di Federica Marengo venerdì 24 novembre 2023
-Come d’intesa tra Israele e Hamas, questo pomeriggio sono stati liberati da Hamas i primi 13 ostaggi israeliani, cui si sono aggiunti 12 ostaggi di nazionalità thailandese. Giunti in Egitto, la Croce rossa ha fatto sapere che stanno bene. Liberati, secondo quanto reso noto dal Qatar, anche i 39 prigionieri palestinesi.
Scattata anche la tregua; tuttavia, dopo l’inizio ufficiale , l’Iron Dome ha intercettato un razzo sparato dalla Striscia e l’esercito israeliano ha ucciso due palestinesi e ferito altri 13, che cercavano di andare da sud a nord della Striscia.
Nel frattempo, a Gaza, sono entrati i primi camion con aiuti umanitari, attraverso il valico di Rafah: circa 200 mezzi sono entrati nella Striscia carichi di cibo, medicine, acqua e carburante, mentre centinaia di persone premono per passare il valico in entrambe le direzioni.
Il ministro della Difesa, Crosetto, in visita in Israele, in un punto stampa da Tel Aviv , seguito all’incontro con l’omologo israeliano, Gallant, ha dichiarato: “L’escalation del conflitto tra Israele e Hamas al Libano è una preoccupazione che ho fin dall’inizio in questo conflitto, il luogo di cui parlarne però non è Israele, lunedì sarò alle Nazioni Unite per una missione multi laterale. Occorre che le Nazioni Unite decidano: o quella missione (Unifil) ha un senso e serve a implementare la decisione sulla Blue Line o bisogna chiedersi se ha ancora senso mantenerla. Per operare e rendere chiara la decisione forse bisogna cambiare le regole d’ingaggio, le attuali non danno sicurezza al contingente”.
In Italia, invece, la Premier Meloni, all’indomani del Question Time in Senato e dell’incontro a Palazzo Chigi con il Presidente della Repubblica di Cipro, Christodoulides , con il quale ha parlato di energia, questioni economiche e lotta all’immigrazione irregolare, nonché dei principali dossier dell’agenda Ue, ha inviato un videomessaggio al Presidente della Regione Lombardia,Fontana, in occasione del World Summit 2023, nel quale ha sottolineato: “La Lombardia è uno dei motori economici dell’Italia e dell’Europa, come abbiamo tante volte ricordato. Non a caso anima ormai da tanti anni l’iniziativa delle quattro regioni motori d’Europa. È la regione traino dell’export nazionale, ospita la Borsa italiana e le principali imprese a partecipazione estera nazionali, ha il più alto numero di consolati al mondo e si è sempre contraddistinta come polo di innovazione e di avanguardia.
Una regione che, forte di questi numeri, si prepara al grande appuntamento delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 su cui il Governo intero è, in questi mesi, fortemente impegnato.
In questi anni l’economia lombarda, nonostante la complessa congiuntura internazionale, l’aumento dei costi delle materie prime e tassi di inflazione, ha dimostrato di essere un’economia solida, un’economia capace di reagire. Ce lo dicono i dati sul Pil, sull’occupazione, sulla nascita di nuove imprese e sui consumi delle famiglie.
Risultati ai quali, lo dico con garbo ma anche con un pizzico d’orgoglio, sono convinta abbia contribuito il buongoverno regionale, le scelte e le politiche strutturali che in questi anni sono state portate avanti per valorizzare i punti di forza del territorio.
Però la Lombardia è anche un territorio nel quale la forza produttiva e il dinamismo delle imprese si coniuga, da sempre, con una grande attenzione al sociale, alla sussidiarietà, solidarietà. Quello lombardo è un modello che racconta una storia tutta italiana. Una Regione che è un simbolo dell’Unità nazionale: qui italiani da ogni parte d’Italia hanno trovato la loro strada e hanno potuto costruire un futuro migliore per le loro famiglie.
Ecco perché la Lombardia è uno degli esempi di quello che meglio sappiamo e possiamo essere come italiani. Un grande popolo che si rimbocca le mani e che, come comunità nazionale, raggiunge l’eccellenza. Un grande popolo capace ancora di stupire, coniugando tradizione e innovazione.
