di Federica Marengo giovedì 16 maggio 2024
Il Dl superbonus ha ottenuto dall’Aula del Senato il via libera alla fiducia posta dal Governo con 101 voti a favore, 64 contrari e nessun astenuto. Ora, il provvedimento, che dovrà essere convertito in legge entro il 28 maggio, passa alla Camera.
Tra le novità, derivate dalle modifiche al testo presentate in Commissione Finanze di Palazzo Madama: le detrazioni in 10 anni delle spese per i lavori edilizi sostenute dal 2024 , lo stop dal 2025 alle compensazioni per le banche e il rinvio dell’entrata in vigore della sugar tax al 1° luglio 2025.
La misura , per via degli effetti sul debito pubblico e sulla spesa, era già stata ridimensionata con interventi precedenti: infatti, dal 1° gennaio 2024, i bonus fiscali ammontano al 70% delle spese e non più al 110% , e dal 2025 scenderanno ancora al 65%; costi, che, con la modifica introdotta dal Governo al suddetto decreto, potranno essere spalmati in 10 anni e non più in 4. Inoltre, tale rateizzazione riguarda anche il sisma-bonus e il bonus barriere, che, in base alle regole precedenti, prevedevano 5 rate.
Riguardo ai lavori di ristrutturazione delle abitazioni, qualificati come “interventi di recupero edilizio e di riqualificazione energetica”, il bonus è stato confermato per il 2024 al 50%, con un tetto di spesa detraibile di 97.000 euro , per poi ridursi progressivamente per interventi edilizi sia piccoli che grandi.
Tornando a quanto accaduto in Aula a Palazzo Madama, stamane, la Maggioranza ha votato in maniera compatta la fiducia, sebbene non siano mancate tensioni tra le forze dell’Esecutivo, in particolare tra la Lega e FI, partito, quest’ultimo, dettosi perplesso per la retroattività della norma.
Nel corso della sua dichiarazione di voto, il senatore leghista Garavaglia, ha evidenziato: “Nonostante l’atteggiamento di Forza Italia, l’emendamento è stato approvato e i lavori si sono chiusi in maniera ordinata con il mandato al relatore a Salvitti. Non è stato facile, perché il gruppo di FI, non solo si è astenuto sull’emendamento governativo, ma ha anche votato con l’Opposizione alcuni emendamenti. Potevamo fare un altro giro di valzer sul Titanic per prendere qualche voto in più? Secondo noi, no. Ha fatto bene il ministro Giorgetti. La serietà paga. Tre righe di emendamento e due pagine di copertura. Questo dà l’idea che la festa è finita. Ogni misura va coperta con tagli di spesa o più tasse”.
Da FI, però, che rivendica di aver limitato gli effetti della retroattività sul superbonus e il rinvio dell’entrata in vigore della tassa sulle bevande zuccherate, il senatore Roberto Rosso, nella sua dichiarazione di voto, ha spiegato: “Favorevoli al provvedimento nel suo complesso per la profonda lealtà che ci caratterizza. Sulle misure del Decreto superbonus avremmo preferito maggiore collegialità. Il superbonus, non ha dato i risultati sperati in termini di efficientamento e riduzione delle emissioni; inoltre, l’aumento dei prezzi ha fatto aumentare di molto i 40 miliardi di spesa inizialmente previsti. La retroattività per la rateizzazione in 10 anni delle detrazioni, prevista nell’emendamento del governo, inclina la fiducia, porta le imprese a non investire in Italia. Prepariamoci ad aiutare le famiglie e le imprese che si troveranno in difficoltà. Sarebbe stato meglio il passaggio facoltativo da 4 a 10 anni”.
Concluse le votazioni a Palazzo Madama, poi, il segretario di FI, nonché Vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Tajani, ha commentato: “Sul Superbonus continuiamo ad avere molte perplessità. Siamo contro qualsiasi ipotesi di legge retroattiva, in qualunque settore. E’ una questione di principio. Noi non rinunciamo alle difesa dei nostri principi. Ma, detto questo, per un emendamento che non condividiamo non viene assolutamente meno la fiducia nel governo. Voteremo sempre la fiducia a questo governo di cui siamo parte protagonista, ma continueremo sempre a dire quello che pensiamo con grande trasparenza e lealtà”.
