di Federica Marengo sabato 23 dicembre 2023
-Proseguono gli scontri tra Israele e Hamas a Gaza. Secondo fonti mediche ,nella Striscia almeno 20 persone sarebbero rimaste uccise in un attacco compiuto stanotte nel campo di Nuseirat e a Deir al-Balah. Inoltre, come riportato da Haaretz, che cita media locali, questa mattina, vi sarebbero stati attacchi da parte dell’Esercito israeliano in diverse località lungo la Striscia, da Jabaliya a Rafah .
Due agenzie marittime, poi hanno riferito di un drone che avrebbe colpito una nave commerciale nell’Oceano Indiano, provocando danni, ma nessun ferito. L’attacco, non rivendicato immediatamente, ha provocato un incendio a bordo della petroliera, battente bandiera liberiana, che, secondo la società britannica Ambrey, responsabile delle operazioni commerciali marittime e della sicurezza marittima del Regno Unito, “era affiliata a Israele”.
Quanto agli ostaggi, il portavoce delle Brigate al Qassam, legate ad Hamas, Abu Obeida, ha fatto sapere che sono stati persi i contatti con un gruppo di miliziani che deteneva 5 ostaggi e di ritenere che siano stati tutti uccisi in un raid aereo israeliano.
Sul fronte diplomatico, all’indomani dell’approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu della risoluzione a favore degli Emirati Arabi Uniti ,in cui sono stati chiesti maggiori aiuti a Gaza, ma non la tregua (il testo non contiene la frase originaria “urgente sospensione delle ostilità” e neppure la menzione di condanna nei confronti dell’attacco terroristico di Hamas ) con le astensioni di Stati Uniti (delusi per la mancata condanna dell’attacco di Hamas del 7 ottobre) e Russia, il segretario generale delle Nazioni Unite, Guterres, ha scritto su X: “Nulla può giustificare l’orribile attacco lanciato da Hamas il 7 ottobre o il brutale rapimento di circa 250 ostaggi. Chiediamo che tutti gli ostaggi rimasti nelle mani di Hamas siano rilasciati immediatamente e senza condizioni”.
Poi, Guterres ha dichiarato: “Per quanto difficile possa sembrare oggi, la soluzione dei due Stati – in linea con le risoluzioni delle Nazioni Unite, il diritto internazionale e gli accordi precedenti – è l’unica via verso una pace sostenibile e qualsiasi suggerimento contrario nega i diritti umani, la dignità e la speranza al popolo palestinese. In 75 giorni di guerra a Gaza sono rimasti uccisi 136 addetti delle Nazioni Unite, una cosa mai vista nella storia dell’Onu. Molti del nostro personale sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Rendo omaggio a loro e alle migliaia di operatori umanitari che rischiano la vita nell’aiutare i civili a Gaza”.
Intanto, l’agenzia Reuters ha riferito sul suo sito che Mohammad Reza Naqdi, un comandante dei pasdaran, citato da Tasnim, ha detto che “Il Mediterraneo potrebbe essere “chiuso” ,se gli Stati Uniti e i loro alleati continueranno a commettere “crimini” a Gaza. Dovranno aspettarsi presto la chiusura del Mar Mediterraneo, dello Stretto di Gibilterra e di altri corsi d’acqua” e ha parlato di “nascita di nuove potenze di resistenza e chiusura di altre vie d’acqua”.
Infine, l’ufficio del Premier israeliano Netanyahu ha smentito il Wall Street Journal, secondo cui il Presidente USA, Biden avrebbe convinto Israele a non lanciare un attacco preventivo contro le forze di Hezbollah in Libano lo scorso 11 ottobre, precisando: “Israele non voleva attaccare preventivamente il Libano l’11 ottobre e non c’è stato alcuna opera di convincimento a tal proposito del premier Benyamin Netanyahu da parte del presidente Usa Joe Biden. Già il primo giorno di guerra, Netanyahu decise che Israele avrebbe prima dovuto lavorare per raggiungere una vittoria decisiva nel sud e al tempo stesso scoraggiare un attacco dal nord. Questa è stata la politica scelta dal gabinetto di guerra”.
