di Federica Marengo martedì 13 febbraio 2024
-Nel pomeriggio di ieri, la Presidente del Consiglio Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il Presidente dell’Argentina Javier Gerardo Milei. In mattinata, il neo-eletto Presidente dell’Argentina era stato in Udienza da Papa Francesco e al Quirinale ,dove ha tenuto un colloquio con il Presidente Mattarella , alla presenza del Vicepremier e ministro per gli Affari Esteri, Tajani.
Con la Premier Meloni, Milei , secondo quanto riportato dal quotidiano La Nacion e, come anticipato in una nota dal Governo argentino, ha parlato di “come approfondire i rapporti bilaterali tra i due Paesi uniti da rapporti molti forti, propiziati da milioni di argentini di origine italiana, e di sviluppare un’agenda di lavoro congiunta”.
Anche Palazzo Chigi ha poi diramato una nota al termine dell’incontro ,nella quale si legge: “Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi il Presidente della Repubblica argentina, Javier Milei. Nel ricordare gli storici legami culturali che legano l’Italia e l’Argentina, il colloquio si è concentrato sulla comune volontà di rafforzare le relazioni bilaterali a partire dalla cooperazione economica in settori strategici quali l’energia, le infrastrutture e l’agricoltura. Si è discusso, inoltre, della situazione regionale, concordando sulla necessità – alla luce della Presidenza italiana del G7 – di uno stretto coordinamento del Gruppo dei 7 con il G20. In conclusione, a testimonianza della solidità del partenariato culturale, il Presidente Meloni ha anche ricordato il prossimo approdo della Nave Scuola Amerigo Vespucci a Buenos Aires”.
Poi, in un’intervista a Libero, il Presidente dell’Argentina, ha lanciato l’idea di un coordinamento internazionale di conservatori e liberali, cui starebbe iniziando a lavorare.
Sempre nella giornata di ieri, la Presidente del Consiglio Meloni ha rilasciato un’intervista al Tg5 nella quale ha tracciato un bilancio di quanto realizzato finora dall’Esecutivo, sottolineando: “Sono soddisfatta della centralità del ruolo che l’Italia sta tornando ad acquisire all’estero, banalmente perché quella centralità diventa anche un ritorno per le nostre famiglie e per le nostre imprese. La chiamiamo politica estera, ma è anche politica interna. E poi , perché dimostra che con una maggiore consapevolezza di ciò che si rappresenta e di come la nostra nazione è vista all’estero si possono ottenere dei risultati molto importanti. Probabilmente, si poteva fare un po’ di più anche prima ma siamo in ogni caso contenti che l’Italia abbia oggi il ruolo che merita. Noi abbiamo fatto la scelta di concentrare le poche risorse di cui disponevamo tutte per aiutare il reddito delle famiglie, i salari, il lavoro, le aziende, obiettivamente in una situazione economica molto complessa. I risultati sulla carta ci danno ragione. I dati occupazionali dicono che abbiamo record di occupazione, record di contratti stabili, record nell’aumento dell’occupazione femminile, la più bassa disoccupazione degli ultimi 15 anni. Il reddito disponibile delle famiglie, secondo l’Ocse, è aumentato in Italia 6 volte di più della media delle altre nazioni. Significa che la strada è quella giusta, significa che concentrare le risorse su questo rispetto a disperderle su cose che avrebbero avuto un impatto minore era una scelta corretta. Dopodiché non ci accontentiamo, bisogna continuare a lavorare, ma noi abbiamo dato un segnale anche con una serie di provvedimenti rivolti al mondo delle imprese: non saremo mai un ostacolo, ma siamo un alleato di chi produce, crea ricchezza e posti di lavoro. E anche questo può fare la differenza”.
Quindi, sulla possibilità che il lavoro su vertenze come quelle dell’ex Ilva di Taranto e Stellantis possa subire un rallentamento in vista della campagna elettorale per le elezioni Europee , la Premier ha risposto: “Il modo migliore per fare la campagna elettorale è governare e governare bene. Continuerò a fare il mio lavoro, continueremo a fare il nostro lavoro. Chiaramente sono tutti dossier molto complessi su cui stiamo lavorando tantissimo, e sono molto complessi perché sono stati trascinati e trascurati per anni, li stiamo affrontando con serietà, abbiamo il vantaggio di non avere condizionamenti, i lavoratori lo vedono e facciamo le scelte migliori per il nostro sistema economico”.
