di Federica Marengo mercoledì 8 novembre 2023
-Mentre gli Stati Uniti dicono no alla rioccupazione di Gaza da parte di Israele , in contrasto con quanto dichiarato da Netanyahu, quest’ultimo haconvocato i leader degli insediamenti ebraici in Cisgiordania “per la grave escalation in atto nella Giudea-Samaria”.
Il Qatar invece, sta negoziando con Israele e Hamas, in coordinamento con gli Stati Uniti, il rilascio di 12 ostaggi in cambio di un cessate il fuoco di tre giorni.
Tuttavia, Abu Obeida, il portavoce delle Brigate al Qassam, ala militare di Hamas a Gaza, ha detto che “la strada unica ed evidente per la liberazione degli ostaggi è un accordo che preveda lo scambio di prigionieri totale o parziale”.
Proprio Hamas, parlando al New Tork Times dell’attacco del 7 ottobre scorso, ha dichiarato: “Abbiamo agito così per rilanciare la questione palestinese“. Tutto ciò, quando a un mese dal suddetto attacco, secondo la stessa Hamas, i morti sarebbero 10.569 morti , di cui 4.324 bambini. E il segretario generale dell’Onu, Guterres, a tal proposito, ha evidenziato: “A Gaza il numero dei bambini morti supera qualunque guerra”.
Dagli Usa è arrivata all’Italia la richiesta di inserire due carabinieri nell’ufficio del Coordinatore della sicurezza per Israele e l’Autorità palestinese, a Gerusalemme, in quanto, i carabinieri hanno una lunga esperienza nella missione Miadit di addestramento della polizia palestinese di stanza a Gerico (questi ultimi ,però, sono rientrati lo scorso 14 ottobre per il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza) .
Quindi, il ministro della Difesa Crosetto, che ha dato l’ok, ha spiegato: “I carabinieri sono stati chiamati direttamente dagli americani ,perché a Gerico fino a tre settimane fa formavano la polizia palestinese: hanno quindi un rapporto di fiducia, di conoscenza e di rispetto che in una fase come questa è utilissimo”.
Poi, in una conferenza stampa nella sede dello Stato maggiore della Difesa, ha annunciato: “La nave della Marina Militare italiana “Vulcano”, attrezzata con ospedale e sale operatorie, è in partenza per il Medio Oriente per accogliere feriti provenienti dalla Striscia di Gaza. In una fase successiva sarà poi inviato anche un ospedale da campo da installare direttamente a Gaza in accordo con i palestinesi. E’ meglio dare segnali evidenti di quello che l’Italia pensa e di come intende muoversi. Le parole che abbiamo detto in questi mesi, vicinanza al popolo palestinese e condanna di Hamas, vogliamo trasformarle in atti concreti. Vogliamo dare segnali concreti di vicinanza al popolo palestinese. Sono 170 le persone a bordo, di cui 30 della Marina formati per l’emergenza sanitaria; ai quali si aggiungeranno altrettanti di altre forze armate che saranno potati con un aereo. Oltre all’ospedale imbarcato, alle sale operatorie, alle attrezzature diagnostiche, saranno portati medicinali e soccorsi. Lo Stato Maggiore della Difesa sta coordinando l’invio di un ospedale campo su terra; che è nostra intenzione portare direttamente sul terreno di Gaza, vicino a dove c’è l’esigenza reale. Questa fa parte di una serie di iniziative condivise con altri paesi europei, Nato e arabi: dicendo che sia le porte della nave che quelle del futuro ospedale sono aperte al contributo di tutti. Mi aspetto molte risposte da altri paesi a sostegno della nostra nave e dell’ospedale campo; vorrei scoppiasse gara tra tutti i paesi per fornire aiuto. E’ un primo passo di un’iniziativa in cui vogliamo essere i primi. La nave Vulcano, che salpa da Civitavecchia con 170 militari a bordo più 30 operatori sanitari della Marina, farà una tappa a Cipro. Per poi stanziarsi davanti alle acque della Striscia. Il personale agirà in coordinamento con la Croce rossa e garantirà una scorta di medicinali e attrezzature mediche che, al momento, scarseggiano