di Federica Marengo venerdì 1° dicembre 2023
-All’indomi della liberazione da parte di Hamas degli ultimi otto ostaggi: due cittadine russe nel pomeriggio e cinque cittadine israeliane in tarda serata, assieme a un diciottenne e, della scadenza dei termini della tregua, sono ripresi i combattimenti tra il gruppo di miliziani di Hamas e l’esercito di Israele, che ha accusato Hamas di aver violato la tregua, non liberando tutte le donne e sparando dei razzi verso la città. Hamas, inoltre, ha rivendicato l’attentato a Gerusalemme di ieri compiuto da due uomini, in cui sono morte quattro persone, tra cui una donna incinta.
Quindi, Israele ha ripreso i raid contro obiettivi di Hamas a sud della Striscia di Gaza e il ministro della Sicurezza nazionale israeliana, Ben Gvir ha esortato l’esercito a : “Martellare con tutta la potenza”, riecheggiato dal Premier Netanyhau, che ha esortato: “Ora si vada avanti fino alla distruzione di Hamas”.
Tuttavia, la mediazione di Qatar , Egitto e USA, per la tregua umanitaria e la liberazione degli oggi (145 sono gli ostaggi che devono ancora essere rilasciati) prosegue, mentre Il kibbutz di Nir Oz ha annunciato che uno dei suoi membri fondatori, Arieh Zalmanovich “è stato ucciso durante la prigionia a Gaza”.
Gli USA hanno chiesto a Israele la costituzione di zone sicure per i civili nella Striscia e, secondo il sito della Reuters , che cita fonti egiziane e regionali, “Israele ha informato diversi Stati arabi che vuole creare una zona cuscinetto sul lato palestinese del confine di Gaza, per prevenire futuri attacchi, come parte delle proposte per l’enclave dopo la fine della guerra”.
Nel frattempo, Al Jazeera ha reso noto che “Il gruppo libanese di Hezbollah ha rivendicato un attacco col quale ha preso di mira soldati israeliani con armi adeguate vicino a una posizione militare lungo la frontiera con Israele. L’annuncio segna il primo attacco rivendicato dal gruppo dalla scadenza della tregua questa mattina. Hezbollah e Israele avevano ampiamente rispettato una pausa non dichiarata lungo il confine durante la scorsa settimana, nel corso della tregua concordata con Hamas. Il gruppo libanese ha affermato che il confine con Israele rimarrà una linea attiva del fronte finché continuerà l’aggressione di Israele contro Gaza”.
Hamas, invece, in serata, ha fatto sapere che i raid israeliani sulla Striscia hanno ucciso tre giornalisti.
Il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri , Tajani, ai microfoni di Radio24 , ha dichiarato in merito: “Hamas non vuole il dialogo, ma lavoriamo per gli ostaggi. Il dialogo internazionale continua”.
La Presidente del Consiglio Meloni, invece, a Dubai, per partecipare alla 28° Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, ha avuto un incontro con il Presidente turco Erdogan, al termine del quale ha evidenziato che: “La Turchia ha un ruolo per evitare l’ allargamento del conflitto”.
In merito a tale incontro, Palazzo Chigi, tramite una nota, ha fatto sapere: “Durante l’incontro è stata ribadita la comune soddisfazione per gli eccellenti rapporti bilaterali e per la costante crescita dei rapporti economici in diversi settori. Nel corso dello scambio di vedute sono stati affrontati gli ultimi sviluppi della crisi a Gaza. Il Presidente del Consiglio ha auspicato una nuova pausa umanitaria e sottolineato il ruolo della Turchia nell’evitare di allargare il conflitto al resto della regione. Entrambi i leader hanno riaffermato la volontà di contribuire alla sicurezza e alla stabilità in questa difficile fase della regione e l’importanza di iniziare sin d’ora a lavorare per una soluzione politica .Il Presidente del Consiglio ha informato il Presidente Erdogan sugli aiuti umanitari italiani giunti via Egitto, sull’arrivo della nave Vulcano per la cura di pazienti minori da Gaza e sul team di medici a sostegno degli ospedali emiratini.
I due Leader hanno sottolineato l’importanza di mantenere uno stretto coordinamento sull’evolversi della crisi”.
Il Presidente turco Erdogan , a sua volta, nel corso dell’incontro con la Presidente Meloni, avrebbe detto che: “E’ essenziale prendere misure efficaci per fermare Israele in modo tale da porre fine alle uccisioni a Gaza. E’ importante una stretta cooperazione con l’Italia per arrivare alla fondazione di uno Stato sovrano palestinese, basato sui confini del 1967”.