In merito alla protesta degli agricoltori, la Presidente Meloni ha spiegato: “Per quello che riguarda gli agricoltori capiscono le proteste ovviamente, perché lʼagricoltura è in una condizione molto difficile in Europa. Su tutto questo hanno impattato una serie di follie. E se qualcuno ha pensato di salvare l’ambiente facendolo contro gli agricoltori, piuttosto che con gli agricoltori, semplicemente non sa di cosa parla. Chiaramente per modificare tutto questo le prossime elezioni europee fanno la differenza ed è quello che noi speriamo di fare”.
Riguardo alla tenuta della Maggioranza, ha poi assicurato: “Nessun dubbio sulla tenuta del governo. L’opposizione fa il suo mestiere, la vedo però decisamente più nervosa della maggioranza. La maggioranza la trovo compatta, certo ci sono sfumature diverse che però considero un valore aggiunto, altrimenti saremmo un partito unico. Stiamo insieme per scelta e quando dobbiamo trovare soluzioni, le troviamo sempre”.
Infine, sul ruolo dell’Italia, quest’anno alla presidenza del G7, nella guerra in Medio Oriente, la Presidente del Consiglio ha detto: “Occorre trovare una soluzione duratura alla questione mediorientale, chiaramente, difendere il diritto di Israele a esistere ma chiedere il rispetto per la popolazione civile. E’ quello che il nostro Paese sta facendo tenendo delle posizioni serie. Secondo me l’Italia deve continuare a giocare il ruolo di una nazione che non affronta la storia con gli slogan, che conosce la posta in gioco dell’invasione dell’Ucraina e della questione mediorientale”.
Nella serata di oggi, invece, la Premier Meloni, accolta dall’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Francesco Di Nitto, ha partecipato, insieme con il Presidente della Repubblica, Mattarella, alla cerimonia per il 95° anniversario della firma dei Patti Lateranensi e per il 40° anniversario dell’accordo di revisione del Concordato, a Palazzo Borromeo, Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.
Presente alle celebrazioni, una folta delegazione del Governo: il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani , il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio , Mantovano, il ministro dell’Economia Giorgetti, il ministro dell’Interno Piantedosi, la ministra del Lavoro Calderone, la ministra della famiglia Roccella e il ministro dell’Istruzione e del merito Valditara.
Per la Santa Sede, presente il Segretario di Stato Vaticano, Parolin, che , al termine del bilaterale con il governo italiano, ha dichiarato ai cronisti: “È andata molto bene. Un incontro molto positivo. Al centro della conversazione ci sono stati i ‘temi italiani’: la famiglia e le provvidenze della famiglia riconoscendo quello che il governo ha fatto come assegno unico per i figli, ma naturalmente c’è sempre spazio per intervenire; il tema della scuola paritaria; anche il fine vita si è toccato, anche se soluzioni non ce ne sono. Abbiamo constatato che le Regioni cercano di venire incontro a questa mancanza di legislazione da parte italiana per le problematiche di questo tipo, ma soluzioni non ce ne sono. E poi l’Imu. Qui, non si tratta di arrivare a nessuna conclusione. L’occasione dei Patti lateranensi è più che altro un momento in cui si fa il punto della situazione. La cosa bella è la volontà di collaborare e di dare seguito a queste tematiche”.
Intanto, sul fronte dei lavori parlamentari, alla Camera sono state discusse le mozioni sulla questione del conflitto in Medio-Oriente. Le Opposizioni, hanno presentato 5 mozioni distinte: una mozione ciascuno per Pd, M5S, AVS e due dal Terzo polo (una, da Azione e , l’altra da Italia Viva).
La Maggioranza, invece, ha presentato compatta una mozione che impegna il Governo a continuare a sostenere Israele e a non sbloccare i fondi italiani all’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, “fino a quando non sarà condotta una indagine seria e approfondita sui suoi legami con Hamas”
Inoltre, la Maggioranza ha evidenziato l’impegno del governo per evitare l’escalation militare e l’estensione del conflitto, sottolineando l’attività, diplomatica del ministro degli Esteri Tajani a Beirut, Ramallah, Tel Aviv, in prospettiva della soluzione diplomatica due popoli-due Stati.
Sempre nella mozione di Maggioranza si evidenzia anche l’impegno dell’Italia nella missione nel Mar Rosso contro gli attacchi degli Houthi che ostacolano il traffico delle navi occidentali e, in un passaggio è stata espressa la condanna di Hamas per “gli abusi sessuali sistematici praticati sulle donne israeliane sequestrate”.
