di Federica Marengo mercoledì 24 gennaio 2024
-La giornata politica è stata caratterizzata dal Question Time ,svoltosi questo pomeriggio alla Camera , durante il quale la presidente del Consiglio Meloni ha risposto a una decina di interrogazioni postele da esponenti di Maggioranza e Opposizioni su vari temi, a cominciare dalla guerra in Medio Oriente e dalle iniziative messe in campo dal Governo, anche a livello UE per il cessate il fuoco e per l’attuazione della soluzione “due popoli, due Stati”.
A tale interrogazione ,rivoltale dal segretario di Si e co-portavoce di AVS, Fratoianni, la Premier ha risposto: “Il diritto dei palestinesi ad avere uno Stato “è una posizione che questo governo ha ribadito perché giusta, necessaria e, sì, nell’interesse dei palestinesi ma a nostro avviso anche di Israele. Per questo posso dire che non condivido la posizione espressa dal primo ministro di Israele sulla materia- ll diritto dei palestinesi ad avere uno Stato è una posizione che questo governo ha ribadito perché giusta, necessaria e, sì, nell’interesse dei palestinesi ma a nostro avviso anche di Israele. Per questo posso dire che non condivido la posizione espressa dal primo ministro di Israele sulla materia”.
Poi, è stata la volta del capogruppo e deputato di Azione, Richetti, che le ha posto un’interrogazione sui dossier industriali Stellantis-Magneti Marelli,e sulle iniziative volte a garantire la continuità produttiva e occupazionale presso gli stabilimenti italiani, a cui la Presidente ha risposto, sottolineando: “Il governo difenderà gli interessi nazionali e instaurerà chiaramente un rapporto che sia equilibrato con Stellantis per difendere la produzione in Italia, i livelli occupazionali e tutto l’indotto dell’automotive. Inoltre vogliamo tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli l’anno, ma se si vuole vendere un’auto sul mercato mondiale pubblicizzandola come gioiello italiano, allora quell’auto deve essere prodotta in Italia: questa è un’altra questione che noi intendiamo porre, queste sono le regole con l’attuale governo e valgono per tutti. Il gruppo Fiat e i marchi italiani collegati rappresentano una parte importante della storia industriale nazionale e un patrimonio che merita la massima attenzione, e questo credo significhi avere anche il coraggio di criticare le scelte del management, come lo spostamento della sede fiscale all’estero, o l’operazione di presunta fusione tra il gruppo italiano Fca e il gruppo francese Psa che celava in realtà un’acquisizione da parte francese dello storico gruppo italiano tanto che oggi nel cda di Stellantis siede un rappresentante del governo francese. E quindi non è un caso se le scelte industriali del gruppo tengano conto molto più delle istanze francesi. In Italia siamo passati da oltre un milione di auto prodotte nel 2017 a 700mila nel 2022. In Italia sono andatipersi oltre 7mila postidi lavoro. Noi vogliamo difendere l’interesse nazionale, instaurare un rapporto equilibrato con Stellantis, e il ministro Urso ha incontrato più volte le persone in questione per difendere i posti di lavoro. Il governo ha previsto incentivi e misure di sostegno per attrarre nuovi investitori e costruttori. In ultimo abbiamo modificato le norme incentivando chi torna a produrre in Italia e scoraggiando chi delocalizza, che dovrà restituire ogni beneficio o agevolazione pubblica ricevuto negli ultimi dieci anni. Vogliamo tornare a oltre un milione di auto prodotte in Italia. Se si vuole vendere un’auto sul mercato mondiale pubblicizzandola come gioiello italiano, quell’auto deve essere prodotta in Italia“.
A seguire è stata la volta del capogruppo alla Camera della Lega Molinari, che ha posto alla Premier un’interrogazione sulle politiche del governo in favore degli anziani, con particolare riferimento all’attuazione della legge delega n.33 del 2023 , a cui la presidente del Consiglio ha risposto, annunciando che domani in Consiglio dei ministri approderanno i decreti attuativi del Dl di riforma del sistema del Welfare ,che prevede tra le misure lo stanziamento di 1 miliardo di euro in due anni per le cure e l’assistenza agli anziani meno abbienti.