La Premier, poi, ha avuto un breve incontro anche con il Presidente dello Stato d’Israele, Isaac Herzog, nel quale, come si legge sempre in una nota di Palazzo Chigi, “Ha espresso la piena solidarietà del governo italiano a seguito del nuovo grave attentato rivendicato da Hamas che ha portato ieri all’uccisione di tre cittadini israeliani a Gerusalemme e alla fine della pausa umanitaria a Gaza.
L’Italia è al fianco del popolo israeliano in questo difficile momento e continua a lavorare per una pace duratura.
Meloni e Herzog hanno concordato di continuare a tenersi in stretto contatto sulla crisi in corso.
Continua l’impegno umanitario italiano per Gaza, in coordinamento anche con Israele, tramite l’invio di medici pediatri negli Emirati Arabi Uniti e l’arrivo della nave Vulcano ad Al Arish”.
Infine, la Presidente del Consiglio ha incontrato il Primo Ministro del Libano, Najib Miqati, con cui ha avuto uno “scambio di vedute sulla crisi a Gaza e sulla situazione al confine sud del Libano. I due Leader hanno convenuto di incontrarsi di nuovo prossimamente”.
Proprio nell’ambito della Cop28, la Presidente del Consiglio Meloni, ha tenuto due interventi: il primo, al Leader’s event , dal titolo: “Transforming Food Systems in the face of Climate Change”,nel quale ha dichiarato: “Vorrei innanzitutto ringraziare la Presidenza per l’invito a questo importante evento e per il fermo impegno della sua leadership – anche con la Dichiarazione che adottiamo oggi – nei confronti di un tema su cui l’Italia è da tempo impegnata. Come hanno riconosciuto le Nazioni Unite scegliendo di ospitare a Roma la sede delle agenzie dell’ONU che si occupano di sistemi alimentari, e come ha dimostrato il recente Vertice sui Sistemi Alimentari dell’ONU, che si è tenuto anch’esso a Roma lo scorso luglio.E non potrebbe essere altrimenti, perché il sistema alimentare italiano è tra i più avanzati e rinomati al mondo. Penso, ad esempio, ai principi della Dieta Mediterranea, che non appartengono solo all’Italia e al Mediterraneo, ma a tutto il mondo. Siamo consapevoli di quanto il nostro know-how possa essere prezioso anche per gli altri, per cui la sicurezza alimentare per tutti è anche una delle priorità strategiche della nostra politica estera. Per questo motivo una parte molto consistente del nostro Piano Mattei per l’Africa – un progetto basato sulla collaborazione paritaria con il continente africano – è destinata al settore agricolo. Ma il nostro obiettivo non è fare beneficenza, perché la mia idea è che l’Africa non ha bisogno di beneficenza, ma di qualcosa di diverso, ovvero la possibilità di competere in condizioni di parità. Quindi dobbiamo aiutare il continente a prosperare con le proprie risorse, e l’Africa detiene, tra l’altro, il 65% delle terre coltivabili del pianeta che, con tecnologie adeguate e formazione adeguata, possono garantire una produzione alimentare autosufficiente e crescita economica. E dirò di più. Non solo siamo fermamente impegnati sulla sicurezza alimentare, ma vogliamo essere impegnati sulla salubrità del cibo. La sfida che dobbiamo affrontare non è solo quella di garantire cibo per tutti, ma quella di garantire cibo sano per tutti. Non vogliamo considerare la produzione di cibo come carburante per la sopravvivenza, ma la vogliamo considerare un mezzo per vivere una vita sana. In questo contesto riveste un ruolo fondamentale la ricerca, ma – lo voglio dire chiaramente – non per produrre cibo in laboratorio, e magari andare verso un mondo in cui i ricchi possono mangiare cibo naturale mentre il cibo sintetico è diretto ai poveri, con impatti sulla salute che non possiamo prevedere. Non è questo il mondo che voglio vedere. Il mondo che voglio vedere è un mondo in cui viene preservato il legame che, attraverso i millenni, ha unito la terra e l’uomo, il lavoro e l’alimentazione, un mondo in cui la ricerca è in grado di contribuire a ottimizzare questo legame. Garantire colture resistenti alle malattie e resilienti ai cambiamenti climatici, ma anche ideare tecniche agricole sempre più moderne e innovative, in grado di migliorare sia la qualità che la quantità di produzioni e di ridurre le esternalità negative come l’eccessivo consumo di acqua. È su questo che siamo impegnati. Ovviamente è necessario dedicare risorse adeguate al nesso tra clima e sistemi alimentari. Questo è uno degli obiettivi del Fondo italiano per il clima da 4 miliardi di euro, di cui il 70% sarà destinato ai Paesi africani. Contribuiamo anche al ‘loss and damage fund’ con 100 milioni di euro per aiutare a raggiungere gli obiettivi di questa COP28.Infine, queste sfide saranno anche al centro della Presidenza italiana del G7 l’anno prossimo, durante la quale intendiamo promuovere strumenti innovativi, basandoci sui risultati della COP28, a partire dalla Dichiarazione importante che firmiamo oggi”.
