di Federica Marengo giovedì 20 giugno 2024
-Dopo una seduta notturna, alle 07:40 di ieri, la Camera, con 172 voti a favore, 99 contrari e 1 astenuto, ha approvato il ddl recante le disposizioni per l’attuazione dell’Autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, già approvato dal Senato.
Soddisfatta la Maggioranza, che poche ore prima aveva esultato per il via libera in prima lettura del Senato alla riforma del Premierato.
Il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Salvini, segretario della Lega, partito promotore di tale riforma, ha parlato di “giornata storica” e di “vittoria dopo trent’anni di lotte”, sottolineando: “Da oggi, finalmente viene premiato il merito, viene premiata l’efficacia di governo. Autonomia, vuol dire modernità”.
Il Presidente della Regione Sicilia, Schifani, in quota Forza Italia, ha sottolineato: “La riforma è stata migliorata , le intese non potranno mai pregiudicare l’entità delle risorse che devono essere destinate alle Regioni che non chiedono l’Autonomia differenziata”.
Restando nell’ambito dei Presidenti di Regione di centrodestra, convinto sostenitore dell’Autonomia, il Presidente della Regione Veneto, in quota Lega, Zaia che , ringraziando il ministro per l’Autonomia differenziata Roberto Calderoli, “che ha lavorato davvero molto”, la Premier Giorgia Meloni , “che ha mantenuto la parola”, e il Vicepremier Matteo Salvini, “per aver sostenuto politicamente il progetto fin dai primordi”, in un post su Facebook, ha evidenziato: “L’autonomia è legge! Oggi si è fatta la storia di questo Paese! è l’alba di un giorno storico!. E’ un grande segno di rispetto democratico nei confronti del popolo. Il pensiero va ai 2 milioni e 273 mila veneti che, a prescindere dall’appartenenza politica, sono andati a votare per l’autonomia il 22 ottobre 2017. Un esercito composto e compatto, che giorno dopo giorno ci ha dato forza per portare avanti la riforma. L’Italia, con gradualità e rispetto, andrà verso un modello gestionale già assunto in maniera vincente da molti grandi Paesi europei e a livello internazionale. L’obiettivo sarà la lotta alle diseguaglianze e la maggior vicinanza delle istituzioni ai cittadini. Con l’approvazione dell’autonomia, e la sua successiva pubblicazione, inizia un percorso che vedrà ognuno di noi impegnato alla stesura delle singole intese. Mettendo a frutto la reale efficacia dell’autonomia differenziata, con gli accordi tra lo Stato e le Regioni che vorranno chiedere, con responsabilità, l’autonomia”.
Per il Presidente della Regione Lombardia, sempre in quota Lega, Fontana: “E’ una notizia eccezionale per la Lombardia e per i lombardi che, sette anni fa, con un referendum, avevano espresso in maniera chiara e netta la volontà di andare in quella direzione. Con l’autonomia avremo più competenze in diverse materie e potremo confermare la nostra capacità amministrativa rendendo ancora più forte la nostra regione. Possiamo dire che la Costituzione ha vinto, ha vinto l’Italia. Appena sarà promulgata la legge siamo pronti a inviare le richieste al governo. Sicuramente per due materie importanti: sanità e ambiente e poi su alcune altre”.
Soddisfazione è stata espressa per l’approvazione di entrambe le riforme anche dal capogruppo di FdI alla Camera, Foti ,che ha dichiarato: “Con il Premierato saranno i cittadini a scegliere da chi essere governati ; con l’Autonomia porteremo più efficienza nelle Regioni”.
Critiche sia sulla riforma del Premierato che sull’Autonomia differenziata le Opposizioni di centrosinistra (Pd, M5S, AVS, Azione, Italia Viva e +Europa) che, ricompattatesi , in merito all’Autonomia differenziata, hanno lanciato una raccolta firme per un referendum abrogativo, sottolineando come il ddl sia “divisivo” e “spacchi l’Italia”.
Inoltre, i capigruppo pentastellati di Camera e Senato, Silvestri e Patuanelli, hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sull’Autonomia differenziata in cui lo chiedono di “valutare l’opportunità di esercitare la sua prerogativa costituzionale di rinvio presidenziale , di cui all’articolo 74 della Costituzione”, che consente al Capo dello Stato , “prima di promulgare la legge, con messaggio motivato alle Camere, di chiedere una nuova deliberazione”.
Vediamo in cosa consiste il suddetto ddl. Con l’Autonomia differenziata, le Regioni potranno chiedere di gestire in proprio una serie di competenze e di servizi, tra 23 materie, quali: la tutela della salute, l’istruzione, l’energia, i trasporti e la cultura, ma prima dovranno essere definiti i Lep (Livelli di prestazione , cioè i servizi minimi da garantire in maniera uniforme in tutto il Paese. Entro 24 mesi, il Governo dovrà individuare i Lep e le risorse relative.
