di Federica Marengo martedì 19 dicembre 2023
-Proseguono gli scontri tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, con l’Esercito israeliano che ha fatto sapere di “aver eliminato, insieme al fratello, Subhi Ferwana”, uno dei maggiori finanzieri di Hamas, in un’operazione mirata nel centro di Rafah, nel sud di Gaza.
Intanto, mentre Ahmed Kahlot, il direttore dell’ospedale Kamal Adwan di Jabalya (Gaza), che è stato arrestato la settimana scorsa dall’esercito israeliano, ha ammesso che nel suo istituto si svolgono attività dell’ala militare di Hamas, in una riunione con gli ambasciatori stranieri, il Presidente israeliano Herzog, ha detto che “Israele è pronto per un’altra pausa umanitaria e per altri aiuti in modo da rendere possibile il rilascio degli ostaggi” e che “la responsabilità ricade ora interamente su Sinwar e su la leadership di Hamas”.
Inoltre, secondo i media israeliani, in precedenza, Hamas aveva già respinto una proposta di Israele per il rilascio degli ostaggi.
ll Consiglio di Sicurezza dell’Onu, invece, ha iniziato a discutere della situazione in Medioriente, e della questione palestinese, in vista di una bozza di risoluzione formulata dagli Emirati Arabi (per conto dei Paesi arabi e musulmani) per chiedere una sospensione delle ostilità e un forte aumento degli aiuti umanitari a Gaza. I rappresentanti dei Paesi membri stanno esponendo le loro posizioni.
Il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, in conferenza stampa con l’omologo britannico David Cameron ,a margine della XVI° Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori alla Farnesina, ha dichiarato: “Abbiamo accolto molto positivamente le parole del presidente Herzog che annuncia la disponibilità di Israele a un’interruzione delle attività militari per favorire una soluzione sia per quanto riguarda gli ostaggi sia per gli aiuti umanitari. E’ un messaggio molto positivo che arriva da Israele così come avevamo tutti quanti auspicato”.
Poi, alla domanda se l’Italia sosterrà la proposta degli USA , ha risposto affermativamente, “Sì, siamo disponibili ad appoggiare iniziative che portino a una riduzione immediata delle vittime civili”, spiegando: “Ci siamo astenuti perché i testi proposti non esprimevano alcuna condanna nei confronti di Hamas, che è la vera responsabile della crisi in Medioriente. Adesso, invece, il Consiglio di sicurezza potrebbe votare un testo proposto dagli Stati Uniti che invita Israele a lavorare per la fine delle operazioni militari, riconoscendo le responsabilità di Hamas”.
Tuttavia, nel corso del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla Striscia, il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medioriente, Tor Wennesland, ha detto: “I passi di Israele per consentire gli aiuti a Gaza sono molto al di sotto di ciò che è necessario”.
Poi, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha sospeso la riunione per le consultazioni sulla bozza di risoluzione preannunciata dagli Emirati Arabi per “una pausa ampia ed estesa dei combattimenti finalizzata ad aumentare gli aiuti umanitari, anche via cielo e mare”. Cosicché, il voto, previsto per la mattinata di oggi , dopo il rinvio di ieri, potrebbe slittare ancora.
Nel frattempo, nello Yemen , i ribelli Houthi, legati all’Iran, che però nega il sostegno ai miliziani in tali operazioni, hanno compiuto un nuovo attacco contro una nave tra le coste di Gibuti e lo Stretto di Bab el-Mandeb. I miliziani, nonostante l’annuncio da parte degli USA della costituzione di una coalizione di protezione marittima, di cui farà parte anche l’Italia, tramite il portavoce del gruppo, Mohammed Abdul Salam, hanno affermato che proseguiranno i loro attacchi nel Mar Rosso “ogni 12 ore”, avvertendo: “Colpiremo le navi di ogni Paese che ci attacca. Anche se l’America riuscisse a mobilitare il mondo intero, le nostre operazioni militari non si fermeranno, a prescindere dai sacrifici che ci costerà; prenderemo di mira sono le navi destinate esclusivamente a Israele. L’obiettivo è fare aumentare la pressione sullo Stato ebraico, affinché fermi la sua aggressione e tolga l’assedio di Gaza”.