Il secondo intervento della Premier, invece, si è svolto nell’ambito del GST High Level Event on Adaptation”, nel quale , in merito al tema del contrasto ai cambiamenti climatici, ha detto: “Nonostante i progressi compiuti dopo l’Accordo di Parigi, continuiamo ad affrontare un evidente “divario di adattamento”. E risposte inadeguate non solo amplificano gli impatti dei cambiamenti climatici, ma aumentano le tensioni per la scarsità delle risorse e ostacolano i progressi verso uno sviluppo sostenibile. Ritengo quindi che questo primo Global Stocktake debba segnare un punto di svolta, inviare un chiaro messaggio politico e costruire un quadro più efficiente per i nostri sforzi comuni .L’adattamento è una priorità per tutti, e lo è anche per l’Italia che, in quanto Nazione del Mediterraneo – una delle aree geografiche del pianeta identificate come un “hot spot” climatico – è ben consapevole delle proprie responsabilità, non solo interne ma anche nel contesto globale. Per questo motivo stiamo lavorando con determinazione per rispondere all’appello lanciato alla COP26 affinché le Nazioni industrializzate raddoppino, collettivamente ed entro il 2025, il loro sostegno per aiutare le Nazioni in via di sviluppo ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico. L’Italia intende destinare una quota estremamente significativa del Fondo italiano per il clima – la cui dotazione complessiva è di 4 miliardi di euro – alle Nazioni più vulnerabili dell’Africa, per iniziative di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Ma non attraverso un approccio di beneficenza, perché non penso che l’Africa abbia bisogno di beneficenza. Ha bisogno di essere messo nelle condizioni di competere su un piano di parità, per crescere e prosperare grazie alla moltitudine di risorse di cui il continente dispone. Una cooperazione tra pari, rifiutando approcci paternalistici e predatori .Sono inoltre lieta di annunciare che l’Italia contribuirà con 100 milioni di euro al lancio del ‘Loss and Damage Fund’, a beneficio delle Nazioni più vulnerabili. Credo che la Presidenza abbia fatto un ottimo lavoro in questo senso, quindi spettava a noi dare il nostro segnale di ciò che pensiamo del lavoro che avete svolto. Da un lato, essere efficaci richiede una grande quantità di risorse, che il settore pubblico da solo non sarà in grado di mobilitare, quindi è fondamentale accompagnare lo sforzo pubblico con il coinvolgimento degli investimenti privati, garantendo un mercato aperto alla libera concorrenza ma protetto dalla concorrenza sleale. D’altro lato, neanche la capacità di mobilitare molte risorse sarà sufficiente se non riusciremo a garantire e facilitare l’accesso a queste risorse, rafforzando la promozione di climi finanziari favorevoli e lavorando su regimi di assicurazione legati ai rischi climatici, come già sta facendo l’Italia. Il ruolo delle Banche Multilaterali di Sviluppo è fondamentale, ma non possiamo nascondere il fatto che devono essere riformate e adattate al contesto attuale. È chiaro che le singole Nazioni possono fare poco senza la collaborazione internazionale, ed ogni sede multilaterale deve saper fare la sua parte. Ed è quello che intendiamo fare anche con la nostra Presidenza del G7 l’anno prossimo”.
Restando in tema di alimentazione, il Presidente della Repubblica, Mattarella , ha promulgato oggi la legge contenente le disposizioni di divieto della carne coltivata. Il Quirinale, quindi, ha reso noto che il governo ha trasmesso il ddl alla Commissione europea con l’impegno a conformarsi a eventuali osservazioni che dovessero essere formulate nell’ambito della procedura di notifica e la portavoce della Commissione Europea per il Mercato Interno, Johanna Bernsel ,ha confermato la notifica del provvedimento , il quale verrà esaminato per valutare se è in linea con il diritto Ue.