Occasioni come queste, come il Lombardia World Summit 2023, servono esattamente a questo: a riscoprire l’orgoglio di ciò che siamo e a trovare, insieme, nuove idee, nuovi stimoli e nuove strade per fare dell’Italia una Nazione sempre più forte, rispettata e apprezzata nel mondo.
Quindi ancora complimenti al Presidente Fontana e buon lavoro a tutti!”.
Inoltre, stamane, la Premier si è recata alla Fiera di Verona, dove ha tenuto un intervento alla cerimonia di Firma dell’Accordo per la coesione con la Regione Veneto, per poi partecipare a “JOB&Orienta”.
Nel suo discorso, la Presidente del Consiglio Meloni ha dichiarato: “Penso che sia molto importante anche questa iniziativa e l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, tra la formazione e il mondo imprenditoriale. Faccio i complimenti per questo alla Regione Veneto, all’assessore competente. Una bella iniziativa, sono contenta che si svolga qui stamattina la firma di questo accordo tra il Governo nazionale e la Regione Veneto.In apertura voglio dire che sottoscrivo parola per parola il ricordo che il Presidente Zaia ha fatto di Giulia, ma anche la responsabilità che tutti abbiamo di fronte a un fenomeno che continua a essere intollerabile, incredibile, che ha bisogno di essere combattuto a 360 gradi. Una cosa che mi ha reso fiera in queste settimane è stato vedere approvare la legge che il Governo ha varato contro la violenza, all’unanimità dalle forze politiche, con il contributo di tutte le forze politiche. Credo ci siano materie sulle quali il terreno del confronto e della condivisione debba e possa fare la differenza. Il Parlamento lo ha dimostrato e noi continueremo ad andare avanti. Ci sono anche altre importanti iniziative che portiamo avanti in questi giorni e non ci fermeremo fin quando non si fermerà qualcosa che è incompatibile con il nostro presente. Quindi grazie al Presidente Zaia per averlo voluto ricordare.Dopodiché noi siamo qui stamattina per firmare questo importante accordo tra il Governo nazionale e la Regione Veneto che investe importanti risorse in quello che si chiama tecnicamente “accordo di sviluppo e coesione”. Però, siccome non sono appassionata dei titoli ma dei contenuti, vorrei fare mezzo passo indietro sul lavoro che il Governo ha fatto sul tema di questi accordi di coesione. Gli accordi di coesione, anche per tornare a quello che diceva il Presidente Zaia, fanno parte di una delle ampie riforme che questo Governo ha portato avanti per invertire la rotta soprattutto sull’utilizzo dei fondi europei. Il Presidente Zaia dice una cosa corretta, non sempre le risorse mancano, a volte le risorse ci sono state ma non si è stati in grado di spenderle. Non riguarda la Regione Veneto, che su questo è sempre stata una Regione virtuosa, ha riguardato altre Regioni; noi abbiamo pensato di riformare il fondo di coesione che è il fondo che serve a finanziare provvedimenti legati allo sviluppo e a combattere i divari tra i territori in maniera tale da rendere quei fondi finalmente pienamente spendibili.Che cosa significa? Significa, primo, che per spendere questi soldi si fa un accordo, è quello che accade oggi con la Regione Veneto, nel quale le Regioni fanno le loro proposte, ma le proposte devono essere condivise dallo Stato centrale. Perché? Non perché vogliamo essere dirigisti, ma perché vogliamo che le risorse vengano complessivamente spese attorno a una visione che deve essere di sviluppo nazionale.Punto secondo, noi introduciamo una serie di norme che nel caso in cui ci siano lungaggini, lentezze, incapacità di spendere queste risorse, ci consentono di attivare poteri sostitutivi o di far tornare indietro le risorse per fare esattamente quello che diceva il Presidente Zaia. Dopodiché diamo una mano alle Regioni che hanno qualche difficoltà in più con la parte di cofinanziamento di queste risorse e concentriamo queste risorse attraverso i nostri accordi sui provvedimenti prioritari. Abbiamo visto spesso in passato, Luca, non solo che le risorse non venivano spese, ma che anche quando venivano spese, spesso venivano spese in migliaia di microprogetti che non lasciavano assolutamente niente sul territorio.Quello che noi abbiamo fatto, anche con l’accordo con il Veneto, che è la terza Regione in Italia a firmare l’accordo di coesione, è concentrare le risorse su interventi strutturali importanti, pochi, nel senso non dilapidare le risorse in mille rivoli. L’accordo che firmiamo oggi, grazie al lavoro del Presidente Zaia, del Ministro Fitto, – che pure devo ringraziare perché ha fatto un lavoro assolutamente straordinario su questo e su altro – stanzia in tema di sviluppo e coesione 470 milioni di euro. Questi 470 milioni di euro si concentrano su due grandi priorità. Le due grandi priorità sono le infrastrutture, particolarmente viarie, – quindi decongestionare il traffico, garantire migliori collegamenti con le aree interne – la messa in sicurezza del territorio e quindi il tema ambientale con particolare riferimento al tema della risorsa idrica.Ci sono circa 80 interventi che vengono finanziati, non ve li elenco perché ho il senso della misura, ma sono tutti interventi estremamente importanti per una Regione che già è capace di correre, ma con infrastrutture migliori può correre ancora più velocemente.
