di Federica Marengo sabato 1° giugno 2024
-L’ultimo fine settimana prima delle elezioni Europee dell’8 e del 9 giugno e ultimi comizi e interventi elettorali per il centrodestra e per il centrosinistra . La Presidente del Consiglio, nonché Presidente dei Conservatori e Riformisti europei, dopo le ultime interviste rilasciate alla trasmissione televisiva di Rete 4 “Dritto e rovescio” e al sito Skuola.net, in cui, rivendicando i risultati ottenuti finora dal Governo, ha parlato sia delle politiche, a suo dire sbagliate, attuate dalla UE nell’ultima legislatura e del futuro dell’Unione Europea, sia di temi come: la guerra in Ucraina e in Medio Oriente, l’immigrazione, l’ambiente e le riforme del Premierato e della Giustizia, nel pomeriggio di oggi, ha tenuto il suo discorso di chiusura della campagna elettorale nell’ambito della manifestazione svoltasi a Roma, a Piazza del Popolo.
La Presidente del Consiglio Meloni, in apertura del suo comizio, ha premesso: “Noi dobbiamo spiegare agli italiani quanto è decisivo questo voto. L’Unione europea decide del nostro quotidiano”, per poi evidenziare: “Vogliono impedire all’Italia di sedere ai tavoli Ue, ma non funzione più. L’Italia si siederà a quei tavoli da protagonisti e non con il piattino in mano. Quella stagione è finita e l’8 e il 9 giugno avremo la possibilità di archiviarla per sempre”.
Quindi, la Premier ha attaccato il centrosinistra che ha governato in questi anni in Europa e in Italia: “Vogliamo fare a Bruxelles quello che abbiamo fatto a Roma: costruire il centrodestra anche in Europa e mandare all’opposizione le sinistre che hanno fatto tanti danni al nostro continente. Non abbiamo mai governato con la sinistra e non governeremo né in Italia né in Europa. E a giudicare dalle reazioni sembra che l’obiettivo non sia lontano”, illustrando la sua visione dell’UE, che “deve riscoprire il proprio ruolo nella storia, occuparsi di poche grandi materie e lasciare agli Stati nazionali di decidere su ciò che non ha bisogno di essere centralizzato. Altrimenti l’Europa resterà un gigante burocratico e un nano politico, e ci serve il contrario. Il voto europeo è maledettamente importante, perché siamo a un punto di svolta ed è una sorta di referendum tra due visioni opposte: da una parte un’Europa ideologica, sempre più tecnocratica e meno democratica, e la nostra Europa coraggiosa, fiera, che non dimentica le sue radici. Noi abbiamo dimostrato che la nostra Europa può vincere. Abbiamo una pattuglia di europarlamentari combattiva , ma piccola, pensate cosa potremo fare con un gruppo moltiplicato nei numeri e sempre più decisivo, perché parte di una maggioranza alternativa alla sinistra”.
Poi, la Presidente del Consiglio Meloni è tornata sul tema delle riforme costituzionali, sottolineando: “La sinistra lancia l’allarme per la più bella costituzione del mondo che staremmo demolendo con premierato, giustizia e anche l’autonomia. Fake news su modifiche di buon senso che aiutano ad applicare meglio i principi della nostra Costituzione. Grazie a queste riforme avremo un governo forte, istituzioni regionali più responsabilizzate, un sistema giudiziario libero dai condizionamenti delle correnti politicizzate. Quella della giustizia è una riforma giusta e necessaria che abbiamo il coraggio di fare perché le cose che non funzionano vanno cambiate”.
Ancora, replicando alle accuse lanciate dalle Opposizioni di “occupare la Tv pubblica”, la Premier ha sottolineato: “Ci accusano di occupare la tv pubblica e censurare gli intellettuali scomodi, poi vai a guardare i dati e scopri che al Tg1 io sono stato il Presidente del Consiglio meno presente degli ultimi sei Presidenti del Consiglio. Il problema non è che c’è Tele-Meloni, è che non c’è più Tele-Pd. Abbiamo promesso che avremmo portato il pluralismo e lo faremo anche se vi stracciate le vesti”.
