di Federica Marengo venerdì 10 novembre 2023
-Mentre l’esercito israeliano ha ucciso tre capi di Hamas a Jabalia e 150 terroristi in una delle roccaforti della stessa organizzazione, e, secondo fonti palestinesi, sei persone sarebbero morte a causa di un attacco israeliano sull’ospedale di Shifa, nosocomio nei cui sotterranei, stando a quanto affermano in un video diffuso dall’esercito israeliano due terroristi arrestati, si nasconderebbero: il leader di Hamas, Yahya Sinwar, e altri comandanti, una fonte israeliana ha smentito la notizia di un’intesa tra Israele e Hamas basata su scambio tra ostaggi e detenuti.
Al Jazeera, invece, ha fatto sapere che bombe israeliane avrebbero colpito i palestinesi in fuga verso il sud di Gaza, determinando morti e feriti.
Dagli USA, un esponente dell’amministrazione Biden ha dichiarato che “L’esercito israeliano ha un tempo limitato per condurre le sue operazioni a Gaza, perché più durerà l’operazione e più aumenterà il rischio di un allargamento del conflitto”, mentre il segretario di Stato Blinken ha sottolineato che “Sono stati uccisi troppi palestinesi”.
Infine, il Premier israeliano Netanyahu, che ha aperto a delle mini tregue di ore per l’evacuazione dei civili (la prima , oggi, di quattro ore, nel nord della Striscia), ma non al cessate il fuoco, finché non saranno liberati tutti gli ostaggi, ha ribadito che Israele non vuole “né occupare né governare Gaza” dopo la guerra contro Hamas, ma che “l’esercito manterrà il controllo su Gaza”.
Intanto, proprio riguardo alla crisi in Medio Oriente, il ministro della Difesa Crosetto, ha dichiarato ai microfoni di Radio24: “L’Italia è in prima linea sul fronte umanitario. “Oltre alla nave per portare aiuti sanitari, lo Stato maggiore su mio input sta studiando la collocazione di un ospedale da campo su terra. Inizialmente dell’esercito, ma che poi vedrà la collaborazione di tutte le forze armate. Vorrei poi che diventasse un ospedale internazionale. Stanno verificando dove metterlo. L’idea è di metterlo vicino alla zona dove serve, vicino a Gaza. Se ci sarà l’ok anche dentro Striscia. Ad oggi non ci sono pregiudiziali verso un ospedale italiano”.
Infine, sull’apertura del Premier israeliano Netanyahu a delle mini-tregue di ore, ha evidenziato: “Sono un primo picchetto piantato sulla parete rocciosa difficile, che dovremmo affrontare nei prossimi mesi. Coniugare l’intervento israeliano con il diritto internazionale che anche nella guerra impone delle regole. E la regola impone di evitare che ci siano vittime civili. La reazione di Tel Aviv era scontata e necessaria. Israele è uno stato circondato da nemici, se fa paura sopravvive, altrimenti muore. Ha dovuto reagire, ma la comunità internazionale fin dal primo giorno ha chiesto che la reazione non deve portarti a passare dalla ragione al torto, alle vittime civili che non c’entrano nulla. Quanto a rischi immediati per Unifil (forza di interposizione) in Libano, se ci fossero, l’Onu avrebbe deciso di ritirarlo. Non c’è un pericolo percepito per Unifil, non è una forza percepita come nemica , ma una forza di dialogo tra nemici”.
Non solo dossier di politica estera , però, sul tavolo del Governo. Stamane, la Presidente del Consiglio Meloni è intervenuta ,dapprima con un videomessaggio all’Assemblea Generale 2023 di Confindustria Bergamo e Confindustria Brescia e , poi, all’Assemblea Nazionale della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa.
