di Federica Marengo venerdì 12 maggio 2023
-“Viviamo in un’epoca nella quale parlare di natalità, maternità, famiglia è sempre più difficile sembra un atto rivoluzionario”. Così, la Presidente del Consiglio Meloni nel suo intervento, alla presenza di Papa Francesco e del Presidente della fondazione della Natalità, Gigi De Palo, tenuto nell’ambito della seconda giornata della terza edizione degli Stati Generali della Natalità, svoltisi presso l’Auditorium della Conciliazione, a Roma.
La Presidente del Consiglio ha poi spiegato come il tema della famiglia sia centrale per il Governo tanto da occupare il primo punto della sua agenda e ha sottolineato che “Se le donne non avranno la possibilità di realizzare il desiderio di maternità senza rinunciare a quello professionale, non è che non avranno pari opportunità, non avranno libertà”.
Quindi, tornando sulla crisi demografica, confermata dai dati ISTAT anche dell’ultimo anno e dalle previsioni che vedono gli abitanti in calo di 11 milioni entro il 2070, ha evidenziato: “Quella demografica è una sfida che portiamo avanti non con impostazione dirigista, ma con l’approccio sussidiario, di chi crede che il compito dello Stato sia creare le condizioni favorevoli, con l’ambiente normativo e soprattutto sul piano culturale, alla famiglia, all’iniziativa, allo sviluppo, al lavoro. Qualcuno dirà che vogliamo uno Stato etico: no, vogliamo uno Stato che accompagni e non diriga, vogliamo credere nelle persone, scommettere sugli italiani, sui giovani, sulla loro fame di futuro. Vogliamo vivere una nazione nella quale essere padri non sia fuori moda. Per decenni, la cultura dominante ci ha detto il contrario. Vogliamo che non sia più scandaloso dire che siamo tutti nati da un uomo e una donna, che non sia un tabù dire che la natalità non è in vendita, che l’utero non si affitta e i figli non sono prodotti da banco che puoi scegliere e poi magari restituire. La nostra storia non è fatta di malinconia, ma di grandi imprese, creatività e risultati che hanno impressionato il mondo. Quella è l’Italia in cui vogliamo tornare a vivere. Vogliamo restituire agli italiani la certezza e l’orgoglio di vivere in una Nazione in grado di guardare al futuro, dove le persone hanno voglia di fare e realizzare se stessi. Una Nazione nella quale si riscopra la bellezza di diventare genitori”.
Papa Francesco, invece, nel suo discorso, ha invitato a non contrapporre la natalità e l’accoglienza “ perché sono due facce della stessa medaglia, ci rivelano quanta felicità c’è nella società“, sottolineando: “Una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, di accogliere, mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno. Bisogna sostenere la felicità, specialmente quella dei giovani, perché quando siamo tristi ci difendiamo, ci chiudiamo e percepiamo tutto come una minaccia. In questo contesto di incertezza e fragilità, le giovani generazioni sperimentano più di tutti una sensazione di precarietà, per cui il domani sembra una montagna impossibile da scalare. Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali. Sono problemi che interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi. Per le donne, ci sono condizionamenti quasi insormontabili. Le più danneggiate sono proprio loro, giovani donne spesso costrette al bivio tra carriera e maternità, oppure schiacciate dal peso della cura per le proprie famiglie, soprattutto in presenza di anziani fragili e persone non autonome”.
Per il Presidente della Fondazione Natalità, De Palo, che ha aperto la seconda giornata dei lavori, bisogna : “1) Provare a darci un obiettivo strategico di Paese per i prossimi 10 anni capace di andare oltre i Governi. Una campagna sociale, culturale, economica, politica, mediatica e sanitaria. Una sorta di PNRR italiano. Un piano Marshall per far ripartire la natalità. Un patto che ci coinvolga tutti. Quale? Arrivare a quota 500 mila nuovi nati entro il 2033. L’ISTAT ha detto che se raggiungiamo questi numeri possiamo evitare il crollo di tutto il sistema. Proviamoci. Un pezzetto alla volta. Tutti insieme. Sforzandoci di evitare di fare qualsiasi polemica politica su questo obiettivo, perché riguarda tutti, anche chi adesso è all’opposizione.2) Come afferma Adriano Bordignon, presidente nazionale del forum delle famiglie, già nella prossima legge di bilancio fare un assegno unico più sostanzioso, una riforma fiscale che tenga conto della composizione familiare e del numero dei figli, e modificare dell’ISEE. Quoziente familiare? Chiamiamolo come volete voi, troviamogli un altro nome, ma facciamo questa benedetta riforma perché oggi il sistema fiscale italiano penalizza le famiglie con figli. E le famiglie non vogliono le mancette, ma giustizia.3) Se è vero che si stanno destinando i fondi del PNRR per le armi, allora proviamo a destinarli anche per far ripartire le nascite in Italia. Diamo certezze ai giovani. Diamogli contratti di lavoro certi. Diamogli la possibilità di prendere un mutuo per la prima casa senza dover ricorrere ai genitori come garanti. Facilitiamo la costruzione delle famiglie. Creiamo una mentalità favorevole, mostriamogli che abbiamo a cuore la loro realizzazione lavorativa e familiare, non li costringiamo ad emigrare…
4) Fare di tutto, aiutando anche le aziende virtuose in tal senso, per fare in modo che le donne non siano mai costrette a dover scegliere tra il lavoro e la famiglia. La maternità è un valore aggiunto e non una diminutio per chi lavora.
