di Federica Marengo mercoledì 29 novembre 2023
-All’indomani del rilascio da parte di Hamas di 12 ostaggi, 10 israeliani e 2 cittadini stranieri, e di 70 detenuti palestinesi da parte di Israele, Hamas ha inviato la lista del sesto gruppo di prigionieri che intende liberare, in tutto 16 , tra cui 2 cittadine russe e le Brigate al Qassam, la sua ala militare, hanno reso noto che due fratelli israeliani di10 mesi e 4 anni, insieme alla madre, ostaggi a Gaza, sarebbero “stati uccisi in un precedente bombardamento dell’esercito”.
Intanto, se gli USA, con il Presidente Biden e il segretario di Stato Blinken, in procinto di partire per recarsi in Israele e a Ramallah per incontrare Netanyhau e Abu Mazen, e con il Qatar, puntano al estendere la proroga della tregua per liberare più ostaggi possibile e per far giungere alla popolazione di Gaza più aiuti umanitari, Hamas si è detta interessata a prolungare la tregua di altri 4 giorni.
Quanto a Israele, un a fonte politica , citata da Ynet, ha fatto sapere che la tregua non durerà più di dieci giorni, mentre il Premier Netanyhau ha avvertito che , dopo il rientro delle persone sequestrate, l’esercito israeliano tornerà a combattere.
Dalla riunione del Consiglio di Sicurezza Onu, il ministro degli Esteri palestinese, Riyad Al-Maliki, ha dichiarato che : “La tregua deve diventare un cessate il fuoco permanente. Il massacro non può riprendere: questa non è una guerra, è una carneficina che nessuno può giustificare e deve finire”, seguito dal segretario generale delle Organizzazioni Unite, Guterres, che ha sottolineato: “La popolazione di Gaza si trova nel mezzo di un’epica catastrofe umanitaria davanti agli occhi del mondo. Non dobbiamo distogliere lo sguardo. Sono in corso intensi negoziati per prolungare la tregua, cosa che accogliamo con grande favore, ma serve un vero cessate il fuoco umanitario”.
Quindi, il Presidente palestinese Abu Mazen , in occasione della Giornata internazionale di solidarietà con la Palestina , ribadendo che “l’unica soluzione possibile è quella dei 2 Stati“, ha evidenziato che “Gaza è sotto “una minaccia esistenziale che prende di mira deliberatamente e sistematicamente i civili”.
In Italia, invece, il Governo, d’accordo sulla estensione della proroga della tregua sia per liberare gli ostaggi israeliani rapiti durante l’attacco di Hamas che per portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese, è alle prese con una serie di dossier , a cominciare dalla Giustizia.
Al riguardo, infatti, il Guardasigilli Nordio, in un’intervista a Il Corriere della Sera, ha fatto il punto sulla riforma della Giustizia.
In merito al recente via libera in Consiglio dei ministri al decreto legislativo della legge Cartabia, relativo alle “pagelle per i magistrati” e alla stretta sui magistrati fuori ruolo, il ministro della Giustizia , chiarendo che il giudizio sui magistrati verrà dato dal Consiglio Superiore della Magistratura ,senza nessuna interferenza del potere esecutivo, ha precisato che “In Consiglio dei ministri , il provvedimento sull’ordinamento giudiziario è stato da me illustrato compiutamente. E approvato all’unanimità senza intervento di nessuno” e senza divisioni nella Maggioranza.
Riguardo alla mancata introduzione nei provvedimenti dei test psicoattitudinali anche per i magistrati, il ministro Nordio ha spiegato che :”Non era inserito nel testo del provvedimento. Che era stato oggetto di una lunga elaborazione del nostro ufficio legislativo. E mia personale. Trattandosi di materia tecnica che credo di conoscere. Il tema dell’esame psicoattitudinale è tutt’altra cosa. Nelle mie pubblicazioni degli ultimi venti anni ho scritto che questo esame è previsto per la polizia giudiziaria. Quindi non sarebbe uno scandalo se fosse esteso ai pm che ne sono i capi. Anzi a dire il vero io parlo di esame psichiatrico. E allora? Ma da lì a dire che mi sono scontrato con il sottosegretario Mantovano ce ne corre. Si tratta di argomento delicatissimo. Che va discusso con grande pacatezza e con le interlocuzioni del Csm e degli ordini forensi”.