Nel videomessaggio all’Assemblea Generale 2023 di Confindustria Bergamo e Confindustria Brescia, la Premier ha dichiarato: “Le vostre associazioni sono due tra le principali realtà produttive nazionali e costituiscono un motivo d’orgoglio non solo per l’Italia che produce ma per l’Italia intera. Siete il traino dell’economia, la piattaforma manifatturiera d’Europa, come avete giustamente indicato nel titolo di questa Assemblea. Conoscete bene la visione che ispira l’azione di questo Governo: ormai dopo un anno, insomma, avete chiaro quale è il nostro lavoro. Sono gli imprenditori e i lavoratori, dal nostro punto di vista, a creare ricchezza e benessere; quello che spetta al Governo e alle Istituzioni è mettere gli imprenditori e i lavoratori nelle migliori condizioni per farlo. Lo Stato non deve essere un ostacolo per chi ogni giorno si rimbocca le maniche, ma un alleato per chi vuole produrre e investire. Questa è la visione che stiamo tentando di declinare concretamente nella nostra azione quotidiana, e in tutto quello che facciamo. A partire, ad esempio, dalla delega fiscale, una riforma che l’Italia attendeva da decenni, che stiamo attuando con i primi decreti e che si pone alcuni obiettivi di fondo: modernizzare ed efficientare il sistema fiscale, riequilibrare il rapporto tra fisco, cittadini e impresa in un’ottica di collaborazione e non di contrapposizione, come purtroppo spesso è accaduto in passato. Perché noi siamo convinti sostanzialmente che Stato e cittadini siano esattamente come un’azienda. Più lavorano bene insieme, più saranno in grado di produrre ricchezza. E proprio sulla base di questa visione abbiamo costruito anche la manovra economica per il 2024. Non avevamo molte risorse a disposizione, ma abbiamo scritto una legge di bilancio che vale complessivamente 28 miliardi di euro concentrata sulle misure espansive, che non disperde risorse, ma si dà delle grandi priorità. E queste priorità sono: la difesa del potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori, l’investimento sulla famiglia e sulla natalità, il sostegno alle imprese e l’attenzione alla sanità. Le misure che abbiamo messo in campo sono diverse, non intendo chiaramente elencarle tutte, ma ci tengo a ricordarne alcune. Penso alla scelta di abbassare, secondo il principio del “più assumi meno paghi”, la tassazione per le imprese che creano occupazione. Abbiamo cioè previsto una super deduzione del 120% del costo del lavoro per le aziende che assumono a tempo indeterminato e incrementano il numero dei propri dipendenti rispetto all’anno precedente. Deduzione che sale al 130% nel caso in cui si assumano mamme, giovani, disabili, ex percettori di reddito di cittadinanza. Poi abbiamo scelto poi di sostenere gli investimenti e per il 2024 abbiamo stanziato 1,8 miliardi di euro per il credito d’imposta alle imprese che investono nelle regioni appartenenti alla nuova Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno. Chiaramente lo dico nell’Assemblea di Bergamo e Brescia consapevole del fatto che il divario tra Nord e Sud Italia in questi anni ha rappresentato un problema per l’Italia nel suo complesso e che nessuno meglio di chi crea ricchezza nel Nord capisce quanto sia importante recuperare quel divario. E allora la ZES è un’opportunità non solo per le imprese del Sud ma per tutto il sistema imprenditoriale italiano, considerando anche la semplificazione e lo snellimento delle procedure che accompagna l’istituzione dei una Zona Economica Speciale. Abbiamo poi destinato altri 300 milioni di euro al rifinanziamento della Nuova Sabatini. Abbiamo scelto di rinviare l’introduzione di due tasse – che io so essere particolarmente, diciamo, malviste da quelle parti – e che avrebbero avuto un impatto considerevole sul nostro sistema produttivo, e sono la plastic tax e la sugar tax – impattano soprattutto sulle aziende che si trovano nelle regioni del Nord.Abbiamo fatto tutto questo, chiaramente abbiamo superato il primo anno di legislatura e il lavoro che abbiamo da fare è ancora molto lungo. Ma quello che ci tengo a dirvi è che le porte di questo Governo saranno sempre aperte per chi vuole offrire proposte, spunti, soluzioni concrete ai problemi che abbiamo. Io sono certa, sono consapevole che le vostre Associazioni saranno sempre protagoniste di questo cammino, lo so, l’ho sperimentato. E noi vogliamo rispettare gli impegni presi con gli italiani; nessuno meglio di chi fa impresa sa quanto sia importante il rispetto della parola data. Anche per questo voi rappresentate l’interlocutore ideale per una politica seria. E quindi non possiamo che raccogliere questo esempio e continuare a fare questo lavoro che vuole portare a un’Italia capace di pensare in grande, capace di essere all’altezza della sua storia, capace di essere all’altezza dei suoi imprenditori, di nuovo centrale e protagonista soprattutto a livello internazionale”.