Ecco, basta questo per creare le fondamenta su cui costruire il resto.
Su cui inserire gli asili nido, i congedi parentali, i centri estivi…
Ma noi veniamo da oltre settant’anni di assenza di politiche familiari o di bonus un tanto al chilo che sono serviti molto poco. Per questo è necessario prima di mettere gli infissi, occuparsi della struttura della casa. Così sarà molto molto più facile inserire il resto…
Noi siamo qui ad aiutare in questa semina che parte già in ritardo.
Siamo qui come un pungolo che non ama fare polemica, ma che prova a ricordare a tutti che stiamo rischiando grosso. Saremo qui ogni anno a cercare di attirare l’attenzione su questo tema, a collaborare con il Governo, con le amministrazioni locali, con le aziende, con gli istituti di credito. Perché le mamme e i papà sanno bene che non c’è niente di più importante del futuro dei nostri figli. Lo dobbiamo a loro perché oltre a dargli la vita vogliamo provare a dargli anche una vita dignitosa. Lo dobbiamo anche al nostro Paese perché non è poi così male essere italiani”.
Nel corso della giornata, numerosi sono stati gli interventi da parte di esponenti del Governo e di esponenti di partiti politici, tra cui il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso, che ha annunciato: “L’intervento che abbiamo fatto in queste ore sul caro pasta, tra pochi giorni lo faremo sui prodotti dell’infanzia, su cui abbiamo tagliato l’Iva, ma non tutto di questo è andato a beneficio davvero delle famiglie”.
Per le Opposizioni, invece, è intervenuta la deputata di Italia Viva (Terzo Polo), Bonetti, che ha sollecitato l’Esecutivo a “investire sul lavoro e sul valore sociale delle famiglie”.
Nella giornata di ieri, invece, il Presidente della Repubblica Mattarella ha inviato un messaggio nel quale ha evidenziato che “Alle istituzioni compete la responsabilità di attuare politiche attive che permettano alle giovani coppie di realizzare il loro progetto di vita, superando le difficoltà di carattere materiale e di accesso ai servizi che rendono ardua la strada della genitorialità”, mentre hanno suscitato le polemiche delle Opposizioni di centrosinistra le dichiarazioni del ministro delle Politiche Agricole e della Sovranità alimentare, Lollobrigida, sulla necessità di “Tutelare la cultura e l’etnia italiana, intesa come raggruppamento linguistico culturale”, in quanto: “La popolazione del mondo cresce e tanti di quelli che nascono nel mondo vorrebbero venire a vivere in Italia. E allora perché preoccuparsi delle nascite in Italia? Se la risposta è incrementare la natalità, è probabilmente per ragioni legate alla difesa di quell’appartenenza, a cui molti sono legati, io in particolare con orgoglio, a quella che è la cultura italiana, al nostro ceppo linguistico, al nostro modo di vivere”.
Per i Vicepremier e ministri Tajani (Esteri) e Salvini (Infrastrutture e Trasporti) l’inverno demografico attraversato dall’Italia è una emergenza nazionale e richiede un’unità delle forze politiche nell’affrontarla, mentre il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara ha evidenziato, da dati Istat, come gli studenti fra dieci anni passeranno da 7,4 milioni a 6 milioni.