Nel frattempo, in Italia, restando in tema di Difesa, la Presidente del Consiglio Meloni, tornata a lavoro dopo l’influenza che l’ha costretta a disdire gli impegni istituzionali in agenda per la settimana, ha rivolto da remoto un messaggio di auguri natalizi ai contingenti italiani impegnati nei teatri operativi, nel quale ha detto: “Voglio ringraziarvi per il vostro lavoro. Avrei dovuto essere in Libano per portare il saluto del governo e dell’Italia, ma l’influenza ha avuto la meglio in questa difficile settimana. Ho l’occasione per portare da remoto il mio saluto ai tanti militari impegnati fuori dai confini nella ricorrenza del Natale che è la festa che per eccellenza celebra la famiglia. Che si celebra con la famiglia e in occasione della quale «tantissimi che lavorano fuori hanno la possibilità di tornare. Questo non avviene per voi: è uno dei tanti sacrifici che avete scelto di fare con il vostro impegno con il vostro lavoro e con i vostri sacrifici, in fin dei conti celebrate un’altra famiglia, che è quella che Giuseppe Mazzini definiva la famiglia del cuore: cioè la patria. Voi correte dei rischi per difendere la libertà, la sicurezza di persone che neanche conoscete, in nazioni che non sono la vostra. Lo fate perché voi sapete che è giusto. Lo fate perché sapete che il prestigio e la credibilità che costruite, mattone dopo mattone, torneranno come strumento essenziale in termini di capacità per l’Italia di difendere e rappresentare i suoi interessi nazionali. La patria, ha proseguito la Meloni, «è consapevole dei sacrifici che avete fatto, che state facendo. È consapevole del fatto che rappresentate il suo volto migliore: e questa non è una frase che dico per piaggeria. Anche perché le vostre, non sono scelte che si fanno per interesse personale. E non sono scelte che si fanno per se stessi. I sacrifici che voi portate avanti, e le responsabilità che vi caricate. Le difficoltà che affrontate non hanno un compenso adeguato. Sono scelte che si fanno semplicemente quando si ritiene che ci sia qualcosa che è più importante di quello che è importante per noi stessi. Sono scelte che si fanno perché ce lo chiede la nostra coscienza. Pertanto sono qui per portarvi quel grazie che è il grazie dell’Italia intera. Che è il grazie del governo italiano. E che è il mio grazie personale. Noi facciamo parte di una cosa sola. Io in quest’anno ho girato mezzo mondo, e non c’è stata nazione nella quale mi sia trovata nella quale non mi sia stato fatto riferimento al lavoro che voi compiete. Il lavoro che fate voi aiuta me a fare meglio il mio lavoro; il lavoro che faccio io deve aiutare voi a fare meglio il vostro. Noi lavoriamo tutti per l’Italia. Se io posso difendere gli interessi italiani; e se io posso rafforzare il protagonismo italiano è fondamentalmente grazie alla credibilità che voi costruite. Noi lavoriamo tutti per lo stesso unico, straordinario Paese che si chiama Italia. Il 2024 sia dunque un anno di orgoglio per la nostra nazione”.
Da Malbork, in Polonia, dove si è recato in visita al contingente italiano, il ministro della Difesa, Crosetto, in merito alla guerra in Medio Oriente, ha dichiarato all’AdnKronos: “L’Italia è stato il primo Paese a muoversi per portare aiuti umanitari, a immaginare una missione di aiuto sanitaria e sono contento che ieri sulla nostra Vulcano sia nata una bambina palestinese come simbolo di quanto anche una nave militare può rappresentare come costruzione della pace come aiuto alle popolazioni colpite e innocenti. Mi auguro da tempo che ci sia un percorso di descalation essendo il primo che ha capito la necessità di Israele di dover dimostrare deterrenza e dover reagire, il primo ad aver detto che Hamas è una organizzazione terroristica che non doveva più trovare da nessuna parte del mondo tolleranza, sono stato anche tra i primi a dire che andava rispettato il popolo palestinese. Mi auguro ci sia anche lì un percorso di pace, è giusto che l’Onu si faccia parte in causa perché non penso ci sia null’altro che l’Onu per garantire, una volta terminata questa guerra, la pace e la stabilità della striscia di Gaza. Questo mondo ha bisogno di iniziare a rimarginare le ferite che si aprono sempre di più e vediamo che ogni ferita che si apre non migliora la situazione ma la peggiora in altre parti del mondo. Quello che è successo in Ucraina ha consentito che succedesse quello che è successo in medio oriente e quello che sta succedendo in medio oriente consente a chi vuole di iniziare destabilizzare l’Africa, quello che succede in Ucraina, in Medio Oriente e in Africa magari si diffonderà presto nel Pacifico. Dobbiamo fare attenzione e bloccare prima possibile queste ferite perché c’è il rischio che infettino tutto il corpo. Penso sia questo il ruolo delle Nazioni Unite e che l’Italia ha nel mondo, la capacità di discernere tra il bene e il male, di aiutare chi è aggredito e mantenere la pace come unico obiettivo”.
Non solo politica estera ,però, al centro della giornata politica, ma anche quella interna, con il dossier economico del Trattato del nuovo Mes e delle conseguenti polemiche scaturite dalla bocciatura da parte della Maggioranza alla Camera della proposta di ratifica presentata dalle Opposizioni e le dichiarazioni di ieri del ministro dell’Economia Giorgetti ,il quale ha detto :“L’approvazione della riforma del trattato del Meccanismo Europeo di Stabilità sarebbe stata di interesse del Ministero dell’Economia, ma negli ultimi giorni ,per come si è sviluppato il dibattito ,mi è sembrato evidente che non c’era aria per l’approvazione per motivazioni anche non soltanto economiche”.