nel territorio di Gaza. Mandiamo l’unica nave di cui dispone lo Stato, attrezzata con un ospedale per prestare soccorsi seria che con una camera operatoria. Penso questo venga accolto di buon grado sia da Israele che dai palestinesi. Nessuno può avere da ridire contro un aiuto umanitario. Questa iniziativa si colloca in un insieme di iniziative che il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri, la Repubblica italiana stanno facendo. Siamo stati i primi a chiedere l’apertura del valico di Rafah e i primi a offrire aiuti. Già due C130 sono arrivati con aiuti. L’Italia con il presidente Meloni, il ministro Tajani e con il contributo del ministero della Difesa sta dando un segnale da questo punto di vista non solo a parole ma anche con i fatti. L’Italia continua il lavoro per cercare di buttare acqua sul fuoco. E mi pare che la comunità internazionale si sia mossa in modo adeguato. Una delle cose che stiamo chiedendo è di distinguere lo stato di diritto: cioè chi si muove rispettando le regole a differenza dai terroristi di Hamas. Ci auguriamo che Israele lo faccia, pur comprendendo la difficoltà di agire in una zona come Gaza, dove tutto si unisce e dove vengono nascosti centri di Hamas sotto gli ospedali”.
A Tokyo, poi, si è concluso il vertice dei ministri degli Esteri del G7, cui ha preso parte anche il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani ,nel cui documento finale congiunto si sottolinea il diritto di Israele a difendersi ,ma secondo le norme internazionali, ribadendo come la soluzione da attuare sia quella dei due Stati.
Sottolineati, poi ,l’impegno per pause e corridoi umanitari e per il rilascio immediato e senza precondizioni degli ostaggi e per la concordia nel perseguimento della pace internazionale, nella difesa dello stato di diritto, condannando però la violenza dei coloni israeliani sui palestinesi, che ha registrato una grave escalation in Cisgiordania. Infine, ribadito anche l’impegno, affinché il conflitto non si inasprisca ulteriormente e non si diffonda più ampiamente e siano comminate sanzioni ad Hamas ed altre misure affinché non possa più raccogliere e utilizzare fondi per compiere atrocità.
Stanziati ulteriori 500 milioni di dollari per il popolo palestinese e la grave crisi umanitaria in atto, che sarà al centro, tra le altre questioni, della conferenza di Parigi del 9 novembre.
Restando poi nell’ambito della politica estera, sul fronte immigrazione, il Premier albanese Rama ha illustrato a Rai News24 il protocollo firmato con l’Italia, che consta di nove pagine ed è suddiviso in 14 articoli in tutto, e che resterà in vigore per cinque anni, rinnovabili di altri cinque, chiarendo che in Albania ci sarà un solo centro di accoglienza con tremila posti, e un posto di primo arrivo, dove i migranti saranno ospitati “in condizioni dignitose” e poi trasferiti.
Il premier Rama ha poi spiegato che, nella stessa area , Tirana ha ospitato in passato oltre 4.000 afghani e ora, con la rotazione prevista, si potranno ospitare circa 36 mila persone nel periodo previsto dal protocollo.
Tuttavia se la Maggioranza , smentendo , così come ha fatto Palazzo Chigi, le indiscrezioni giornalistiche riguardo presunte tensioni e spaccature fra la Premier e i due Vicepremier ,in quanto questi ultimi non sarebbero stati informati dell’intesa, plaude all’accordo , con il Vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Tajani che assicura che il protocollo è stato scritto “nel pieno rispetto delle norme comunitarie europee” e con i Presidenti di Regione del centro-destra che parlano di “polemiche strumentali”, poiché “va bene ogni misura che alleggerisca l’Italia”, sono le opposizioni a chiedere chiarimenti sul protocollo in Parlamento, esprimendo preoccupazioni riguardo ai termini dell’accordo a garanzia delle persone migranti.