Per Noi Moderati, invece, il leader Lupi ha posto un’interrogazione alla Premier sull’introduzione della nuova misura dell’assegno di inclusione e sul percorso di formazione e lavoro che hanno sostituito la misura pentastellata del Reddito di Cittadinanza, a cui la presidente Meloni ha risposto: “Sono molto fiera del lavoro che abbiamo fatto. L‘assegno di inclusione è attivo dal primo gennaio del 2024 e al 20 gennaio il ministero del Lavoro ci dice che su una platea di 737mila nuclei familiari potenziali sono già 600mila quelli che hanno presentato domanda. I primi pagamenti per chi ha superato i controlli, perché ,a differenza del reddito di cittadinanza, i controlli li facciamo prima e non dopo , partiranno venerdì 26 gennaio. L’importo medio stimato è di 635 euro al mese, superiore all’importo medio del reddito di cittadinanza. Attualmente sulla piattaforma sono presenti quasi 178 mila offerte di lavoro, oltre ai progetti ulteriori, e proposte per oltre 513 mila corsi di formazione, ma voglio segnalare anche a questo Parlamento che su 249 mila potenziali occupabili che negli ultimi mesi percepivano il reddito di cittadinanza, solo 55 mila hanno presentato domanda per l’assegno di inclusione: poco più del 22% della platea. È possibile che alcune di queste persone abbiano trovato lavoro privatamente, ma è possibile anche che alcune di loro non cercassero un’occupazione o preferissero lavorare in nero: questa è la ragione per la quale sono molto fiera del lavoro che abbiamo fatto, perché se non sei disponibile a lavorare, non puoi pretendere di essere mantenuto con i soldi di chi lavora ogni giorno”.
Il segretario di +Europa Magi, invece, ha posto alla presidente Meloni un’interrogazione riguardante le Iniziative di competenza in materia di risarcimento dei danni a favore dei familiari delle vittime delle stragi naziste , cui la premier ha risposto: “Consideriamo doverosi gli indennizzi, lo abbiamo mostrato aumentando nel 2023 il fondo. Non può esserci dal governo un intento dilatorio o ostruzionistico. Ciò non toglie che l’Avvocatura dello Stato debba fare il suo lavoro di verifica sui presupposti per il risarcimento. La completezza del contradditorio non è disattenzione per le vittime ma rispetto della legge. Non c’è nessun intento dilatorio ma un lavoro necessario, usiamo risorse dei cittadini, nel modo più corretto possibile”.
Dalla Maggioranza, il capogruppo alla Camera di FI Barelli ha posto alla presidente del Consiglio un’interrogazione sulle Politiche del Governo in materia di privatizzazioni di società a partecipazione pubblica, a cui la premier ha risposto: “Il governo, come scritto dalla Nadef, lavora a un piano di razionalizzazione delle partecipazioni dello Stato” con l’obiettivo di raggiungere “proventi pari all’1% del Pil. Si tratta di un obiettivo alla nostra portata. Le privatizzazioni non devono fare cassa, ma essere considerate un fattore di sviluppo nella politica italiana. E’ questa la strategia che ci muove. Ora il governo lavora a ridurre la presenza dello Stato laddove non è necessaria e affermare la presenza dello Stato dove è maggiormente necessaria. Non si tratta di dismettere o di svendere. L’impostazione di questo governo è lontana anni luce rispetto al passato quando si facevano regali a qualche fortunato e bene inserito imprenditore, come si fece con gli oligarchi russi dopo l’Unione sovietica. Tutto questo significa la possibilità di far entrare privati in quote minoritarie di società che sono sotto il controllo pubblico, ma garantire la presenza dello Stato dove oggi non c’è, anche in forma azionaria, per affiancare i poteri regolatori e di golden power che sono già previsti. Abbiamo avviato questo percorso con la vendita delle quote di Mps, e in poche ore abbiamo ricevuto domande per oltre 5 volte il capitale iniziale, e così gli italiani hanno visto rientrare dopo anni una parte dei soldi che andavano a Mps”.
