di Federica Marengo mercoledì 15 novembre 2023
-Mentre ,secondo quanto riferito dal sito Ynet, “l’esercito israeliano ha fatto saltare in aria il Palazzo del Parlamento di Hamas, dopo averlo conquistato nei giorni scorsi”, per l’agenzia Reuters, “i vertici dei miliziani hanno accettato le linee generali di un accordo con Israele che prevede il rilascio di circa 50 ostaggi in cambio di una tregua di tre giorni nella Striscia”. Ma , al momento, non vi sarebbe ancora il via libera di Israele, che, per questo, secondo Hamas, “starebbe temporeggiando per bombardare ancora” e il quotidiano Haaretz parla di uno “stallo sul negoziato per gli ostaggi relativo alla durata della tregua”.
Intanto, la notte scorsa, vi è stato un blitz dell’esercito israeliano, nell’ospedale di Al Shifa, ritenuto da Israele, a suo dire, sulla base di “prove concrete”, sede di un comando terroristico, e il portavoce delle forze israeliane, Richard Hect, ha smentito la notizia di un ritiro dei soldati dalla struttura, riguardo alla quale Hamas ha lanciato un appello alla comunità internazionale per salvare i pazienti presenti all’interno, dichiarando di essere “pronti a ricevere ispezioni per confermare la natura medica dell’edificio”.
In Italia, questa mattina, il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, a margine dell’assemblea di Federmanager, sulla crisi in Medio Oriente , ha dichiarato all’agenzia LaPresse: “La situazione a Gaza è drammatica. Abbiamo fatto tutto ciò che si può e si poteva per cercare di convincere Israele a non colpire la popolazione civile”, chiarendo che bisogna distinguere tra Hamas e la popolazione palestinese, che va aiutata. Cerchiamo di aiutare la popolazione civile e di far sì che possano essere rilasciati tutti gli ostaggi. Io ho prefigurato una soluzione che rappresenti un primo passo verso quella che è la soluzione condivisa da tutti: due popoli due Stati. Potrebbe esserci una presenza forte delle Nazioni Unite”.
La Presidente del Consiglio Meloni, invece, in mattinata, ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente turco, Erdogan, come riportato da una nota di Palazzo Chigi, in cui si legge: “Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, continua a tenersi in stretto contatto con i principali Capi di Stato e di Governo delle Nazioni alleate e con i leader dei Paesi più coinvolti dalla profonda crisi in corso nella regione mediorientale. In tale contesto, il Presidente Meloni ha avuto oggi un’articolata conversazione telefonica con il Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdogan, durante la quale sono stati valorizzati gli stretti legami bilaterali. Nel corso dello scambio di vedute sono stati affrontati gli ultimi sviluppi della crisi in corso. Il Presidente del Consiglio ha auspicato un rapido decremento del conflitto, che non si deve allargare al resto della regione, e ha sottolineato il ruolo cruciale che ha in questo contesto la Turchia. Entrambi i leader hanno riaffermato la volontà di contribuire alla sicurezza e alla stabilità in questa difficile fase della regione. La conversazione è stata l’occasione per ribadire la posizione dell’Italia e in particolare la necessità di un immediato rilascio degli ostaggi da parte di Hamas e il sostegno a pause umanitarie a favore della popolazione civile a Gaza. In tale contesto, il Presidente del Consiglio ha informato il suo interlocutore sugli aiuti umanitari italiani giunti via Egitto e i possibili ulteriori assetti da dispiegare a favore della popolazione civile di Gaza.
I due leader hanno sottolineato l’importanza di mantenere uno stretto coordinamento sull’evolversi della crisi ed è stato espresso l’auspicio di poter presto avere una nuova occasione di incontro”.
La presidenza della Repubblica turca, ha fatto sapere che “Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto a Giorgia Meloni che Ankara si aspetta che l’Italia sostenga un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, che “Le atrocità contro la terra palestinese si stanno intensificando e stanno aumentando ogni minuto le morti dei civili” e che Ankara adotterà iniziative per portare Israele, “che ha commesso crimini di guerra”, davanti ai tribunali internazionali”.
