetto di nomine , in quanto: “Non si è rispettato il voto dei cittadini, scegliendo invece di decidere tutto nei soliti caminetti. Una sorta di conventio ad excludendum in salsa europea che, a nome del governo italiano, ho apertamente contestato e che non intendo condividere” ,e ha rivendicato il ruolo dei conservatori di cui è Presidente: “La maggioranza formatasi è fragile, siamo noi, non i liberali, il terzo gruppo in Parlamento”.
Poi, la Presidente del Consiglio, ha messo in guardia da eventuali scambi tra il pacchetto di nomine e un vantaggio per l’Italia, sottolineando: “Non funziona così. Al nostro Paese spetta di diritto un ruolo di alto rango”, per poi rivolgersi alle Opposizioni: “Penso che sia francamente abbastanza grave che rappresentanti del popolo italiano, in queste ore, dicano ai propri omologhi europei “Non bisogna trattare con la Meloni”; chi dice che non bisogna parlare con la Meloni, sta chiedendo si escludere la nazione che rappresenta”.
Gli alleati, Tajani e Salvini , concordano con la Premier Meloni nel criticare il metodo con il quale è stato deciso il pacchetto di nomine a Bruxelles, ma il Vicepremier e ministro, segretario di Forza Italia, Tajani ,che ha rivendicato per l’Italia una vicepresidenza e un portafoglio di rilievo, ha fatto sapere che il voto azzurro sarà in linea con i popolari, il gruppo di appartenenza in UE, con una sola eccezione: “Noi siamo disposti a votare Von der Leyen, anche con i socialisti, ma mai con i Verdi; per noi diventerebbe particolarmente impossibile votare con un accordo con i Verdi”.
Per il Vicepremier e ministro, Salvini, segretario della Lega, appartenente in UE al gruppo Identità e Democrazia, cresciuto notevolmente nelle ultime elezioni, e che ha tra le sue file anche Marine Le Pen, esponente di spicco di Rassemblement National, partito che nelle imminenti elezioni legislative francesi potrebbe battere il fronte popolare e i liberali di Macron: “E’ arrogante e irrispettoso dei cittadini che Von der Leyen e soci si spartiscano le poltrone come se nulla fosse. L’inciucio tra popolari e socialisti non può essere il futuro anche per i prossimi anni, è un’offesa all’Italia e un’offesa agli europei che hanno chiesto il cambiamento”.
Dai leader delle Opposizioni , invece, intervenuti ieri alla Camera e al Senato, nell’ambito delle Comunicazioni della Presidente del Consiglio Meloni, “l’Italia rischia di non contare nulla al tavolo di Bruxelles”. La segretaria del Pd Schlein, che ha rilanciato un’alleanza in UE con i Verdi e, che stamane ha partecipato a Bruxelles al prevertice dei socialisti con il cancelliere tedesco Scholz, la capogruppo dei socialisti Ue, Iratxe Garcia Perez, e il Commissario Ue agli Affari economici, Gentiloni e con tutti i vertici del Partito socialista europeo, ha invitato la Premier a “fare gli interessi dell’Italia, non del suo gruppo, i conservatori”, per poi sottolineare: “Nel Parlamento UE , dove la democrazia conta, i socialisti hanno più deputati di voi, ci opponiamo a qualsiasi alleanza con voi e i vostri alleati”, mentre il Presidente del M5S, Conte, ha esortato la Presidente del Consiglio a “portare a casa un ruolo di prestigio per l’Italia”.
Per il co-portavoce di AVS, Bonelli: “Meloni è stata tagliata fuori dalle scelte importanti in Europa”, riecheggiato dal leader di Italia Viva Renzi, secondo cui : “chi l’ha tagliata fuori è il partito Popolare Europeo, di cui fa parte Forza Italia”.
Nelle ultime ore, il capogruppo dei popolari europei Weber ha mandato all’Italia un segnale di apertura e di inclusione nei negoziati, dichiarando in un’intervista a Il Corriere della Sera: “L’Italia deve essere coinvolta nelle scelte della UE”, parole ribadite anche oggi al suo arrivo al Consiglio UE: “L’Italia è Paese del G7, è un Paese leader nell’Unione Europea. Apprezzo molto tutto il contributo del governo italiano sotto la guida di Antonio Tajani e Giorgia Meloni ed è per questo che ritengo fondamentale per l’Ue che vi sia un processo inclusivo sulle nomine, che tenga conto anche degli interessi italiani”.
Proprio l’atteggiamento da tenere con l’Italia e con la Presidente del Consiglio Meloni e gli schemi di una maggioranza a favore di un mandato bis per Ursula von der Leyen, così come un possibile accordo con i Repubblicani francesi ,che non hanno scelto di seguire il Presidente Eric Ciotti nell’alleanza con Marine Le Pen in Francia, sono stati i temi al centro del vertice del Ppe tenutosi questa mattina prima del Consiglio europeo.