Dopodiché, vi direte che c’è una discrasia tra le risorse che ha citato il Presidente Zaia e quelle che sta citando Giorgia Meloni, ma noi a queste risorse del Fondo di sviluppo e coesione aggiungiamo altre risorse che arrivano da altre voci di bilancio, alle quali si aggiunge anche il tema del cofinanziamento e della capacità di attrarre investimenti privati, e alla fine le risorse che mettiamo a disposizione con questo accordo sono complessivamente pari a 678 milioni di euro, anche grazie a tutto quello che riusciamo a mobilitare. Con la quota aggiuntiva rispetto a quello di cui vi ho già parlato, ci occupiamo di interventi sul diritto allo studio, – questo interessa ai ragazzi che ci stanno ascoltando – particolarmente per il problema delle residenze degli studenti universitari, ci occupiamo di interventi di riqualificazione urbana, di riqualificazione degli impianti sportivi, di riqualificazione delle strutture di riabilitazione, di cultura. Ci sono 35 milioni destinati a sostenere il tessuto produttivo di una Regione che è locomotiva d’Italia, a garantire i livelli occupazionali e quindi tutte queste risorse le mettiamo su, fondamentalmente: infrastrutture, prevenzione dell’ambiente, lavoro, diritto allo studio, sport, salute, cultura e decoro.
Queste sono le priorità sulle quali lavoriamo con questo importante accordo, lo considero un ulteriore tassello della nostra ottima collaborazione, lo considero il contributo che il Governo centrale cerca di dare a una Regione che altro non chiede, che deve essere messa in condizione di correre sempre più velocemente, di lavorare sempre più efficacemente, che per questo rappresenta una locomotiva per l’Italia e che noi vogliamo valorizzare come locomotiva dell’Italia.
Grazie a tutti, buona giornata, grazie ragazzi, in bocca al lupo per il vostro futuro”.
Nel pomeriggio, poi, la Presidente Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi le organizzazioni datoriali per un confronto sulla Legge di Bilancio, mentre martedì 28 novembre sarà la volta dei sindacati.
Sindacati (Cgil e Uil) che, questa mattina, sono scesi in piazza nelle Regioni del Nord-Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna (nella città di Torino, ha presenziato Landini e , a Brescia, Bombardieri) e, con cortei anche a Bergamo, Modena, Mestre e Bologna, per la seconda giornata di sciopero generale per protestare contro la Manovra e chiederne la revisione, dopo quella del 17 novembre scorso, che si è svolta nelle regioni del Centro Italia.
Il 25 novembre , invece, a scendere in piazza, sarà la Cisl, guidata dal segretario Sbarra, che ha ribadito la sua richiesta di intervenire sulla Legge di Bilancio per eliminare la norma sul taglio delle Pensioni di medici e infermieri e di altre categorie lavorative.