Da qui, dopo la richiesta di dimissioni avanzata ieri dal Pd, anche quella formulata stamane, via lettera ,dai dem, cui si sono aggiunti anche gli altri partiti di Opposizione , al Presidente della Commissione della Camera, Mangiavalori, che il titolare di via XX° settembre, riferisca urgentemente sul Mes e sulle nuove regole del Patto di Stabilità e Crescita, approvate anche dall’Italia in settimana a Bruxelles, in occasione della discussione in Aula a Montecitorio della Manovra il 29 dicembre.
In giornata, il sottosegretario all’Economia Federico Freni e il Presidente della Commissione Bilancio Giuseppe Mangialavori hanno risposto che il ministro dell’Economia Giorgetti parteciperà il 27 dicembre pomeriggio alla riunione della Commissione per i lavori della legge di bilancio, “compatibilmente con la complessità della sua agenda”, specificando che quest’ultimo non interverrà per parlare di Mes o di Patto di stabilità e delle possibili ricadute sulla Manovra, come richiesto dalle Opposizioni nella lettera indirizzata al Presidente Mangialavori, il quale ha precisato che il ministro Giorgetti “è disponibile a riferire sul Patto di stabilità, ma non contestualmente al percorso parlamentare della Legge di Bilancio”.
Sulla questione e sulle ricostruzioni giornalistiche che parlano di una tensione sul Mes non solo nel Governo, ma anche nella Lega e con il ministro Giorgetti, è tornato il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché segretario del Carroccio, Salvini, che ,a margine di una visita all’ospedale Buzzi di Milano per consegnare i regali ai bimbi ricoverati,ha smentito, dicendo: “Giorgetti non risulta assolutamente indebolito dopo il voto sul Mes.Ero con lui ieri. Lascio che i giornali scrivano quello che desiderano, abbiamo fatto una grande cosa per l’Italia. Mai litigato con Giorgetti. Abbiamo condiviso, scelto e fatto tutto per il bene degli italiani. Ne sono e ne siamo orgogliosi. Il fatto che approvare il Trattato del Mes poteva essere utile come merce di scambio su altro, probabilmente è vero, però è stata una scelta coerente. La Lega ha sempre avuto la stessa idea da dieci anni a questa parte. Abbiamo sempre votato nella stessa maniera. Il governo ha avuto una maggioranza compatta, l’astensione di Forza Italia era ampiamente comunicata e non ha rappresentato nessun problema. Abbiamo fatto quello che bisognava fare e ne sono orgoglioso”. Quello sul Mes è stato un voto concreto, avrebbe messo a rischio il lavoro e i risparmi degli italiani. Non abbiamo fatto un voto ideologico, ma pragmatico. Il voto non ha creato alcun caso in Europa. L’economia italiana è solida. Cresciamo più dei francesi e dei tedeschi. Il Mes è solo uno strumento inutile, superato, non utilizzato e dannoso. Un pensionato e un operaio italiano avrebbero dovuto pagare per salvare una banca tedesca. Quindi, il Parlamento ha esercitato il suo diritto democratico di bocciare uno strumento inutile e dannoso. E lo spread è sceso. Tutti i gufi sono stati smentiti, mentre il governo ha fatto quello che era nostro dovere per difendere il lavoro e i risparmi degli italiani”.
Quanto alla Legge di Bilancio, dopo il via libera del Senato alla fiducia posta dal Governo al maxiemendamento alla Manovra e al Dl stesso con 112 sì, 76 no e 3 astenuti, si è conclusa questo pomeriggio in Commissione Bilancio alla Camera la discussione generale. Presenti, oltre il Presidente Mangiavalori (FI), sei deputati su trentuno: tre del Pd su cinque, uno di Alleanza Verdi e Sinistra e uno di Fratelli d’Italia. Gli altri erano tutti collegati da remoto, compresi i tre relatori e, per l’Esecutivo, il sottosegretario all’Economia, Federico Freni.
Poco più un migliaio, gli emendamenti alla Manovra depositati dalle Opposizioni in Commissione fino alle 14:30 di oggi, così suddivise: 350 del Pd, 320 del M5S, 254 da AVS, 70 circa per Azione e il resto suddivisi tra Italia Viva e il gruppo Misto.
Alla ripresa dalla pausa natalizia, il 27 dicembre, quindi, si procederà in Commissione Bilancio alla comunicazione delle ammissibilità. Gli emendamenti ritenuti ammissibili saranno votati dalle 14 alle 19 dello stesso giorno. Il 28 dicembre, invece, il testo sarà in Aula e il 29 si procederà alle votazioni.
Tutto ciò, mentre da Piazza Affari sono arrivate notizie positive: la Borsa di Milano, infatti, si appresta a chiudere il 2023con una crescita del 28% , dunque, meglio di Madrid, che ha raggiunto un +22%, di Francoforte, salita del 19%, e Parigi, in crescita del 16%. Seguono poi, le Borse fuori dalla zona euro, quali: Zurigo, su del 4% e Londra al 3%.
©Riproduzione riservata