Quanto all’iter, lo Stato e le singole Regioni tratteranno un’intesa che sarà poi approvata dalle Camere a Maggioranza assoluta e che potrà durare fino a 10 anni ed essere rinnovata. Le Regioni che chiederanno l’autonomia, quindi, potranno decidere di aumentare i servizi, ma anche di fare dei contratti di lavoro aggiuntivi nel proprio territorio.
Le risorse arriveranno alle Regioni dai tributi nazionali come Iva e Irpef, in quanto di esse potrà essere trattenuta una parte; per le altre Regioni che non chiederanno l’autonomia, è previsto un fondo perequativo con risorse da definire. Nel ddl, è stata poi inserita una clausola di salvaguardia in base alla quale il Governo potrà sostituirsi alle Regioni in caso di inadempienza e per tutelare l’unità giuridica o economica del Paese.
Riguardo alla Riforma del Premierato, invece, dopo l’approvazione in prima lettura dell’Aula di Palazzo Madama, ci vorranno altri due passaggi in Parlamento, oltre al via libera della Camera, a distanza di non meno di 3 mesi gli uni dagli altri. Se il ddl dovesse passare a maggioranza semplice e non di 2/3 del Parlamento , sarà indetto un referendum consultivo senza quorum.
Tale ddl, modifica quattro articoli della Costituzione, per cui il/ la Premier sarà eletto/a a suffragio universale per 5 anni ,per un massimo di due mandati e avrà il potere di nominare e di revocare i ministri/le ministre. Il/la Presidente della Repubblica, invece, non nominerà più i senatori/le senatrici a vita , poiché aboliti e saranno impossibili gli incarichi per Governi tecnici.
Riguardo all’agenda della Presidente del Consiglio Meloni, ieri, è intervenuta a un evento per i cinquant’anni de Il Giornale , svoltosi a Milano, nel corso del quale , intervistata dal direttore Sallusti, ha commentato il via libera alle riforme del Premierato e dell’Autonomia differenziata, sottolineando: “In 20 mesi di governo abbiamo fatto più riforme di quante non ne siano state fatte in anni e anni, e sono state riforme coraggiose. Ma abbiamo un’opposizione contraria a modificare qualsiasi cosa. Gli italiani devono scegliere da che parte stare. In Italia non tutte le cose vanno bene, quando vanno male bisogna prendersi la responsabilità di cambiare. Da parte delle opposizioni, non c’è una proposta alternativa, solo il mantenimento dello status quo”.
Poi, sull’esito delle elezioni Europee e sulla nuova UE, la Premier ha detto: “Sono estremamente fiera del risultato della maggioranza, non solo di Fdi, l’ho detto anche ad Antonio e Matteo. Dimostra che il centrodestra può crescere insieme, e che non è vero che se una forza politica cresce diventa cannibale dell’altro. Le elezioni hanno chiaramente spostato il baricentro dell’Europa verso destra. E io penso che al di là di quello che accadrà adesso, con questi incarichi apicali, lì si possa disegnare un cambio di passo”.
Quindi, la Presidente del Consiglio e Presidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, ha annunciato: “Il partito dei conservatori e riformisti europei, che ho l’onore di presiedere, è diventato il terzo gruppo parlamentare. Quindi il mio ruolo oggi è quello intanto organizzare il fronte alternativo alla sinistra, dialogare con tutti. Ed è quello che sto facendo. Penso che qualche sorpresa nel futuro dell’Unione europea sulle maggioranze che si costruiranno sui vari dossier in Parlamento potrebbe arrivare”
Infine, sulla designazione dei nuovi vertici dell’UE, la Premier Meloni ha evidenziato: “Comunque vada e chiunque ricoprirà questi incarichi apicali, tutti sanno qual è il ruolo che spetta all’Italia. Una nazione che è fondatrice dell’Unione europea, che è la seconda manifattura d’Europa, che è la terza economia d’Europa. E che ha oggi, tra le grandi nazioni europee, il governo più solido di tutti. È un ruolo di massimo rango, che chiaramente io intendo rivendicare per l’Itali. Credo che gli stessi Popolari si rendano conto che continuare a inseguire o seguire le politiche della sinistra di questi anni sarebbe fatale. Bisogna ragionare su due diverse fasi. C’è una prima fase, che è il dibattito di questo momento, che riguarda l’individuazione degli incarichi apicali che sono presidente del Consiglio, presidente della Commissione, presidente del Parlamento e Alto rappresentante. Di solito questo avviene tenendo conto di quelli che sono i pesi dei gruppi politici. Lì attualmente c’è un tentativo di accordo tra socialisti, popolari e liberali per cercare di sistemare queste caselle. Dirò, come al solito, come la penso: diciamo che non si profila il cambio di passo attualmente che era stato immaginato. Ho trovato “surreale” che nel primo Consiglio informale dopo il voto alcuni siano arrivati coi nomi per il ruoli apicali senza neanche tentare prima una riflessione su quale fosse l’indicazione cittadini”.