Poi, nel suo intervento all’Assemblea Nazionale della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, ha sottolineato: “Considero da sempre gli artigiani e le piccole e medie imprese l’ossatura della Nazione. La spina dorsale fatta di uomini, donne e famiglie che consente all’Italia di essere prospera e produrre posti di lavoro. Voi non avete fatto mai mancare il vostro contributo. E noi non faremo mancare la nostra disponibilità ad ascoltare e comprendere. L’artigianato e le Pmi sono il fiore all’occhiello della nostra Nazione, lo dicono i numeri. Senza di loro non esisterebbe il Made in Italy. L’Italia non potrebbe contare su un patrimonio di conoscenze e innovazione che ci permette di essere apprezzati sul mercato internazionale. Siete un patrimonio che questo governo vuole ascoltare e valorizzare. C’è un problema di salari che non si risolve con il salario minimo orario. Credo che in cuor loro lo sappiano anche coloro che oggi dicono che è la cosa più importante che si possa fare. Ma quando erano al governo loro si sono ben guardati dal realizzare questa misura. L’obiettivo del governo è non disturbare chi vuole fare, smentendo la falsità ideologica che artigiani e piccoli imprenditori siano per forza evasori. Una menzogna, che noi abbiamo sempre combattuto. Vogliamo dimostrare quanto questa menzogna fosse infondata creando un nuovo rapporto tra Stato e cittadini, che devono lavorare insieme, come un’unica impresa. Noi combattiamo l’evasione fiscale, quella vera, non quella presunta. Il governo, ha dimostrato un approccio diverso rispetto al passato, perché “ha avuto il coraggio di fare quella riforma del Fisco che l’Italia aspettava da decenni, una riforma che punta a contribuire a costruire un rapporto nuovo tra Stato e contribuente, un rapporto che sia di collaborazione, di fiducia reciproca, il segno di uno Stato che si vuole fidare dei suoi cittadini, che secondo noi è il primo passo perché i cittadini possano fidarsi di più dello Stato. L’insopportabile equazione tra partita Iva, piccolo imprenditore ed evasione sia una menzogna, una falsità ideologica che per troppi anni ha giustificato un atteggiamento persecutorio e infondato. E noi che lo abbiamo combattuto sempre oggi vogliamo dimostrare quanto fosse infondato creando un nuovo rapporto tra Stato, cittadino e imprese che sia basato sul principio che lo Stato e i cittadini sono come un’azienda, più lavorano insieme, più riusciranno a produrre ricchezza. In questi 75 anni sono cambiati i protagonisti, le leggi elettorali, i partiti, però l’instabilità è rimasta sempre la stessa. L’unica cosa che non è mai cambiata è la base del sistema, cioè la Costituzione. Ed è qui che ora abbiamo avuto il coraggio di intervenire, per questo abbiamo varato la riforma costituzionale. Su questa riforma noi cercheremo il consenso ampio necessario in Parlamento. Ma se non sarà possibile saranno gli italiani a doversi esprimere con un referendum. Dunque sarete anche voi a dirci se volete mettere fine alla stagione dei giochi di palazzo, dei ribaltoni, delle maggioranze arcobaleno. Dei governi tecnici, dei governi che durano un anno e mezzo. E portare l’Italia nella Terza Repubblica. Sono convinta che gli italiani non si faranno scappare questa occasione. Di realizzare la madre di tutte le riforme e da cui dipende la possibilità di realizzare anche tutte le altre. Noi vogliamo essere come voi, essere artigiani per l’Italia. Occuparci della nostra nazione con la stessa meticolosità, la stesse dedizione e lo stesso amore con il quale un artigiano realizza i suoi prodotti. Nei primi venti anni di questo millennio fino all’arrivo del Covid la Francia ha avuto 4 presidenti della Repubblica. La Germania 3 Cancellieri. L’Italia 8 presidenti del Consiglio che hanno presieduto 11 governi diversi. Nello stesso periodo Francia e Germania sono cresciute di più del 20%, l’Italia meno del 4. Allora o diciamo che i politici italiani sono più scarsi di quelli francesi e tedeschi, e io francamente non lo penso, o dobbiamo fare i conti sul fatto che qualcosa non ha funzionato nel sistema italiano. Nonostante le poche risorse a disposizione, il pregresso con i debiti del Superbonus per 20 miliardi nel 2024 , e i maggiori interessi sul debito figli della decisione della Bce di alzare i tassi di interesse, ci siamo rimboccati le maniche. Nella legge di bilancio abbiamo concentrato tutto quello che avevamo su poche misure prioritarie ed espansive”.
Infine, la Presidente del Consiglio Meloni, ha ribadito l’impegno del Governo per ridurre il divario, in particolare riguardo all’occupazione femminile e per promuovere la genitorialità.