Spostandoci su altri dossier, la Premier, stamane, è intervenuta anch’ella con un videomessaggio all’Assemblea di Federmanager, ponendo l’accento nel suo discorso sui concetti di “merito” e di “competenza” e sulla necessità di rendere “il fisco amico e la burocrazia alleata per chi crei lavoro” : “Mi ha colpito molto il titolo di quest’Assemblea perché sintetizza bene anche due pilastri dell’azione di governo: la competitività e la competenza. Per noi la parola competitività significa costruire un’Italia che possa giocarsela ad armi pari con le altre grandi Nazioni del mondo. Un concetto che vale in tutti gli ambiti, a maggior ragione vale per le nostre imprese e per voi manager che le guidate. Fin dal nostro insediamento stiamo lavorando per superare le rigidità del nostro sistema e per liberare le energie positive dell’Italia. Lo stiamo facendo costruendo un fisco più amico, con una burocrazia alleata di chi crea ricchezza e occupazione e investendo in infrastrutture, ricerca e innovazione. Crediamo sia poi necessario garantire il più possibile pari condizioni con le imprese straniere, con i sistemi produttivi delle altre Nazioni, europee e non. Questo vuol dire, ad esempio, stesse regole e stesse tutele relative al mondo del lavoro, sistemi fiscali allineati, medesime regole produttive, con riferimento ad esempio all’ambiente. Perché il dumping salariale, fiscale e ambientale erige un muro che si chiama concorrenza sleale. Un muro che limita la competitività di coloro che lo subiscono. La strada per costruire un’Italia più forte passa anche da un’altra priorità: ridurre il divario economico, sociale, infrastrutturale tra Nord e Sud della nostra Nazione. È la ragione che ci ha spinto a stanziare, con questa legge di bilancio, un miliardo e 800 milioni di euro per il credito d’imposta alle imprese che investono nella nuova ZES unica. Una grande opportunità per tutto il sistema imprenditoriale italiano, perché più cresce il Sud, più cresce e diventa competitiva l’Italia nel suo complesso.
E poi la competenza e il merito, due valori aggiunti per la nostra Nazione. Sembra un’ovvietà ribadirlo, ma non sempre è stato così finora. Per anni ci è stato detto il contrario, ovvero che uno valeva uno e che la competenza non serviva a niente. Messaggi devastanti, di cui purtroppo paghiamo ancora le conseguenze. Noi abbiamo scelto di chiudere quella stagione e di lavorare per riattivare l’unico ascensore sociale di cui disponiamo: il merito. Lo Stato deve garantire a tutti le stesse possibilità nel punto di partenza, ma spetta poi al singolo dimostrare quanto valga. Spetta, cioè, ad ognuno di noi decidere quale sia il nostro punto di arrivo. È quella ci piace chiamare “rivoluzione del merito”, un cambiamento di cui abbiamo gettato le basi in questo primo anno di governo e che sarà la nostra bussola, a partire dalla scuola e dall’investimento nelle competenze. Perché il capitale umano è il patrimonio più prezioso del quale disponiamo, è ciò che ci permette di essere competitivi a livello internazionale e che fa del Made in Italy un’eccellenza tutta Italiana. Anche per questo abbiamo deciso di occuparci specificatamente del problema del disallineamento delle competenze e di investire in politiche attive del lavoro che siano mirate, e in una formazione al passo coi tempi e adeguata alle esigenze del mercato del lavoro.
Ci sarebbe molto altro da dire ma non voglio tediarvi oltre. Ciò che mi interessa dirvi, e concludo, è che il cammino che il Governo ha davanti è un cammino ancora lungo. Sono tanti i problemi concreti che saremo chiamati ad affrontare, ma siamo certi che potremo sempre contare su di voi, che sapete cosa il merito sia. Perché nessuno più di voi sa quanto sia importante il gioco di squadra per centrare l’obiettivo che ci si pone. La squadra è questo: Governo, Istituzioni, imprenditori, dirigenti, lavoratori. L’obiettivo è complesso ma entusiasmante. Far riscoprire all’Italia l’orgoglio di ciò che è: una grande Nazione all’altezza della sua storia e capace ancora di stupire il mondo”.
Nel frattempo, a Bruxelles, il Commissario UE agli Affari economici, Gentiloni ,ha illustrato le previsioni economiche autunnali della Commissionel nel corso di una conferenza stampa.
L’Esecutivo UE, ha rivisto al ribasso per il 2023 le stime di crescita del Pil , pari allo 0,2% per il 2023 sia nell’Eurozona e sia nell’Ue, rispetto alle stime precedenti di primavera, allo 0,6%. Riviste al ribasso dello 0,1% le attese per il 2024 con una crescita dell’1,2% nell’eurozona e dell’1,3% nell’Ue, per via di”un contesto di crescente incertezza” per il quarto trimestre di quest’anno. Nel 2025, la crescita dovrebbe rafforzarsi all’1,7% per l’Ue e all’1,6% per l’area euro.