Infine, sui tempi di attuazione della Riforma della Giustizia, a fronte delle critiche giunte dall’Opposizione, in particolare dal leader di Italia Viva Renzi , che ha accusato la Maggioranza e la Premier di aver messo da parte la riforma, il Guardasigilli Nordio, indicando la prossima primavera come tempistica nella quale approderà sul tavolo del Consiglio dei Ministri il progetto di riforma costituzionale sulla separazione delle carriere, ha replicato: “Non so più come dirlo. Il primo pacchetto della riforma Nordio è all’esame del Senato. E quindi non dipende più da me. L’altra, che inciderà radicalmente sulle intercettazioni, sarà proposta tra poco, di concerto con il grande lavoro fatto dalla Commissione presieduta da Giulia Bongiorno. Altre sono in cantiere, secondo un cronoprogramma che stiamo rispettando. Anche la separazione delle carriere è consustanziale è nel nostro programma e non bloccata. Semplicemente deve seguire quella, politicamente più importante, del premierato. E poiché un eventuale referendum che le contemplasse entrambe creerebbe confusione nelle urne, si procede separatamente. La verità è che certe riforme radicali ,non si possono fare in pochi mesi: devono essere omogenee e sistematiche. Capisco l’effervescenza di chi vorrebbe tutto e subito, ma posso assicurare che, almeno finché guiderò questo ministero, queste riforme e andranno avanti”.
Altro dossier sul tavolo del Governo e della Presidente del Consiglio Meloni, indicata dal sito Politico tra i 28 nomi delle persone più influenti d’Europa e ,al primo posto nella categoria “Doers” ovvero: “Coloro che fanno, che agiscono”, lo stop alla proroga del mercato tutelato per le bollette di luce e gas, che sembra dividere la Maggioranza. Con il mercato tutelato, infatti, le tariffe sono fissate dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente e sono uguali per tutti i clienti , esponendo il consumatore a minori rischi di rincari legati alla volubilità dei prezzi delle materie energetiche, mentre nel mercato libero, invece, i prezzi vengono stabiliti da chi fornisce il servizio.
Il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché segretario della Lega, Salvini , dicendosi fiducioso in una soluzione a tutela delle famiglie più fragili e in difficoltà, ha chiesto al ministro per gli Affari Europei , le Politiche di Coesione e il Sud, con deleghe al PNRR, Fitto, di trovare un’intesa con Bruxelles per una ulteriore proroga.
Richiesta, quest’ultima, ribadita anche dal capogruppo alla Camera del Carroccio, Molinari, che ha detto: “Il ministro Salvini ha espresso la nostra posizione, che è anche dimostrata dagli atti parlamentari recenti, ad esempio un emendamento al dl bollette in cui chiedevamo la proroga del mercato tutelato. E’ la posizione storica della Lega. Il mercato tutelato ,non è stato ancora rinnovato perché è una delle clausole del Pnrr che sono state sottoscritte da tutto l’arco parlamentare. Noi pensiamo comunque che una forma di tutela, visto il quadro attuale dei costi dell’energia, vada trovata. Il ministro Pichetto ci sta lavorando. Andremo a contrattare con la Commissione europea una proroga di qualche mese, o diversamente dovremo capire con la normativa nazionale come tutelare questi utenti”.
Il ministro Fitto, tuttavia, pur affermando che il mercato tutelato di energia e gas “è un tema serio su cui si deve discutere nel merito e di aver parlato di ciò con Salvini”, ha sottolineato di “ non capire chi oggi fa polemica politica, evidentemente non si è accordo di quello che veniva fatto nel 2022”.