La ministra per la Natalità, con delega alla Famiglia e alle Pari Opportunità, Roccella, invece, annunciando il varo di un provvedimento per accompagnare la maternità entro l’estate, in collaborazione con il ministro della Salute Schillaci, ha affermato: “Abbiamo bisogno di una vera rivoluzione culturale, di un cambiamento significativo per quanto riguarda la genitorialità. Siamo di fronte a un mondo diverso da quello dei nostri padri e anche dal nostro, ed è su questo che dobbiamo misurarci, perché non vogliamo tornare indietro, ma andare avanti. Questo governo ha messo il tema all’ordine del giorno fin dalla denominazione dei ministeri, come dimostra il nome del ministero che ho l’onore di guidare. E della natalità ha fatto una questione centrale e prioritaria nel programma di governo. Con un approccio innovativo, trasversale per materia, strutturale e non episodico. Non ci si limita infatti agli interventi diretti per la famiglia: il nostro governo ha considerato i figli come un criterio orientativo, e direi fondante, per la sua azione in ogni ambito. Dal fisco agli incentivi alle imprese, dai bonus edilizi agli aiuti contro il caro bollette, dai fringe benefit all’assegno di inclusione che sostituisce il reddito di cittadinanza, i figli sono un parametro dirimente. Questo significa priorità. I fattori che mettono a rischio la natalità riguardano moltissimo le pari opportunità. Noi vogliamo agire attraverso tutti i provvedimenti per sostenere il lavoro femminile, la conciliazione e l’armonizzazione tra vita e lavoro, creare un ambiente di lavoro favorevole alla maternità e alla paternità e ovviamente anche sostenere la famiglia attraverso tutti i provvedimenti, considerando come fondamentale il criterio dei figli. Abbiamo cominciato nella prima legge di bilancio a finanziare i mutui agevolati e stiamo intervenendo sui trasferimenti diretti con l’aumento dell’assegno unico, in maniera sensibile e strutturale, e attraverso il provvedimento che ha sostituito il Reddito di cittadinanza che oggi è molto mirato ad aiutare le famiglie con figli e quindi contrastare la povertà infantile, che è il maggior problema della povertà in Italia. I congedi parentali li abbiamo incrementati fin dalla prima legge di bilancio per padri e madri, ma bisogna intervenire sulla cultura della paternità e per questo valorizzare il ruolo delle mamme: i padri sono fondamentali anche soprattutto nell’accompagnare la maternità. Le dimissioni dal lavoro le danno le donne, i congedi li prendono le donne, è lì che dobbiamo agire anche se vogliamo coinvolgere i padri”.
Concetti, questi ultimi ripresi dalla ministra Roccella in un’intervista a Il Giornale, in cui, ribadendo il no alla gestazione per altri e all’utero in affitto e, replicando alle critiche delle Opposizioni ,secondo cui il Dl lavoro aumenterebbe la precarietà, ha sottolineato: “Quella che la sinistra scambia per precarietà, è la possibilità per un ragazzo di avere un contratto più lungo di prima. Peraltro in un contesto in cui abbiamo favorito in ogni modo le assunzioni a tempo indeterminato. Se un contratto più lungo, un’assunzione più facile e meno tasse sul lavoro significano maggiore precarietà”.
Proprio il Pd, con la segretaria Schlein, si è detto: “D’accordo su un approccio strutturale per contrastare il crollo demografico: il Pd s’è speso per incrementare l’assegno unico, uno strumento equo e universale. Importante poi incentivare l’occupazione femminile, non c’è contrapposizione tra i due strumenti, anzi vanno di pari passo. Poi giusto ridurre il peso della prima casa nel calcolo dell’Isee. Poi è vero che c’è paura del futuro: c’è un nesso tra denatalità e precarietà che colpisce soprattutto donne, giovani e meridionali. Per questo siamo contro i contratti a termine. Poi siamo ossessionati dall’aumento degli asili nido, aumentare il suo accesso”.
Tuttavia, il responsabile Diritti della segreteria Pd, Zan, ha commentato le dichiarazioni della Premier, evidenziando : “Giorgia Meloni mostra di essere in piena contraddizione, sostiene la natalità e le famiglie poi quando ci sono famiglie in carne ed ossa, con dei bambini e delle storie, le discrimina mandando i prefetti contro i sindaci impedendo loro di trascrivere alla nascita dei bambini e delle bambine che senza quelle carte e quelle trascrizioni sono considerati di serie B e hanno meno diritti di altri, come accadeva per i cosiddetti figli della vergogna quando nascevano fuori dal matrimonio. Parlano di famiglia, ma poi discriminano le famiglie”.
Infine, il Presidente del M5S , Conte ha dichiarato: “In prospettiva, ci battiamo per la riduzione del tempo di lavoro a parità salariale: è una battaglia dei Cinque Stelle. Poi serve più welfare: il Conte due è quello che ha approvato l’assegno unico che va rafforzato, immagino anche l’allargamento al congedo di paternità. Ci sono tanti abbandoni legati al mercato del lavoro. Ascoltiamo tutte le parole del Papa, non solo quelle che fanno piacere. Ha parlato di natalità che va coniugata all’accoglienza, questo secondo concetto non credo piaccia al governo in carica. Natalità e accoglienza “non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia”.