Per l’Opposizione , il capogruppo alla Camera del M5S, Silvestri ha posto alla presidente un’interrogazione sulle iniziative di competenza volte ad apportare, nell’ambito del negoziato tra le istituzioni europee, modifiche all’accordo sulla riforma del Patto di stabilità e crescita raggiunto in sede Ecofin a dicembre 2023, cui la premier ha risposto, evidenziando: “Quando ti presenti al tavolo delle trattative con un deficit al 5,3% causato soprattutto dalla ristrutturazione gratuita delle seconde e terze case e chiedi maggiore flessibilità è possibile che qualcuno ti guardi con diffidenza. E se noi, nonostante l’eredità pessima abbiamo portato a casa un buon compromesso è perché in un anno abbiamo mostrato che la stagione dei soldi gettati al vento per pagare le campagne elettorali è finita. I numeri del nuovo patto di stabilità europeo sono sostenibili? Io penso per un governo serio sì. Più difficile sarebbe sostenerli per chi in meno di tre anni di governo ha aumentato il debito pubblico di 250 miliardi. Quelle approvate sono le regole che avremmo scritto? No. È l’intesa migliore possibile a condizioni date? Sì. Il nuovo Patto di Stabilita supera le regole irrealistiche del precedente, ed è merito dell’Italia essere riuscita a impedire il ritorno alla austerità cieca che alcuni auspicavano in questa trattativa. Il nuovo Patto prevede una fase transitoria e una fase a regime: a regime, in materia di debito il vecchio Patto prevedeva per i Paesi con debito superiore al 60% del Pil il rientro di un ventunesimo l’anno, per l’Italia una riduzione di almeno il 4% annuo, mentre le nuove regole prevedono per chi ha un debito superiore al 90% una riduzione media dell’1% annuo. In materia di deficit, mi spiego il disastro ereditato da Conte in materia di bilancio, perché chi è stato a capo del governo dovrebbe sapere che per uno Stato membro con un debito come il nostro secondo i meccanismi del vecchio patto l’obiettivo non era un deficit del 3% ma un avanzo dello 0,25%, quindi con le nuove regole si passa da un avanzo richiesto dello 0,25% ad un deficit possibile dell’1,5% con una differenza tra vecchio e nuovo patto che libera circa 35 miliardi di euro che potranno essere utilizzati per sanità, redditi, pensioni, o magari con qualcun altro al governo per un altro anno di superbonus così magari questa volta ristrutturiamo le magioni con la piscina”.
A seguire, la replica all’interrogazione affidata al Presidente del M5S, Conte, uno tra i momenti di tensione massima tra la Premier Meloni e le Opposizioni, nella quale l’ex Presidente del Consiglio ha affermato: “Presidente Meloni ma lei cosa è? Un re Mida al contrario. Lui trasformava in oro tutto ciò che toccava, lei tutto ciò che tocca lo distrugge, faccia anche meno. Non siamo soddisfatti, lei ha illuso gli italiani dicendo che a Bruxelles avrebbe fatto tremare l’Europa e qui a tremare è l’Italia. Lei è tornata, nonostante voglia rigirare le carte in tavola, con un ‘pacco di instabilità’ che prevede il taglio di 12 miliardi di euro l’anno che si scaricherà sulla testa degli italiani. Cosa ha fatto a Bruxelles in 16 mesi? Non ci ha mai detto quale era la sua proposta. Le battaglie si possono anche perdere, lei con la vis comunicativa le vuole ribaltare, si possono anche perdere ma perderle senza combattere significa perderle con disonore”.
Per Italia Viva, la capogruppo Boschi ha posto alla presidente Meloni un’interrogazione sulle Iniziative volte a ripristinare l’esenzione Irpef per i redditi dominicali e agrari ai fini del sostegno al comparto agricolo e alle relative esportazioni, alla quale la premier ha risposto: “Il settore agricolo è strategico per la nostra economia: l’esenzione Irpef per i redditi agrari e domenicali non è stata prorogata perché, come accaduto con altre misure dell’allora governo Renzi, ci siamo accorti che andava a beneficio soprattutto di chi ne aveva meno bisogno, soprattutto alle grandi aziende con grandi estensioni di terreno. La misura rischiava di diventare un privilegio e abbiamo deciso di adottare misure a favore dei piccoli produttori. E le risorse per l’agricoltura da parte di questo governo sono effettivamente aumentate. Tra gli altri interventi in favore dell’agricoltura,, il Governo ha attuato modifica del Pnrr,che ci ha consentito di portare le risorse per questo settore da 5 a 8 miliardi di euro. Inoltre, siamo stati la prima nazione a bloccare la produzione di cibo sintetico e ora la maggioranza dell’Europa è con noi. Quello che vogliamo è avere produttori agricoli che continuino a produrre cibo di qualità e a produrre ricchezza”.