A seguire, riguardo, la Sanità, la Premier ha annunciato: “Nei prossimi giorni porteremo in Consiglio dei ministri un altro provvedimento che in questo caso vuole costruire un meccanismo nazionale di monitoraggio delle liste d’attesa perché non esiste. Se io volessi sapere in un dato momento quali sono le situazioni critiche non potrei saperlo perché non esiste un sistema di monitoraggio nazionale delle liste d’attesa, non ci ha pensato nessuno prima di noi, è incredibile. Vuol dire avere possibilità di intervenire in maniera puntuale. E ci saranno soluzioni per effettuare visite e prestazioni sanitarie, che si faranno anche sabato e domenica, abolire il tetto di spesa per l’assunzione dei medici, coinvolgere più gli specializzandi, sanzionare i dirigenti sanitari che non dovessero rispettare gli obiettivi di riduzione delle liste d’attesa, premiandoli se invece lo fanno”.
Non sono mancate poi stoccate alle Opposizioni, in particolare al M5S, accusato di “incoerenza”, e al Pd, alla cui segretaria Schlein ha chiesto: “Secondo il candidato alla presidenza della commissione di Elly Schlein e del Partito Democratico, Schmit , io ,che sono Presidente dei Conservatori europei, io ,che presiedo il governo italiano grazie al voto degli italiani, non sarei una leader democratica. Chiedo pubblicamente alla segretaria del Pd, Elly Schlein, di dire se condivide o no queste parole, ma non scappi anche stavolta”.
Infine, verso la conclusione del suo intervento, la Premier Meloni, ha detto: “Quando ho deciso di guidare le liste di FdI alle Europee avevo promesso che non avrei smesso neanche un minuto di svolgere il mio ruolo di Presidente del Consiglio, quel ruolo al quale gli italiani mi avevano chiamato con quella straordinaria dimostrazione di affetto e di fiducia che è stato il voto e così è stato, non ho mai smesso, tant’è che questa è la mia unica manifestazione in questo mese di campagna elettorale e se me lo sono potuto permettere è perché ci eravate voi. Grazie per non avermi lasciato sola, grazie per avermi spinto sempre più avanti e per avermi dato ogni giorno una motivazione in più per combattere questa battaglia”.
Immediata, la risposta della segretaria del Pd ,Schlein, che , a margine della manifestazione all’Arco della Pace a Milano, che ha preceduto la chiusura della campagna elettorale, che si terrà domani a Roma, ha detto: “Faccio fatica a capire che film sta vedendo Meloni e che lingua sta parlando, vede un altro Paese. Mi ha attaccato dicendo che la sinistra cancella l’identità, io ho risposto che lei sta cancellando la libertà. Continuiamo a inchiodare il governo su una gigantesca questione sociale e salariale che Meloni continua a cercare di eludere con armi di distrazione di massa ,che il Pd non è disposto ad accettare. Noi siamo in questa piazza, vogliamo un’Europa basata sulla giustizia sociale, sul lavoro dignitoso, sull’innovazione per le imprese, è la piazza del Pd, che è sempre stata una piazza ‘per’ molto prima di essere ‘contro’ qualunque cosa o qualcuno. Il Pd difenderà la sanità pubblica dai tagli di questo governo. L’unica cosa che ha fatto sulla sanità pubblica la Meloni è stato fare entrare gli antiabortisti nei consultori dove vanno le donne per l’aborto sicuro e legale. Il Pd difenderà con le unghie e con i denti la sanità pubblica, la destra vuole una sanità per chi ha il portafoglio gonfio e può andare nel privato”.
In ultimo, la segretaria dem, ha sottolineato: “In questo continente il nazionalismo ha sempre prodotto una sola cosa e lo fa anche oggi: la guerra. E noi contrastiamo ogni nazionalismo. L’Europa nasce come progetto di pace e deve rimanerlo. Viva l’Italia antifascista”.
Parallelamente alla manifestazione di FdI, nella Capitale, in migliaia sono scesi in piazza per protestare contro il governo e per “un’Italia fuori dalla guerra”. Nel corso del corteo vi sono stati momenti di tensione e scontri tra i manifestanti e le forze dell’Ordine.
Tornando ai comizi elettorali in chiusura della campagna elettorale per le elezioni Europee, per il centrodestra , il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché segretario della Lega, Salvini ha tenuto insieme con il Generale Vannacci, candidato capolista per l’Italia centrale, il suo intervento a Milano, in piazza Duomo.