Per quanto riguarda le Opposizioni, il Pd nella sua mozione a prima firma della segretaria Schlein ha chiesto l’impegno del governo per il cessate il fuoco a Gaza, il rilancio dell’azione diplomatica dell’Italia e il ripristino dei contributi nell’anno in corso a Unrwa l’agenzia dell’Onu ,accusata di una presunta connivenza con Hamas, alla quale alcuni Paesi tra cui l’Italia ha sospeso i finanziamenti.
AVS ha presentato invece una mozione in cui si impegna il governo a supportare le richieste del Sud Africa alla Corte internazionale di Giustizia e le indagini sulle violazioni e sui crimini di guerra in corso.
Successivamente , dopo due colloqui telefonici tra la premier Meloni e la segretaria del Pd Schlein(che in un’intervista a Il Corriere della Sera, pubblicata domenica scorsa, aveva dichiarato di voler chiamare la premier “per sollecitarla a mettere in campo un’iniziativa per la pace”) , è stata trovata la convergenza tra Maggioranza e Opposizioni. La Maggioranza , infatti, al momento della votazione a Montecitorio, si è astenuta sul punto della mozione dei dem, passata con 159 astenuti, 128 voti favorevoli, nessun contrario, in cui si impegna il Governo a “sostenere ogni iniziativa volta a perseguire la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani. E a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza al fine di tutelare l’incolumità della popolazione civile di Gaza, garantendo altresì la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi e sicuri all’interno della Striscia”.
Tale convergenza tra Maggioranza e Opposizione, era stata anticipata dalle dichiarazioni odierne del ministro degli Esteri Tajani che, pur nella solidarietà totale a Israele, ha evidenziato la reazione sproporzionata di Tel Aviv nei confronti dei civili palestinesi.
Respinti invece dal Governo con il parere contrario , gli altri capoversi e le premesse della mozione. Approvata, la mozione presentata dalla Maggioranza.
In merito alla questione delle proteste degli agricoltori, trovata nella giornata di ieri, dopo un ulteriore confronto del ministro dell’Agricoltura, delle Politiche Forestali e della Sovranità alimentare Lollobrigida , del ministro dell’Economia Giorgetti e del sottosegretario all’Economia Leo, con le sigle rappresentanti i coltivatori e ,dopo un vertice di Maggioranza, tenutosi a Montecitorio, l’intesa tra FdI e Lega sull’esenzione Irpef per gli agricoltori.
Depositato stamane, quindi, presso le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio riunite della Camera, un emendamento al Dl Milleproroghe, firmato dal ministro dell’Economia Giorgetti, che prevede per due anni l’esenzione del pagamento dell’Irpef per i redditi agrari e dominicali fino a 10mila euro e la riduzione del 50% dell’importo da pagare per i redditi tra i 10 mila e i 15 mila euro.
Divise, però, al riguardo, le sigle degli agricoltori.
Nel frattempo, il presidente di Coldiretti, Prandini, al termine di un colloquio con la presidente dell’Eurocamera, Metsola, a Bruxelles, ha fatto sapere: “Torneremo a manifestare a Bruxelles il 26 febbraio e tutte le volte che sarà necessario fino a quando non avremo ottenuto risposte esaustive rispetto ai bisogni che gli agricoltori italiani ed europei hanno. Le risposte dell’Ue dovranno arrivare anche sul tema della reciprocità degli standard produttivi negli accordi commerciali con i Paesi terzi; non c’è ancora una proposta chiara su come questo si voglia realmente regolamentare. Le misure promesse dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per alleggerire gli oneri amministrativi sulle spalle degli agricoltori sono in linea con le richieste avanzate da Coldiretti alla stessa von der Leyen circa dieci giorni fa, a margine della protesta dei trattori davanti alla sede del Parlamento europeo, ora auspichiamo che alle parole seguano i fatti. L’incontro di oggi con la Presidente Metsola è andato particolarmente bene, ci ha dato disponibilità su tutti i temi centrali che riguardano oggi l’agricoltura europea e soprattutto quelle italiana. Durante lo scambio, durato circa mezz’ora, abbiamo toccato tutto ciò che riguarda il protocollo legato al regolamento al packaging, parlato di risorse comunitarie anche per quanto concerne i prossimi anni, di semplificazione, di emissioni in atmosfera; il lavoro è stato proficuo. Da parte di Metsola, c’è disponibilità a fare tutti i passaggi dovuti per spostare in alcuni casi quelli che sono i regolamenti in termini di discussione con la prossima Commissione e contestualmente anche dare delle risposte concrete e veloci sui bisogni dei nostri imprenditori”.
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