Proprio a proposito di Manovra, secondo quanto reso noto dall’agenzia Ansa, la ministra del Lavoro Calderone, starebbe valutando alcune “soluzioni per andare incontro alle comprensibili rivendicazioni dei medici in merito alle pensioni e definire nei prossimi giorni l’intervento più opportuno”.
Al vaglio, sia la revisione delle aliquote solo per chi sceglie di andare in pensione anticipatamente e non anche per i trattamenti pensionistici di vecchiaia, che il differimento dell’entrata in vigore della norma, inserita in legge di Bilancio. Tale apertura da parte della ministra del Lavoro, ha incassato il plauso dell’Ente medici.
Sulla legge di Bilancio è tornata la stessa Premier, che ha pubblicato sui social un video della sua consueta rubrica “Gli appunti di Giorgia”, in cui ha fatto il punto sulle ultime misure approvate finora: dalla riforma costituzionale al Piano Mattei, passando dagli accordi Italia-Albania, in tema di immigrazione, alle misure a sostegno delle persone con disabilità, cui si aggiunge il record dell’occupazione.
A tal proposito, ha detto: “La Manovra economica “è seria, realistica” e “non getta risorse dalla finestra”, per poi soffermarsi sulla riforma del Premierato, esordendo: “Oggi, siamo nella stanza nella quale sono riunite le foto di tutti i Presidenti del consiglio dall’Unità d’Italia a oggi. C’è uno spazio vuoto dove comparirà anche la mia foto alla fine del mio mandato. Ma ci vuole tempo ,almeno 4 anni. Quanti di questi premier e quanti dei governi che hanno presieduto sono stati effettivamente scelti dai cittadini? Quanti di loro avrebbero fatto il presidente del Consiglio se fossero stati i cittadini a scegliere chi li avrebbe governati? Non lo sapremo mai . Quello che sappiamo per certo è che molti governi sono passati sulla testa degli italiani, sono stati frutto di giochi di palazzo, e quando rispondi al palazzo e non ai cittadini, è il consenso del palazzo che ti interessa, più di quello dei cittadini. E abbiamo visto i risultati”, per poi rivolgersi agli italiani, chiedendo loro: “Che volete fare, volete contare e decidere o stare a guardare mentre i partiti decidono per voi? Questa è la domanda che faremo quando sarà necessario. Questa riforma non serve a qualcuno, serve a tutti, indipendentemente da chi governa. E lo sanno anche quelli che per calcolo politico la stanno osteggiando senza però offrire argomenti seri. Perché la verità è che si sono talmente abituati a governare perdendo le elezioni che vogliono continuare a fare così anche in futuro. Sulla riforma costituzionale cercheremo il consenso ampio in Parlamento, però se non sarà possibile saranno gli italiani a esprimersi. Confermando la volontà di tirare dritto sull’elezione diretta del premier, ricorrendo al referendum popolare qualora non dovesse esserci in Parlamento una maggioranza che raggiunga i due terzi. In 75 anni di storia repubblicana noi abbiamo avuto 68 governi, con un orizzonte medio di un anno e mezzo e lo abbiamo pagato. Sono gli effetti della instabilità politica. In 75 anni ,sono cambiate tante cose. L’unica cosa cambiata mai è la base del sistema, la Costituzione ed è dove abbiamo avuto il coraggio di intervenire. Perché a me non interessa durare cinque anni se dopo di noi tutto tornerà uguale, se non approfittassimo della stabilità di questo governo per lasciare all’Italia una riforma che, comunque vada, consentirà agli italiani di scegliere direttamente chi li governa, e a chi li deve governare di avere cinque anni per realizzare il suo programma.
Nel caso di un referendum sulla riforma costituzionale sarete voi a dirci se volete o no mettere fine alla stagione dei giochi di palazzo: dei ribaltoni, delle maggioranze arcobaleno, dei governi tecnici e dei governi che durano al massimo un anno e mezzo e portare l’Italia nella Terza Repubblica. Io confido che gli italiani non si faranno scappare questa occasione di realizzare la madre di tutte le riforme, quella da cui dipende anche la capacità di fare tutte le altre”.