A stemperare la tensione, è quindi FdI, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Ciriani, che ha sottolineato: “Centouno voti a favore e sessantaquattro contrari sono numeri che non lasciano dubbi né interpretazioni. La Maggioranza era presente, erano assenti solo gli assenti giustificati, quindi tutti presenti. Questo conferma che non c’è nessun problema politico e che la Maggioranza non è mai stata in discussione, né il governo. Le questioni interne e il dibattito sul Superbonus si è risolto senza né vincitori né vinti, ma con soddisfazione di tutti”.
All’attacco della Maggioranza, invece, le Opposizioni. Secondo il capogruppo del Pd, Boccia: “Lega e FI si fanno la guerra, mentre questo Governo colpisce le imprese. La misura nasce nel 2020, in piena pandemia , e doveva chiudersi nel 2021. L’estensione alle villette unifamiliari, ad esempio, porta la firma di questo Governo. Hanno approvato una norma retroattiva che farà fallire migliaia di imprese e danneggerà centinaia e centinaia di famiglie”.
Per il capogruppo al Senato del M5S, Patuanelli, “Tutte le previsioni di spesa sono errate, la responsabilità è del ministro Giorgetti”, mentre per il leader di Azione, Calenda: “Il superbonus è il provvedimento più distruttivo e folle della storia repubblicana; è colpa di Conte e di chi lo ha sostenuto, ma anche dell’attuale Maggioranza”, poi in un altro passaggio del suo intervento , ha evidenziato: “Con il superbonus ,non c’era una previsione di spesa razionale ; ci sono stati 15 miliardi di truffe, ciò che serve per mettere a posto sanità e scuola per un anno. Il superbonus andava fermato subito . Se i bonus sono 220 miliardi e li dai a chiunque si trasformano anche in più Pil, ma il punto è come li hai distribuiti. Oggi, la soluzione è una misura retroattiva che non funzionerà”.
Infine, il leader di Italia Viva, Renzi, accusato dalle Opposizioni di “fare da stampella al Governo, aggirando la contrarietà dei forzisti e , facendo approvare anche le norme più controverse del testo in Commissione”, ha replicato: “Dopo il voto in Commissione in cui, grazie al nostro sostegno, abbiamo impedito di innalzare la sugar tax, siamo stati accusati di favorire questo governo. Dico forte e chiaro che siamo contro questo governo, non votiamo la fiducia e rimarchiamo le divisioni interne di una Maggioranza che si atteggia a populista ed è in campagna elettorale permanente”.
Intanto, la Presidente del Consiglio Meloni è intervenuta, tramite videomessaggio, alla quindicesima edizione del Festival del Lavoro, svoltasi a Firenze e , incentrata sul tema: “Etica e sicurezza del lavoro nell’era dell’intelligenza artificiale”.
Nel suo intervento , la Premier ha dichiarato: “Devo dire che mi sento un po’ a casa: ho partecipato in passato a molte edizioni del Festival e mi fa doppiamente piacere intervenire oggi, in un’altra veste, quella di Presidente del Consiglio dei ministri. Il Festival è una manifestazione che è cresciuta molto nel tempo e che non parla più soltanto ad una categoria di professionisti, ma parla a tutti coloro che hanno a cuore il lavoro, la competitività del nostro tessuto produttivo, il futuro dell’Italia.