Un vero e proprio bilancio del primo anno di Governo è poi stato tracciato dalla Presidente Meloni, in un’intervista esclusiva rilasciata al Tg Poste, in cui ha espresso il suo apprezzamento per il ruolo e le attività di Poste Italiane nel Paese : dal progetto Polis alla prima piattaforma online per il made in Italy nel mondo.
Nella suddetta intervista, la Premier ha dichiarato: “Quando mi sono presentata alla Camera ho detto che sono una persona abituata smentire i pronostici: intendo smentirne ancora molti. Dopo un anno posso dire di averlo fatto. Se penso a quello che si diceva quando ancora si era in campagna elettorale; sull’isolamento internazionale dell’Italia nel caso in cui ci fosse stato un Governo di centrodestra, segnatamente un Governo a guida Meloni; quello che si diceva sulla reazione che avrebbero avuto gli investitori in Italia; sull’economia che sarebbe crollata, sull’occupazione che si sarebbe persa. E guardo alla realtà di oggi : dopo un anno sono contenta di aver smentito quei pronostici come spesso mi è accaduto di fare. Le delusioni ne ho avute tante, come sempre, sono una persona che non è mai completamente soddisfatta. Penso sempre che si possa fare meglio, sono convinta di dover fare ancora meglio. Quindi, io non ho sassolini nella scarpa da togliermi perché me li sono sempre tolti con i fatti. Dimostrando che non mi sono mai fatta dire dagli altri che cosa potessi o non potessi fare, l’ho sempre deciso io. Vedremo alla fine di questo percorso se eravamo meno bravi, più bravi, all’altezza, non all’altezza. Questo non lo devo giudicare io. Lo devono giudicare gli italiani e loro lo giudicheranno: è l’unico giudizio che mi interessa”.
Poi, ha espresso la sua soddisfazione per il lavoro del Governo nel comune di Caivano: “Un’altra soddisfazione grande è l’impulso determinante alla riqualificazione in corso di Caivano. In Italia abbiamo diverse zone franche, diversi territori nei quali lo Stato a un certo punto ha deciso di indietreggiare; perché ha pensato che fosse troppo difficile risolvere il problema. Penso che uno Stato serio una scelta del genere non la possa fare. Ma so anche che è molto difficile pensare di poter risolvere nello stesso momento, contemporaneamente tutti i problemi che abbiamo sul territorio nazionale. La più grande soddisfazione me l’ha data vedere il post di una mamma che era riuscita finalmente a portare suo figlio al parco a Caivano. A piccoli passi, si mette ogni giorno un pezzetto di mattone. Lo si fa con il contributo di tutti, ma io non mollo finché non riesco a dimostrare che le cose possono cambiare”.
Sul tema immigrazione, poi ,ha sottolineato: “Delusioni ne ho avute tante, come sempre. Io sono una persona che non è mai completamente soddisfatta, pensa sempre che si possa fare meglio. Sicuramente mi aspettavo molto di più dal lavoro quotidiano che ho fatto sull’immigrazione rispetto ai risultati che sono arrivati. Ma a maggior ragione non intendo mollare il colpo finché non porto a casa anche questo risultato. La differenza , la fa come si reagisce anche quando si fallisce. Io quando fallisco ricomincio da capo finché non ce la faccio”.
Infine, a conclusione dell’intervista, chiestole di inviare agli italiani una cartolina con una frase, ha scritto: “Viva l’orgoglio italiano” Dopo un anno da Primo ministro ho girato tantissimo per il mondo. Non ci rendiamo conto di quanta fame d’Italia ci sia nel mondo, di quanto rispetto per l’Italia ci sia nel mondo. Siamo noi gli unici a non crederci. Allora, se noi recuperiamo un po’ d’orgoglio, se noi recuperassimo un po’ della nostra consapevolezza, davvero non avremmo limiti”.