Un altro esponente dei ribelli, invece, Mohammed Ali Al-Houthi, in un’intervista alla tv iraniana, Al-Alam, ha detto “Attaccheremo le navi di qualsiasi Paese che agirà contro di noi nel Mar Rosso. Qualsiasi Paese che si muove contro di noi avrà le sue navi prese di mira”.
Per il Pentagono, “Gli attacchi degli Houthi rappresentano una minaccia per il commercio internazionale”.
Sulla stessa linea, l’Italia. Il ministro della Difesa Crosetto, infatti, con il capo del Pentagono, Austin, ha anticipato al 24 dicembre l’invio nel Mar Rosso della fregata europea multi-missione “Virginio Fasan”, inizialmente previsto per febbraio. La nave farà parte dell’operazione “Atalanta”, alla quale l’Italia già partecipa dal 2009 assieme ad altri Paesi e dovrà pattugliare le zone marittime tra il Mar Rosso, il Golfo di Aden e l’Oceano Indiano, al fine di proteggere il transito delle navi mercantili.
A tal proposito, il ministro Crosetto, lanciando l’allarme “porti deserti” e , replicando alla richiesta da parte delle Commissioni Esteri e Difesa del Pd alla Camera di riferire sull’invio della suddetta fregata italiana nel Mar Rosso, ha dichiarato: “Riferirò quanto prima. Ma occorre intervenire presto per evitare conseguenze economiche gravi da blocco del Canale di Suez”.
Preoccupazione al riguardo è stata espressa poi dal Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, che, in conferenza stampa con l’omologo britannico Cameron , a margine della XVI° Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori alla Farnesina, ha detto: “Tra Italia e Regno Unito c’è una comune preoccupazione per quello che accade nel Mar Rosso”.
Tornando al ministro della Difesa Crosetto, quest’ultimo, stamane, ha tenuto alla Camera un’Informativa urgente sulle sue dichiarazioni rilasciate qualche settimana fa in un’intervista a Il Corriere della Sera sul ruolo di “opposizione giudiziaria” al Governo che , a suo dire, rivestirebbe una parte della Magistratura.
Nel corso della sua Relazione a Montecitorio, il ministro Crosetto , che nei giorni scorsi ha avuto un incontro chiarificatore con il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Santalucia, ha detto: “Mi era stato riferito che in varie riunioni ufficiali della magistratura e congressi venivano dette delle cose che dovevano sollevare preoccupazioni istituzionali, un dibattito. Il mio non è stato un attacco alla magistratura, le mie sono state riflessioni e preoccupazioni riguardo ad alcune tendenze che vedo emergere non in modo carbonaro ma in modo molto evidente. Penso sia legittimo che noi ci chiediamo e definiamo, con questo Parlamento e non il governo, le regole entro le quali si confrontano, interagiscono, lavorano i poteri dello Stato: la rappresentanza appartiene alla politica. La rappresentanza non appartiene alla magistratura e neppure all’Esecutivo: appartiene per la Costituzione a quest’aula e a quella del Senato, appartiene al Parlamento. Il mio non è stato un attacco alla magistratura, perché io ho un profondo rispetto per l’ordine della magistratura. Le mie sono state alcune riflessioni e preoccupazioni riguardo ad alcune tendenze che vedo emergere nelle discussioni dei magistrati.