Un segnale di apertura all’Italia, è poi arrivato anche dalla Presidente della Commissione UE uscente, Von der Leyen, che ha ricordato ai leader dell’Ue quanto sia importante applicare la direttiva migranti approvata nella legislatura che si sta per concludere.
Sulla stessa linea “inclusivista”, anche il Premier olandese Rutte, appena nominato Segretario generale della Nato, che a margine della riunione dei 27 capi di Stato e di Governo, ha dichiarato: “Giorgia Meloni non è esclusa dalle nomine Ue e dobbiamo garantire che l’Italia si senta ben rappresentata nella nuova Commissione europea e non solo. Una volta ogni cinque anni, i leader dei Ventisette rappresentano principalmente partiti politici, mentre durante i cinque anni rappresentiamo i nostri Paesi. L’Ecr non è stato coinvolto in questa trattativa ,perché molti nella coalizione di maggioranza tra popolari, liberali e socialisti pensano che i Conservatori non possano farne parte”.
“Inclusivista” , anche il Premier polacco Tusk, esponente dei popolari, ,che al suo arrivo al Consiglio UE ha detto: “Nessuna decisione sui top jobs senza Meloni’, seguito dal cancelliere tedesco Scholz, esponente dei socialisti, che ha sottolineato come “Nell’Ue, tutti i 27 Paesi membri sono importanti”.
Nel frattempo, dai conservatori, l’ex Premier polacco, Morawiecki, in un’intervista a Politico, ha fatto sapere che il suo gruppo, Diritto e Giustizia (PiS) sta valutando di abbandonare i Conservatori e Riformisti europei (Ecr), co-presieduto con Fratelli d’Italia, ed è in trattativa con i partiti della destra populista per formare un nuovo gruppo.
Notizia che troverebbe riscontro nelle dichiarazioni della Presidente del Parlamento UE uscente Metsola, che, parlando alla stampa, a margine del Consiglio, ha detto: “Le decisioni sulla composizione di Id e Ecr verranno prese settimana prossima, ma potrebbero esserci due o tre gruppi a destra all’Europarlamento, non possiamo saperlo. Potrebbero nascere anche dei gruppi a sinistra. È difficile predire quale configurazione avranno le destre all’Eurocamera. Ecr non si è ancora costituito, dobbiamo vedere ancora come si struttureranno, e hanno fino al 4 luglio per negoziare le loro posizioni”.
Quindi, la Presidente Metsola, sottolineando l’importanza di trovare un accordo sulle nomine UE in queste ore, ha spiegato: “Se non si raggiunge l’accordo oggi non potremo votare a luglio. Raggiungere un accordo oggi ci darà la possibilità di votare a luglio a Strasburgo. ll voto del Parlamento europeo è fondamentale per approvare un nuovo Presidente della Commissione europea o confermare l’attuale, Ursula Von der Leyen. In caso contrario, nella più ottimistica delle ipotesi, il Parlamento Ue potrà pronunciarsi a fine settembre. Se troviamo un accordo oggi, avremo la possibilità di votare (la conferma della Presidente della Commissione) il 18 luglio”.
Al centro del Consiglio Europeo, però, non solo le nomine dei vertici Ue, ma anche il sostegno all’Ucraina, la guerra in Medio Oriente, il tema della sicurezza e della difesa , l’unione dei mercati dei capitali e l’immigrazione.
In agenda, oggi, oltre alla decisione sulle nomine Ue, l’Ucraina, il Medio Oriente, la Sicurezza e la difesa. In merito al dossier guerra in Ucraina, presente al Consiglio UE, il Presidente ucraino Zelensky, che ha firmato un nuovo accordo di sicurezza per Kiev, che impegnerà la prossima legislatura dell’Ue a un sostegno stabile e continuativo.
Un accordo così commentato su X dalla Presidente della Commissione UE uscente Von der Leyen: “Caro Zelensky l’apertura dei negoziati di adesione è stato un momento storico. Troverai il posto che ti spetta nella nostra Unione. Oggi eroghiamo € 1,9 miliardi nell’ambito dello strumento per l’Ucraina. Per far funzionare lo Stato ucraino mentre combatti per la libertà. Oggi abbiamo firmato gli impegni di sicurezza dell’UE per l’Ucraina. Ci impegniamo a continuare a fornire le armi, l’addestramento militare e gli aiuti di cui l’Ucraina ha bisogno per difendersi da questa guerra di aggressione e scoraggiare qualsiasi attacco futuro. Ciò evidenzia: siamo pronti per un lungo periodo”.
Tuttavia, il Premier ungherese Orban, secondo diverse fonti diplomatiche ,ha confermato , per ora, il veto sull’erogazione degli aiuti militari all’Ucraina, pari a 6,6 miliardi di euro (1,6 miliardi di rimborsi arretrati verso alcuni Stati membri e 5 miliardi per il 2024).
All’Ungheria è stata offerta una deroga , ma secondo il consigliere del Premier Orban, i negoziati su questo sono ancora “in corso”. Dunque, non è ancora chiaro se si potrà trovare un’intesa nel corso del Consiglio Europeo o se le trattative continueranno.
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