Il lavoro è il cuore di questa manifestazione, ed è anche al centro del nostro impegno alla guida della Nazione. In questo anno e mezzo di governo abbiamo fatto le nostre scelte e abbiamo adottato i nostri provvedimenti, avendo sempre ben in mente il ruolo che spetta esercitare allo Stato, cioè, mettere le aziende e i lavoratori nella condizione di creare occupazione e ricchezza e redistribuire nel modo più giusto possibile quella quota di ricchezza che, con le tasse, torna nelle mani dello Stato. E che deve essere utilizzata per aiutare le persone più fragili e più esposte. Allora, fin dal nostro insediamento abbiamo lavorato esattamente in questa direzione e i primi risultati ci dicono che siamo sulla strada giusta. Da quando siamo al Governo abbiamo 600 mila occupati in più, il tasso occupazionale ha toccato il record del 62,1%, abbiamo superato per la prima volta il tetto dei dieci milioni di lavoratrici, i contratti stabili aumentano, la precarietà diminuisce e si riducono anche gli inattivi, cioè coloro che non solo non lavorano ,ma che hanno anche smesso di cercarlo un lavoro. È un segnale molto positivo, di grande fiducia nell’economia, e nel futuro. Dati che ci rendono orgogliosi e che anche il Presidente della Repubblica Mattarella, che voglio ringraziare ancora una volta, ha salutato con soddisfazione. Non intendiamo ovviamente cullarci sugli allori, non significa, cioè, che vada tutto bene. Noi continuiamo a lavorare su questi dati, e migliorarli ancora. Proprio per questo, in occasione del Primo Maggio, abbiamo approvato un ulteriore pacchetto di norme che libera circa 3 miliardi di euro per incentivare l’assunzione di donne, giovani e lavoratori più fragili, soprattutto al Sud.
Ma non ci stiamo occupando solo di rilanciare il nostro mercato del lavoro e di renderlo più dinamico. Stiamo concentrando la nostra attenzione anche sulle nuove sfide che i nostri lavoratori e le nostre imprese sono chiamate ad affrontare. Voi avete scelto di dedicare il Festival esattamente ad una di queste, che è l’intelligenza artificiale generativa, e l’impatto che questa nuova tecnologia può avere sui sistemi economici e produttivi. Stiamo vivendo un cambiando epocale, che avrà un impatto determinante su ogni settore lavorativo, non solo in quelli più tradizionali ma anche in quelli più innovativi o che interessano il lavoro intellettuale, come il vostro. Non possiamo da una parte fermare questa rivoluzione, ma dobbiamo lavorare per fare in modo che questo processo sia sempre a misura d’uomo. Che sia, cioè, incentrato sull’uomo, controllato dall’uomo e che abbia l’uomo come suo ultimo fine. L’intelligenza artificiale sarà una risorsa, se il suo sviluppo migliorerà la qualità del lavoro, se lo renderà più efficiente e sempre più a misura di persona. Non sarà una risorsa, al contrario, se condurrà semplicemente alla sostituzione dei lavoratori o all’espulsione di milioni di lavoratori dal mercato del lavoro. L’intelligenza artificiale investirà, prima o poi e con accenti diversi, tutto il mondo del lavoro, e non sarà limitato a profili di eccellenza tecnologica. In futuro, continueremo ad avere bisogno di operai, insegnanti, artigiani, medici: ciò che cambierà sarà il modo di svolgere quei lavori, e sarà necessario acquisire le competenze necessarie per farlo. Per questo, io sono convinta che sia fondamentale lavorare, tutti insieme, per promuovere un vasto programma di reskilling e upskilling per tutti, giovani e adulti, lungo tutto l’arco della vita e nei luoghi di lavoro e nelle società. Perché, come ci dice la Banca Mondiale, l’80% della ricchezza delle Nazioni più avanzate è rappresentata dal sapere. È il sapere, è la competenza, che fanno la differenza in questo tempo. È una priorità, sulla quale dobbiamo avere il coraggio e la forza di investire.
Allora, sono temi che stanno a cuore a questo Governo e che questo Governo porterà anche in ambito G7, in questo anno di Presidenza italiana. Stiamo lavorando, infatti ,per lanciare, nell’ambito della nostra Presidenza, un piano di azione sull’uso dell’intelligenza artificiale, particolarmente nel mondo del lavoro. È una sfida che io considero impegnativa, ne siamo ovviamente consapevoli, ma io sono convinta che il Sistema Italia , in tutte le sue articolazioni , abbia il coraggio, la visione, la capacità che servono per occuparsi anche dei temi più difficili e individuare le soluzioni più innovative. Quindi, grazie, grazie ai Consulenti del Lavoro e a tutti voi per il contributo che darete in questi giorni. Faremo tesoro, dal canto nostro, come abbiamo fatto in molte altre occasioni, dei vostri suggerimenti e delle vostre proposte”.