Passando al dossier Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, questa mattina, come si legge in una nota di Palazzo Chigi, si è svolta presso la Sala Verde, “La Cabina di regia PNRR, convocata e presieduta dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, alla presenza dei Ministri, dei loro delegati e dei rappresentanti di Regioni, Province e Comuni, questa mattina ha effettuato una puntuale verifica dello stato di attuazione del Piano e delle proposte normative propedeutiche alla revisione dello stesso, approvata dalla Commissione europea il 24 novembre scorso, che ha previsto l’introduzione della nuova missione REPowerEU, di sette nuove riforme ed il finanziamento e l’implementazione di importanti misure, che risulteranno strategiche per la crescita economica e la modernizzazione del Paese. I lavori della Cabina di regia sono stati avviati richiedendo alle singole amministrazioni contributi per la definizione di un apposito provvedimento normativo di accompagnamento all’attuazione del PNRR e del nuovo capitolo REPowerEU. Le singole amministrazioni si sono impegnate a trasmettere tempestivamente le loro proposte.I lavori della Cabina di regia sono proseguiti con l’aggiornamento in merito all’imminente saldo della quarta rata, pari a 16,5 miliardi di euro e con la verifica del conseguimento dei cinquantadue obiettivi connessi alla quinta rata, propedeutica alla presentazione della relativa richiesta di pagamento. La quinta richiesta di pagamento prevede importanti traguardi in tema di digitalizzazione, con particolare riferimento al Ministero della difesa, della giustizia, Consiglio di Stato, Inps, Inail nonché la piena operatività del sistema nazionale di e-procurement.In tema di infrastrutture si prevedono specifici obiettivi riguardanti l’aggiudicazione degli appalti del settore idrico, dell’elettrificazione della linea ferroviaria nel Mezzogiorno e dell’aggiudicazione della tratta Ferroviaria Salerno Reggio Calabria. In tema di ambiente si prevedono traguardi relativi agli interventi di fognatura e depurazione e in tema di realizzazione degli impianti di rifiuti. In tema di istruzione si prevede l’entrata in vigore della riforma dell’istruzione primaria, secondaria e terziaria nonché l’aggiudicazione di tutti gli appalti delle nuove scuole. Sempre in tema di riforme sarà rendicontato il nuovo codice della proprietà industriale. La Cabina di regia di oggi, strumento sempre più centrale ed efficace nell’attuazione del Piano, – dichiara il Ministro, Raffaele Fitto – è stata utile per una circostanziata verifica dello stato di attuazione degli obiettivi della quinta rata, all’indomani del monitoraggio rafforzato attivato su alcune misure, dell’approvazione della revisione del Piano e delle costruttive interlocuzioni con i servizi della Commissione europea. L’entrata in vigore del piano revisionato – conclude il Ministro Fitto – risulterà fondamentale per raggiungere, strutturalmente, gli obiettivi di competitività, sicurezza energetica e sostenibilità ambientale, attraverso interventi mirati a sostenere la crescita economica.” Il pagamento della quarta rata consentirà all’Italia di superare, durante l’anno in corso, quota 100 miliardi “incassati”, precisamente 101,9 miliardi di euro, rispetto ai 194,4 miliardi complessivi del nuovo Piano.I lavori della Cabina di regia PNRR proseguiranno martedì 6 dicembre, nella Sala Verde di Palazzo Chigi, con le organizzazioni rappresentative del partenariato sociale e con i rappresentanti delle Regioni, anche per l’attivazione di un confronto finalizzato all’attuazione della nuova riforma sulle politiche di coesione”.
Sul fronte economico, infine, Istat, ha rivisto al rialzo le stime trimestrali sulla crescita, registrando un aumento dello 0,1% nel terzo trimestre sia in termini mensili ,rispetto al trimestre precedente, sia nei confronti del terzo trimestre del 2022. Nella stima preliminare diffusa a fine ottobre, invece, il tasso di crescita era risultato nullo sia in termini congiunturali che tendenziali.
Per Istat: “Alla lieve crescita del Pil contribuiscono positivamente sia i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private per 0,4 punti percentuali, sia la domanda estera netta per un punto percentuale, mentre la variazione delle scorte fornisce un contributo negativo”, commenta l’Istat. È “nullo” il contributo sia degli investimenti fissi lordi sia della spesa delle Amministrazioni pubbliche. Cresce dello 0,3% il valore aggiunto dell’industria e dello 0,1% quello dei servizi, mentre risultano ancora in flessione agricoltura, silvicoltura e pesca (-1,2%).Sono positivi gli andamenti di posizioni lavorative, unità di lavoro e ore lavorate, cresciuti rispettivamente dello 0,1%, 0,2% e 0,4%, così come i redditi pro-capite, cresciuti dell’1,1%.Rispetto al trimestre precedente, tra i principali aggregati della domanda interna risultano in crescita i consumi finali nazionali in misura pari allo 0,6%, mentre gli investimenti fissi lordi si riducono dello 0,1%. Le importazioni sono diminuite del 2% e le esportazioni sono aumentate dello 0,6%. La variazione del Pil italiano acquisita per il 2023 è pari a +0,7%, uguale a quella stimata il 31 ottobre 2023”.
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