Il segretario della Cisl, Landini, a margine dello sciopero, cui ,secondo i dati del sindacato, avrebbero aderito 10 mila persone, ha dichiarato ai cronisti: “Se il governo fosse capace di ascoltare il Paese dovrebbe aprire delle trattative serie e cambiare una legge sbagliata e avviare quelle riforme di cui abbiamo bisogno. Le scelte che il governo sta facendo sono sbagliate, stanno portando il nostro Paese a sbattere. Non ci faremo intimorire, proseguiremo con la nostra mobilitazione. Il rinvio a martedì della convocazione del governo è un atto di buon senso, ma mi sembra un po’ tardiva. Vedremo cosa il governo ha da dirci, fino a ora non c’è stata alcuna possibilità di confronto e trattativa. Se il governo fosse capace di ascoltare il Paese dovrebbe aprire delle trattative serie e cambiare una legge sbagliata e avviare quelle riforme di cui abbiamo bisogno. Le scelte che l’esecutivo sta facendo sono sbagliate e stanno portando il nostro Paese a sbattere”.
Per il segretario della Uil, Bombardieri: “Restano irrisolti i problemi principali sociali ed economici del nostro Paese: la perdita del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, il mancato rinnovo dei contratti, la sicurezza sul lavoro, il fisco, la previdenza”.
Confermato, sempre dai sindacati, per lunedì 27 novembre, dopo il confronto al ministero dei Trasporti con il Vicepremier e ministro Salvini, lo sciopero dei Trasporti pubblici. Lo stesso Vicepremier e ministro Salvini ha firmato la lettera di precettazione per ridurre lo stop dalle 24 ore stabilite dai sindacati a quattro, e cioè dalle ore 9 alle ore 13, precisando che “il diritto allo sciopero è sacrosanto” , ma di voler “ridurre al massimo i disagi per i cittadini”.
Dal Cub e da altri sindacati di base è arrivata la replica al Vicepremier e ministro Salvini: “La precettazione è un atto gravissimo per uno sciopero indetto nel rispetto delle regole. La Cub e gli altri sindacati di base valuteranno se riprogrammare l’astensione ad un’altra data ,avviando una campagna per sensibilizzare il Paese rispetto al grave attacco ai diritti democratici”.
Sempre nel pomeriggio, poi, da Bruxelles è arrivato il via libera alla revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza attuato dal Governo. La Premier Meloni ha così commentato l’ok della Commissione UE ,via social: “Via libera della Commissione Ue alla revisione del PNRR: altri 21 miliardi per la crescita economica dell’Italia. Oggi abbiamo la conferma di aver fatto un lavoro di cui il Governo può essere molto fiero. Abbiamo fatto ciò che avevamo promesso che avremmo fatto, siamo scesi nel concreto, abbiamo verificato le criticità e le abbiamo superate, abbiamo fatto in modo che tutti i soldi del PNRR venissero spesi nei tempi. Abbiamo concentrato le risorse sulla crescita e la modernizzazione della Nazione e mi pare che il risultato, sul quale in pochi scommettevano, dice che non era una scelta sbagliata. Ringrazio anche la Commissione europea che è stata sicuramente rigida per certi versi, ma molto aperta alla possibilità che queste risorse fossero spese nel migliore dei modi. Possiamo essere contenti del fatto che, oltre a lavorare a una Manovra incentrata a dare più risorse a lavoratori e famiglie, parallelamente lavoravamo a una revisione del PNRR che concentrava le sue risorse soprattutto sulla competitività del nostro sistema e delle nostre imprese. Avanti così”.
Quindi, come riportato da una nota di Palazzo Chigi, “Il ministro agli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha presentato in conferenza stampa il nuovo Piano di Ripresa e Resilienza italiano che “è stato rivisto e integrato, in stretta collaborazione con la Commissione europea e con tutte le amministrazioni titolari, per rafforzarne l’efficacia nel promuovere la crescita economica, la tutela dell’ambiente, la coesione sociale e l’efficienza energetica”.