Restando in tema di Lavoro, quest’oggi, l’OCSE ha pubblicato una nota nella quale si legge che a marzo nell’UE e nell’area Euro, il tasso di disoccupazione è rimasto ai minimi record del 6% e del 6,5% e che nella maggior parte dei Paesi il tasso è rimasto stabile o ha registrato un aumento, ad eccezione di Italia e Grecia, dove vi è stata una diminuzione.
Secondo il report annuale dell’Istat, però, sembra aumentare il fenomeno dei “woorking poor”, cioè di coloro che, pur lavorando, risultano poveri. Per Istat, il 14% degli operai non riesce a provvedere alla famiglia per via dei salari bassi, rimasti invariati da 10 anni, cui si è aggiunta anche l’inflazione, determinando un incremento della povertà assoluta (circa 5,75 milioni, pari al 9,8% della popolazione).
Ad essere indigenti, soprattutto i giovani, sempre per via dei salari bassi ,che fra il 2014 e il 2023 hanno perso il 4,5% del potere d’acquisto, crescendo invece nel resto d’Europa fino al 5%.
Ma l’inflazione non è l’unica causa : ad essa si aggiunge la bassa produttività, il cui rilancio viene indicato dal segretario della Cisl Sbarra come rimedio alle basse retribuzioni, mentre per il segretario della Cgil, Landini ,il rimedio è l’introduzione di una legge sul salario minimo.
Altri dati riguardanti l’economia italiana, poi, sono stati forniti dalla Commissione UE nell’ambito delle previsioni di primavera, presentate ieri a Bruxelles , in conferenza stampa dal Commissario agli Affari economici, Gentiloni, caratterizzate da un cauto ottimismo sia per quanto riguarda la crescita che per l’inflazione.
Prosegue, infatti , per l’Esecutivo UE, nel 2024, il calo dell’inflazione nell’Eurozona, attestandosi al 2 e mezzo per cento e al 2,1% nel 2025. Si tratta, però, di una riduzione che potrebbe essere più lenta del previsto ,per via della risalita dei beni energetici, fatto che potrebbe indurre la Banca Centrale Europea a ritardare il taglio dei tassi.
Quanto all’Italia, l’inflazione è in discesa e il tasso è passato dal 5,9% del 2023 all’1,6% del 2024, per risalire all’1,9% nel 2025.
In merito alla crescita, l’Eurozona registra un leggero miglioramento: prevista un aumento dello 0,8% nel 2024 fino al + 1,4% nel 2025. Anche per l’Italia, la crescita segna una timida ripresa , recuperando un paio di punti percentuali rispetto alle previsioni d’inverno, ma rallenterà nuovamente nel 2025, per via degli effetti del superbonus sul debito e sulla spesa.
Proprio a proposito di inflazione, l’Istat nel suo report mensile ha rilevato ad aprile un tasso dello 0,8% , rispetto all’1,2% di marzo, segnando un deciso rallentamento.
In ultimo, la Banca Centrale Europea, nella sua analisi sulla stabilità, ha evidenziato che: “Nell’Eurozona cala il rischio recessione , ma le prospettive sono fragili per via dell’elevata incertezza politica e geopolitica a livello globale, che lascia i mercati esposti a possibili sorprese negative”.
Tornando all’agenda di Governo, la Premier Meloni ha incontrato quest’oggi, a Palazzo Chigi, il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs.
Riguardo ai temi affrontanti nel corso del bilaterale, si legge in una nota di Palazzo Chigi: “Al centro dei colloqui l’eccellente stato della collaborazione bilaterale, in particolare in materia di difesa e sicurezza. Discussi i principali temi dell’agenda europea e internazionale, incluse le tematiche migratorie. Condiviso l’impegno a continuare a consolidare un approccio a 360 gradi della sicurezza euroatlantica”.
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