Stamane , invece, la Presidente del Consiglio è intervenuta con un videomessaggio in occasione di un convegno organizzato a Milano da Confcommercio sul Piano Mattei, in un passaggio del quale ha sottolineato: “Abbiamo portato lo stesso livello di concretezza del Piano Mattei anche in ambito G7. Abbiamo istituito, con la Banca Africana di Sviluppo e la Banca Mondiale, alcuni strumenti finanziari molto innovativi per sviluppare strategie di co-investimento in Africa e abbiamo avviato sinergie strutturate e attività di raccordo tra il Piano Mattei e le iniziative che già esistono particolarmente sul tema degli investimenti in infrastrutture e che sono previste dai nostri partner. Penso, ad esempio, alla decisione di contribuire, con un impegno finanziario che può arrivare fino a 320 milioni di euro, a uno dei progetti della Partnership for Global Infrastructure and Investment che è la realizzazione del ‘corridoio di Lobito’, il sistema infrastrutturale che collegherà l’Angola allo Zambia, attraverso la Repubblica Democratica del Congo. Parliamo di un’infrastruttura imponente, che coinvolge numerosi settori e che apre ad opportunità anche per le imprese italiane. Ma ci tengo a ricordare anche l’ottima sinergia che l’Italia ha instaurato con gli Stati Uniti in Kenya, nazione dove stanno prendendo corpo due progetti pilota del Piano Mattei nel settore dell’energia rinnovabile. Il primo per lo sviluppo della filiera dei biocarburanti, per coinvolgere fino a circa 400 mila agricoltori; il secondo per la produzione di energia geotermica”.
Nel pomeriggio di oggi, invece, la Premier Meloni ha presieduto a Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri, nel corso del quale sono stati approvati un decreto sulle materie prime critiche e un ddl che riguarda lo spazio, illustrati poi in conferenza stampa dal ministro dell’Imprese e del Made in Italy Urso e dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Pichetto Fratin.
Il ministro Urso , quindi, ha spiegato: “Il primo provvedimento adegua la normativa nazionale sul settore minerario a obiettivi e standard europei sulle materie prime critiche. Si tratta di un nuovo approccio di sistema all’approvvigionamento delle materie prime strategiche. Il decreto, da una parte analizza la domanda e i fabbisogni del Paese grazie ad attività di monitoraggio delle catene di approvvigionamento e dall’altra incentiva l’offerta di materie prime. Con queste finalità viene avviato un programma nazionale di esplorazione, vengono semplificate le procedure autorizzative e rafforzato e indirizzato il Fondo Nazionale del Made in Italy, che ha una dotazione iniziale di un miliardo di euro come previsto nel disegno di legge sul Made in Italy. Infine, il decreto si pone anche l’obiettivo di elaborare sistemi di monitoraggio in caso di perturbazione dell’approvvigionamento. Quello che è accaduto, per esempio, con la pandemia: se dovesse mancare una materia prima, critica fondamentale a un processo produttivo noi avremmo realizzato già un sistema di monitoraggio di come intervenire nel caso di crisi. Il decreto ha lo scopo di semplificare gli iter autorizzativi dei progetti strategici. Un altro aspetto che caratterizza l’urgenza del decreto sulle materie prime critiche è la remunerazione economica, secondo le attuali molto vecchie normative, del 1927, per l’esplorazione di una miniera la tariffa è 16 euro l’ettaro l’anno. Qui si prevede un regime di royalty sul modello del petrolio in Basilicata che prevede dal 5 al 7% ripartito tra Stato e Regioni. E’ giusto che per lo Stato insieme agli enti locali si possa ricavarne benefici per tutti i cittadini. Quello delle royalty è un tema urgente e particolarmente significativo”.
Approvato, poi, in via preliminare dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per la Pubblica amministrazione, Zangrillo e, in collaborazione con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il ministero del Turismo, con il ministero della Cultura, con il ministero dell’Economia e delle Finanze, con il ministero dell’Interno e con le associazioni di categoria, lo schema di decreto legislativo in attuazione della legge per la concorrenza, per la tutela delle attività commerciali, delle botteghe artigiane ed esercizi pubblici storici.
©Riproduzione riservata