Nel suo discorso, Salvini, ribadendo l’unità del Governo e, attaccando il centrosinistra, riguardo alla guerra in Ucraina, ha detto: “Vogliamo il centrodestra unito nei Comuni, nelle Regioni, a Roma, e anche al Parlamento europeo. E se qualcuno del centrodestra per far dispetto dice No o preferisce Macron a Le Pen, non fa un dispetto alla Lega, ma fa il male dell’Italia e degli italiani. Perché fra le bombe di Macron e la pace di Marine Le Pen abbiamo il dovere di scegliere Marine Le Pen. Nei prossimi giorni, i gruppi della Lega alla Camera e in Senato proporranno dei documenti per impegnare tutto il Parlamento a rispettare l’articolo 11 della Costituzione, ‘”L’ Italia ripudia la guerra”. Non possiamo lasciare ai nostri figli la terza guerra mondiale e nucleare sull’uscio di casa. Troppi stanno parlando a sproposito di guerra in queste settimane, per quanto tempo dovranno volare palle di cannone prima che debbano essere messe al bando per sempre? Mai un soldato italiano a combattere e morire in Ucraina, mai un missile italiano a spargere sangue e morte in Russia: chi sceglie la Lega , sceglie la pace”.
Per FI, invece, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri, nonché segretario degli azzurri, Tajani, parlando al Convegno Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, “Diritti al voto. Volti d’Europa, sguardo sul mondo”, tenutosi a Rapallo, in merito alla guerra in Ucraina, ha detto: “Siamo fermi a difendere l’Ucraina, ma lo siamo anche nel difendere la pace. Il sostegno all’Ucraina è incondizionato. Noi stiamo per inviare un altro pacchetto di aiuti e armi , è questione di settimane. Siamo al lavoro; come sempre viene informato il Copasir, quindi il Parlamento è informato”.
Poi, sulla guerra in Medio Oriente e sui segnali positivi di Hamas e Israele sulla roadmap proposta da Israele per fermare il conflitto a Gaza e consentire il rilascio degli ostaggi, Tajani ha sottolineato: “Mi auguro che la roadmap israeliana presentata da Biden possa avere successo, il nostro obiettivo è la pace, dobbiamo arrivare a un immediato cessate il fuoco e alla liberazione di tutti gli ostaggi israeliani, per portare gli aiuti alimentari alla popolazione civile palestinese, che non ha nulla a che vedere con Hamas”.
In ultimo, sul riconoscimento dello Stato di Palestina, ratificato il 28 maggio scorso da Spagna, Irlanda e Norvegia, Tajani ha spiegato: “Per riconoscere lo Stato palestinese bisogna vedere quale è e quali sono i confini, l’Italia vuole riconoscere lo Stato palestinese, ma deve nascere da un mutuo riconoscimento della Palestina da parte di Israele, di Israele da parte della Palestina, altrimenti non si costruisce un progetto di pace che può durare negli anni, serve un mutuo riconoscimento. Per preparare il terreno siamo pronti a inviare i nostri militari in una missione dell’Onu tra Gaza e la Cisgiordania a guida araba, per contribuire alla costruzione dello Stato palestinese”.
Intervenuto nello stesso convegno, anche il Presidente del M5S Conte, che ha rimarcato il No a un’economia di guerra e ha affermato che il gruppo dei pentastellati a Bruxelles “starà nell’area progressista e sarà determinante”.
Più tardi, sempre Conte ha replicato alle accuse di incoerenza mosse al M5S dalla Premier Meloni nel suo comizio a Roma, scrivendo in un post su Facebook: “Il M5S ha realizzato in meno di 2 anni e mezzo l’80% del suo programma elettorale, dai sostegni contro la povertà alle leggi anticorruzione. Perché per noi il programma è un impegno solenne con i cittadini, per altri carta straccia. Piacciano o non piacciano, si parla solo delle nostre riforme in Italia. Meloni in un anno e mezzo di Governo ha approvato un decreto rave, portando a processo ,secondo quanto apprendiamo da Nordio, 8 persone. Scacco ai ballerini di musica techno, emergenza risolta!. Poi dal palco se l’è presa con me direttamente, ricordando che ero sconosciuto alla politica e la gente non sapeva chi fossi. Anche noi non sappiamo bene chi sia Giorgia Meloni, nonostante trent’anni di incarichi politici”, per poi elencare quelle che ha indicato come “le contraddizioni della Presidente del Consiglio”.