Come spiega Palazzo Chigi, sempre nella sua nota in merito: “Nel processo che ha condotto la Commissione all’approvazione della modifica del Piano, si è consolidata la proficua cooperazione già sperimentata nei mesi precedenti attraverso scambi e interlocuzioni positive sia a livello tecnico, sia a livello politico.La proposta di revisione, approvata dalla Commissione, sarà adottata dal Consiglio UE, e successivamente entrerà in vigore. L’approvazione del nuovo Piano è il risultato di un lavoro complesso, avviato formalmente il 7 agosto 2023, quando il Governo ha presentato la proposta di modifica, approvata dal Parlamento lo scorso 1° agosto, comprensiva del nuovo capitolo REPowerEU. l4 settembre scorso è stato avviato formalmente il negoziato con la Commissione europea, che ha visto oltre 150 tavoli di lavoro, di taglio tecnico e di taglio strategico, a cui hanno preso parte la Struttura di missione PNRR della Presidenza del Consiglio, le Amministrazioni titolari delle misure interessate ed il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il Governo ha assicurato la massima condivisione con le parti sociali, le Regioni e gli Enti locali, nell’ambito della Cabina di regia che, dal mese di settembre, si è riunita 20 volte. Il nuovo Piano, superando le numerose criticità attuative, consentirà al Governo di sostenere la crescita economica attraverso un più incisivo precorso di riforme e investimenti.Nell’ambito della revisione, sono stati confermati nel PNRR i finanziamenti ai Comuni per i progetti in linea con le condizionalità e le tempistiche del PNRR. Nella Cabina di regia dei prossimi giorni, alla presenza di tutti gli Enti preposti e dei soggetti attuatori, saranno definite le modalità ed i termini per assicurare la copertura finanziaria di tutti gli interventi programmati dagli Enti locali.Le Missioni del Piano salgono da 6 a 7, con l’introduzione del nuovo capitolo REPowerEU.Le riforme, parte essenziale del PNRR e del percorso di modernizzazione del Paese, passano da 59 a 66. Le 7 nuove riforme, di cui 5 relative al capitolo REPowerEU, includono:
• Riordino degli incentivi alle imprese, con l’obiettivo di razionalizzare e fornire strumenti semplici ed efficaci al settore produttivo;
• Coesione, per estendere alle politiche di sviluppo e coesione l’approccio orientato ai risultati del PNRR;
• Testo unico per le procedure in materia di energie rinnovabili, per razionalizzare e semplificare il quadro normativo e autorizzativo;
• Riqualificazione dei lavoratori (pubblici e privati), per l’innalzamento delle competenze in materia di efficientamento energetico e produzione di energia da fonti rinnovabili;
• Riforma dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD) a partire dal 2026;
• Misure per ridurre i costi di connessione alle reti del gas per gli impianti di produzione di biometano;
• Strumenti per le imprese per ridurre il rischio finanziario legato all’acquisto di energia da fonti rinnovabili.
Il nuovo Piano, in relazione agli investimenti, prevede il finanziamento di nuove misure, l’incremento di risorse a favore di altre, la riprogrammazione di alcuni interventi e l’utilizzo delle economie maturate.Le principali misure di investimenti riguardano:
Imprese (12,4 miliardi di euro)
• Transizione 5.0: 6,3 miliardi di euro, attraverso lo strumento del credito di imposta, per sostenere la transizione verde e digitale delle imprese, come evoluzione di “Transizione 4.0”. La misura interessa i beni digitali (beni 4.0 materiali e immateriali), i beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia prodotta da fonti rinnovabili e la formazione del personale in competenze per la transizione ecologica.
• Supporto alle Piccole e Medie Imprese per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili: 320 milioni di euro per attivare un livello di investimenti pari ad oltre 600 milioni di euro. La misura prevede sovvenzioni alle PMI per l’acquisto di sistemi e tecnologie digitali per la produzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo, lo stoccaggio e l’accumulo.
• Supporto al sistema produttivo per la Transizione Ecologica, Tecnologie Net Zero e competitività e resilienza delle filiere produttive strategiche: 2,5 miliardi di euro per sostenere lo sviluppo delle filiere strategiche per la transizione verso un’economia a zero emissioni, l’efficienza energetica dei processi produttivi e la sostenibilità degli stessi.
• Contratti di Filiera: 2 miliardi di euro per il finanziamento dei contratti di filiera nei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo.
• Parco Agrisolare: 850 milioni di euro per le aziende agricole e di allevamento, per sostenere l’installazione di pannelli fotovoltaici, sistemi di gestione intelligente dei consumi elettrici ed accumulatori, nonché per incentivare la realizzazione di tetti energetici.
