di Federica Marengo martedì 16 gennaio 2024
-Nella giornata di oggi, si è tenuta a Palazzo Chigi la Cabina di regia sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presieduta dalla Premier Meloni e ,convocata dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto alla presenza dei Ministri, dei Sottosegretari preposti e dei rappresentanti di Regioni, Province e Comuni.
Come si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi, al termine della di tale Cabina di regia, i punti all’ordine del giorno della riunione sono stati : l’attività di verifica relativa al raggiungimento dei 52 obiettivi e traguardi della quinta rata del PNRR che segue la richiesta di pagamento presentata dall’Italia lo scorso 28 dicembre, il programma annuale per il monitoraggio e la verifica degli obiettivi e dei traguardi della sesta e della settima rata del nuovo Piano italiano approvato il 24 novembre dalla Commissione europea.
Quindi, Palazzo Chigi, ha spiegato: “L’obiettivo è quello di effettuare una verifica dello stato di attuazione del Piano per una valutazione rispetto all’attività in corso della Commissione europea, propedeutica al pagamento della quinta rata pari a 10,6 miliardi di euro, ai quali si aggiungerà il versamento dei 551 milioni di euro del prefinanziamento della settima missione REPowerEU, e una prima analisi sul conseguimento dei 39 traguardi e obiettivi della sesta rata, pari a 9,1 miliardi di euro, e dei 74 traguardi e obiettivi della settima rata, pari a 19,6 miliardi di euro, che risulteranno strategici per sostenere la crescita economica, con particolare riguardo al Mezzogiorno, anche attraverso una più efficiente ed efficace gestione delle risorse economiche destinate alla politica di coesione. “La Cabina di regia di oggi – dichiara il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni – apre un nuovo anno di impegno straordinario del Governo per la concreta messa a terra del PNRR, all’indomani del pagamento della quarta rata, della richiesta per il versamento della quinta e, soprattutto, dell’entrata in vigore del nuovo Piano italiano, che, tra le nuove misure, prevede uno stanziamento di oltre 12 miliardi per sostenere la produttività delle imprese e per rilanciare l’economia attraverso la tecnologia verde, per l’implementazione dei contratti di filiera e per la transizione ecologica e digitale dell’intera Nazione”. Sono previsti, inoltre, 1,2 miliardi per le opere di ricostruzione in Emilia-Romagna, Toscana e Marche, circa 5 miliardi per il potenziamento delle reti, per l’acquisto di nuovi treni a emissioni ridotte e per la realizzazione di nuovi edifici scolastici e circa 4 miliardi per tutta una serie di misure rivolte ai giovani, per riformare i servizi delle politiche del lavoro, per l’efficientamento energetico dell’edilizia pubblica e dei grandi condomini, per lo sviluppo della telemedicina e per l’acquisto di grandi apparecchiature per le strutture ospedaliere. “Ci attende un anno di grande lavoro che vedrà la Cabina di regia PNRR al centro dell’azione del Governo per proseguire ad alimentare la crescita economica strutturale dell’Italia”, aggiunge Meloni. Tra gli obiettivi della quinta rata del Piano, che sarà versata all’Italia al termine dell’iter di valutazione previsto dalle procedure europee, attualmente in corso, figurano importanti misure come l’aggiudicazione degli appalti del settore idrico, l’elettrificazione della linea ferroviaria nel Mezzogiorno e la tratta ferroviaria Salerno-Reggio Calabria. In tema di ambiente sono previsti interventi per il potenziamento delle condotte, della depurazione e per la realizzazione degli impianti per la valorizzazione dei rifiuti. In tema di pubblica istruzione è in programma l’entrata in vigore della riforma dell’organizzazione del sistema scolastico, oltre all’aggiudicazione degli appalti per la realizzazione dei nuovi plessi. Inoltre, sono previsti significativi traguardi in tema di digitalizzazione, con particolare riferimento al Ministero della difesa, della giustizia, al Consiglio di Stato, all’Inps e all’Inail. “Gli importanti risultati raggiunti dal Governo, evidenziati dal Presidente Meloni – afferma il Ministro Raffaele Fitto – rappresentano un ulteriore stimolo a proseguire, con estremo rigore ed a ritmo serrato, verso il conseguimento dei 113 obiettivi della sesta e della settima rata, complessivamente pari a 28,7 miliardi di euro. Nel 2024 continueremo a lavorare intensamente per assicurare la completa attuazione del Piano. Dobbiamo guardare oggi al futuro del sistema Italia, con la messa a terra di riforme ed investimenti che produrranno concreti benefici per i cittadini, per le imprese e per tutto il comparto della pubblica amministrazione”.
A seguire, si è poi tenuto, sempre a Palazzo Chigi, il Consiglio dei Ministri , con all’ordine del giorno, tra gli altri provvedimenti: le Disposizioni urgenti per la realizzazione degli interventi infrastrutturali connessi con la presidenza italiana del G7 ( Presidenza) e le Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell’anno 2024 e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale.