E’ la seconda volta che vengo a parlare di questo tema e non per un atto normativo o per qualcosa che riguardi la mia attività di governo, ma per aver risposto ad una ventina di domande. Ho capito che esiste da parte della magistratura la percezione di un attacco. Penso che nessun potere, nessun organo dello Stato debba sentirsi sotto attacco da parte di un altro, o limitato nelle sue azioni dall’altro. Sarebbe l’ora di costruire un tavolo di pace nel quale si definiscono le regole per la convivenza nei prossimi anni. Non è possibile che ci sia uno scontro dal ’94 a oggi senza riportare la discussione e la composizione all’interno di quest’aula, che per la Costituzione è il luogo dove le regole vengono fatte. Posso chiedermi che senso ha pensare in una democrazia che si riferisce all’avanguardia avere tre, quattro persone al giorno che finiscono ingiustamente nelle carceri italiane? e non parlo dei potenti. I potenti raramente finiscono in carcere. Parlo di migliaia di persone, sconosciute, che finiscono ingiustamente ogni giorno in carcere senza alcuna motivazione. Le cose che vi ho detto voglio che rimangano agli atti. Ci sarà un domani nel quale di queste cose dovremo rispondere, sono regole basilari democrazia, queste cose dovrebbero interessare non me, ma tutti noi. Sono alcune delle opinioni che ho su un tema fondamentale. Se voi guardate gli indici degli investitori istituzionali, vedrete che noi siamo fra gli ultimi al mondo per come funziona la nostra giustizia e non è un attacco alla magistratura. Il processo civile dura più del doppio che in altri paesi e gli investitori, anche italiani, quando devono trasferire la sede di una holding vano all’estero. Questa è una cosa che ci riguarda? Oltre 30mila persone in carcere senza motivo e poi assolte sono una cosa che ci riguarda?. Io ,non ritengo che il colpevole di queste cose che non funzionano sia la magistratura, sarebbe troppo facile dar la colpa al magistrato, se non ha strumenti, non ha possibilità di fare non può risponderne. La colpa è complessiva, parte da qua anche quella, parte dal governo, da chi in questi anni si è concentrato su uno scontro senza risolvere problemi che toccavano le aziende e i cittadini normali. E all’interno di questi ci sono quelle regole di cui dicevo prima: guardate che la prevedibilità del giudizio è la base democratica della convivenza civile, il fatto che un cittadino o un’azienda sappia se da un determinato comportamento discende una colpevolezza oppure gli dà la sicurezza di essere nella legge, di rispettarla, ci interroga su quanto la giurisprudenza possa ampliare i margini definiti dalla legge, se questo rende insicura la percezione del cittadino e magari lo fa investire all’estero e non in Italia. Quando leggo che esiste una legittima discussione all’interno della magistratura sul ruolo che la magistratura debba avere e si ipotizza che debba avere un ruolo che va al di là, secondo me, di quello che la Costituzione gli attribuisce, io penso che sia giusto riportare all’interno di quest’Aula il dibattito su quale deve essere il ruolo, su quali devono essere i confini, non solo della magistratura ma anche del parlamento e del governo: ognuno sulle sue cose.
Per questo mi preoccupano frasi che dicono “Noi dobbiamo sostituire l’attività legislativa perché il Parlamento non ha il coraggio di intervenire in modo specifico su alcune leggi” e quindi la giurisdizione deve intervenire e operare al posto del Parlamento. Io non penso sia quello il ruolo della magistratura e lo dico nel rispetto di migliaia di magistrati che ogni giorno lavorano e operano secondo la legge e secondo i dettami costituzionali e lo dico perché questo dibattuto va portato in quest’Aula”.
A replicare in Aula, per le Opposizioni, la responsabile Giustizia del Pd, Serracchiani, che ha detto: “A me pare che le vicende giudiziarie di questi mesi dimostrano che non c’è alcun attacco delle toghe rosse al contrario quel che si registra e ci preoccupa è una crescente tentazione delle procure ad allinearsi all’indirizzo della nuova maggioranza una certa ritrosia a mandare a processo i potenti, ci sembra un assaggio di quello che potrebbe diventare la giustizia italiana dopo la separazione delle carriere, una giustizia che non ci piace, perché per noi la legge è uguale per tutti. Vogliamo respingere una narrazione che trova fondamento in 20 anni di berlusconismo, periodo che pensavamo fosse finito. Le vicende giudiziarie di questi mesi dimostrano che non c’è complotto delle toghe rosse ma un tendente indirizzo delle procure ad allinearsi alla maggioranza, una certa ritrosia a mandare a giudizio i potenti. Non ci piace. Per noi la legge è uguale per tutti. Immaginate rischi per il vostro governo per un’azione della magistratura, probabilmente per coprire i fallimenti emersi clamorosamente con la manovra finanziaria, ma quello che state facendo sulla Giustizia dimostra quali siano i veri vostri obiettivi. Invece delle sfide per una giustizia efficiente per i cittadini, ci costringete a parlare di separazione delle carriere, riforma che porterà inevitabilmente a superare l’obbligatorietà dell’azione penale e il principio di eguaglianza davanti alle leggi. Una giustizia che non ci piace, perché per noi le legge è uguale per tutti”.