• Fondo tematico BEI per il turismo: 308 milioni di euro aggiuntivi per sostenere il rafforzamento strutturale e la competitività del settore turistico.
Ricostruzione dell’Emilia-Romagna, Toscana e Marche
1,2 miliardi di euro per i territori colpiti dagli eventi alluvionali del 2023, per la difesa idraulica, il ripristino della viabilità delle infrastrutture stradali, del patrimonio edilizio residenziale pubblico e delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche, delle scuole e delle infrastrutture sportive.
Reti e infrastrutture (5,2 miliardi di euro)
• 1,8 miliardi di euro per la realizzazione ed il rafforzamento strategico di reti elettriche e per il gas, di cui: 450 milioni di euro per il rafforzamento Smart Grid; 500 milioni di euro per il Tyrrhenian link-est; 200 milioni di euro per il collegamento Sardegna-Corsica-Italia; 60 milioni di euro per lo sviluppo di progetti di interconnessione elettrica transfrontaliera tra Italia, Slovenia e Austria; 63,2 milioni di euro a favore di interventi per incrementare la resilienza climatica delle reti elettriche; 140 milioni di euro per il finanziamento di interventi riguardanti la digitalizzazione della rete di trasmissione nazionale; 375 milioni di euro per la realizzazione della linea adriatica del gas Fase 1; 45 milioni di euro per il potenziamento Export Fase 1.
• 1,024 miliardi di euro per il finanziamento di interventi per la riduzione delle perdite e della dispersione idrica. La misura intende finanziare interventi riguardanti la digitalizzazione delle reti idriche e la sostituzione delle condotte per la riduzione delle perdite idriche e per salvaguardare la risorsa “acqua”.
• 1,165 miliardi di euro per l’acquisto di nuovi treni a emissioni ridotte, per il servizio pubblico universale, da destinare, a livello nazionale e livello regionale, al miglioramento dell’efficienza e della qualità del servizio.
• 400 milioni di euro per l’elettrificazione delle banchine portuali (Cold Ironing);
• 921 milioni di euro aggiuntivi per gli interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici, la realizzazione di nuove scuole e l’estensione del tempo pieno. La misura consentirà di realizzare i metri quadri previsti nonostante l’incremento dei costi.
Famiglie
Istituito un fondo di 1,381 miliardi di euro, in favore di famiglie a basso reddito e dei giovani, per l’efficientamento energetico degli immobili di edilizia abitativa pubblica e per i condomini. La misura è disegnata in modo da superare le criticità e le distorsioni generate dal superbonus.
Giovani 718 milioni di euro
• 238 milioni di euro aggiuntivi per sostenere la misura dello student housing e per confermare l’ambizione di creare 60.000 nuovi posti letto per studenti universitari entro giugno 2026.
• 308 milioni di euro aggiuntivi per il finanziamento di borse di studio per l’accesso all’università.
• 100 milioni di euro aggiuntivi per il supporto e lo sviluppo delle start up per favorire la transizione digitale delle filiere e delle piccole e medie imprese che, in particolare, realizzano progetti innovativi negli ambiti dell’intelligenza artificiale, del cloud, dell’assistenza sanitaria, dell’industria 4.0, della cybersicurezza, del fintech, della blockchain e di altri ambiti della transizione digitale.
• 72 milioni di euro aggiuntivi per l’attivazione di corsi di dottorato triennali innovativi relativi alla pubblica amministrazione ed al patrimonio culturale, nonché l’estensione del numero di dottorati generici, per aumentare l’efficacia delle azioni delle amministrazioni pubbliche e l’efficienza della gestione e dello sviluppo del patrimonio culturale del Paese, cogliendo le nuove opportunità offerte dalla transizione digitale.
Rafforzata entro dicembre 2024 la disciplina del servizio civile universale, con l’obiettivo di aumentare i posti disponibili, in aggiunta alle modifiche già introdotte, che hanno previsto una riserva del 15% nei concorsi pubblici per i giovani che hanno concluso il servizio.
Lavoro
Incremento di un 1 miliardo di euro della dotazione finanziaria della Riforma GOL per favorire l’accesso al mercato del lavoro degli individui e per colmare il disallineamento tra domanda e offerte di competenze professionali (skill mismatch).