Critica , anche la replica della capogruppo di Italia Viva Boschi, che ha evidenziato: “Lei è la presidente delle tasse, non solo in agricoltura ma anche su pannolini, sul rientro dei cervelli, sulle accise, e persino sui transfrontalieri, non vi siete dimenticati di nessuno. E per cosa? Per aumentare le spese dei vostri staff: con Renzi al governo costavano 12 milioni, oggi costano 21 milioni. Avete aumentato tasse e gli sbarchi. Il Paese ha una sola speranza: che lei resti a Palazzo Chigi il meno possibile”.
Dalla Maggioranza ,il capogruppo alla Camera di FdI, Foti, ha posto alla premier un’interrogazione sulle Iniziative per la crescita economica e sociale del Mezzogiorno, con particolare riferimento all’attuazione delle politiche di sviluppo e coesione , alla quale la presidente del Consiglio ha risposto, soffermandosi in particolare sulla norma introdotta dal Governo, che ha esteso le Zone economiche speciali (ZES) , con semplificazioni e sburocratizzazioni per gli investimenti, da singole Regioni a tutto il Sud.
Infine è stata la vota della segretaria del Pd, Schlein, che ha posto alla presidente del Consiglio un’interrogazione sulle Iniziative volte ad abolire il tetto di spesa per l’assunzione del personale sanitario, nell’ottica della salvaguardia dei principi di universalità, eguaglianza ed equità del Sistema sanitario nazionale, a cui la premier ha risposto: “Ci troviamo a fare i conti con una situazione che si è stratificata negli ultimi 14 anni. E considero una implicita attestazione di stima il fatto che oggi chiediate a noi di risolvere tutti i problemi che voi non avete risolto nei 10 anni in cui siete stati al governo. Grazie per fidarvi di noi e grazie per fidarvi di questo governo. Quello dei medici gettonisti è un problema di cui questo governo si è occupato dall’inizio; il ministro Schillaci è stato il primo a inviare i Ros negli ospedali. “Non ci siamo tirati indietro neanche sul problema della carenza di personale. Ci stiamo occupando e ci occuperemo anche di questa eredità pesante, compreso il superamento del tetto di spesa. Un obiettivo che contiamo di raggiungere quanto prima compatibilmente con gli impegni di finanza pubblica”.
Critica nella sua replica, come l’alleato pentastellato del “campo largo”, Conte, la segretaria dem, che si è detta insoddisfatta dalla risposta della premier.
Nella mattinata di domani, invece, la presidente Meloni presiederà il Consiglio dei Ministri nel quale, sarà varato tra gli altri decreti quello per regolare l’ambito influencer e beneficenza, continuando anche a lavorare al Consiglio UE straordinario che si terrà il 1° febbraio sui fondi dell’Ucraina, in vista del quale , ieri , ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente del Consiglio UE Michel ,in cui si è parlato dei temi dell’agenda internazionale, quali: l’aggressione russa dell’Ucraina e dalla crisi in Medio Oriente e nel Mar Rosso.
Nel frattempo, sul fronte parlamentare , dopo il respingimento della sospensiva presentata dal M5S con 157 no e 116 sì, primo via libera della Camera , con 155 voti a favore, 115 contrari e due astenuti, al Ddl di ratifica dell’accordo Italia-Albania in materia di immigrazione ,che prevede l’apertura di due Cpr in territorio albanese, per accogliere 3000 immigrati.
Al Senato, invece, ieri,primo via libera con 110 voti a favore , 64 contrari e 3 astenuti al dl governativo per l’Autonomia differenziata, mentre un altro via libera della Commissione Affari costituzionali del Senato, con 11 sì e 9 no, è arrivato al dl sul Premierato ,che introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio dei Ministri.
A esprimersi a favore dei dl di riforma costituzionale sull’Autonomia differenziata e sul Premierato, Fdi, Lega, Forza Italia , contrari tutti i partiti di Opposizione, Pd, M5s, Avs, Azione, Italia Viva e Autonomie.
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