Il leader di Azione ,Calenda, invece, in merito al comizio della Premier Meloni, ha scritto in un post su X: “La Meloni ,come tutti i sovranisti e i populisti prima di lei spiega che ribalterà l’Europa e il Mondo. A forza di urlare e strepitare l’Italia è finita terzultima per influenza al Parlamento Europeo. Noi, non promettiamo di ribaltare nulla, vogliamo mandare in Europa persone capaci e competenti che lavorino per far progredire l’Unione, le politiche comuni e difendere il nostro spazio di libertà e diritti. Il resto è rumore. L’8 e il 9 giugno mettiamolo da parte”.
Per il leader di Italia Viva-Stati Uniti d’Europa, Renzi, intervenuto anch’egli al Convegno dei giovani industriali a Rapallo: “Nessun Governo ha fatto quanto noi per aiutare i lavoratori a cominciare dagli 80€ e per le imprese a cominciare da Industria 4.0 e Jobs Act. Ma noi siamo gli unici a parlare di futuro: ecco perché gli Stati Uniti d’Europa sono l’unica proposta politica di queste elezioni. Noi vogliamo contare in Europa, gli altri vogliono solo contarsi in Italia. Il nostro messaggio sta passando e trovo un clima ottimo. Avanti”.
E sulla guerra in Ucraina, Renzi ha evidenziato: “Ho sentito Tajani, dice che noi sulla Russia non possiamo fare la guerra, bene, e che stiamo facendo sulla diplomazia?. Perché io sono uno di quelli che crede all’esercito europeo, alla difesa comune, ma dal 24 febbraio 2022 dico che ci vuole un inviato speciale per l’Ucraina e la Russia, perché sennò non si risolve. Non si risolve con peace and love di Conte, ma non si risolve nemmeno soltanto con le munizioni, si risolve con la politica. Il 24 febbraio 2022 io dissi Tony Blair o Angela Merkel, quel livello lì, due politici”.
Intanto, alla vigilia delle celebrazioni della 78° anniversario della Repubblica, il Capo dello Stato Mattarella ha scritto un messaggio ai Prefetti, nel quale ha sottolineato: “Nel 1946 la scelta del popolo italiano per la Repubblica scrisse una pagina decisiva di democrazia e pose le basi per un rinnovato patto sociale, che avrebbe trovato compiuta articolazione nella Carta costituzionale. Un esito al quale si giunse dopo i tragici eventi bellici e la lotta di Liberazione dal nazifascismo, costellata da molteplici episodi di eroismo, da eccidi efferati, di cui nel corso di quest’anno, con commossa partecipazione, viene commemorato l’ottantesimo anniversario in numerose località. Fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività, inserita oggi nella più ampia comunità dell’Unione Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità. Fare memoria è un esercizio proprio a ogni cittadino e soprattutto per quanti, esercitando pubbliche funzioni, trovano nei principi costituzionali di libertà, uguaglianza e solidarietà una bussola di sicuro orientamento di fronte alle complesse sfide del presente. I Prefetti, in particolare, sono chiamati nei territori provinciali a essere, ogni giorno, perno di unità e di coesione sociale, incarnando, nei delicati ambiti affidati, la missione di instancabili “operatori della Costituzione”, adoperandosi per il bene comune. È un’azione che, insieme alle altre Istituzioni e alle diverse espressioni della società civile, i Prefetti svolgono nella ricerca dell’interesse generale e per rinvenire adeguate soluzioni ai problemi delle comunità, in una fase resa ancor più ardua dall’aspro contesto internazionale. Dagli spazi di mediazione per la tutela dell’occupazione e per il superamento dei conflitti sociali, alla cura, con le amministrazioni locali, delle fasce più deboli della popolazione, a percorsi efficaci di accoglienza e di integrazione dei migranti, si tratta di un lavoro prezioso a favore dell’unità del Paese e della sua coesione. Vale per la tutela delle libertà dei cittadini nello svolgersi della vita quotidiana, per lo sviluppo di efficaci cornici di sicurezza per territori sempre più sicuri e vivibili. Vale per la garanzia dell’esercizio del diritto di riunione e manifestazione. Con il contrasto alle spinte criminali, alla violenza e alla disgregazione, con la promozione, in particolare tra le giovani generazioni, della diffusione dei valori del rispetto della persona e del dialogo tra le distinte posizioni politiche, sociali, culturali, religiose, si affermano importanti testimonianze di devozione alla Repubblica e di senso dello Stato. Quando vengono tessute proficue sinergie tra le Istituzioni locali e favoriti percorsi di raccordo tra il centro e i territori, quando – come avvenuto anche nei mesi scorsi – insieme vengono affrontati gli eventi emergenziali, quando gli enti locali sono sostenuti nel superamento dei momenti di crisi amministrativa e finanziaria, viene rinsaldata l’unità dell’edificio democratico, valorizzando il principio di autonomia nell’orizzonte della solidarietà. Nel rinnovare i sentimenti di gratitudine della Repubblica per l’opera prestata, rinnovo ai Prefetti e a tutti coloro che si adoperano per il bene della collettività gli auguri di buon lavoro e di buona Festa, nell’auspicio che la ricorrenza del 2 giugno rafforzi la consapevolezza e l’orgoglio della partecipazione, prerogativa di ciascun cittadino”.