Salute
750 milioni di euro per l’Assistenza domiciliare integrata e la telemedicina, che risulteranno strategici per rafforzare l’approccio territoriale e innovativo della riforma della sanità contenuto nel PNRR.
Rafforzata l’ambizione della Missione 6 attraverso misure tese ad ampliare la dotazione complessiva di grandi apparecchiature nelle strutture ospedaliere e in quelle della medicina territoriale”.
Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Fitto, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha quindi dichiarato: “Con la Commissione europea c’è stato un confronto molto intenso e costruttivo. Esprimo la mia soddisfazione ed il ringraziamento per il metodo, l’approccio e il lavoro che con la Commissione abbiamo portato avanti. E’ un eccellente dimostrazione di collaborazione positiva tra i due livelli isituzionali. Stiamo lavorando e nei prossimi giorni definiremo gli ultimi aspetti per giungere al pagamento della quarta rata entro la fine di quest’anno e ci poniamo l’obiettivo fin d’ora di poter raggiungere gli obiettivi della quinta rata entro il 31 dicembre di quest’anno. Esprimo soddisfazione e ringraziamento per il metodo e l’approccio che insieme alla commissione europea abbiamo portato avanti sul PNRR. Il piano ha un capitolo fondamentale che è il RepowerEU con più incentivi, abbiamo implementato anche la revisione delle riforme, se ne aggiungono sette. È stato un lavoro intenso e faticoso: 12,4 miliardi di euro assegnati al sistema delle imprese, implementazione di 145 obiettivi all’interno del piano, per le reti e infrastrutture sono stati assegnati 5,2 miliardi di euro, per le famiglie 1,381 miliardi di euro, per i giovani 618 milioni di euro, per il lavoro 1 miliardo di euro, per la sanità 750 milioni di euro”.
Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti, invece, in un videomessaggio al Forum di Coldiretti, ha sottolineato: “La gestione del Pnrr resterà la priorità del Paese. L’attuazione del piano è tutt’altro che un adempimento burocratico, è la strada per tornare a livelli di crescita elevati. Il Mef, ha poi aggiunto, “sta lavorando alla valorizzazione del patrimonio fondiario pubblico”,mentre all’Assemblea di Confindustria Como, Lecco e Sondrio,anche in risposta alle dichiarazioni del Presidente di Confindustria Bonomi, secondo cui “l’economia è in frenata”, ha dichiarato: “Dalla revisione del Pnrr e dal cosiddetto Repower, arriverà circa una dozzina di miliardi in più, iniettati nei prossimi anni per aiutare il sistema imprese. Il rallentamento dell’economia peraltro non porterà a una revisione delle stime di crescita ne inciderà sulle misure del Governo come quella sul taglio del cuneo fiscale. Le misure sono state predisposte in un quadro di prudenza e quindi il tentativo fatto è stato quello di mettere nel portafoglio delle famiglie, in particolare quelle con basso reddito un recupero del potere d’acquisto falcidiato dall’inflazione. Questo nelle nostre stime dovrebbe permettere anche un recupero della domanda”.
Inoltre, secondo indiscrezioni di stampa, all’incontro a Palazzo Chigi con le organizzazioni datoriali il ministro Giorgetti avrebbe evidenziato che: “I decreti legislativi della delega fiscale, il decreto anticipi, la legge di bilancio e la revisione del Pnrr integrato dal Repower Eu costituiscono 4 tasselli che si completano e si integrano a vicenda. Il nuovo quadro del Pnrr con il Repower, avrà interventi aggiuntivi e alcuni finanziamenti con altre voci”.
Infine, in serata , la Presidente del Consiglio Meloni, ha tenuto un intervento alla cerimonia di illuminazione della facciata della sede della Presidenza del Consiglio, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (che ricorre domani, il 25 novembre), nel quale ha sottolineato: “Stasera siamo qui per dire con un numero di telefono, con un numero alle donne italiane che non sono sole. Voi lo vedete, qua dietro: 1522. È un numero che si può chiamare in ogni minuto del giorno se si ha paura. Ed è un numero che consente di trovare dall’altra parte qualcuno che ti può aiutare immediatamente, perché le norme ci sono, perché le Istituzioni ci sono e le donne italiane devono saperlo”.
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