Per il M5S, invece, Valentina D’Orso , ha dichiarato: “ Ci preoccupa il fatto che volete scardinare l’equilibrio tra i poteri con le riforme costituzionali e la separazione delle carriere. Troverete il Movimento 5 Stelle a fare le barricate in difesa della Costituzione, sempre”.
Dalla Maggioranza, il deputato di FI, Mulè, ha sollecitato il Guardasigilli Nordio, presente all’Informativa, insieme con il ministro per l’Autonomia differenziata Calderoli e con il ministro della Pubblica Amministrazione Zangrillo, ad approvare al più presto la riforma della Giustizia e della magistratura.
Il ministro Crosetto, poi, nel pomeriggio, si è recato al Copasir (Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica italiana) dove ha presentato il decreto con l’ottavo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina e ha fatto sapere che tale decreto sarà discusso e votato in Parlamento a gennaio.
In merito alla guerra in Ucraina, il Vicepremier e ministro per gli Affari Esteri Tajani, a margine della Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori alla Farnesina, dopo l’incontro con l’omologo britannico Cameron, che ha ribadito il sostegno della Gran Bretagna a Kiev, ha detto : “E’ stato un “incontro bilaterale molto positivo, c’è una visione comune tra i nostri paesi sul sostegno da dare all’Ucraina per difendere la sua indipendenza e per far rispettare il diritto internazionale. Abbiamo una comune visione anche della situazione in Medio Oriente” e sulla “condanna fermissima degli attacchi di Hamas che hanno provocato questo nuovo incendio”.
Proprio alla Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori, la Presidente del Consiglio, Meloni, assente per via di uno stato influenzale, a causa del quale ha disdetto tutti gli impegni della giornata, ha inviato un messaggio, nel quale ha sottolineato: “L’Italia introdurrà per la prima volta nell’agenda del G7 le questioni migratorie. Priorità che questo governo ha posto in ogni sede e che con il Processo di Roma, avviato a luglio con la Conferenza su Migrazioni e Sviluppo, coinvolgendo le Nazioni mediterranee, africane e del Golfo, si pone due obiettivi fondamentali: sconfiggere gli schiavisti del terzo millennio da un lato, e affrontare le cause alla base della migrazione dall’altro, con l’obiettivo di garantire il primo dei diritti, che è il diritto a non dover emigrare, potendo trovare nella propria terra le condizioni necessarie a costruire la propria realizzazione. Dalle Nazioni che ti ospitano non bisogna portare via qualcosa, ma lasciare qualcosa e costruire qualcosa insieme a loro. Questa è la nostra visione. Ed è anche per questo che nel mondo c’è grande domanda d’Italia e le porte sono più che aperte. È un’occasione di cui dobbiamo essere consapevoli e che non possiamo sprecare. A partire proprio dall’Africa. Purtroppo, per troppi anni, in Europa e in Occidente si è commesso l’errore di guardare ai fenomeni che hanno interessato il Continente africano, una guerra, una rivolta, una carestia, l’instabilità di questo o quel governo, come a singoli eventi legati ad una emergenza circoscritta. È stato un errore strategico, che ci ha portati spesso ad analizzare quei fenomeni con gli occhi del momento e a dover gestire le inevitabili conseguenze sprovvisti di una progettualità più ampia. E invece l’Africa, per essere capita nel profondo, ha bisogno di uno sguardo d’insieme e di una regia ad ampio spettro. Noi vogliamo offrire tutto questo con un grande Piano di cooperazione, sviluppo e partenariato paritario che porta il nome di un nostro grande connazionale, Enrico Mattei. La ‘formula Mattei’ ha avuto successo in passato perché ha saputo coniugare l’esigenza di una Nazione come l’Italia di rendere sostenibile la sua crescita con quelle degli Stati partner di conoscere una stagione di sviluppo e progresso. Noi siamo ripartiti da quella formula per dire che noi, in Africa, non vogliamo fare la carità, ma vogliamo aiutarla a prosperare su ciò di cui dispone. E l’Africa non è un continente povero, ma ricchissimo, in particolare di risorse strategiche. Infatti, l’Africa ha la metà delle risorse minerarie del pianeta, tra cui abbondanti terre rare, e dispone del 65% di terreni stabili, che con adeguate tecnologie e adeguata formazione può garantire autosufficienza alimentare e crescita. E poi le grandi sfide legate all’adattamento ai cambiamenti climatici e alla transizione energetica. L’Italia si candida a diventare un ponte tra l’Africa e il resto d’Europa, uno snodo di energia pulita, sviluppando le infrastrutture (un esempio su tutti il progetto di interconnessione elettrica ELMED tra Italia e Tunisia) e la capacità di generazione necessarie, sia in Patria sia nel Mediterraneo”. Temi – sottolinea ancora Meloni – di cui abbiamo discusso anche nella recente COP28 a Dubai – come sapete in quel forum abbiamo posto l’Italia come primo contributore al Fondo Perdite e Danni con 100 milioni di euro e annunciato che il 70% del Fondo Italiano per il Clima sarà destinato all’Africa e che torneremo ad affrontare nella prossima Conferenza Italia-Africa, in agenda per il 28 e 29 gennaio a Roma. In quell’occasione presenteremo la cornice politica e le grandi direttrici di intervento del Piano Mattei: cultura e formazione; salute; agricoltura; energia; sviluppo economico e infrastrutturale; contrasto al terrorismo e ai trafficanti di esseri umani”.