Inoltre, Palazzo Chigi ha fatto sapere , tramite nota, che nel corso della riunione di Governo, è stato “approvato un decreto legge che rafforza alcune misure già presenti nell’ordinamento, a tutela della continuità produttiva e occupazionale delle aziende in crisi, fra cui l’ex Ilva, e prevede garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l’eventuale amministrazione straordinaria. Vengono esclusi dalla cassa integrazione i lavoratori impegnati nella sicurezza e nella manutenzione degli impianti, per consentire che restino operativi. Rimangono ferme le disposizioni, già inserite nell’ordinamento, a tutela delle piccole e medie imprese creditrici. L’incontro con le organizzazioni sindacali è fissato per giovedì 18 gennaio alle ore 15, per proseguire il confronto avviato da tempo sul futuro dell’acciaio in Italia”.
Sul fronte dei lavori parlamentari, invece, la Camera, ha dato il primo via libera alla quinta riforma della prescrizione con 173 si e 79 no. La proposta di legge ,a prima firma Pittalis (FI) , però, è stata riscritta in Commissione Giustizia con gli emendamenti presentati dai relatori Enrico Costa di Azione e Andrea Pellicini di FdI e ora passa al Senato.
La proposta di legge prevede “una sospensione della prescrizione di 24 mesi dopo la sentenza di condanna di primo grado e di 12 mesi dopo la conferma della condanna in Appello. Se la sentenza di impugnazione non arriverà nei tempi previsti, la prescrizione riprenderà il suo corso e si calcolerà il precedente periodo di sospensione. Anche in caso di successivo proscioglimento o annullamento della condanna in Appello o in Cassazione, il periodo in cui il processo è stato sospeso si calcolerà ai fini della prescrizione”.
Respinta la richiesta del Pd di far tornare il testo in Commissione e le proposte di modifica del M5S che, a detta dei pentastellati, “conteneva in realtà la tesi sostenuta dallo stesso ministro della Giustizia Nordio di far decorrere il termine della prescrizione dal giorno dell’iscrizione della notizia di reato e non più da quello della commissione del fatto”.
Bocciata anche la proposta di modifica del Pd che riproponeva il ritorno alla legge dell’allora ministro della Giustizia dem Orlando, che consentiva, nel caso che la sentenza d’appello non fosse arrivata nei tempi previsti dalla nuova legge, di calcolare ai fini della prescrizione anche quel tempo intercorso”, così come tutti gli emendamenti dem che puntavano ad escludere dal nuovo conteggio che, secondo il capogruppo Pd in Commissione Giustizia ,Gianassi “accorcia di molto i processi penali”, i reati gravi come quelli legati alle morti sul lavoro, il caporalato, il disastro colposo, il revenge porn e la tortura.
Restando in tema di Giustizia, il sottosegretario Delmastro, nel corso di un’interrogazione alla Camera, ha annunciato che l’ispettorato generale del ministero della Giustizia ha attivato il monitoraggio su 13 procure della Repubblica riguardo alle loro modalità di comunicazione sui procedimenti penali in corso. Si tratta delle Procure di : Avellino, Brescia, Cagliari, Ferrara, Catanzaro, Frosinone, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Vercelli, Latina, Torino.
Il sottosegretario alla Giustizia ha poi confermato come “Il governo intenda “garantire la presunzione d’innocenza, evitare la spettacolarizzazione mediatica, che tanto male ha fatto alla stessa percezione che i cittadini hanno della giustizia” ha posto l’accento sulla “necessità di rivedere completamente la disciplina degli atti istruttori con particolare attenzione alle intercettazioni”, evidenziando le “innovazioni normative” introdotte, “tese a rafforzare la privacy del terzo estraneo“.
In Senato invece , dove domani approderà per la discussione in Aula il ddl Calderoli sulla riforma dell’Autonomia differenziata, sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità al testo con 71 voti a favore, 90 contrari e 3 astenuti. Nel corso del vertice del centrodestra, tenutosi nel pomeriggio, la Maggioranza compatta ha dato l’ok all’emendamento di FdI a firma De Priamo che estende le risorse a tutte le Regioni, prevedendo, quindi, che anche alle Regioni che non chiederanno la devoluzione per una determinata materia, andranno trasferite risorse pari a quelle erogate alle Regioni che invece, ottenendo la devoluzione per altre materie, accederanno alle relative risorse.
Se , però, la Maggioranza ha espresso soddisfazione per una riforma che, a detta del Governo, “prevede tutte le garanzie che l’Autonomia non verrà mai realizzata a svantaggio di una regione e a vantaggio di un’altra “e che “non spaccherà l’Italia”, le Opposizioni hanno accusato l’Esecutivo proprio di “voler dividere l’Italia”.
Così, la segretaria del Pd, Schlein ha dichiarato: “È un baratto tra Salvini e Meloni per una riforma, quella del Premierato, che accentua il potere del capo del governo e che di fatto supera la Repubblica parlamentare”, mentre il M5S, ha evidenziato: “L’Autonomia differenziata è l’ennesimo schiaffo al Sud che questo governo si appresta a dare. Aumenteranno i divari ,creando enormi distanze fra chi ha di più e chi ha di meno e si ostacolerà la crescita del Mezzogiorno d’Italia”.
Presenti dunque, sia la segretaria dem Schlein che il leader pentastellato Conte alla manifestazione svoltasi questo pomeriggio al Pantheon contro la riforma.
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