In merito, guardando alle Opposizioni, che hanno chiesto un’informativa urgente al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Pichetto Fratin, la segretaria del PD, Schlein ha parlato di “ tassa Meloni”, riecheggiata dal Presidente del M5S, Conte ,che ha dichiarato: “Un governo che ha a cuore le famiglie italiane doveva farsi sentire in Europa e negoziare una proroga dell’uscita dal mercato tutelato”.
Diversa, invece, la posizione del leader di Azione, Calenda, che ha detto: “Si tratta di un’insopportabile strumentalizzazione del Pd. La fine del mercato tutelato è una riforma del Pnrr votata anche dal Pd e prevista da Draghi”.
Posizione simile a quella della Maggioranza , quella di Calenda, ribadita in queste ore dal capogruppo alla Camera di FdI, Foti, che, in un’intervista a Il Giornale, ha evidenziato: “Le proiezioni negative della sinistra puntualmente le si ritorcono contro. Un giorno annunciano il taglio di risorse per gli asili e puntualmente emerge che tutti gli obiettivi per la loro realizzazione verranno raggiunti. Oggi per assurdo puntano tutto sulla fine del mercato tutelato per l’energia, dimenticando che questo obiettivo nel Pnrr lo hanno messo proprio loro. Fratelli d’Italia votò contro mentre Pd e M5S a favore. Giano bifronte davanti a loro è davvero un dilettante”.
Infine, sul tavolo dell’Esecutivo, vi è la proposta di legge sul salario minimo di 9 euro, presentata dall’Opposizione compatta (eccetto Italia Viva), che , questa mattina, è stata rigettata dalla Maggioranza. Il centrodestra, infatti, in Commissione Lavoro alla Camera ha approvato da solo (le Opposizioni sono uscite prima del voto) un emendamento che ha soppresso il testo sul salario minimo, trasformandolo in una legge delega al Governo, nella quale non è presente il riferimento al salario minimo. Al suo posto, si affida all’Esecutivo il compito di varare decreti legislativi per intervenire sui salari bassi, ricorrendo al rafforzamento della contrattazione collettiva e senza escludere la possibilità di una contrattazione di secondo livello. Il testo, secondo quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, arriverà all’esame dell’Aula martedì 4 dicembre.
La segretaria del Pd, Schlein, ha parlato di “giorno triste per la democrazia” e di un “anticipo del Premierato, che svuota il Parlamento delle sue prerogative”, seguita dal M5S, che ha parlato di “Maggioranza che calpesta il Parlamento” e di “proposta obbrobrio”.
Unione popolare, invece, ha presentato in Senato 70 mila firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare che prevede un salario minimo di 10 euro l’ora e l’adeguamento automatico all’inflazione.
Tutto ciò, mentre , sul fronte economico, l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nelle Prospettive economiche presentate oggi a Parigi, e relative alle economie europee e al Pil mondiale, ha rilevato per l’Italia che il Pil si avvia a un rallentamento, crescendo solo dello 0,7% sia nel 2023 che nel 2024, per poi riprendere ad aumentare più decisamente dell’1,2% nel 2025. Quanto all’inflazione, quest’ultima ,scenderà dal 4,6% del 2023 al 3,1% del 2024 fino al 2,5% del 2025.