Stamane, inoltre, si è tenuta a Palazzo Chigi la Cabina di regia sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, presieduta dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Fitto ,alla presenza dei Ministri e dei Sottosegretari preposti, per la verifica del conseguimento dei 52 obiettivi connessi alla V° rata del nuovo Piano italiano, approvato dal Consiglio europeo lo scorso 8 dicembre. Come si legge nella nota diffusa dalla Presidenza del Consiglio: “La Cabina di regia al termine di una circostanziata verifica ha preso atto dello stato di attuazione degli obiettivi previsti nella quinta rata, tra i quali figurano importanti misure come l’aggiudicazione degli appalti del settore idrico, l’elettrificazione della linea ferroviaria nel Mezzogiorno e la tratta Ferroviaria Salerno-Reggio Calabria. In tema di ambiente sono previsti interventi per il potenziamento delle condotte, della depurazione e per la realizzazione degli impianti per la valorizzazione dei rifiuti. In tema di pubblica istruzione è in programma l’entrata in vigore della riforma dell’organizzazione del sistema scolastico, nonché l’aggiudicazione di tutti gli appalti per la realizzazione dei nuovi plessi. Sono, inoltre, previsti significativi traguardi in tema di digitalizzazione, con particolare riferimento al Ministero della difesa, della giustizia, al Consiglio di Stato, all’Inps e all’Inail.
“La Cabina di regia di oggi, con la puntuale verifica di tutti gli obiettivi della quinta rata all’indomani dell’approvazione definitiva del nuovo PNRR da parte del Consiglio europeo – spiega il Ministro Fitto – permetterà al Governo di dare seguito alla richiesta di pagamento entro fine anno, per proseguire nell’azione di sostegno alla crescita economica e per raggiungere, con i nuovi investimenti inseriti nel piano, gli obiettivi del potenziamento della competitività industriale, della transizione verso energie pulite e dell’indipendenza energetica dell’Italia”.
Quanto stabilito dalla Cabina di regia consentirà, infatti, all’Italia di presentare formalmente alla Commissione europea entro il 31 dicembre 2023 – unico Stato membro finora – la richiesta di pagamento della quinta rata, pari a 10,5 miliardi di euro, che nei prossimi mesi si aggiungeranno ai 16,5 miliardi di euro della quarta rata, in dirittura d’arrivo entro fine anno.
“Il pagamento della terza rata e quello imminente della quarta, la verifica dello stato di attuazione degli obiettivi della quinta rata e, soprattutto, la definitiva approvazione del nuovo PNRR italiano, salvaguardando le risorse finanziarie e le opere programmate, implementando le riforme e alimentando nuovi investimenti strategici per la crescita strutturale dell’Italia, concludono un anno di positivo lavoro sul PNRR – sottolinea Fitto – portato avanti dal Presidente Meloni e dal Governo tutto, in costruttiva collaborazione istituzionale con la Commissione europea, con il macro obiettivo di mettere concretamente a terra i progetti, per dare una risposta tangibile, in termini di efficienza ed efficacia dell’azione governativa, alle legittime aspettative delle imprese e degli italiani“.