Quanto all’Italia, la Commissione Ue ha rivisto allo 0,7% l’attesa della crescita del Pil nel 2023, rispetto allo 0,9% indicato nelle precedenti previsioni. Rivista al rialzo allo 0,9% l’attesa per il 2024, rispetto allo 0,8% precedente. Nel 2025, invece, l’economia crescerà dell’1,2%.
In merito, il Commissaria all’Economia UE, Gentiloni,ha dichiarato: “Quest’anno la crescita economica in Italia ha segnato un rallentamento, con i consumi compressi dall’elevata inflazione e gli investimenti che hanno iniziato a contrarsi dopo l’espansione post pandemica. Dopo una crescita modesta dello 0,7% quest’anno, è attesa una moderata accelerazione al più 0,9% nel 2024 e al più 1,2% nel 2025, anche sostenuta dagli investimenti finanziati da Recovery fund. L’attuazione del Pnrr è fondamentale per sostenere la crescita e per mantenere le prospettive di crescita che, per quanto limitate, esistono nelle nostre proiezioni per quest’anno e per i prossimi anni. Quindi per evitare rischi di recessione. Noi, utilizzando i nostri modelli, abbiamo calcolato un impatto potenziale di uno 0,5% di crescita all’anno proveniente dagli investimenti, senza calcolare le riforme, del Pnrr. Sembra poco lo 0,5 ma vedendo le cifre complessive della crescita ci rendiamo conto che è molto significativo. Guardando inoltre gli arrangement che abbiamo con l’Italia e quindi le diverse tappe di attuazione del Pnrr che il contributo più significativo dal punto di vista degli investimenti è previsto nel periodo che abbiamo davanti noi, tra il 2024 e 2026″.
Proprio a proposito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, un portavoce della Commissione Ue, ha fatto sapere che: “Sulla messa in opera del Pnrr l’Italia è uno dei Paesi in prima fila Ad oggi l’Italia ha già ricevuto 85,4 miliardi di euro di fondi del Recovery and Resilience Fund. L’Italia è il principale beneficiario dei fondi del Recovery in termini assoluti, con 191,6 miliardi di euro a sostegno di un’ampia gamma di riforme e investimenti trasformativi. Stiamo lavorando a stretto contatto e in modo proficuo con le autorità italiane e continuiamo a discutere in modo costruttivo sul piano rivisto, che include un capitolo RePower”.
Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr , Fitto,proprio stamane si è recato a Bruxelles per partecipare al Consiglio Affari Generali. Quest’ultimo, quindi, ha fatto sapere tramite X: “La Commissione europea conferma che l’Italia è tra i Paesi in prima fila nell’attuazione del Pnrr e che il lavoro con le Autorità italiane continua in maniera proficua e costruttiva. Bene cosi. Andiamo avanti su questa strada”.
Restando in tema di Economia, resi noti da Istat i dati sull’inflazione del mese di ottobre, risultata in calo rispetto a settembre dello 0,2% e , in aumento, invece, dell’1,7% su base annua (mentre la previsione di stima era di +1,8%) dal +5,3% nel mese precedente. A ottobre, risultati in calo anche i prezzi del carrello della spesa: da +8,1% a +6,1% quelli di beni alimentari, per la casa e la persona, e da +6,6% a +5,6% quelli ad alta frequenza d’acquisto.
Tale calo, che non si registrava così netto da luglio 2021 (+1,9%), è stato così spiegato dall’Istituto Nazionale di Statistica : “La drastica discesa del tasso di inflazione si deve in gran parte all’andamento dei prezzi dei beni energetici, in decisa decelerazione tendenziale a causa dell’effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si erano registrati forti aumenti dei prezzi del comparto. Più contenuta è la flessione dell’inflazione di fondo, che a ottobre si attesta al +4,2% (dal +4,6% di settembre)”.
Soddisfatto, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso, secondo cui “L’accordo per il carrello Tricolore funziona. I dati dell’Istat sono indiscutibili. Vi è un crollo dell’inflazione nel nostro Paese. L’anno scorso in ottobre eravamo al 12,8%, quest’anno siamo al di sotto della media europea e di tutti gli altri grandi Paesi con cui dobbiamo confrontarci: Germania, Francia e Spagna. Ciò è dovuto certamente un fattore congiunturale: perché lo scorso anno vi era un prezzo dell’energia alle stelle, anomalo. Mentre questo anno per tante condizioni, anche per l’intervento del governo italiano sul prezzo del gas, è di ben altra natura. Si è ridotta l’inflazione core: quella che più interessa le famiglie. E l’inflazione del carrello dello spesa, quella su cui siamo intervenuti con un’iniziativa di grande successo”.