L’Ocse, quindi , nel suo commento sui dati italiani, sottolineando come per favorire la crescita siano necessari: la riforma della Giustizia, civile, il potenziamento della concorrenza nei servizi e maggiori opportunità di assistenza all’infanzia per favorire l’occupazione femminile, ha scritto: “In Italia la bassa crescita dei salari e l’alta inflazione hanno eroso i redditi reali, le condizioni finanziarie si sono inasprite e la maggior parte del supporto di bilancio straordinario, correlato alla crisi energetica, è stato rimosso, pesando su consumi e investimenti. Il previsto calo dell’inflazione, i tagli mirati sulla tassazione dei redditi e la ripresa degli investimenti pubblici correlati a NextGenerationEu bilanceranno solo in parte questi venti contrari. I rischi sono sbilanciati al ribasso. Il principale rischio al ribasso è un inasprimento superiore al previsto delle condizioni finanziarie, dovuto alla stretta monetaria nell’area euro a un aumento dei premi di rischio sui titoli di Stato italiani. All’opposto, le ipotesi di una dinamica dell’economia migliore delle attese (rischi al rialzo) poggiano su un aumento significativo degli investimenti pubblici correlato al Pnrr, che potrebbe spingere la crescita nel 2024 e nel 2025. In Italia ,gli effetti dell’inasprimento monetario hanno iniziato a farsi sentire. La politica di bilancio è ampiamente neutrale e limiterà il rallentamento della crescita, ma ci sono margini per migliorare il bilancio più rapidamente di quanto attualmente previsto e per mettere le finanze pubbliche su un percorso più prudente. Le spese pubbliche devono essere contenute anche guardando a opzioni per ridurre la spesa sulle pensioni e aumentando l’ambizione delle spending review. La velocità di attuazione dei piani di investimento pubblici e delle riforme del Pnrr sarà cruciale per sostenere la crescita e ridurre l’incidenza del debito”.
Per Istat, invece, a novembre 2023 sono stati rilevati “segnali eterogenei” per il clima di fiducia di imprese e consumatori. Se, infatti, la fiducia delle imprese è calata per il 4° mese consecutivo a 103,4 (da 103,9) e ai minimi da aprile 2021, quella dei consumatori, è tornata a salire dopo quattro mesi consecutivi di calo, passando da 101,6 a 103,6, anche se ancora sotto il livello medio registrato nel periodo tra gennaio e ottobre 2023.
Dal Governo, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso, intervenuto alla presentazione all’Adnkronos del Secondo Rapporto Annuale dell’EsgCultureLAB, in merito alla riprogrammazione dei fondi del PNRR, ha fatto sapere che : “Grazie alla riprogrammazione dei fondi del Pnrr, il sistema delle imprese italiane avrà 12,4 miliardi in più del previsto. Il successo conseguito sul Pnrr non è avvenuto per caso, ma è frutto dell’intenso lavoro del ministro Raffaele Fitto e del governo tutto. Fin da maggio abbiamo indicato come riprogrammare i capitoli che erano da riprogrammare. Abbiamo presentato dei progetti che hanno superato il vaglio di Palazzo Chigi quindi del Parlamento e della Commissione europea. È significativo che siano stati attribuiti al sistema delle imprese largamente inteso 12,4 miliardi di euro in più da questa riprogrammazione. In particolare, di queste risorse aggiuntive 2,8 miliardi in più sono andati al ministero dell’agricoltura e dell’alimentazione per le imprese agricole ai fini della realizzazione di impianti energetici rinnovabili per l’auto-consumo industriale. Quasi altri 10 miliardi sono stati invece destinati al nostro ministero, che aveva già oltre 19 miliardi di risorse del Pnrr e quasi 8 miliardi del fondo complementare, quindi circa 27 miliardi di euro che ha impiegati secondo le tempistiche che ci erano state date. Di questi 27 miliardi, abbiamo già impiegato circa il 34%, siamo in testa per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse tra i diversi dicasteri perché i nostri strumenti sono quelli più diretti, più efficaci e immediati a sostegno delle imprese. Proprio per questo ci sono stati assegnati quasi altri 10 miliardi con i quali, sommati ai 27 miliardi e passa, arriviamo a circa 37 miliardi disponibili per le imprese, di cui una parte sono stati già assegnati, ma la gran parte lo saranno nei prossimi mesi tra il 2024 e il 2025. Dunque, una massa imponente di risorse per il sistema industriale, che è particolarmente predisposto all’innovazione tecnologica. Nella manovra economica “ci sono circa 5 miliardi diretti alle imprese a fronte di risorse ancora più significative a sostegno del lavoro”.
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