Nel pomeriggio, poi, si è svolto al palazzo del Quirinale il concerto, in onore del Corpo diplomatico accreditato presso lo Stato Italiano, dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI diretta dal Maestro Michele Gamba, al quale ha partecipato insieme ai ministri e alle ministre anche la Presidente del Consiglio Meloni e nel quale il Presidente della Repubblica ha tenuto un intervento in cui ha parlato delle crisi internazionali e della guerra in Ucraina e in Medio Oriente, evidenziando: “La congiuntura internazionale propone nuovamente tempi straordinari. Come allora avvertiamo – oggi a livello mondiale – l’esigenza di impegnarsi per la pace, di perseguire insieme ovunque libertà e sviluppo, democrazia e diffusione del benessere, maturazione civile, crescita economica e dei diritti: questa ci appare, nella comunità internazionale, la grande sfida, l’orizzonte che abbiamo di fronte. Rifiutando con determinazione baratti insidiosi: sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione, prosperità economica in cambio di sudditanza. Guardiamo con amarezza e con preoccupazione al moltiplicarsi delle situazioni di conflitto e di violenza nel nostro vicinato, dall’Ucraina, al Medio Oriente, fino al Sahel. In Medio Oriente, dove, a seguito della brutale ed efferata aggressione terroristica ad opera di Hamas, con l’assassinio di tante persone innocenti, la spirale di reazioni di spaventosa violenza che ne è scaturita, crea immani sofferenze e un numero sconvolgente di vittime tra la popolazione civile palestinese, devastazioni nei territori coinvolti, disseminazione di odio per il prossimo futuro, insicurezza per tutti in quella fondamentale regione. Occorre avviare subito un processo che ponga termine ai massacri e conduca finalmente a una pace stabile, con il pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati di Israele e di Palestina, necessariamente in tempi ravvicinati affinché sia realmente possibile. Nell’immediato, ribadiamo l’imperativo di dare piena attuazione a quanto richiesto dal Consiglio di Sicurezza per il cessate il fuoco, l’accesso umanitario incondizionato alla popolazione di Gaza e la liberazione immediata degli ostaggi sequestrati nel corso del disumano attacco del 7 ottobre. Con l’invasione dell’Ucraina – un Paese indipendente e sovrano – la Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa e scavato nuovamente un solco tra i Paesi del continente che sognavamo in pace e collaborazione, liberi e democratici da Lisbona a Vladivostok. La Federazione russa ha demolito l’architettura di sicurezza che ha garantito pace e stabilità al continente europeo per lunghi decenni, sin dagli Accordi di Helsinki della metà degli anni settanta; e ha lanciato una nuova, angosciosa, corsa agli armamenti.
Si tratta di un comportamento tanto più grave in quanto posto in essere da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza. Avvertiamo tutti che da tante parti nel mondo proviene un grido di sofferenza, di richiesta di serenità di vita, di progresso, di giustizia, di pace. L’Italia, Paese fondatore dell’Unione Europea, convinta partecipe del rapporto transatlantico, dell’amicizia e dell’alleanza in cui questo si esprime, continuerà a impegnarsi – anche nella qualità di Presidente di turno del Gruppo dei 7 – per la tutela – sempre, ovunque, per tutti – dei diritti fondamentali della persona, per la pace e il dialogo tra i popoli e gli Stati, per la giustizia e la solidarietà internazionale, per la lotta alla fame, alle malattie, al sottosviluppo, per la difesa dell’ambiente. È con pieno affidamento al valore di queste direttrici, sulla base dei principi della nostra Costituzione, che celebriamo il 2 di giugno, guardando al futuro con fiducia e speranza”.
Nella mattinata di domani, invece, si terrà la consueta cerimonia della Deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria e la Rivista militare presso i Fori imperiali.
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