Restando in ambito UE, la Commissaria UE, agli Affari Interni con delega all’Immigrazione, Johansson, nel corso di una conferenza stampa , riguardo all’accordo Italia-Albania in tema di immigrazione, ha spiegato: “La “valutazione preliminare dei servizi giuridici della Commissione Europea è che l’accordo tra Italia e Albania per la gestione dei flussi migratori non viola il diritto Ue. Il diritto Ue non è applicabile fuori dal territorio dell’Ue. Ma sappiamo che il diritto italiano segue il diritto Ue, e che, secondo l’accordo, si applicherà in Albania il diritto italiano. Le domande d’asilo delle persone soccorse da navi italiane in acque internazionali e sbarcate in Albania saranno valutate secondo il diritto italiano, dalle autorità italiane. Se otterranno l’asilo, saranno rimandate in Italia, altrimenti saranno rimpatriate nei paesi d’origine o, se questo non sarà possibile, rimandate in Italia. Comunque, l’Italia rispetta il diritto Ue. Quindi questo significa che sono le stesse regole. Parlando dal punto di vista giuridico, quello che sarà applicato in Albania secondo l’accordo non è il diritto Ue, ma le leggi italiane seguono il diritto Ue”.
Tuttavia, le Opposizioni (Pd, M5S, Azione, Verdi) hanno sottoscritto una lettera, inviata ieri al Presidente della Camera, Fontana, per chiedere che il testo dell’accordo Italia-Albania sui flussi migratori sia sottoposto all’esame dell’Aula. Nella lettera , si evidenziano le ragioni per cui l’accordo debba passare dal Parlamento (citando l’articolo 80 della Costituzione) e la necessità che “tutti i parlamentari siano messi in condizione di conoscerne in modo completo il testo”.
Quanto allo scontro tra i sindacati Cigl e Uil e il Vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Salvini, dopo la pronuncia della Commissione garante per i cittadini in caso di sciopero, che ha dato ragione al Governo sulla non conformità delle modalità allo sciopero generale e la decisione del Vicepremier e ministro di attuare una precettazione, ovvero una riduzione del suddetto sciopero, previsto per il 17 novembre, i due leader di Cgil e Uil, Landini e Bombardieri, tramite nota, hanno fatto sapere che: “Dopo la precettazione da parte del ministro Salvini, lo sciopero di venerdì 17 per i trasporti sarà limitato a quattro ore, dalle 9 alle 13.Lo abbiamo deciso per salvaguardare i lavoratori dalle sanzioni previste per chi viola il provvedimento di precettazione”.
Il Vicepremier e ministro Salvini ha quindi espresso “soddisfazione” per l’annuncio dei sindacati, sottolineando: “Hanno vinto il buonsenso, i lavoratori e i cittadini. Non è messo in discussione il diritto allo sciopero”.
Una controreplica ,però, è arrivata dagli stessi sindacati Cgil e Uil , i quali hanno comunicato di stare “verificando se ci sono le condizioni per impugnare la precettazione“.
Sulla vicenda , a margine della sua visita all’inaugurazione della Mostra dedicata allo scrittore, Tolkein, in un punto stampa, è poi intervenuta la Presidente del Coniglio, Meloni, che, riguardo al provvedimento attuato dal Vicepremier e ministro Salvini, sottolineando di non aver intenzione di cambiare la legge sullo sciopero, ha chiarito: “La precettazione è stata una decisione assolutamente condivisa nel governo, ma sulla base dell’indicazione arrivata da un’authority indipendente, non sulla base di una scelta politica, ma di una scelta di mediazione fra due diritti che vanno entrambi garantiti e per cui esiste un’autorità indipendente”.
Tutto ciò, mentre il Presidente della Repubblica Mattarella , firmando il Dl sul Piano Mattei, ha dato il via libera alla presentazione alle Camere del disegno di legge sulla Riforma istituzionale del Premierato e il Governo ha convocato per domani alle 13:30 il Consiglio dei ministri, nel quale saranno all’ordine del giorno tre Ddl , contenenti , tra le altre ,norme contro le occupazioni di beni privati e la riforma della polizia locale.
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