A seguire, annunciando che il G7 dei leader mondiale durante la presidenza italiana si terrà dal 13 al 15 giugno 2024 in Puglia, nella Valle d’Itria, a Borgo Egnazia, riguardo all’accordo stipulato con il Premier albanese Rama, in tema di immigrazione , ha spiegato: “Nessuno può parlare di deportazione. È un accordo che secondo noi è storico anche perché può diventare un modello per altre nazioni, di collaborazione tra Paesi Ue e extra Ue. Chi non è d’accordo può dire quello che vuole. Ma penso che non si possa sostenere che intendiamo deportare qualcuno in una nazione candidata all’ingresso nell’Ue. Abbiamo stretto con l’Albania un accordo storico , che ha fatto discutere, un accordo totalmente innovativo sulla gestione dei flussi migratori. Con questo accordo Italia e Albania collaborano su tre obiettivi fondamentali: contrastare il traffico di esseri umani; prevenire i flussi migratori irregolari; accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale. Cosa prevede l’accordo? In sostanza prevede che l’Albania dia all’Italia la possibilità di utilizzare alcune aree in territorio albanese per realizzare, sotto la giurisdizione italiana: due strutture dove gestire l’ingresso l’accoglienza temporanea, la trattazione delle domande d’asilo ed eventualmente il rimpatrio degli immigrati illegali. In una prima struttura, che si trova nel porto di Shengjin, l’Italia ci occuperà delle procedure di sbarco e di identificazione e qui realizzerà un centro di prima accoglienza dove operare una prima attività di screening. Nell’area più interna di Gjader, invece, si realizzerà una seconda struttura sul modello dei Cpr per le successive procedure, rimpatrio compreso. La giurisdizione di questi centri sarà interamente italiana. Nei centri opererà personale italiano e le nostre forze di polizia, le nostre commissioni d’asilo, esattamente come accade nei centri presenti sul nostro territorio nazionale. Non ci sarà alcuna differenza, salvo che sono esclusi da questa possibilità donne e bambini”.
Infine, la Presidente del Consiglio, Meloni, ha chiosato: “E’ molto il lavoro che stiamo portando avanti. E continuiamo a farlo con determinazione, con umiltà, con coraggio e con lo sguardo sempre rivolto verso l’alto”.
Misure, quelle elencate dalla Premier tutte, compreso la Manovra, criticate dai partiti dell’ Opposizione, tra cui Pd e M5S, che domani si ritroveranno in piazza a Roma per una manifestazione di protesta contro i provvedimenti del Governo, per la Pace e la giustizia sociale, ma anche per lanciare la proposta di un’alternativa all’Esecutivo di centrodestra. Così come si ritroverà in piazza a partire dal 17 novembre e per una serie di mobilitazioni , il sindacato della Cgil, sebbene il Vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Salvini abbia già annunciato di voler precettare e contingentare le 24 ore di sciopero dei Trasporti annunciate.
Nel frattempo, se sulla riforma del Patto di stabilità, che stabilirà le nuove regole Ue per i bilanci degli Stati membri, c’è ottimismo da parte della presidenza di turno spagnola del Consiglio Ue riguardo alla possibilità di riuscire a trovare un compromesso tra i Ventisette Stati entro dicembre, rispetto alle due posizioni differenti, quella di Berlino rigorista, che chiede salvaguardie sulla riduzione del debito e del deficit e , quella di Parigi , più attenta agli investimenti, fonti del Ministero dell’Economia e delle Finanze avrebbero fatto sapere che Roma non è disposta a chiudere l’accordo a qualunque costo, e che se il compromesso finale che sarà proposto andasse in una direzione sfavorevole agli interessi del Paese, sarebbe pronta piuttosto ad accettare che resti in vigore il quadro precedente.
Le stesse fonti del dicastero di via XX° settembre, avrebbero evidenziato che tra le modifiche proposte “è positivo, e va nel senso voluto dall’Italia, che si assicuri che le spese per investimenti verdi e per la difesa vengano considerate in modo diverso, più favorevolmente nella valutazione del rispetto delle regole Ue da parte dei bilanci nazionali, in quanto, se ci si accorda su valori sostenibili per la riduzione del debito, per l’Italia non è un problema, il Paese deve intraprendere comunque un percorso virtuoso per liberarsi dal fardello dell’alto debito pubblico. Ma vi sono anche alcuni passaggi a cui l’Italia non è favorevole, come la regola molto più rigida che vuole la Germania per la riduzione del deficit, anche se per il lungo termine. Applicare un percorso di aggiustamento di quattro-sette anni (come proposto dalla Commissione) va bene, ma non se poi è necessario stare comunque sotto una soglia minima del deficit”.
Tutto ciò, mentre l’Istat ha diffuso i dati sulla produzione industriale e sulla fiducia delle imprese e dei consumatori ,che a ottobre hanno registrato un ulteriore calo.
©Riproduzione riservata