La Premier Meloni, sempre tramite nota, ha così commentato l’esito della Cabina di regia: “Oggi il Governo ha centrato un altro obiettivo estremamente importante. La cabina di regia del PNRR ha ratificato il raggiungimento dei 52 obiettivi necessari per consentire all’Italia di presentare, entro il 31 dicembre 2023, alla Commissione europea la richiesta per la quinta rata da 10,5 miliardi di euro. Traguardo che si somma al primato già raggiunto dall’Italia, ovvero quello di essere la prima Nazione in Europa ad aver presentato la quarta richiesta di pagamento del PNRR. Questo ci consentirà di ricevere nei prossimi giorni la somma di 16,5 miliardi di euro relativi alla quarta rata e di far salire complessivamente la quota già incassata a circa 102 miliardi di euro, più della metà dell’intero Piano di ripresa e resilienza. Ringrazio il Ministro Fitto, tutti i Ministri e le Amministrazioni centrali e locali che hanno contribuito a questo grande risultato, che testimonia ancora una volta lo straordinario lavoro portato avanti in questi mesi”.
A seguire, a Palazzo Chigi, si è tenuto il Consiglio dei Ministri che , tra gli altri provvedimenti ,ha approvato due decreti legislativi di attuazione della delega fiscale (fiscalità internazionale e adempimenti e versamenti) , un nuovo decreto legislativo con disposizioni relative alle gare dei giochi a distanza e un decreto per la proroga di un anno delle cessioni di armi, mezzi e forniture all’Ucraina. Rinviato invece al prossimo Cdm l’ok ai 3 scaglioni Irpef, per un approfondimento tecnico in coerenza con la Legge di Bilancio in via di approvazione alle Camere.
Avviata , “su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, la procedura per il conferimento dell’incarico di Presidente dell’Istituto nazionale della previdenza sociale -Inps” all’avvocato Gabriele Fava e “al professor Fabrizio D’Ascenzo dell’incarico di Presidente dell’Istituto nazionale per l’assicurazione nazionale contro gli infortuni sul lavoro – Inail”.
Quanto alla ratifica del Trattato del nuovo Meccanismo di Stabilità europeo (Mes), il Governo ha rinviato la presentazione di un parere sulla suddetta proposta di legge di ratifica in Commissione Bilancio alla Camera. La relatrice Ylenja Lucaselli , di FdI, infatti, ha rivolto alcune domande al sottosegretario all’Economia Federico Freni della Lega, in merito ai profili di copertura finanziaria, per rispondere alle quali il sottosegretario avrebbe chiesto 24 ore di tempo.
Le Opposizioni, in segno di protesta, hanno così deciso di abbandonare l’Aula.
Al riguardo, su X, il responsabile economico di Italia Viva,Luigi Marattin , allegando documento, ha scritto: “Ho tirato fuori questa nota del 21 giugno, con cui il Mef analizzava gli effetti finanza pubblica di una eventuale ratifica, e ho chiesto in cosa non fornisse già le risposte alle domande della maggioranza. Va bene tutto, ma la presa in giro penso non sia dignitosa in primo luogo per la maggioranza”.
Per la responsabile Lavoro del Pd e componente della commissione Bilancio della Camera ,Maria Cecilia Guerra: “Problemi di copertura non ce ne sono come ha dichiarato il ministro dell’Economia in un documento protocollato il 9 giugno. Non si capisce perché la commissione Bilancio non possa dare un suo parere, è una manovra dilatoria che snatura la Commissione per problemi politici dentro la maggioranza che non si è in grado di affrontare”.
La relatrice di maggioranza, Ylenia Lucaselli ha replicato alle Opposizioni , evidenziando: “Questa maggioranza e questo governo devono rispondere di tutti i problemi creati negli ultimi 10 anni e che noi oggi ci ritroviamo sul tavolo. Capisco che è difficile avere una maggioranza che per rispetto su alcuni temi importanti chieda e aspetti degli approfondimenti, approfondimenti che verranno dati domani, non tra un mese. Capisco il livore dei colleghi ,ma direi che il caso è chiuso”.
Domani mattina, quindi, prima della conferenza dei capigruppo della Camera ,fissata per le 9:00 , su richiesta delle Opposizioni, si dovrebbe tenere una nuova riunione della Commissione Bilancio della Camera.
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