Inoltre, alla luce di quanto spiegato dal ministro per i Rapporti col Parlamento, Ciriani, durante il Question Time, riguardo al fatto che non è previsto un passaggio del protocollo dalle Camere, perché “C’è già un accordo internazionale che regola la materia” e il protocollo “è un trattato di collaborazione rafforzata tra Italia ed Albania in tema di immigrazione , già previsto dagli accordi internazionali precedenti sottoscritti dai due Paesi. Il primo del 1995 l’altro nel 2017, già sottoscritti e ratificati negli anni passati, quindi il passaggio non serve”, le Opposizioni insistono invece su tale passaggio alle Camere.
Quanto al dossier economico, mentre il ministro della Salute Schillaci ha annunciato la revisione del ricalcolo delle pensioni dei medici, che però hanno confermato per il 5 dicembre lo sciopero, anticipato dalle mobilitazioni e dagli scioperi della Cigl, il 17 novembre e della Cisl il 25 novembre, si è tenuto in giornata a Bruxelles l’Eurogruppo, ovvero la riunione dei ministri delle Finanze dell’Eurozona, cui ha partecipato per l’Italia il ministro Giorgetti.
Al centro del vertice, oltre alla discussione sul rallentamento dell’economia europea, che comunque eviterà la recessione, nonostante il IV° trimestre consecutivo di contrazione, la modifica delle regole del Patto di Stabilità e crescita, con il Commissario UE agli Affari economici Gentiloni che ha ribadito come, in caso di mancata intesa dei 27 Stati sulle nuove regole, tornerà in vigore il vecchio patto. Sul tavolo dei ministri delle Finanze UE, poi , anche la ratifica da parte dell’Italia, unico Paese a non averlo ancora fatto, del Trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità.
Quanto alle nuove regole del Patto di Stabilità e Crescita, la Vicepremier e ministra dell’Economia ad interim spagnola Nadia Calviño, il cui Paese detiene la presidenza di turno dell’Ue, ha annunciato che domani all’Ecofin sarà presentata “una proposta di ‘atterraggio’ che possa servire come base per un accordo politico equilibrato” e che permetta di “finalizzare il lavoro sui testi legislativi”.
La ministra ha precisato che è già stato raggiunto un accordo “a livello tecnico sul 70% dei testi” e che ha parlato con tutti i ministri delle Finanze, constatando da parte loro uno spirito costruttivo, favorevole ad arrivare a un accordo sulla riforma entro fine anno.
Infine, altro tema su cui dibattono le forze di Maggioranza e Opposizione , quello della riforma istituzionale del Premierato, cui sembra aver aperto solo Italia Viva, seppur chiedendo la modifica del testo.
A tal proposito, la ministra per le Riforme ,Alberti Casellati, intervistata da RaiNews24, ha dichiarato: “Il testo della Riforma costituzionale arriverà la prossima settimana nelle Aule del Parlamento. Riguardo all’ostracismo delle opposizioni che denunciano un deperimento dei poteri del Presidente della Repubblica parla di “strumentalizzazioni” perché, dice, “non vengono toccate le prerogative del Capo dello Stato, basta leggere gli articoli. La riforma poggia su due capisaldi: l’elezione diretta del premier e la stabilità. In 75 anni di Repubblica ci sono stati 68 governi della durata media di 14 mesi. Il PD e il M5s propongono il cancellierato alla tedesca ,partendo dalla considerazione che il Capo dello Stato non può essere toccato, ma sono in contraddizione perché quella forma di cancellierato dà molti più poteri al premier. Contestualmente sto lavorando sulla legge elettorale. Riguardo al premio di maggioranza al 55% , non si possono ipotizzare salti mortali per raggiungere il 55%, si deve tenere conto dei due principi: governabilità e rappresentanza. Se la riforma non otterrà la maggioranza qualificata e si andasse al referendum e dovesse essere respinta dagli italiani ,il Governo non avrebbe ragione di dimettersi, accetteremo il responso sulla riforma”.
Proteste poi, alla Camera, da parte delle Opposizioni : Pd, AVS e M5S, alla notizia che l’esame della Riforma partirebbe dal Senato, hanno chiesto la convocazione di una capigruppo urgente per capire perché l’iter del testo parta da Palazzo Madama.
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