Nella giornata di ieri, però, si è anche tenuto un Consiglio dei Ministri, presieduto dalla Premier Meloni e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consigli Mantovano, nel quale sono state approvate , tra le altre, misure per la semplificazione dei procedimenti amministrativi e misure in materia farmaceutica e sanitaria, e un decreto legislativo di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2021/784, relativo al contrasto della diffusione di contenuti terroristici online.
Il Consiglio dei ministri, poi, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giorgetti , assente poiché in Giappone per partecipare al G7, ha deliberato la designazione di Roberto Sergio come componente del Cda della Rai. Il Mef formulerà quanto prima al Consiglio di amministrazione formale proposta di nomina di quest’ultimo come amministratore delegato, il quale subentrerà a Carlo Fuortes per la restante durata del mandato.
Su proposta del ministro dell’Interno Piantedosi, invece, il Cdm ha approvato la nomina dell’attuale numero due dell’Aisi, Vittorio Pisani, a Capo della Polizia, ruolo finora ricoperto da Lamberto Giannini, a sua volta nominato nuovo Prefetto di Roma, mentre al vertice della Guardia di finanza vi sarà Andrea De Gennaro, la cui nomina verrà formalizzata nella prossima riunione del Governo, alla presenza del ministro dell’Economia.
Ministro dell’Economia, incalzato in queste ore al G7 di Tokyo dal Presidente dell’Eurogruppo Donohoe, sulla ratifica da parte dell’Italia del Meccanismo Europeo di Stabilità, ricordando come tutti gli Stati fossero d’accordo all’introduzione di tale strumento e come senza la ratifica del Parlamento italiano altri Paesi membri non possano accedervi, e dicendosi comunque disponibile a continuare a dialogare con Roma.
Una sollecitazione cui il ministro Giorgetti ha risposto tramite nota, nella quale ha sottolineato come, proprio a margine del G7, abbia avuto con il Presidente Donohoe un colloquio “intenso e costruttivo”, nel quale “ha rinnovato la disponibilità al dialogo sul trattato ,se introdotto in una cornice di modifiche già avanzate dall’Italia, in primis l’esclusione temporanea di alcune spese per gli investimenti in ambito digitale e per la transizione green, compresi quelli del PNRR”.
Al vaglio del Ministero dell’Economia, d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, inoltre, l’abolizione del superbollo auto.
In merito alla “protesta delle tende”, da parte degli studenti universitari fuori sede o pendolari contro il caro affitti, la ministra dell’Università e della Ricerca Bernini ha annunciato lo stanziamento di un fondo da 660 milioni di euro per housing universitario , grazie a due emendamenti al Dl sulla P.A approvati ieri in CdM, dopo un’interlocuzione del ministro Fitto con la Commissione UE, che ha dato il via libera allo stanziamento, in quanto non si tratta di aiuti di Stato, e l’avvio della procedura per la mappatura degli immobili liberi da destinare ad alloggi o residenze universitarie per raggiungere l’obiettivo di 52.500 posti.
Smentita poi dal ministro dei Trasporti francese ,Clément Beaune , l’indiscrezione di stampa, rsa nota ieri, secondo cui la Francia vorrebbe rinviare i lavori della Tav relativi alla tratta Torino-Lione, riguardo alla quale il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvini ,aveva espresso preoccupazione.
Il ministro Beaune, infatti ha dichiarato all’Ansa che: “Le notizie di rinvii nella costruzione di determinate strutture fanno riferimento non a decisioni prese “ma ad un rapporto indipendente consegnato al governo. Non si tratta in nessun caso di una decisione del governo e il nostro calendario resta immutato”.
Tensioni costanti , dunque, quelle tra Italia e Francia, che potrebbero appianarsi nell’incontro che potrebbe avvenire nella prossima settimana tra la Premier Meloni, (nella serata di oggi a Brescia per la chiusura della campagna elettorale del centrodestra per le Amministrative del 14 e 15 maggio, che ha visto nuovamente in campo con un videomessaggio il Presidente Berlusconi), e il Presidente Macron.
Nelle prossime ore, infine, la Presidente del Consiglio dovrebbe incontrare il Presidente ucraino Zelensky, atteso domani al Quirinale e in Vaticano, nell’ambito del tour europeo di quest’ultimo, che lo porterà a Berlino.
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